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venerdì 27 dicembre 2013

Per il rotto della cuffia

"Per il rotto della cuffia": speriamo di cavarcela (e non per il rotto della cuffia) con questo post. 

L'espressione di cui vi parlo questo mese è per il rotto della cuffia. Anche questa mi è stata consigliata da The Obsidian Mirror, però (a differenza del post su a porta inferi, provo a scriverlo io).


Quando si dice?
Comunemente si dice cavarsela o farcela per il rotto della cuffia, intendendo superare al meglio una situazione difficile oppure cavarsela da una situazione molto difficile all'ultimo istante.

Insomma, salvarsi in extremis, per un pelo, a malapena per capirci e tanto per usare altre espressioni molto comuni.

Un controsenso
Pensando alla parola cuffia a me vengono in mente quelle che si usano per l'ascolto della musica o per lavorare in radio, oppure quelle che si mettono in piscina.
In realtà, non sapevo che il termine avesse anche altri significati e, proprio da queste altre accezioni del termine, deriva il senso pieno di questa espressione.

L’interpretazione più convincente
La cuffia è, infatti, anche la parte della cotta di maglia indossata sotto l'elmo o la cervelliera nell'armatura antica.

L'espressione uscire per il rotto della cuffia deriva dunque dall'antico gioco medievale del Saracino o della Quintana. Il cavaliere in gara, a cavallo, deve colpire un bersaglio o infilare la lancia in un anello portandolo via, senza essere abbattuto dall'automa girevole contro cui si getta. Tale automa viene colpito e si mette in modo. Scopo della giostra è colpirlo senza venire colpiti. In alcuni casi l'automa colpisce il copricapo (cuffia) del cavaliere senza tuttavia abbatterlo, allora si dice che il cavaliere è uscito per il rotto della cuffia, cioè ha vinto anche se la cuffia è stata colpita, quindi ha vinto per pochissimo (se il colpo fosse stato appena più in basso, il cavaliere sarebbe stato probabilmente abbattuto, mentre il colpo sulla cuffia è considerato valido).

Altre interpretazioni
Il termine cuffia ha anche un altro significato. È infatti la parte della cinta di una città. Quindi, secondo altre interpretazioni, passare per il rotto della cuffia significherebbe passare attraverso una piccola breccia aperta nelle mura.

Questa interpretazione sembra avvalorata da alcuni versi delle Satire di Ariosto, dove però la parola cuffia è sostituita da muro.
Uno asino fu già, ch'ogni osso e nervo
Mostrava, di magrezza; e entrò, pe 'l rotto
Del muro, ove di grano era uno acervo;
E tanto ne mangiò che l'èpa, sotto,
Si fece più d'una gran botte grossa

Conclusione
In base al significato che diamo alla parola cuffia possiamo avere due diverse interpretazioni.
Se per noi la cuffia è una parte dell'armatura, allora ci riferiamo a una vittoria risicata durante una giostra.
Se per noi invece la cuffia è una parte di cinta della città, allora ci riferiamo a un passaggio, a una breccia.


E a voi è mai capitato di fare qualcosa  per il rotto della cuffia?


12 commenti:

  1. Mi piace di più l'origine riguardante la giostra cavalleresca! :)
    Comunque sì... fin troppe volte sono riuscita per il rotto della cuffia! :D
    Bel post. :)

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    1. Grazie!
      Eh, le singolar tenzoni dei cavalieri hanno sempre il loro fascino!

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  2. Non immaginavo proprio che la cuffia potesse essere intesa come muro di cinta. Nevertheless, preferisco decisamente quest'ultima come immagine.

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    1. Non lo immaginavo nemmeno io, se devo essere sincera!

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  3. Per me vincono i cavalieri, per il rotto della cuffia!

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    1. Rimandano alla mia adorata epoca medievale, quindi anch'io sono di questo avviso!

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  4. Penso sia una cosa che capita molto spesso a chi come noi lavora con le deadline.

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    1. Sono d'accordissimo! Per quanto ci si impegni per portarsi avanti, spesso si finisce con il concludere per il rotto della cuffia!

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  5. Mi ero sempre chiesto quale fosse l'origine di questa espressione e adesso finalmente lo scopro.
    Per il rotto della cuffia... uhm... mi piacerebbe poter dire che l'azienda in cui lavoro si salverà per il rotto della cuffia... lo spero almeno.

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    1. Lo spero anch'io per te e per tutti i tuoi colleghi.
      Per citare altre espressioni di cui ho già parlato, "in bocca al lupo" e "incrociamo le dita".

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