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Se non mi trovate qui...

Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

giovedì 5 luglio 2012

"Amici virtuali"


“Amici virtuali”: per rispondere a chi dice che nel web si incontrano solo pazzi e personaggi poco raccomandabili.

 «Non aprire un blog, Romina, per carità! Ma non sai che su internet si conosce solo gente losca? Ma non lo guardi il telegiornale? Non li leggi i giornali? Almeno fai attenzione!».
Non una persona ma molte hanno espresso queste perplessità all’inizio di questa mia avventura, magari dopo avermi chiesto cosa fosse un blog.
Insomma, mancava solo: «Non fermarti a raccogliere fiorellini nel bosco e non parlare con gli sconosciuti!» e la mia metamorfosi in una piccola Cappuccetto Rosso indifesa sarebbe stata completa.


Ma sapete qual è la cosa veramente buffa? Che in fondo aprire un blog mi spaventava davvero… sì, perché mi ero sentita dire troppe volte certe frasi per non averle un po’ interiorizzate. Per questo inizialmente credevo di mettere in rete una pagina sui miei libri e qualche post pubblicitario ogni tanto e arrivederci! Poi però ho incontrato tante belle persone, ho cominciato a commentare i loro articoli e a parlare con loro di letteratura. Alcuni blogger sono venuti anche da me per poi restare o solo per un saluto. Con alcuni si sono create delle vere amicizie che continuano sempre per via elettronica ma anche al di fuori dei blog, su vari forum e con mail o SMS. Sono amicizie reali? A detta di molti no. Non ci siamo mai visti e abbiamo parlato poco di argomenti che non siano strettamente letterari, quindi non siamo Amici, nel senso che abitualmente si associa a questo termine, anche se con alcuni si è creato un bel legame.

Siamo scrittori o gente in vario modo creativa e questo ci unisce. Io in vent’anni, prima di aprire un blog, ho conosciuto pochissime persone che condividessero con me la passione per la scrittura con cui confrontarmi e discutere sull’esattezza di una d  eufonica o una virgola, su una frase poco chiara o un sinonimo inappropriato, sul modo di descrivere i personaggi o di farli agire. Da quando ho aperto questo blog invece le persone con cui fare questi ragionamenti si sono moltiplicate a vista d’occhio. Tra scrittori ci si capisce e, anche se abitiamo a svariati chilometri e non ci siamo mai visti, abbiamo comunque qualcosa che ci unisce e ci rende possibile capirci e, a volte, sopportarci nei momenti in cui non crediamo in noi stessi o abbiamo bisogno di un aiuto per capire dove sbagliamo. Non saremo dunque amici nel senso comune del termine, ma siamo amici virtuali, scrittori, colleghi in un certo senso, e per questo ci capiamo su molte cose.

Questo non significa che io abbia perso del tutto la paura di possibili cattivi incontri e cerco sempre di non rivelare troppo sulla mia vita personale in queste pagine. Del resto non si può sapere chi vede questo blog oltre a voi, miei cari, che commentate e mi seguite con affetto da periodi più o meno lunghi.
Su internet è facile mentire? Sì, ma noi amiamo scrivere e siamo qui per confrontarci, dunque che interesse avremmo a mentire sulle cose importanti? Al massimo possiamo omettere tutto ciò che non vogliamo condividere e questo è giusto per la privacy e per discrezione. Se poi qualche bugia a qualcuno scappa, spero siano bugie piccole e bianche. Non si può essere certi che gli altri non mentano sul web, ma possiamo esserne certi nella vita? Ecco, infatti.

Non li hai mai visti, sai di loro solo quello che dicono di sé e lo ricevi filtrato da parole scritte e schermi elettronici. Non conosci il suono delle loro voci o cosa ne pensano di mille argomenti, eppure con loro condividi una passione e una gran voglia di comunicare. Troppo distanti per essere Amici, troppo legati per essere conoscenti: sono amici virtuali.

Questo post è dedicato a voi, a tutti coloro che sono passati di qui in questo anno, soprattutto a chi ha commentato e mi ha aiutato  a migliorare questo blog e i miei testi. Spero di essere riuscita a fare altrettanto per voi. Vi ringrazierò ancora più volte in questo mese perché voi siete la linfa che dà senso al tempo passato su questo blog.

Grazie dunque, amici virtuali. Grazie a tutti!

57 commenti:

  1. Questo era un post di cui temevo fortemente il contenuto e invece si è rivelato del tutto indolore.

    L'argomento è più che mai interessante per me, appartenente a una generazione che ha vissuto buona parte della vita senza internet. Nei primi tempi inoltre, c'era maggior difficoltà di accesso, minore efficienza e scarsa diffusione. Eppure penso di essere stato uno fra i primi a usare una chat, dato che già nel lontano 1995, dalla biblioteca pubblica, io e alcuni miei amici ci divertivamo, anche se molto sporadicamente, a dialogare in modo virtuale con altri sconosciuti dispersi chissà dove in Italia.

    L'ironia della sorte vuole che ciò che più ci affascinasse fosse proprio l'idea di un'identità virtuale, da potersi costruire nuova di zecca, per poi gettarla in un luogo virtuale con altre persone. Non ci era neanche passato per la mente di utilizzare le nostre identità normali, come se fosse assurdo, e ci eravamo creati un alter-ego che utilizzavamo sempre tutti assieme e decisamente diverso da tutti noi: un medico ventiseienne di cui, ahimè, non ricordo più il nome fittizio. Anche altri ragazzetti facevano lo stesso e con vari gradi di "menzogna" lo fanno tuttora quasi tutti gli utenti di internet.

