Se non mi trovate qui... ecco dove cercarmi!

Se non mi trovate qui...

Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

venerdì 2 marzo 2012

Documentazione per cercare un editore


Un continuo ticchettio sui tasti della tastiera, le dita che si muovono veloci e poi quattro lettere: FINE. A quel punto è facile pensare: “Ho scritto un libro”. Eppure non c’è errore più grande. La prima fase, quella creativa, quella libera, quella carica di emotività e gioia espressiva è la più straordinaria e magica, ma non è che l’inizio.
Un libro va riletto anche subito per correggere gli errori più gravi di grammatica e i banali errori di battitura. Subito ci si accorge che non è straordinario come lo si ricordava mentre si era presi dalla foga della prima bozza. Alcune parti vanno riscritte, altre sistemate, alcune frasi vanno riorganizzate, le ripetizioni vanno rimosse e la punteggiatura deve essere controllata.

Dopo quella prima revisione a caldo è bene lasciar passare del tempo per distaccarsi dalla propria “creatura” e poi correggerla di nuovo in ogni sua minima parte, curare ogni singola parola o dettaglio, verificare l’esistenza di incongruenze e rimuoverle, lasciarsi tormentare da ogni virgola, da ogni battuta di dialogo. Poi bisogna lasciar passare altro tempo e ricominciare tutto da capo. Per quante volte? Tante, perché non si finisce mai di migliorare un testo, ma a un certo punto ci sembra buono, il massimo forse di quello che in quel momento possiamo realizzare e allora, solo allora, abbiamo scritto un libro.

Una nuova rubrica
E adesso che abbiamo scritto un libro? Dopo la fase di prima bozza e le tante fasi di revisione e riposo uno potrebbe pensare di aver finito, invece, è lì che comincia la parte più dura: non basta infatti scrivere un libro, se si vuole che altri lo leggano, bisogna pubblicarlo! Questa mia nuova rubrica si chiama “AAA Editore Cercasi” e parlerà di come ricercare un editore. La mia ricerca di un editore per il mio terzo libro mi sta portando a documentarmi molto e quindi passo dopo passo quello che imparo o trovo utile cercherò di condividerlo per voi. Vi parlerò di come procede la mia ricerca e speriamo che sia una rubrica a lieto fine!

Documentazione per gli editori
Oggi, giusto per cominciare in modo soft, vi faccio un piccolo elenco dalla documentazione da preparare prima di pensare di contattare un editore per proporre il proprio libro.
  • Dattiloscritto corretto. Gli editori non sempre richiedono subito tutto il dattiloscritto (spesso vogliono solo alcuni capitoli, almeno inizialmente), ma è bene aver pronto un libro scritto e corretto in ogni sua parte per fronteggiare ogni evenienza.
  • Sinossi. La sinossi è indispensabile per contattare un editore: è un segno di rispetto per il lavoro di persone che ricevono ogni anno decine e decine, centinaia e centinaia di libri e logisticamente non sempre possono avere il tempo di leggere tutto. La sinossi non è una recensione, non deve invitare alla lettura, non deve creare suspense (deve infatti raccontare anche il finale, anche se non tutti sono d’accordo). È bene ricordare che la sinossi non è neppure un riassunto o non è solo questo perché deve contenere molti elementi (riassunto, indicazioni delle peculiarità del testo, tecniche utilizzate, informazioni sui protagonisti, suggerimenti per i titoli …), quindi tutto ciò che può consentire all’editore di farsi un’idea generale del nostro testo. Se avete la dote della sintesi questo documento non sarà un problema, altrimenti… io ci sto ancora lavorando.
  • Lettera di presentazione. Nella lettera di presentazione dovete parlare di voi, soprattutto a livello letterario, non servirà raccontare nel dettaglio tutti i lavori che avete svolto se per nulla riguardano la scrittura, al massimo limitatevi a un accenno. Non siate troppo insicuri, ma non cercate nemmeno di pavoneggiarvi, potreste finire con il risultare ridicoli. Il saggio infatti dice: “Chi si loda si imbroda”.
Detto questo ricordatevi di inviare a un editore solo i documenti da lui richiesti, non uno di più, non uno di meno, ma ne parleremo presto. Tra pochi giorni spero di riuscire a scrivere il post su come selezionare gli editori a cui mandare il proprio libro in modo ponderato senza fare inutili invii di massa.

