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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

martedì 26 febbraio 2013

Intervista a Raffaella Clementi autrice di "Lettera a un bambino che è nato"


 Ecco un’altra intervista per la rubrica Scrittori che si raccontano! Lo so, è la terza in pochissimo tempo. Che vi devo dire? Sono troppo felice per il miei colleghi scrittori che riescono a pubblicare le loro fatiche (mentre io… va be’, lasciamo perdere).
Oggi un altro libro di cui sento il bisogno di parlare lasciandone il compito all’autrice. Sto parlando di Raffaella Clementi e del suo libro Lettera a un bambino che è nato.
Raffaella è stato uno degli incontri virtuali migliori del 2012. Mi ha trovata lei e poi io ho iniziato a seguire il suo blog mammamimmononsolo e abbiamo anche organizzato un interessante scambio di post sull’importanza della lettura ai bambini anche molto piccoli.


Il titolo del suo libro riprende, capovolgendolo, quello del noto libro di Oriana Fallaci (Lettera a un bambino mai nato) che è uno dei miei libri preferiti in assoluto.
Il libro di Raffaella sicuramente avrà molto da offrire e da insegnare perché è una storia vera, una storia di ricerca di vita e amore, l’amore più grande del mondo che è quello di una madre per un figlio e tutti gli ostacoli che possono capitare sulla strada che li separa l’uno dall’altra.

Vediamo una breve descrizione del libro:
La storia di una donna, l'autrice, più vicina agli anta che agli enta, che intraprende il cammino verso la maternità lungo la strada difficile, dolorosa e incerta della procreazione medicalmente assistita. Il racconto di tre anni: la ricerca della maternità, il desiderio della svolta, la descrizione dei sentimenti, tra ansia e speranza, legati al percorso di fecondazione assistita e, infine, la realizzazione di un sogno. E la voglia di spiegare al bimbo che è nato come è avvenuto il suo concepimento e quanto fosse amato già prima di esistere. Una riflessione sulla legge 40 e i suoi effetti nella vita delle coppie che desiderano avere un figlio andando oltre i limiti che la natura ha imposto loro. Un libro utile per tutti coloro che devono intraprendere lo stesso percorso, con i consigli e l'esperienza di una coppia che ci è già passata.

Io sento di non poter trovare le parole giuste per parlare di questo testo, per questo ho chiesto a Raffaella di venire qui per una piccola intervista e ora lascio a lei il compito di raccontarci qualcosa sul suo libro..

Come ti è venuta l'idea di scrivere questo libro?
Raffaella: All’inizio Lettera a un bambino che è nato. Storia di una procreazione medicalmente assistita edito dalla Imprimatur, doveva essere un diario da regalare a mio figlio il giorno del compimento del suo primo anno di età. Una sorta di lunga lettera in cui gli spiegavo come era venuto al mondo, la sua ricerca e i confini di un amore in espansione. Solo in un secondo momento ho deciso di renderlo pubblico. Esattamente dopo l’apertura del mio blog mammamimmononsolo, che mi ha permesso di vedere quante sono le  donne che hanno  vissuto o vivono le difficoltà del mio stesso percorso. Ovvero il cammino della procreazione medica assistita.
La difficoltà a procreare è un argomento di cui non si parla con facilità. È il tema del nascosto, del segreto. Credo che chi è stato fortunato nella vita, debba in qualche modo restituire la propria fortuna.
Io sono stata fortunata e ho cercato, con il libro, di raccontare la mia storia, la nostra, cercando di portare sollievo con la mia testimonianza a chi cerca con difficoltà un bimbo che non arriva.

Come lo riassumeresti in 5 parole?
Raffaella: Viaggio, vita, pma, confine, amore.  Viaggio perché racconta il viaggio mio e di mio marito verso nostro figlio; vita perché è una storia di sentimenti di vita vera; pma perché affronta il tema della procreazione medicalmente assistita; confine perché il mio amore per mio figlio non ha limiti ma so già che questo sarà ciò che mi allontanerà da lui quando cercherà, crescendo, una sua strada e gli diventeranno stretti  i limiti infiniti di cui parlo; amore per lui e per l’onestà di raccontare le difficoltà del vivere in questo paese.

Scegli una frase del tuo libro e spiega perché l'hai scelta.
Raffaella: 
Per circa due anni, giorno dopo giorno, mamma e papà hanno spostato i loro confini un po’ più in là, fino a quando la voglia di te è diventata così grande, ma così grande che i nostri cuori, non potendoti più contenere, si sono messi in viaggio verso te. La chiamano Pma, procreazione medicalmente assistita.

Io preferisco pensare che tutte le procedure chirurgiche, ormonali, farmacologiche, tutti i metodi impiegati per aiutarci a procreare, siano stati solo le fasi del lungo difficile, doloroso e fantastico, viaggio verso te.
Credo che racchiuda il senso del libro.

Come hai trovato un editore?
Raffaella: Ho scritto a diversi editori. Aliberti mi ha risposto e si è dimostrato subito interessato all’opera.

Cosa rende il tuo libro speciale?
Raffaella: è un libro che tratta un problema che oggi giorno non è più solo individuale, ma sociale. Trasversale, bipartisan. Parla di diritti e di maternità. E tocca il cuore perché parla di emozioni.

A che pubblico ti rivolgi?
Raffaella: Donne, uomini, persone che cercano di capire cosa sia la fecondazione in vitro.


Hai già pubblicato altri libri?
Raffaella: Sì, sono alla mia terza esperienza letteraria ma alla prima con una casa editrice di livello nazionale.