    Questo già è esemplificativo di come la tentazione di mentire sia insita nel tipo di media che è il web. A questo si può aggiungere il fatto che lo schermo toglie molte inibizioni, mostrando dunque la persona in un modo differente da quello di tutti i giorni: qualcuno potrebbe obiettare che ciò rende semmai più vere le conoscenze, dato che uno che si spoglia delle sue timidezze è di fatto più sé stesso che mai; ma in realtà tutto fa parte dell'essere umano, anche le inibizioni e le insicurezze, e nasconderle non le elimina, mostrando invece un quadro incompleto.

    Il punto focale di tutto è però un altro. L'essere umano basa la propria esistenza, la conoscenza del mondo, sui cinque sensi. Forse non ci avete mai pensato, ma qualunque conoscenza a distanza esclude del tutto alcuni sensi e fa utilizzare gli altri solo in modo imperfetto: persino la voce al telefono non la si ode come si farebbe dal vivo, così come il video di una videochiamata non riproduce che una minima parte, bidimensionale, della persona. L'apoteosi però si ha con forum, chat, blog, social network, dove nel 90% dei casi TUTTI e cinque i sensi sono del tutto esclusi.

    E allora mi chiedo: che c'è di vero in una conoscenza di questo tipo? Pressoché nulla. Spesso dal vivo bastano particolari insignificanti, come il timbro della voce, o un'imperfezione corporea, a renderci ripugnante un'altra persona o, al contrario, farcela risultare affascinante. Questo è un aspetto potenzialmente negativo della conoscenza reale, eppure se anche è una controindicazione, è di entità marginale se si confronta con tutti i vantaggi di passare del tempo realmente in compagnia di qualcuno. Poter osservare le espressioni facciali, i movimenti, sentire gli odori e le inflessioni della voce, toccarsi, anche soltanto per un abbraccio, sono tutte cose impagabili, il fulcro di qualunque rapporto.

    Per questo sono giunto alla conclusione che su internet il grado di conoscenza che si può ottenere, anche chattando per anni, è prossimo allo zero.

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    1. Tuttavia si ha comunque un'interazione di un certo tipo con un'altra "emanazione virtuale" di una persona e in certi casi può essere più che sufficiente ai propri scopi e alle proprie necessità. Penso soprattutto all'ambito lavorativo, o di collaborazione, dove contano più gli interessi e le competenze che non le persone in sé.

      Insomma, secondo me le conoscenze totalmente virtuali (escludo ovviamente quelle avvenute dal vivo e che si mantengono tramite mezzi a distanza), non si avvicinano neanche lontanamente all'amicizia, e poco anche alla conoscenza: andrebbe coniato un termine ad hoc, forse, e definito il tipo di rapporto come "la relazione col minor grado di conoscenza possibile in cui avvenga una qualche interazione tra due o più persone." O qualcosa di simile.

      Ci sarebbe tanto altro da dire, ma ho preso già molto spazio. Concludo dicendo che invece, la probabilità di incontrare malintenzionati è molto bassa, forse solo lievemente maggiore che nella vita vera. Infatti trovo veramente diseducativo e criminale ingenerare paure e fobie nei ragazzini inculcando loro questa tiritera di non fidarsi di questo e quello, di stare attenti qui è là, che è pieno di malintenzionati, etc. etc.
      Con queste paranoie si vive male, e quando si radicano in un individuo ancora piccolo, possono creare traumi e risultare indelebili anche in futuro.

      Non vale la pena vivere con la paura, ed è cento volte meglio fidarsi a priori che fare l'esatto opposto.

      Bon, mi chèto adesso.

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    2. Ho letto il tuo commento tutto d'un fiato e ora non so da che parte cominciare per rispondere.
      Perché mai avresti dovuto temere questo post? Ah, non sai ancora cosa ti aspetta! [Risata diabolica] Visto, ho inserito un riferimento a uno dei cinque sensi, forse bisognerebbe imparare a fare così ed evitare le emoticons!

      La scena, tua e dei tuoi amici, che chattate con scononosciuti e fingendovi un unico metodo è esilarante, non chiedermi perché, ma a me diverte molto!

      Il discorso che hai fatto su i cinque sensi e sull'incapacità di conoscersi in rete è del tutto condivisibile, tuttavia a volte è meglio conoscere una persona per l'1% di ciò che è piuttosto che non conoscerla affatto. Poi, chissà, io credo proprio che alcuni di voi prima o poi li incontrerò, almeno quelli che vivono in Lombardia.

      Forse la definizione di "amici virtuali" non ti ha convinto, ma potremmo sempre inventare un neologismo (io adoro i neologismi!). Se mi viene un'idea, ti faccio sapere.

      Per il resto è vero che sul web si nascondono molte cose e forse si è anche meno preoccupati di come si appare. Spesso però è facile cadere in fraintedimenti e incomprensioni, proprio perché mancano i toni e la CNV a dare un nuovo senso alle parole.

      Io credo che se mi mettessi a parlare dal vivo di uno qualsiasi degli argomenti che affronto nei post nessuno mi ascolterebbe (se non durante un'intervista o cose simili). Questo non so se sia un bene o un male, da che parte della lista dei pro e dei contro lo mettiamo?

      Puoi anche non chetarti e proseguire. Io ti ascolto (o meglio ti leggo) volentieri. Se a qualcuno i tuoi commenti risulteranno troppo lunghi, potrà saltarli senza apparire maleducato (uno degli altri vantaggi del web).

      Grazie per entrambi i commenti!

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    3. @Abisso: dai alla Sony (o Google, o Apple o Miscrosoft) un'altra decina d'anni, e diverrà possibile incontrarsi in Rete come se ci si incontrasse nel mondo reale, con un avatar disincarnato ma provvisto dei cinque sensi.