Bene, ora a voi la parola! Avete mai cercato un editore? L’avete poi trovato? Vi vengono in mente altri documenti importanti da preparare? Avete dei consigli da dare o dei suggerimenti da chiedere?


Hanno parlato di questo articolo:

20 commenti:

  1. Una buona idea è usare un editing esterno, cercando qualcuno che abbia le capacità professionali per farlo: essendo un esterno potrebbe notare errori che all'autore sfuggirebbero, e conoscendo la materia potrebbe dare suggerimenti utili a migliorare sia l'opera, sia le capacità di scrittura.
    Inoltre, oggi diventare autoeditore, slegandosi quindi dalla necessità di un editore (e anche dell'edizione cartacea) diventa sempre più accessibile, aprendo nuove possibilità.

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    1. Sicuramente l'editing esterno sarebbe molto importante, peccato che o è molto costoso (se affidato ad apposite agenzie) o è molto parziale/di parte (se fatto fare ad amici e conoscenti). Se affidato invece ad alcuni sistemi di lettura incorciata presenti in rete, il rischio di plagio è alto e poi molti editori non pubblicano materiale già diffuso nel web... insomma, sarebbe bello, ma è difficile.

      Anch'io ho pensato all'autopubblicazione e per alcuni mesi ero certa che non avrei cercato un editore. Mi sono documentata sull'autopubblicazione, ho chiesto dei preventivi, ho parlato con amici che hanno autopubblicato, eccetera eccetera, poi ho cambiato idea. Non mi sentivo pronta ad affrontare tutto da sola (ISBN, deposito copie legali, ...). Forse, voglio solo dimostrare a me stessa che un editore può voler scommettere su di me, che non sono più la ragazzina di 16 anni che cercava di pubblicare un romanzetto d'amore insulso, che sono cresciuta, che questo libro vale qualcosa... ma non ne sono sicura. Ho paura di fallire miseramente, però devo tentare. Se questa ricerca non andrà a buon fine probabilmente autopubblicherò il libro: dopo due anni di lavoro e gli straordinari disegni dell'illustratrice non si può buttare via tutto. L'autopubblicazione, come hai detto tu, apre nuove possibilità, soprattutto per quei libri che per temi e struttura sono difficilmente commercializzabili. Grazie per il commento e i suggerimenti!

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    2. Sicuramente l'editing è costoso, soprattutto se richiesto per riga, ma visto il tempo e la professionalità che richiede (e contando che è un investimento: studiando l'editing, l'autore migliora) è normale che lo sia; però proprio per quelle necessità non andrebbe fatto fare ad amici e conoscenti: non (solo) perché sarebbe di parte, ma perché sulla base di quali conoscenze lo farebbero?

      Per l'autopubblicazione, tieni presente che ci sono piattaforme (come Simplicissimus, a memoria) che in cambio di una percentuale degli introiti seguono tutto l'iter (ISBN, pubblicazione su portali, ecc.).
      Anche perché, viste le ultime perle uscite (Unika e compagnia) non è che la pubblicazione da un editore sia una garanzia di qualcosa...

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    3. L'editing è sicuramente un modo per crescere come autori... io spero di trovare un editore che poi si occupi anche dell'editing. Ora come ora non mi sento di sostenere questa spesa da sola.

      Non conoscevo le piattaforme di cui tu parli. L'autopubblicazione è una possibilità che non voglio certo scartare. Boh, si vedrà... intanto grazie per il commento e i suggerimenti!

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  2. Frank Spada03/03/12, 08:45

    Mai pensato all'autoediting? Ci pensi, Romina, e vedrà che un testo troverà il suo tasto più appropriato, gratis!