Quali progetti letterari hai in mente per il futuro?
Raffaella: Io cerco di tradurre in parole la connessione tra me stessa, le parti razionali della vita e le emozioni. Non so mai cosa scriverò, quando o come. Qualcuno dice che lo stile della mia scrittura sia  circolare, che sappia scrivere per gli altri e non solo fare autoconfessione, che cullo le emozioni.  Non so se sia vero, so solo che scrivo quando non posso farne a meno.

Brevemente cosa ne pensi dell'editoria tradizionale, dell'EAP, delselfpublishing e del POD?
Raffaella: Non credo assolutamente nell’editoria a pagamento. Non è editoria, è altro.
Per quanto riguarda i Print on demand,i self publishing, e in genere tutte le opere non cartacee, sono libri e ben venga la loro forma se sei uno scrittore emergente e se hai voglia di farti conoscere. Ma l’editoria classica ha un altro sapore. L’editoria che ti apprezza, che vede in te uno scrittore nel senso classico del termine che ti contatta perché crede nella tua opera, è tutt’altra cosa. E quando vedi per la prima volta il tuo libro in carta e ossa ti rendi conto di aver dato vita a qualcosa di tuo.
Dicono che una volta che un libro è pubblicato questo intraprenda un viaggio nel mondo per trovare una sua collocazione. E secondo me l’idea del viaggio è bellissima.
C’è anche chi dice che puoi anche morire se hai avuto un bambino, hai scritto un libro, piantato un albero. Sono i tuoi semi nel mondo.

Quando per la prima volta hai pensato di voler fare lo scrittore?
Raffaella: Quando per la prima volta ho cominciato ad inventare storie per distrarmi dalla noia. Da sempre.

Completa la frase. Per me scrivere è...
Raffaella: È uno sfogo. Un’urgenza. Un singhiozzo. E siccome un singulto non lo puoi ricacciare indietro, lo puoi solo condividere sperando che qualcuno ti abbracci.
Chi scrive, non sta tanto a domandarsi perché scrive. Scrive e basta, perché deve. Perché ha qualcosa dentro che spinge per uscire e non può proprio tenerlo dentro. Scrivere è esporsi al giudizio degli altri, è mettersi in piazza è mettere la faccia pure dove non dovresti.

Vuoi cogliere l'occasione per fare dei ringraziamenti particolari?
Raffaella: Editor e referente ufficio stampa della casa editrice Imprimatur marchio Aliberti.
Margherita e Consuelo. Nonché Claudia, la persona che ha permesso che mio figlio venisse al mondo.

Grazie davvero, Raffaella, per averci raccontato del tuo libro, di questa parte di te.
Un abbraccio sincero e tanti in bocca al lupo per te, per il tuo libro e per il tuo bambino.


A chi fosse interessato all’acquisto del libro, consiglio la pagina Amazon.   



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9 commenti:

  1. Grazie Romina per avermi concesso la possibilità di raccontare, per questa bella intervista, per i tuoi sinceri auguri.
    E' importante parlarne. Oggi lo è ancora di più.
    Ma questa è un'altra storia.
    Raffaella

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    1. Grazie a te, Raffaella, le tue parole sanno sempre toccare l'anima in modi inaspettati. Sono davvero felice che tu abbia accettato la mia intervista. Grazie ancora.

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  2. Avrei un'altra domanda per Raffella, se posso.
    Come riesci a far convivere la "te stessa scrittrice" con la "te stessa mamma"? Voglio dire... come riusci a bilanciare l'attività dello scrivere con l'attività di cambiare pannolini, scaldare biberon e raccontare ninne nanne? Mi sembrano due attività che richiedono ciascuna una dedizione pressoché totale....

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    1. Bellissima domanda, TOM! Sono curiosissima di sapere la risposta di Raffaella.

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  3. Salti mortali, Tom! sebbene io manchi totalmente di elasticità. Scrivo di notte, quando dorme, nelle pause-pranzo in ufficio. E sono sempre in ritardo sulla tabella di marcia. Arranco a fatica. Sono una mamma imperfetta. Si lo devo ammettere. Di quelle che bruciano le cene,dimenticano i pannolini e spesso escono con scarpe di colori diversi. Cerco di giocare molto con mio figlio e magari lascio che la pila delle camice da stirare raggiunga la vetta dell'everest. Magari, improvvisamente mi sveglio di notte, con una cosa in testa e cerco di metterla nero su bianco.A dire il vero vorrei avere più tempo per me stessa, magari tempo per dedicarmi allo sport, ad altro. Ma ho fatto una scelta e questo è il tempo di mio figlio. Lui ha 22 mesi e credo che se decidi di mettere al mondo un bambino devi dargli tempo, possibilità, potenzialità materiali e immateriali.
    Sono stanca, ma come tutte le persone che cercano con difficoltà di conciliare i pezzi della vita, mi barcameno come un giocoliere.
    Quando non mi cade una palla su un piede!

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    1. Una bellissima risposta, Raffaella. Tutti siamo imperfetti, la perfezione non esiste, ma tu te la stai cavando alla grande.
      Quando tuo figlio crescerà di certo non ti rinfaccerà quel giorno in cui avevi una camicia non stirata o le scarpe di colore diverso. Ti ringrazierà per i momenti passati insieme, per i sacrifici che hai fatto e soprattutto per il bene che gli hai voluto, gli vuoi e gli vorrai. Continua così!

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    2. Complimenti, Raffaella. Hai tutta la mia stima.

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  4. E' un'intervista toccante. Credo che tuo figlio sarà veramente felice di avere una mamma come te. :)
    Congratulazioni per il buon esito di quest'avventura! Anzi, di entrambe... Della fecondazione, ma anche di questo libro. :)

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    1. Il bimbo di Raffaella è una meraviglia e penso anch'io che sia un bambino fortunatissimo con una mamma grandiosa!

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