      @Romina: in realtà incrociando i dati di una persona che sul web ci passa il 95,5% della sua vita, penso che arriveresti a conoscerla meglio del suo analista! ;-P
      In realtà dipende da quante tracce una persona lascia di sè sul web, a quanti social network, piattaforme di blogging e mini/microblogging, foto/video sharing, online commerce, portali (ecc.) è iscritto.
      Anche una persona che è iscritta a quattro social network diversi con quattro identità diverse, prima o poi, lascerà tracce di sé, della persona che c'è dietro lo schermo. Perché? Perché nel gioco di ruolo del web prima o poi si perde traccia delle balle che si sono raccontate e basta una scivolata di mouse e due click di troppo per gettare l'ideantità online alle ortiche e rivelare i propri piccoli, patetici, sporchi segreti (o una bevuta di troppo dopo una delusione amorosa, come fece Mark Zuckenberg la sera che s'inventò Facebook - o almeno, è così nel film).

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    4. Anche secondo me è impossibile non lasciare tracce di sé scrivendo in rete. Per questo non mi nascondo dietro un personaggio, tanto io sono già un po' un personaggio quando sono me stessa (in senso negativo, credo). [Pirandello, tu capiscimi, per favore!]
      Grazie mille per il commento.

      Chissà se un giorno creeranno davvero dei modi per incontrarsi in rete con i cinque sensi!

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    5. Ci si arriverà. Già esistono alcune applicazioni per comandare il mondo virtuale con il movimento del nostro corpo.
      Cerca su Google Kinect, Playstation Move e Wii, se non li conosci già. ;)
      Ho anche letto delle indiscrezioni su un progetto di Google per creare un visore per la realtà virtuale.
      Il prossimo passo sarà integrare i nostri cinque sensi.
      La domanda è, la nostra generazione vedrà questi cambiamenti? O sarà il modo di fare esperienza del cyberspazio dei nostri pronipoti?

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    6. Conosco vagamente i dispositivi di cui tu parli.

      Non so se noi vedremo queste innovazioni tecnologiche. Io non so neanche se sarei pronta... per ora mi sembra una magia anche videochattare su MSN e ogni volta mi chiedo come sia possibile! La tecnologia però si evolve rapidamente, quindi chissà!

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  2. Penso sia del tutto normale inventarsi una nuova identità nel mondo del web, si entra in un mondo sconosciuto e di conseguenza la fantasia e l'immaginazione si attiva; spero però che riguardi soprattutto i giovanissimi e di solito, in questo caso è un'immaginazione/bugia positiva, quando, invece, la nuova identità è utilizzata da persone ormai adulte, allora forse l'aspetto positivo è più probabile che non ci sia. Per chi scrive è molto difficile trovare persone che condividono l'entusiasmo che proviamo noi di fronte ad una pagina bianca ma su internet questo "incontro" è possibile. Infine, devo dire, che attraverso i 5 sensi, spesso selezioniamo in modo sbagliato le persone: l'aspetto fisico ci condiziona, il tono della voce magari potrebbe non "intonarsi" al nostro orecchio e così, spesso, non andiamo oltre, tralasciando persone che se ascoltate, oltre i limiti fisici, potrebbero essere interessanti; io mi fido molto del senso dello scrittore, ossia il saper leggere tra le righe, notare quali parole la persona che scrive utilizza maggiormente, il tipo di punteggiatura (che in parte rispecchia il temperamento di una persona), la lunghezza delle frasi e tante altre piccole sfumature. Ciao amici virtuali!

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    1. Ciao "amica virtuale"! Io non ho mai sentito il bisogno di un'identità fittizia, però ho cominciato a bloggare quando avevo quasi vent'anni, forse per questo ho saltato la fase del gioco virtuale.

      Anche secondo me i sensi ingannano. Io, per esempio, non mi baso tanto sull'aspetto fisico, quanto sulla voce. Ci sono voci che proprio mi infastidiscono. Poi, da brava studiosa di pedagogia e simili, cerco di superare il pregiudizio, però inizialmente conta molto. In università dicono tutti che mi riconoscono da lontano per la voce, ma queto solo a causa del fatto che il mio tono normale è a un volume più alto della media, credo (e poi a Milano le mie "e" aperte e chiuse, sono come un marchio di fabbrica!).

      Anch'io mi fido molto dei sensi di uno scrittore. Leggendo una mail, riesco quasi sempre a capire se chi l'ha scritta stava piangendo o ridendo, anche quando non parla di argomenti particolarmente tristi o ironici.

      Devo informarmi sulla punteggiatura che rispecchia il temperamento: mi hai davvero incuriosita.

      A presto! Grazie mille per il commento.

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  3. Leggo con stupore di identità alternative. Sinceramente provo,non riuscendo,a calarmi in questa conversazione ma provo imbarazzo. Io sul web sono esattamente ciò che sono nella vita reale. Non possiedo una dopia identità e non invento di essere qualcosa di diverso da quello che sono. Non ne sono proprio capace. Ma veramente uno ha tempo di inventarsi un altro se stesso e giocarci su e portare avanti una vita finta? A pensarci bene mi fa tristezza. Noi siamo quello che siamo, magari sono gli altri ad aiutarci a costruirci la nostra identità. Siamo le scelte che facciamo, le relazioni i legami virtuali e non. Nei libri, invece, e in quello che scriviamo siamo l'alter ego. Quindi a maggior ragione uno scrittore, che ha la fortuna di inventarsi diverso dentro ciò che scrive, perchè mai dovrebbe inventarsi sul web di essere qualcuno che non è?
    Ho la sensazione Romina che sia il blogcompleanno, quindi auguri. Sinceramente ho trovato in Romina un'amica, nonostante l'età diversa,la condizione, la lontananza. Almeno io la reputo tale e voglio continuare a credere che sia così.
    Raffaella