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    1. Se per "autoediting" intende la propria correzione del testo, lo faccio sempre e anche per molte volte fino a raggiungere un risultato tale da ritenersi soddisfacente. Non riesco a capire se quel "tasto" è un errore oppure potrei interpretarlo come "prema il testo canc e cancelli tutta la schiefezza che ha apenna scritto, è gratis e si risparmierà altre fatiche". Spero sia la prima opzione. In ogni caso, la ringrazio per aver espresso la sua opinione, so che è molto occupato.

      P.S. Se vuole, può darmi del tu.

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    2. Il problema dell'autoediting è che - a parte la difficoltà di accorgersi di errori in testi propri - non è detto si abbiano le capacità per farlo; per quanto mi riguarda, per esempio, so che in un testo di narrativa non noterei molti errori, motivo per cui cercherei di rivolgermi a un aiuto esterno.

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    3. Hai perfettamente ragione. Sai che a volte rileggo un mio testo così tante volte per scovare anche il più infame e nascosto degli errori che poi mi sembra di saperli a memoria? A quel punto leggo convinta di leggere una cosa e, anche se mancasse una h, credo che non me ne accorgerei. Per questo è sempre bene far passare del tempo tra una rilettura e l'altra. Sicuramente anch'io preferirei affidarmi a un editing esterno, perché qualcosa può sempre sfuggire. Appena finisco tutta la documentazione comincio l'invio agli editori, poi si vedrà! Grazie...

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  3. Ho notato infatti che molti chiedono solo sinossi e prime pagine, proprio perché valutando la sinossi e lo stile di scrittura possono fare una prima scrematura. Come te la sei cavata con la sinossi?

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    1. Sì, in molti ora chiedono solo sinossi e prime pagine, riducendo così i tempi di attesa per gli autori e i tempi di lettura per loro.
      La sinossi per me è un tormento e non sono ancora soddisfatta, soprattutto per la parte del riassunto, che è troppo lunga e, secondo me, non fa giustizia al libro. Magari il libro non sarà un capolavoro ma è sicuramente migliore di come traspare dal riassunto nella sinossi, principalmente per il fatto che non sono brava nei riassunti! Ci devo lavorare ancora un po' su...
      Tu hai mai scritto una sinossi?

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    2. No. Però ho scritto dei riassunti nella mia vita, come tutti del resto. ^^

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    3. Eh già...
      Prima o poi toccherà anche a te cimentarti in una sinossi...

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  4. Frank Spada03/03/12, 18:44

    L'editing non è la correzione dei refusi, ché quella... non si preoccupi, mi dia pure del tu, la libertà degli anni mi consente il lei.
    Quanto ad una occupazione, siccome le liberarizzazioni sono state decretate, correrò via a cercare altro.
    Buone giornate e auguri di buon lavoro.

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    1. Se lei mi dà de lei, anch'io le do del lei...
      Per il resto... liberalizzando io il pensiero dei liberi lettori di queste pagine, non posso che sperare che lei corra di nuovo in questo spazio libero! Buona giornata anche a lei!

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  5. La lettera di presentazione potrebbe essere un testo da scrivere nell'email, se si invia per email il manoscritto, o parli proprio di un terzo file da allegare?

    Bella rubrica, brava :)

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    1. Come "lettera di presentazione" io ho scritto un testo che poi userò come corpo della mail di invio degli allegati. Io ho poi scritto anche una presentazione del libro in sé che spiega le tematiche e soprattutto la struttura del testo visto che è un po' complessa e non è ben chiara nella sinossi, ma non so ancora se invierò anche questo documento perché da nessuna parte l'ho trovato espressamente richiesto. Comunque finché non "partorisco" la fine della sinossi non vado da nessuna parte! Ovviamente continuerò a parlare di questi argomenti in questa nuova rubrica!

      Grazie!

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  6. Un agente?! Non so... sarebbe sicuramente bello, ma immagino anche costoso. Io quando riuscirò a finire la sinossi (accantonata momentaneamente per impegni universitari) comincerò a mandare il mio libro agli editori. Prima o poi parlerò in dettaglio del perché ho accantonato l'idea del print on demand e quella dell'autopubblicazione (almeno per il momento!). Comunque capisco benissimo il tuo "sconforto": è una vera fatica cercare un editore!

