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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

lunedì 13 agosto 2012

Antoine de Saint-Exupéry e “Il Piccolo Principe” vs Jean-Pierre Davidts e “Il ritorno del Piccolo Principe”


Qualche tempo fa, non so se vi ricordate, ho scritto una notizia flash su uno dei miei libri preferiti: Il Piccolo Principe di cui avevo parlato in un post dedicato al libro e al suo autore, Antoine de Saint-Exupéry. In realtà nella notizia flash avevo parlato del seguito: Il ritorno del Piccolo Principe  di Jean-Pierre Davidts.


Sì, ero abbastanza indignata, perché non potevo accettare che qualcuno avesse scritto la continuazione di un libro di un altro scrittore, però bisogna pur conoscere qualcosa per parlarne, sia per parlarne bene sia per parlarne male. Quindi eccomi qui a dirvi qualcosa su questo libro che ho letto pochi giorni fa, dopo un bel periodo di lo leggo o non lo leggo? Questo è il problema.

Il ritorno del Piccolo Principe di Jean-Pierre Davidts di per sé non è un brutto libro. È una storia carina da leggere, ma tutto ciò che fa è riprendere ogni spunto lasciato da Antoine de Saint-Exupéry nel suo capolavoro per riparlarne in modo neanche tanto diverso. La struttura del libro stessa appare una mera copia de Il Piccolo Principe e l’unica vera innovazione stilistica è il fatto che il libro è scritto come una lettera indirizzata direttamente all’autore  (scomparso nel 1944) di questo grandioso personaggio. Il resto ripropone, attraverso parallelismi abbastanza scontati, la trama originale. Per esempio, l’io narrante de Il Piccolo Principe conosce il bambino dai capelli color dell’oro in un deserto in seguito all’avaria del suo aereo, quello de Il ritorno del Piccolo Principe lo incontra su un’isola in seguito a un naufragio. Il Piccolo Principe in entrambi i libri viene sulla Terra alla ricerca di una soluzione per un problema sul suo asteroide e in tutti e due i viaggi, prima di giungere sulla Terra, vaga per altri pianeti abitati da strambi personaggi. E queste ripetizioni speculari avvengono praticamente per ogni singolo dettaglio della storia, ma non voglio rovinarvi troppo il piacere della lettura qualora decidiate di intraprenderla, quindi mi fermo qui con i paralleli.

Ci sono poi alcune cose che stonano un po’, come il cambiamento del carattere della Rosa, che da orgogliosa diventa, in un certo senso, umile e premurosa. E poi la pecora esce dalla scatola, rovinando tutto il senso di quella scatola con i buchi che di certo ricorderete, se avete letto il primo testo. Senza contare che il testo non giustifica mai la drammaticità del finale del capolavoro dell’autore-pilota.

Per il resto, lo ripeto, Il ritorno del Piccolo Principe non è un pessimo libro e ci sono alcune pagine interessanti, tuttavia era davvero impossibile reggere gli standard del grandissimo Antoine de Saint-Exupéry. Il libro di Davidts, infatti, è interessante nella misura in cui riprende quando era lasciato in sospeso nel primo libro, ma molto spesso porta avanti strade che non dovevano essere portate avanti e riprende concetti che meritavano di restare misteriosi e incantevoli. Anche nelle pagine meglio riuscite mancano poi la poesia e la profondità che hanno reso celebre Il Piccolo Principe (anche le illustrazioni sono di stile molto diverso).

Non è un brutto libro, ma non avrebbe alcun valore particolare senza il precedente. Brilla solo di luce riflessa. Non ha rovinato il libro che adoro, ma non ha nemmeno apportato qualcosa che lo renda migliore.

Ovviamente questo è solo il mio parere, quindi spero che leggiate questo libro, così sarete voi a farvi la vostra idea che spero poi condividerete qui con me. Intanto, se avete domande o avete voglia di discutere sul tema, aspetto i vostri commenti con piacere!

13 commenti:

  1. C'era una pecora nel Piccolo Principe?
    Ah, alla fine hai ceduto! Bene, bene. "Non è un pessimo libro" dice tutto. Io non ho mai pensato che questa uscita potesse rovinare l'originale, ma immaginavo che non sarebbe stato all'altezza. O meglio, l'unica strada per un'operazione di questo tipo, secondo me, è proprio prendere una direzione diversa per non rischiare di emulare qualcosa di inarrivabile. Invece, come dici, riprende molto dal Piccolo Principe e questo non fa che esaltare le piccole differenze e ridurre la portata di questo scritto.
    A me, nel frattempo, non è venuta voglia di leggerlo.