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    1. Che tenera! Be', noi ci conosciamo già molto di più di quanto conosca altri blogger. Abbiamo parlato tanto delle nostre vite e condiviso anche cose molto personali, forse per questo ci sentiamo più legate. Anche per me sei un'amica, anche se virtuale (non nel senso di "diversa da reale", ma di "conosciuta con mezzo informatico").
      Anch'io credo che non riuscirei ad avere un'identità parallela sul web. Forse potrei creare un personaggio come Aulonia (quello di AlmaCatleya del blog "Farfalle eterne") o come La sposa del diavolo (di Orlando del blog Kokoro), ma non con l'intento di nascondermi.
      Ora devo scappare, grazie mille per questo commento, un po' controcorrente, ci voleva proprio!

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    2. Ciao Raffaella! Sai, io credo che crearsi un'identità o colorarla un po' non è un'attività da chi non ha niente di meglio da fare, ma anzi è un talento della fantasia, dell'immaginazione e di solito quello che uno abbellisce di sè è legato all'inconscio, la nostra parte più vera e che mai mente. Semmai sono quelli che sul web si inventano, non tanto una identità ma, insieme all'identità, anche una vera e propria strategia per raggirare le persone, per truffare all'interno del web, per spacciarsi per falsi possibili datori di lavoro che sfruttano i disoccupati, falsi medici oppure i pedofili. Quelle sono le identità malsane inventate e che si trovano anche nella vita reale, quindi in un certo senso non mentono, sono esattamente nello stesso modo. Ti faccio un piccolo esempio: io non ho figli ma sono sempre a contestare amici e conoscenti che mettono le foto dei figli (minori) su internet (nel mio blog ho scritto nella didascalia di una foto di una bambola che nel mio blog non sarebbero mai state messe foto di bambini, al limite di bambole) secondo te mettere una bambola al posto di un bambino è mentire? Io non credo di aver camuffato la realtà, io credo di aver tolto spazio a chi su internet, per esempio, cerca foto di bambini, un mio misero piccolo contributo che devo come persona e poi come giornalista. A volte la nostra realtà, per quanto bella, non può essere alla mercé di tutti. Mi scuso con Romina perché forse sono anche andata fuori tema.

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    3. Orlando, non sei andata fuori tema, anzi! Grazie per il contributo.

      Ricordo molto bene il tuo post con la foto della bambola e mi aveva colpita (lo cito qui, spero che non ti dia fastidio: http://orlando-kokoro.blogspot.it/2011/05/adozioni.html). Io non so se metterei foto dei miei figli in rete, ma non ne metto neanche mie, quindi credo di no. E, non so se ci crederai, ma inizialmente ero restia a mettere anche quella della mia amatissima Flik. Questo però non significa criticare persone come Raffaella che parlano dei loro bambini e occasionalmente mettono qualche fotografia. Ognuno ha le sue ragioni e sa quello che fa.

      La distinzione che fai tra identità fantasiose e identità criminali mi pare ovviamente condivisibile!

      Grazie!

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    4. No, figurati se mi dà fastidio. Precisiamo, la mia non è una critica a Raffaella, ma come ho detto è a volte pericoloso mettere ciò a cui teniamo sotto gli occhi di tutti. E per il gatto ti capisco,perchè anch'io ho avuto gli stessi dubbi quando ho messo le foto del mio. Spero Raffaella non la prenda in modo personale perchè il mio discorso è più esteso.

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    5. Non pensavo che tu ce l'avessi con Raffaella, solo che, dato che è intervenuta in questa discussione, non volevo che pensasse che parlassimo di lei senza ammetterlo. Proprio perché il tuo discorso era più generale ho portato lei come esempio di moderazione in un campo piuttosto spinoso. Tutto a posto, non preoccuparti! E scusa se il mio commento ti ha fatta sentire un po' incompresa...

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  4. "Doppia" non dopia. Scusate scrivo di fretta mentre il nano mi urla "mammaaaa"!
    Raffaella
    p.s. Anche le vrgole gridano pietà!

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    1. Non dare retta a me e ascolta il piccoletto! Le virgole verranno sottoposte a regolare processo! Non preoccuparti per qualche errore di battitura.

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    2. Premetto che non mi sento criticata da Orlando, assolutamente. E' giuto che ognuno esprima le sue opinioni. E mi scuso se posso aver messo in discussione la quantità e la qualità del tempo delle persone impiegato nel colorire o abbellire parti di se. Ho espresso solamente una mia personalissima idea e anche la mia incapacità nell'inventarmi diversa da come sono, tranne nei racconti o nelle storie che invento. Nei libri no, c'è sempre una parte di me. Dico solo che, chi ha la fortuna di scrivere potendo inventarsi "diverso" nella fantasia di ciò che scrive, non dovrebbe sentire il bisogno di inventare altro nel web, visto che già lo fa scrivendo. Realtivamente alle foto dei bambini, credo che Orlando abbia ragioni a priori. Il mio blog tratta una maternità diversa, cercata attraverso tecniche di procreazione medicalmente assistita e ha l'obiettivo di aiutare persone in difficoltà in questo campo a sostenerle nella ricerca di un figlio per mezzo di fecondazioni in vitro. Ho usato le foto di mio figlio in un unico post al fine di rendere tangibile l'idea che un percorso duro difficile, complicato può dare esiti positivi. Spesso chi si trova nella condizione di infertilità ha bisogno di credere che può farcela.
      Pensa quanto posso essere me stessa sul web:metto in piazza la mia intima, personale, dolorosa esperienza per aiutare altre come me.
      Raffaella

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    3. Nel tuo caso, Raffaella, è proprio importante che tu sia completamente te stessa nel blog. Le tue lettrici non vogliono storie o racconti inventati di una persona mai esistita: vogliono la tua storia! La storia di una donna che ha raggiunto il suo desiderio di diventare madre e per questo devi "metterci la faccia". Quello che fai è davvero ammirevole e sono sicura che tante future mamme troveranno conforto, speranza e coraggio tra le tue pagine. Continua così!

