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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

mercoledì 28 maggio 2014

"Ubriaco Fradicio" di Porges: un fiato che uccide

Quarto atteso appuntamento con la rubrica Un pozzo di scienza di Marco Lazzara, il blogger itinerante che dopo i suoi sei guest post sul mio blog, ha trovato un suo spazio fisso in questa rubrica in cui parla dei contenuti scientifici alla base di racconti famosi. Nel primo appuntamento (in cui trovate anche un'introduzione alla rubrica) ci ha parlato della Cadillac di Dolan e delle ricerche fatte da Stephen King per scrivere quel racconto. Il mese successivo  si è concentrato su I servi di Satana di Robert Bloch e sull'importanza dei dettagli. Il mese scorso ci ha parlato de Il Professore di Chimica di Henry Slesar dando vita a interessanti discussioni sull'occultamento dei cadaveri. E oggi ci parlerà di Ubriaco Fradicio di Arthur Porges.

Ringrazio Marco per l'interessante contenuto che ci offre anche oggi e gli lascio subito la parola…


Ubriaco Fradicio

Ubriaco Fradicio è un racconto di Arthur Porges che parla di un uomo che è solito mettersi ubriaco alla guida e che riesce sempre a cavarsela a buon mercato sfruttando il fatto di soffrire di diabete (all’apparenza è difficile distinguere i sintomi del diabete da quelli dell’ubriachezza). Nella sua ultima prodezza ha investito e ucciso un bambino, riuscendo però a scampare la giusta punizione. Due anni dopo verrà trovato morto per aver respirato del fosgene. Il medico legale sospetta che il colpevole dell’omicidio sia la madre del bambino. Ma come avrà fatto?


Andiamo per ordine. Intanto, cos’è il fosgene? Si tratta di un gas venefico, usato durante la Prima Guerra Mondiale, prima che la Convenzione di Ginevra vietasse l’uso di armi chimiche. Una volta respirato, reagisce con l’acqua che si trova negli alveoli polmonari e si decompone rilasciando acido cloridrico, che attacca i polmoni. Il soggetto perciò non ha scampo.
Questo gas ha una particolarità: ha un odore che ricorda quello del fieno umido. Perciò ai militari veniva insegnato a riconoscerne l’odore.

Questa è la prima ipotesi del medico: la donna ha rubato del fosgene da un deposito militare. Ma si rivela errata.
Il medico ipotizza allora che il fosgene lo abbia prodotto e capisce anche come: sfruttando proprio la malattia che l’uomo usava per coprire le sue malefatte.

Il diabete mellito è una patologia che tra le altre cose provoca chetosi, l’accumulo a livello ematico dei corpi chetonici. Si tratta di tre composti prodotti dal nostro organismo come materiale energetico di riserva e che entrano in gioco (soprattutto a livello cerebrale) quando le riserve di glucosio sono in carenza. Le persone affette da diabete hanno una sovrapproduzione di corpi chetonici, che vengono eliminati sotto forma di acetone per via polmonare e attraverso le urine. È tipico, per le persone che soffrono di tale malattia, avere un fiato che odora di acetone, e che può venire facilmente scambiato per odore di alcol (era questo che l’uomo sfruttava a suo favore).

La madre del bambino si era quindi fatta assumere come donna delle pulizie nel luogo dove l’uomo lavorava. Approfittando di un momento in cui era addormentato nel suo ufficio, aveva calato nella stanza uno straccio imbevuto di tetracloruro di carbonio, un disinfettante molto comune per la pulizia dei pavimenti (oggigiorno non più usato, in quanto i solventi clorurati sono cancerogeni) e glielo aveva avvicinato alla bocca. I vapori del composto hanno reagito con l’acetone emesso dal fiato dell’uomo e si sono convertiti nel mortale fosgene.




Un piano davvero ingegnoso, non trovate? E un post ricco di chimica ma anche di conoscenze su una patologia. L'ennesima riprova della competenza di Marco che vi ricordo è sempre disponibile per la rubrica SOS Scienziato, in cui potete porre domande in merito ai contenuti scientifici dei vostri testi. Trovate maggiori dettagli nel primo post della rubrica.


Anche questa volta, grazie mille, Marco! 

14 commenti:

  1. Un sistema davvero ingegnoso, Marco, anche se il tenente Colombo prima o poi ci sarebbe arrivato comunque a incastrare l'assassina.

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    1. Non esiste il delitto perfetto, ma esistono pessimi investigatori, per questo qualcuno la fa franca!

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    2. Beh, voi non conoscete il finale del racconto... dopo averla smascherata, il medico non la denuncia... anzi alla fine la sposa pure.

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    3. E no, non gli spoiler, Marco!

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  2. Caspita, che testolina anche la madre!

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    1. Sì, aveva studiato bene la situazione!

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    2. Era la moglie di un chimico... qualcosina di letale l'aveva imparata.

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    3. Se mai decidessi di sposarmi, lo terrò presente e sceglierò un chimico! Ahahah!

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  3. Wow... Davvero molto ingegnoso!
    Da questi post sto capendo che, quando sarò laureata, sarò una perfetta assassina... XD perciò vi conviene comportarvi bene con me! ;)

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    1. Benissimo!
      E poi dicono che l'università non insegna niente di utile! Ahaha!

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    2. Anche il post di questo mese è ad alto tasso criminogeno. E' efficace persino sugli ingegneri. ;)

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