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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

mercoledì 15 febbraio 2012

"Il teorema del punto di equilibrio creativo"

“Il teorema del punto di equilibrio creativo”: poche idee, tante idee, … quanto tempo?

Avete presente quando avete un mare di idee nella testa e non avete neanche dieci minuti per scrivere? Oppure al contrario avete una bella settimana di ferie senza alcun idea decente da mettere nero su bianco? Entrambi i casi portano frustrazione e nervosismo, almeno a me, ma, non temete, ora c’è un teorema a regolare la situazione: il teorema del punto di equilibrio creativo. Eh, già, equilibrio… che bella parola!

Il numero di idee accantonate aumenta con l’aumentare del tempo di pensiero seguendo un andamento direttamente proporzionale secondo una progressione certamente non aritmetica (il coefficiente angolare della curva ottenuta non può essere dunque essere pari a uno).
Data dunque la funzione (numero di idee) che presenta punti di discontinuità e di rottura è possibile imporre dei vincoli per ottenere il punto di massimo della funzione.
Ipotizzando una funzione lineare
y = mx + q (per t < t0)
y = m1x + q1 (per t > t0)
Si impone dunque un vincolo tecnico dato dal tempo a disposizione in t*.
Il punto in cui la curva spezzata incontra il vincolo tecnico può essere visto come il punto di equilibrio creativo, cioè il punto in cui il numero delle idee a disposizione (variabile in base al tempo di pensiero) diventa ottimale per il tempo effettivo a disposizione (t*). Si evidenziano così due aree, divise da tale punto, una è di crisi creativa, l’altra di accumulo creativo.
Essendo tale teorema basato sui procedimenti matematici della ricerca operativa e non solo su rigide teorie matematiche, è impossibile generalizzare una formula stabile e definita ed è pertanto necessaria una fase di raccolta empirica dei dati.

Bene, questa volta ho davvero esagerato e me lo dico da sola! Sono completamente impazzita, eppure c’è del rigore e della logica in questo teorema… però, che mal di testa…

Vediamo di uscire dal matematichese…


Più tempo passiamo a pensare a cosa scrivere più ci verranno delle idee, ma non è detto che queste aumentino costantemente (ecco perché il grafico ha un simbolico salto in t0). Avere delle idee, però, non significa avere del tempo per realizzarle, per questo esiste un vincolo dato dal tempo a disposizione (t*). In quel tempo esiste un numero di idee che possiamo effettivamente ideare (punto di equilibrio creativo), se abbiamo meno idee siamo in una fase di crisi creativa (abbiamo meno idee di quante potremmo realizzare), se ne abbiamo di più, siamo in una fase di accumulo creativo (abbiamo troppe idee e non abbastanza tempo per realizzarle).
Non so, mi sembra che non sia chiaro nemmeno così… usciamo dalla versione contorta…
Poche idee sono poche e troppe sono troppe. Nel mezzo c’è il punto di equilibrio!

Così è chiaro, però, sembra una cosa molto stupida e banale… forse perché lo è.
Spero di avervi strappato un sorriso e che il mal di testa vi passi presto.

E voi? Quante idee tendete ad avere? Riuscite a stare nel punto di equilibrio o finite sempre in una delle due aree critiche? Io sono quasi sempre in quella di accumulo creativo!



Hanno parlato di questo articolo:


17 commenti:

  1. Mi sa che il mal di testa mi é aumentato.
    Però un sorriso sei riuscita a strapparmelo. :)

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    1. Il mal di testa è un effetto collaterale che avevo previsto... Perdonami, se puoi!
      Sono contenta che questo post ti abbia almeno fatto sorridere!

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  2. La geometria non l'ho mai capita, credo però che per le idee, almeno nel mio caso, sia più importante la geografia, ossia viaggiare e vedere posti nuovi di solito mi fa venire idee e soprattutto immaginare. Anche solo guardare un paesaggio dal finestrino di un treno. Alla prossima "idea".

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    1. Questi teoremi, in effetti, riguardano ben poco la geometria, questo poi era ispirato alla ricerca operativa... comunque, capisco cosa intendi. Spesso gli scrittori e gli umanisti non amano molto la matematica e lo scopo di questi miei teoremi è quello di tener insieme in modo scherzoso due mie grandi passioni.
      La geografia?! Sicuramente viaggiare è una buona fonte di ispirazione, anche se io non amo partire e vagare per il mondo... però, sono appena tornata dall'esame di Geografia all'università, quindi, per un po', preferisco cambiare argomento! Va beh, scherzi a parte, grazie mille per il contributo!

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  3. Cavolo, non so se prenderti seriamente o farmi una bella risata, sperando che mi passi il mal testa. Il tempo speso a capire il teorema mi avrebbe permesso di scrivere un racconto LOL

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    1. I miei teoremi si chiamano "teoremi per ridere", quindi hai il diritto di farti una bella risata. Se puoi, vuoi prenderli anche sul serio, c'è della verità e della logica in loro. Per il mal di testa, mi scuso, come ho già fatto con Nick. Per il racconto che non hai potuto scrivere per causa mia, mi sento in colpa... tanto in colpa. La mia punizione sarà non poter leggere un tuo bel racconto sul tuo blog! Cavolini fritti, la prossima volta evita di leggere i miei teoremi se sono così dannosi per la tua carriera letteraria!

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  4. Io ho troppe idee, rispetto a quanto riesco a scrivere. Però alcune, le più promettenti, riesco a metterle per iscritto, e può capitare che in un altro momento, magari grazie a una nuova idea, torno a lavorarci sopra.