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    4. Grazie Raffaella, ora ho capito meglio il discorso sull'identità. Per il resto, ci tengo che sia chiaro che il discorso sulle foto dei bambini non era rivolto a te, io non conosco il tuo blog (semplicemente non mi interessa la maternità, quindi non ho opinioni sul tuo blog, tengo presente solo la grande opinione che ne ha Romina e questo mi fa pensare che sia un ottimo blog) quindi non sapevo se ci sono o no delle foto. Ok? Spero di aver eliminato ogni dubbio, nel caso ne fosse rimasto un'ombra!

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    5. Nessuna ombra, almeno secondo me! Io pur non essendo madre, seguo il blog di Raffaella perché lei ha scritto anche dei libri e poi si occupa di vari argomenti (per esempio ha scritto un post sull'abbandono dei cani, che credo ti piacerebbe). A volte mi sento un po' una mosca bianca, in mezzo a tutte quelle mamme o donne in attesa, ma Raffaella sa mettere tutti a suo agio.

      Scusami, questa questione l'ho sollevata io, perché tu parlavi di foto di bambini e io ho messo in mezzo il blog di Raffaella, ma questa è stata anche un'occasione per affrontare la tematica da due punti di vista diversi. Ok, tutto a posto, tranquilla.

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    6. Tutto a posto. Confrontarsi è sempre piacevole.
      Raffaella

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  5. Articolo interessante.

    Ho imparato a usare internet a 15 anni. Inizialmente lo guardavo spaesata, incapace e, tutto sommato, direi quasi disinteressata. Poi ho capito che tramite internet potevo aumentare esponenzialmente le conoscenze relative agli ambiti di mio interesse, che la realtà di un paesino di 5000 abitanti non mi permetteva di approfondire, complice anche l'assenza di un mezzo mio di locomozione. Ma gli articoli, anche quelli telematici, hanno il grosso difetto di essere statici. Così, nel 2002, mi sono iscritta per la prima volta a un forum. Lì, come si usa dire, mi si è aperto un mondo nuovo, e ho scoperto che l'Italia era piena di persone che condividevano le mie stesse passioni; con cui potessi parlare di Moorcock senza che mi si prendesse per una pazza scatenata, con cui condividere l'esperienza di stesura di un libro senza leggere negli occhi altrui sgomento e rassegnazione, ma al contrario, scoprendo che il mio percorso era spesso e volentieri anche il percorso dei miei interlocutori.
    E così sono partite delle "amicizie virtuali" che durano da allora, senza le quali probabilmente non sarei stata in grado di creare le basi materiali per fare della mia passione un lavoro. Ho conosciuto le facce che stavano dietro ai nickname non prima di due anni fa, in occasioni diverse. Alcune di queste facce rappresentano a oggi le persone migliori che abbia avuto la fortuna di incontrare, con cui ho instaurato un'amicizia che va ben oltre forum, mail o msn. Alcune son diventate miei fidatissime collaboratrici, altre acquirenti dei miei articoli.
    Leggendo quanto scritto sopra da Abisso sembrerebbe che esperienze di questo tipo non siano possibili. In effetti è proprio diverso l'approccio di cui si discute. Nel suo caso si trattava, se non ho capito male, di qualche ora trascorsa per divertimento in chat, in quello che ho descritto io l'ambito era totalmente differente, legato al confronto e allo scambio di informazioni su dati prodotti (in questo caso libri). Credo che solo laddove la base di partenza sia quest'ultima si possa sperare di creare un qualcosa che vada oltre la semplice conoscenza e si abbia la grossa possibilità di conoscere persone "affini" nei gusti e nelle passioni, che non è poco.

    Giordana

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    1. Non dico che sia impossibile utilizzare internet come "trampolino" per poi fare delle vere amicizie: anzi, certamente ha i suoi vantaggi. Consente per esempio di selezionare negli ambiti di proprio interesse, cosa che per alcuni può sembrare importante, e che risulta più ardua nella vita vera.

      Tuttavia quello che dico è che finché la "conoscenza" rimane virtuale, non è una vera conoscenza; e proprio per questo, paradossalmente, anche volendo conoscere dal vivo persone incontrate in quel modo, si fa un salto nel buio: può andar bene, può andar male, insomma, come quando si conosce qualunque persona dal vivo.

      Il mio racconto iniziale era solo per mostrare quanto sia insita nel mezzo stesso la spinta a non essere se stessi.

      Dal vivo di persone con i miei stessi interessi ne conosco parecchie e con alcune sono amico e con altre no: proprio perché gli interessi comuni non solo non bastano, ma neanche sono determinanti per un'amicizia.

      Le migliori discussioni a volte si fanno tra sconosciuti, parlando di temi che stanno a cuore a entrambi; ma questo non fa dei due interlocutori degli amici.