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    1. Certo che c'è una pecora ne "Il Piccolo Principe"! O, meglio, più di una (una è malata, una è in realtà un ariete, una è vecchia e una è dentro una scatola). Il Piccolo Principe è alla ricerca disperata di qualcuno che gli disegni una pecora che possa mangiare i piccoli baobab che rischiano di distruggere il suo asteroide. Della pecora si parla soprattutto nel capitolo II mi pare. Ti consiglio vivamente di rileggere il passo o anche tutto il libro. Del resto io lo conosco quasi a memoria, quindi scusa se faccio la maestrina!

      Per il resto, sì, la curiosità è stata più forte del resto e poi volevo parlarne non per partito preso come avevo fatto la scorsa volta. Grazie per il commento!

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  2. Toccare un classico non toglie niente al classico, forse nemmeno lo sfiora. Non credo che un giorno i due libri viaggeranno insieme, l'uno come seguito dell'altro. Concordo con Salomon Xeno sul fatto che la curiosità di leggerlo ancora non mi è arrivata. Mi fido della tua opinione.

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    1. Sì, anche secondo me non viaggeranno mai insieme. Questo libro, infatti, non è in realtà una novità (anche se io ne sono venuta a conoscenza tramite una pubblicità recente su internet), quindi direi che non ha fatto molto successo.

      Non fidarti della mia opinione: i gusti possono essere molto soggettivi. Tuttavia io non posso giudicare questo libro a prescindere dal precedente e davanti al capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry non si può che impallidire!

      Io con questo post temo di aver perso per sempre la stima di Jean-Pierre Davidts.

      Grazie per la tua cieca e immeritata fiducia nei miei confronti!

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  3. Pensavo di non leggerlo e continuo a pensarlo. Ma dico io, si può scrivere sulla scia di un altro libro, per giunta un libro che ha fatto storia? Come dissi allora, hai perso in partenza! Perchè dunque non scrivere altro, magari non ti leggereanno, magari avrai meno pubblicità, ma di certo quello che scrivi è solo tuo. Odio le continuazioni nei film e ancora più nei libri.
    Ecco, l'ho detto
    Raffaella

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    1. Il problema non è tanto la continuazione in sé di un libro. Il fatto è che quel libro non è suo. Sarebbe come se io ora decidessi di scrivere il seguito de "I promessi sposi". Di certo potrei sfruttare la celebrità dell'opera per destare scalpore, ma potrei solamente deludere le aspettative. Del resto io probabilmente non avrei mai letto un libro di Davidts senza questo fattore che ha destato la mia curiosità, ma credo anche che non ne leggerò degli altri proprio perché ha fatto questa scelta. Grazie per il commento che condivido pienamente!

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  4. Piuttosto che leggere un libro così preferisco fantasticare io sul come andrà a finire.
    ti lascio con questo video:

    http://www.youtube.com/watch?v=KkhObZjNb58

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    1. Sono d'accordo, meglio fantasticare!
      Bello il video e poi i bambini dell'Antoniano sono sempre dolcissimi. Grazie!

      Io rispondo con questo video che qualche tempo fa ho segnalato su G+ e mi piace molto: http://www.youtube.com/watch?v=ShnaI2RJfzs

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    2. grazie mille non conoscevo la canzone. la metto nei preferiti.

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    3. Non so se conosci questo video.

      http://www.youtube.com/watch?v=-NX1NAIYdLY&feature=related

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    4. La trovo molto bella perché rispetta la trama ed è molto tenera! Ogni tanto me la riascolto!

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    5. E riguardo all'ultimo video che ti ho mandato?

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    6. Scusa. Oggi la mia connessione non è molto veloce e quando ho postato il mio commento il tuo secondo non c'era ancora.

      Ovviamente non sono d'accordo. Non conosco la persona che ha fatto questo video, comunque potrei confutare le sue tesi anche partendo dal testo stesso. Ovvimente ognuno ha il diritto di esprimere la propria opinione, ma io sono del parere che se per farlo si ricorre all'uso delle parolacce, allora forse si vuole più stupire che convincere.

      Grazie comunque per aver portato un punto di vista molto diverso dal mio. Estremamente e assolutamente diverso dal mio.

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