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  7. Credo che nessun agente pubblicherebbe il libro di un esordiente sperando in una buona percentuale sulle vendite, ma se esiste un modo è davvero interessante e da indagare!
    Ho in mente di parlare di POD e anche di autopubblicazione appena possibile.
    Amazon per ora è l'ultima spiaggia, hai ragione, ma per motivi che spiegherò presto.
    Grazie per il commento. Ci sentiamo!

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  8. Ciao. Secondo me il fatto di trovare qualcuno che pubblichi il lavoro di un autore dipende da tanti fattori. Intanto ci vuole una buona dose di fortuna. Per prima cosa il momento: se il nostro lavoro è di un genere che la casa editrice cerca, oppure se arriva in un casuale periodo in cui i manoscritti sono meno numerosi, allora è più probabile che gli addetti lo leggano. Un'ulteriore fortuna è che chi lo legge sia competente, attento e che il nostro lavoro sia di suo gradimento. Questo non significa che il manoscritto sia valido o non valido in maniera assoluta, chi lavora in una casa editrice ha sicuramente un'idea di che cosa può andare bene per il pubblico, ma ha anche gusti personali e quindi può restare colpito favorevolmente o sfavorevolmente da parametri non dal tutto oggettivi. Sto parlando di opere senza errori grammaticali e con refusi ridotti al minimo, perché con lavori non curati non ha neanche senso provarci.
    Oltre la fortuna il mio consiglio è di curare la sinossi, ci sono molti siti che danno delle dritte per lavorarci. Secondo me dovrebbe essere un buon riassunto, con i punti di interesse della trama e qualche informazione riguardo alla struttura (narratore, sviluppo delle vicende, elementi di stile).
    Per quello che riguarda la lettera di presentazione io ho scritto una presentazione del mio lavoro partendo dalle domande: "qual è il punto di forza della mia storia? Perché consiglierei di leggerla?". Non ho messo elementi biografici o personali, a meno che non fossero richiesti.
    Il file (ho spedito solo a Case editrici free che accettassero formato elettronico) con il manoscritto era un formato word, interlinea 1.5, carattere 12, times new roman. Nella prima pagina ho indicato ipotesi di titolo e dati personali con recapiti. Nel nome del file ho messo anche il mio nome.
    In alcuni casi ho anche allegato una panoramica dei capitoli, con il materiale riassunto capitolo per capitolo, per mostrarne la struttura. C'è da dire che la scansione nel mio romanzo è molto importante e ogni capitolo ha un titolo, quindi il file è stato più utile che in casi dove la divisione della materia è meno significativa.
    Ho evitato di mandare il manoscritto a case editrici grandi: è una mossa che si può fare tranquillamente, ma penso che non ne valga molto la pena, perché dubito si prendano la briga di considerare gli esordienti.

    Ho avuto la fortuna di trovare una casa editrice free nata da poco (si chiama Plesio editore), specializzata nel genere a cui appartiene il mio lavoro. Siccome stanno arricchendo il catalogo, erano ancora disposti a cercare con attenzione nel materiale che arrivava loro. Un elemento della trama (seconda fortuna) ha incuriosito la titolare della casa editrice. Il libro ha passato vari step di lettura con le persone che avrebbero curato l'editing. Alla fine mi hanno contattato e sottoposto il contratto.
    Il lavoro successivo di revisione è a carico della casa editrice (stiamo procedendo in questo senso), ma avviene con la mia collaborazione. Va da sé che non devo acquistare copie o pagare qualcosa.

    Questa è la mia esperienza, spero che possa essere utile a qualcuno. Intanto faccio a tutti quanti un grande in bocca al lupo. :)
    Gloria

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    1. Grazie mille per questo bellissimo intervento! Sono davvero contenta che tu ci abbia raccontato la tua esperienza, perché per noi "autori in cerca di editore" è bello sentire i consigli di chi un editore l'ha trovato! La fortuna è sicuramente importante ma serve anche il talento e tu il talento ce l'hai! E anche la modestia! Grazie mille. Ogni volta che vuoi parlarci un po' di te, sei ben accetta! A presto!

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