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    2. @Giordana: Sono d'accordo, anche per me il web è un modo per incontrare persone che condividono le mie stesse passioni, persone che quando parlo di POD, EAP, coordinazioni per polisindeto, figure retoriche e così via non solo non mi insultano, ma hanno voglia di discuterne con me! E poi magari in futuro ci incontreremo, ci chiameremo, continueremo a scriverci... insomma, questo può essere il presupposto per qualcosa di più di un gioco virtuale! Grazie per aver portato il tuo punto di vista.

      @Abisso: Gli interessi comuni non bastano, questo è vero. A volte, si può condividere tutto con una persona, ritrovarsi ad esserle troppo simile e finire con il non sopportarsi più. Serve anche altro per creare un'amicizia che sopravviva alle interperie della vita. Io ho fatto bellissime discussioni con persone mai più riviste, in effetti. Comunque anch'io penso che avere qualcosa in comune su cui parlare sia una condizione necessaria ma non sufficiente per un'amicizia. Certo, se non si ha proprio nulla in comune forse non ci si avvicina nemmeno se non per lavoro o per obbligo. Però forse non è nemmeno una condizione così necessaria: io ho anche amiche che odiano leggere, quindi... mistero! Mi fa piacere però che la discussione sul tema stia prendendo piede! Grazie ancora.

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  6. Mah, quando ho iniziato a girare su internet, il web era ancora giovane e nelle chat, nei forum e nei newsgroup (sì, USENET VIVEVA!) nessuno pensava minimamente a chiamarsi per nome. E le brutte persone ci sono sempre state. Per casi di pedofilia, Msn chiuse le chat (che poi erano "gruppi", con forum e molte belle potenzialità) e rimase solo il messenger.
    Oggi è cambiato tutto. Nel web 2.0 è praticamente impossibile conservare i propri dati personali. O meglio, nessuno ci pensa più e nessuno lo vuole fare. Quando ho (ri)aperto il blog, il terzo che gestisco da quando sono su internet, mi sembrava quasi strano non citare il mio nome, ne parlo un po' nella presentazione, e quindi ho mantenuto questo strano equilibrio.

    Detto questo, conoscersi è altro. Su internet menti non perché nascondi volontariamente le cose, ma perché scrivere è un modo di filtrare tutto quello che puoi comunicare in altro modo. Tu non sai che impressione ho in questo momento, come mi sento, cosa stavo facendo fino a un secondo fa, e così via. Non mi azzardo a dire che prendere un caffè con una persona sia più significativo che chattare per dieci anni, semplicemente è diverso. Così come per dieci anni non sentirai mai come parla una persona (a parte che ci sono telefoni, videochat, mille altre diavolerie) se la conosci nella vita "reale" rischi di avere un approccio superficiale e non arrivare mai a parlare di, che so, "d eufoniche" che magari sono la passione di questa persona!
    No, beh, non è il tipico argomento di conversazione, forse. «Scusa, tu qui ce la metteresti una "d"?»

    Poi, boh, io sono un po' meno netto. Nei rapporti (reali o virtuali) ho quell'interruttore che a un certo punto scatta e comincio a considerare una persona da "conoscente" a "amica" e non saprei dire bene quando o come ciò avvenga. Mi è capitato con delle belle amicizie nate su internet (in quei tempi di finto anonimato). La cosa terribile è che poi è molto più facile troncare, perdersi di vista. E lì non puoi farci nulla, purtroppo.
    "Così va la vita."

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    1. E proprio la facilità di "troncare" è una delle cose che distinguono le conoscenze virtuali da quelle reali. Mi è capitato tante volte di esserne vittima, in un caso anche in un rapporto di collaborazione quasi giornaliero durato un paio d'anni. Sparizioni improvvise e senza ritorno.

      A me sembra totalmente assurdo, non lo farei mai e poi mai: eppure la frequenza con cui succede mi fa pensare che non è così assurdo per altri e che il mezzo aiuta eccome.

      Aggiungo anche che si mente ancora su internet, caro Salomon: il nome e il cognome in fondo non sono tutto di una persona!

      Io ho adottato un approccio di trasparenza totale, cercando cioè di comportarmi quanto più possibile per come sono nella vita di tutti i giorni.
      Tutto a eccezione del nome e del cognome. Il punto è semplice: su internet rimane tutto. E non voglio che il mio nome resti associato a certe cose, mentre voglio che lo sia ad altre.

      Nome e cognome, quelli sì, dicono davvero poco di una persona.

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    2. @Salomon Xeno: Io non avrei mai aperto questo blog con l'intento di restare nell'anonimato. Io l'ho fatto per pubblicizzare i miei libri (in origine) quindi non avrebbe avuto senso non firmare i miei lavori.

      Non si può parlare di "d" eufoniche durante una normale conversazione? Ah, adesso capisco perché così poche persone mi sopportano!
      Sarà che io non esco molto, ma ho più confidenza con alcune persone conosciute su internet che con quelle che mi stanno intorno. Certo, magari non sul blog, ma per esempio via mail o tramite G+. Ovviamente non sarà mai come conoscersi dal vivo, anche solo per l'incapacità di immaginarsi l'altra persona, ma nella vita non si sa mai!


      @Abisso: "Sparizioni senza ritorno"? Ma come è possibile! Ah, già... ne sono stata vittima anch'io, mi pare, ma non mi sono ancora rassegnata!

      Non so se potrò mai guadagnare per ciò che scrivo (qualche euro ogni tanto con gli articoli, ma nulla di più per ora), ma voglio che almeno si sappia che è la mia voce a parlare, anche perché credo sia importante essere responsabili di ciò che si scrive, nel bene e nel male.
      Io penso mille volte se fare una cosa o no, ma quando la faccio, so perché la faccio, quindi mi sta bene che il mio nome ci venga associato.