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    1. Anche tu allora sei nell'area di accumulo creativo! Bene! Anch'io cerco di appuntarmi tutte le idee e poi magari le riprendo quando ho più tempo. Per esempio, ho cominciato un nuovo romanzo... nel senso che ho già scritto la trama e ho in mente tutta la struttura, ma non ho ancora scritto nemmeno l'incipit! Troppo accumulo creativo e troppo poco tempo! Ritornare sui propri scritti è sempre una buona cosa e te lo dice una che domani comincia la quinta/sesta "ultima revisione" del suo terzo libro! Grazie per essere passato!

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  5. Spero che tu possa trovare la "via del ritorno"... altrimenti chiamami che vengo a prenderti! Io ho in parte sostituito i foglietti volanti con un file elettronico e poi ho attaccato in camera una bacheca per i post-it... la mia memoria è abituata a grandi sforzi, ma riesce meglio a memorizzare quattro libri per un esame che una singola frase che si perde in mezzo a tutto il resto. Così block notes ovunque e bigliettini vari... così torniamo al "teorema delle tre penne", il primo di questa serie...
    Grazie, Lisa!

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  6. Eccomi addirittura a spulciare post vecchi, dopo aver detto che non avrei seguito il blog... ma quando si tratta di poter rompere i cosiddetti, non mi ferma proprio niente. Questo, e il fatto che sto aspettando che finisca il download di alcuni episodi di One Piece che mi voglio guardare con calma.

    Dunque... non è che mi torni molto questo teorema, sempre che abbia senso applicare teorie di questo tipo ad attività artistiche. Intanto non ci sono ipotesi e tesi, dunque non capisco se e cosa vuoi dimostrare (e quindi non è propriamente un teorema). Poi non comprendo su che base tu ipotizzi la natura lineare della funzione "numero di idee in relazione al tempo", perché escludi che possa seguire una progressione geometrica (il coefficiente angolare della semiretta con vertice in t0 è molto vicino a uno, fra l'altro) né perché ci debba essere quel cambio di inclinazione in t0.
    Più che "equilibrio creativo" chiamerei il punto t "sono del gatto" perché se è una scadenza temporale da lì in poi qualunque idea ti venga non puoi più concretizzarla. La fase precedente non la definirei di crisi, in quanto le idee aumentano: infatti tutto il grafico mi sembra piuttosto rappresentare la testa di un creativo, le cui idee aumentano col passare del tempo e subiscono un'impennata all'approssimarsi di una scadenza.

    Detto ciò, io mi trovo sempre nella condizione di "pieno di idee" al punto che le nuove si fanno strada cancellando le vecchie. Penso decisamente troppo e realizzo poco: mi capita di passare anche un'ora a letto al mattino, appena sveglio, solo a fare progetti e analizzare possibilità. E' un piacere in se stesso, che si esplica anche nella mia tendenza a cominciare un sacco di attività e concluderne poche. Per questo, e per la mia pigrizia, raramente mi appunto le idee e talvolta mi capita di maledirmi per alcune che ricordo essere molto valide ma di cui ho scordato i dettagli.
    Tuttavia sono anche ben conscio che finché non si prova a concretizzarla, un'idea che sembra buona può in realtà essere un'emerita cacchiata.

    Ciao

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    1. Beh Abisso... da appassionata di matematica non posso che darti ragione su tutta la linea. I difetti che tu hai segnalato sono ovviamente presenti in questo e in molti altri miei teoremi. Tu però forse hai perso le prime puntate di questa rubrica in cui descrivevo come questi teoremi servissero a far ridere e a parlare di letteratura e matematica insieme e non tanto a offrire una trattazione prettamente scientifica del tema. Se hai dei nuovi tempi morti ti consiglio di leggere il post iniziale (http://tamerici-romina.blogspot.com/2011/09/il-teorema-delle-tre-penne.html). In ogni caso grazie per le segnalazioni rigorose e corrette. Concordo anche sul tuo ultimo punto: non bastano le idee, bisogna metterle in pratica! Grazie per la critica costruttiva e a presto!

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    2. Mi sono letto quel post e adesso mi sento stupido per aver preso troppo sul serio il teorema! Beh, poco male.

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    3. No, non sentirti stupido... la colpa è mia che scrivo "Teoremi per ridere" e a volte mi lascio prendere la mano dal linguaggio matematico (qui poi si parlava di ricerca operativa, quindi le tesi e le ipotesi non erano strettamente necessarie o almeno credo). Quello di marzo è molto meno incasinato...
      Mi fa piacere che qualcuno prenda sul serio quello che dico, anche se questo post voleva essere divertente! Volendo potrei spiegarti meglio i punti che tu hai giustamente criticato, ma non credo sia il caso! Grazie ancora!

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  7. Prego ancora! Spero che dio ne sarà contento...

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    1. Non credo di aver capito, ma va bene così!

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    2. Lascia stare, è una sciocchezzuola. A parte che avrebbe dovuto essere postata come risposta al precedente dialogo, era solo un modo per deridere i tuoi ringraziamenti continui ( :D ) con un gioco di parole fra "prego" nome e "prego" verbo.
      Deridere in modo bonario eh. ;)

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    3. Avevo capito che era una risposta a quanto detto sopra, ma il gioco di parole mi era proprio sfuggito... questo succede a non dormire! Sono proprio ignorante...
      Era un bel gioco di parole, devo essere l'unica al mondo a non esserci arrivata! Allora ti ringrazio ancora... ah!

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