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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

domenica 3 luglio 2016

Alla (ri)scoperta di "ramingo"

Ecco a voi la quarta parola per Parole da (ri)scoprire (l'elenco è nel post introduttivo).

La parola di cui vi voglio parlare oggi è ramingo che è stata scelta da Lara del blog Milano per milanesi che non conoscono la loro città che ringrazio per il bel suggerimento!

Tra l'altro… a chi va di suggerire una parola per i prossimi mesi? Io continuerò  a chiedere anche su Facebook (dopotutto questo mese ha funzionato!).


Etimologia
La parola ramingo viene dal provenzale ramnc-s che sembra legato a rams (che significa ramo). Il termine deriva dal comportamento dei giovani falconi da caccia che vagano di ramo in ramo.

Definizione ed esempi d'uso
  • (antico) Di uccello che, uscito dal nido e ancora incapace di volare, salta di ramo in ramo (es. un passerotto ramingo)
  • (attuale) Che va errando senza una meta precisa e senza un luogo dove poter sostare a lungo; errabondo, errante (es. se ne andò per il mondo povero e ramingo - Manzoni; girava ramingo con la sua moto).
  • (solo secondo alcune fonti) Costretto per avverso destino a un continuo peregrinare.


Il termine ramingo oggi è spesso però ricollegato all'Arda, l'universo immaginario fantasy creato dallo scrittore J.R.R. Tolkien. I Raminghi nelle sue opere hanno sensi sviluppati e l'abilità di comprendere il linguaggio degli uccelli e delle bestie, sono ottimi inseguitori  e forti lottatori: tutte caratteristiche utili per difendere le loro terre dalle forse del male. I Raminghi sono divisi in due gruppi: quelli del Nord e quelli dell'Ithilien.

Pronuncia, forme, eventuali derivati
La parola ramingo si pronuncia con l’accento tonico sulla i [ra-mìn-go].

Si tratta di un aggettivo maschile, che presenta anche una forma plurale (raminghi), una femminile (raminga) e una femminile plurale (raminghe).

I sinonimi non esistono
I dizionari propongono vari sinonimi di ramingo: errabondo, errante
La parola di oggi, però, quantomeno nel suo significato più antico, identifica qualcosa che non riguarda nessuno degli altri sinonimi (che non si rifanno al mondo degli uccelli).
Per quanto riguarda il significato attuale, invece, si può scegliere di utilizzarla al posto di altre, proprio per suggerire un legame metaforico con l'altro significato. Anche se sembra un po' strano, avendo in mente i Raminghi di Tolkien, scoprire che questo termine nasce dall'atteggiamento tipico di creature ancora giovani e forse un po' impaurite.


Vi ricordo che nel post introduttivo della rubrica troverete man mano l'elenco delle parole (ri)scoperte. Se avete qualche parola che vi piacerebbe (ri)scoprire, potete lasciare il suggerimento nei commenti! 


6 commenti:

  1. Raminga, l'anima dell'insensibile va per il mondo.

    Ciao Romina!

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  2. IL signore degli anelli e zio Paperone, le due fonti del mio sapere linguistico :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E le due fonti principali di questa rubrica, se andiamo avanti così! Ahah!

      Elimina
  3. I Raminghi del Nord, di Tolkien, sempre visti come essere sfuggenti e leggendari.
    Ma il termine è usato anche da Foscolo, nei Sepolcri: "Senti raspar fra le macerie e i bronchi la derelitta cagna ramingando", e da Montale in Ripenso il tuo sorriso: "o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
    e recano il loro soffrire con sé come un talismano".

    RispondiElimina

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