      Essere ciò che si è è comunque molto più importante di usare il nome e il cognome dell'anagrafe. Su questo non posso certo darti torto. Anche se il nickname "Abisso" è un po' inquietante, forse [Scherzo]. Mi è venuta voglia di scrivere un post sui nickname!

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  7. Io sono un ex nemico di internet convertitosi,.proprio per questo cerco di adottare la massima trasparenza possibile. Chi mi scrive sa abbastanza di me, certo non tutto ma abbastanza. In rete cerco di comportarmi come mi comporterei nella cosidetta vita reale.
    Del resto io sono un orso a cui gli ci vuole un poco prima di potersi fidare degli altri, ma quando supero questo stadio nella conoscenza, poi mi sciolgo completamente.
    Mi è capitato 3 volte di incontrare persone conosciute in rete ed ogni volta erano diverse (nel senso positivo del termine) da come me le immaginavo.
    Suppongo che faccia parte della vita, dopotutto. ;)

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    1. Un blogger ex nemico di internet! Questa è bella. Per certi versi anch'io prima di aprire questo blog credevo che non avrei mai scritto qualcosa su internet e nemmeno mai commentato un blog altrui. Del resto "le persone cambiano ma restano sempre le stesse"... io ho sempre avuto voglia di comunicare le mie passioni e sul web ho trovato qualcuno disposto a condividere questi argomenti.

      Io in genere mi fido troppo subito in alcuni casi oppure non mi fido per niente mai (o solo dopo lunghissime "trattative"). Con alcune persone mi sento subito in sintonia e con altre impiego anni anche solo per convincermi che non mi stanno ingannando. Di solito, ovviamente, mi fido di chi poi tradirà la mia fiducia e ignoro chi potrebbe rivelarsi un prezioso sostegno nella mia vita, salvo rarissime e fortunate eccezioni.

      Sono un po' orsa anch'io, nel senso che mi piace la solitudine, però in mezzo alla gente tendo sempre a voler organizzare e a proporre e in mezzo ai bambini libero la parte più creativa e migliore di me.

      Non ho mai incontrato qualcuno conosciuto in rete. A volte ci sono andata vicina, ma forse non era destino.

      Hai scritto: "Chi mi scrive sa abbastanza di me, certo non tutto ma abbastanza". Io allora rilancio con una provocazione: nella vita reale c'è qualcuno che sa veramente tutto di te?

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    2. Potrei risponderti pirandelliamente, in realtà credo di no. Ogni persona conosce un pezzo di.me e spesso ciò può eseere viziato da opinioni personali, preconcetti, idee generali. Questo però vale per tutti quanti.Su internet ci sono solo filtri diversi, ecco tutto....

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    3. Certo che vale per tutti quanti! Per questo era una provocazione. Nessuno ci conosce del tutto, nemmeno noi stessi!

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  8. Prima ancora di aprire il blog chattavo. Dopo un po' però mi sentivo come prigioniera. Cioè andavo a casa e subito la mia mente correva a cosa dovevo scrivere così ho abbandonato subito l'idea.
    Ho aperto il blog dopo che un mio carissimo amico aveva aperto il suo e vedevo che mostrava ciò che realizzava allora io pensai: "Perché no?"
    Poi avevo già il canale Youtube. Inizialmente lo feci per vedere i video, commentare però poi bastò un'immagine a farmi dire: "Perché no?" e filmai quella piuma che lentamente dondolava legata da un sottile filo ad una grata.
    Anche per quanto riguarda il mio secondo blog è stato un "Perché no?"

    Per quanto riguarda gli amici, ho conosciuto persone che credevo amiche e che si sono dimostrate invece tutt'altro, ma anche, e soprattutto, persone con le quali condivido molte cose oppure diverse che però hanno un punto di vista interessante e che è degno di attenzione.
    Per questo non rinnego nessuna di queste scelte. Anzi, le rifarei ancora e ancora.
    E con alcune di queste persone sento di avere una connessione. Virtuale sì, ma c'è.

    P.S.: C'è una cosa molto importante che vorrei aggiungere. Anche se mi trovo bene non confondo la vita virtuale con quella vera anche perché senza la vita vera, quella virtuale sarebbe arida.

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    1. Il tuo commento mi ha fatto pensare alla celebre frase pronunciata da Kennedy (forse non sua...): "Ci sono coloro che guardano le cose come sono, e si chiedono perché... Io sogno cose che non ci sono mai state, e mi chiedo perché no."
      Devo cercare il tuo video sulla piuma, ma prima corro a vedere quello nuovo di Aulonia!

      Ovviamente la vita virtuale non è sostitutiva di quella vera, ma può essere anche una aiuto per aprirsi un po' al mondo al di là del proprio "ristretto cortile"! Grazie di essere passata!

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  9. ciao Romina interessante il tuo blog, piacere di conoscerti, io sono Elly, un bacione alla tua micia io adoro i gatti, la mia è una tigre grigia ;)
    un bacio
    Elly

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    1. Grazie e benvenuta nel mio blog! Ti saluto tutta la mia tribù di amici felini e tu ricambia abbracciando la tua tigre!

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  10. Anch'io sono contenta di averti conosciuta. Sei stata davvero un valido supporto con il tuo ottimismo in momenti in cui proprio avevo bisogno di un'amica con cui parlare e che fosse reale o virtuale mi importava davvero poco. Spero di non deluderti mai e di poter essere anch'io un aiuto concreto per te!

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  11. "Non conosci il suono delle loro voci": anch'io avevo pensato a una cosa simile. Si può discutere di scrittura, certo. Non ci si conosce, anche questo è certo. La vera amicizia richiede molte cose e non credo sia possibile in un luogo virtuale, salvo che non ci si possa conoscere di persona. Certo, anche gli amici virtuali sono molto utili a far sentire meno soli.

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    1. Volendo la mia voce si può sentire nelle mie audiofiabe anche se le mie capacità tecniche nel registrare gli audio sono terribili!

      La voce è una delle prime cose che noto in una persona, quindi sul web è una cosa che mi manca.

      Sul fatto però che gli amici virtuali aiutino a combattere la solitudine non posso che darti ragione!

      Grazie per essere passata e benvenuta nel blog con il primo commento! Le tue parole mi rendono proprio felice dato che so che hai rigidi criteri sui commenti. Grazie!

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  12. I miei criteri sui commenti non sono "rigidi": tu interpreti le mie parole (relativamente a quel post) in modo non corretto. Non ho pubblicato un "regolamento", ma ho detto quali sono le mie preferenze sul tipo di commenti che sono benvenuti sul mio blog. Sono passata volentieri, comunque. A presto.

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    1. No, non intendevo "rigidi" in senso negativo! Voleva essere un complimento! Nel senso che agisci con criterio e sai cosa cerchi in un blog e quindi ero lusingata perché avevi ritenuto il mio degno di attenzione. Spero di non averti offesa... in ogni caso, scusa!

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  13. Perché il tuo blog non dovrebbe essere degno di attenzione? Ci sono cose interessanti. Comunque, non ti preoccupare, adesso ti sei spiegata: ho capito. Grazie per il complimento.

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    1. Grazie mille. Devo fare un corso per imparare a fare i complimenti: mi fraintendono tutti! Ah! L'importante è esserci chiarite.

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  14. Ecco una bella voce da mettere nella lista dei "pro" per quanto riguarda le amicizie virtuali! Grazie!

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  15. Questo è veramente un bellissimo post.
    Anch'io mi sono sentita spesso dire quelle cose, dai miei genitori. Ma ho sempre fatto di testa mia e, in verità, ho stretto legami anche veramente saldi con gente conosciuta in internet. Ad essere sinceri, il mio ragazzo l'ho conosciuto PRIMA in rete e solo una o due settimane dopo dal vivo!
    Insomma, grazie al mondo virtuale ho arricchito la mia vita e non potrò mai ringraziare così tanto la connessione!
    E non posso che essere d'accordo con il discorso dei blog e del confrontarsi con altri scrittori: mi era sempre mancato qualcosa del genere e sono felicissima di poterlo ora avere.
    Però a differenza di te, paura non ne ho, di possibili brutti incontri... Per svariati motivi, ma non sono da dire. ;)

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    1. Grazie, Maria. La rete mi ha dato davvero tanto. Sono cresciuta come scrittrice e anche come essere umano grazie al confronto con tantissime persone davvero meritevoli. E sono nate anche alcune belle amicizie.

      Proprio in questi giorni ho avuto delle discussioni con gente del cosiddetto "mondo reale" che considera la rete come un luogo pericoloso e in cui tutto è falso. Credo che dovrò presto scrivere un articolo sulla questione e poi magari lo metterò anche nel blog.

      Grazie mille per il bel commento.

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    2. Sì, un articolo su quello ci sta. Io mi apro molto di più in rete che nel mondo reale.
      Forse ho solo avuto fortuna nell'incontrare persone sincere, che se non ti vogliono dire qualcosa te lo mettono subito in chiaro (mi viene in mente un ragazzo che ho conosciuto più di quattro anni fa e che sento tutt'ora, che fin da subito mi ha detto "non ti dirò il mio nome, preferisco tenere il segreto").
      Spesso chi conosco in internet è molto più reale delle persone fuori.

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    3. L'articolo lo dovrò scrivere comunque, quindi poi lo metterò nel blog. Sono perfettamente d'accordo con te: a volte le persone in internet sono più reali di quelle fuori. Molto spesso c'è meno bisogno di mentire, in realtà. E poi, secondo me, è più difficile mentire scrivendo che parlando, almeno per come sono io. Lo so, potrebbe sembrare più facile studiare un testo falso a tavolino piuttosto che fare un discorso bugiardo, ma io credo che la scrittura invece porti a una maggiore onestà chi la considera una vocazione.

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    4. La penso esattamente allo stesso modo! Per me scrivere è anche un modo più facile per esprimermi, quindi riesco ad essere anche più sincera e a fare meno giri di parole. E mi viene da pensare che anche per gli altri sia così, sebbene so che non sia vero per tutti. Ma fino ad adesso...

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    5. Probabilmente non vale per tutti.

      Certo che quei puntini di sospensione finali... ah ah ah!

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    6. Ti disturbano?
      Io ho un debole per i puntini di sospensione! Ogni volta che posso li uso. :)
      posso comunque completare! ;)
      Ma fino ad adesso... quelli che conosco in rete mi assomigliano molto da questo punto di vista. ;)

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    7. Io ho un rapporto molto ambivalente con i puntini di sospensione. Comunque non mi disturbano e tu qui li hai usati usati benissimo, perché creavano curiosità e lasciavano in sospeso. Per questo ho scritto quella frase che sottintendeva curiosità!
      Il completamento è quello che immaginavo e lo condivido a pieno!

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    8. Bene, ne sono felice! :)

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    9. Tra pochi giorni il mio articolo probabilmente... e nella vita reale non lo prenderanno bene! Ah ah ah!

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    10. Io lo prenderò bene, suppongo! ;)

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    11. Sì, tu sì, almeno credo!

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