Come vi avevo già annunciato, questo mese la rubrica Poesia
non si occupa di figure
retoriche e metrica, ma torna, come non accadeva da un po', a presentarvi un mio
testo.
Il fatto è tutt'altro che casuale e deriva da un evento
curioso. Ho infatti deciso di raccogliere
una sorta di sfida che mi è stata
proposta da Menno van Dam (il pittore con cui ho collaborato per la video
poesia I limoni di Montale e la traduzione
di Buenos Aires 1899 di Borges).
Lui ha dipinto per me il quadro Uccelli
e mi ha poi chiesto se avevo voglia di scrivere un componimento poetico
ispirato alla sua pittura. Inizialmente sono stata molto restia, sia perché non
mi ritengo una poetessa degna sia perché in questo periodo io e la scrittura
siamo un po' in combutta, ma alla fine ho deciso di tentare e quello che vi
propongo oggi è il risultato di questo esperimento.
Eccolo qui!
Volo d'uccelli.
La libertà è un volo d'uccelli
precluso a chi ha ali spezzate.
Per chi ha perso i suoi sogni
la condanna è un claudicante cammino,
senza fuga né liberazione.
In balia d'ogni predatore,
nelle strade infangate della vita,
rimane un animo ferito,
pesante zavorra
che impedisce nuovi sbatter d'ali.
Permane solo nei ricordi
il tempo dei voli,
delle speranze dolci
e delle amare illusioni,
quando cielo e mare
erano un tutt'uno d'azzurro
nella serena incoscienza
di alberi ancora senza radici,
di vite ancora senza vincoli.
Da soli costruiamo
la gabbia che ci imprigiona:
cercando protezione
troviamo prigione senza scampo.
E invecchiamo nel cuore
prima ancora che le rughe
ci colgano impreparati,
rimanendo silenti osservatori
di una vita non più nostra.
Incapaci di sognare,
siamo come uccelli smarriti,
dimentichi che il loro destino è il volo.
Ma, se la gabbia è nostra,
nostra è anche la chiave
e, forse, la porta sulla libertà
è già aperta:
dobbiamo solo riprendere il volo.
Per chiudere il post, ringrazio Menno Van Dam per avermi concesso l'utilizzo del
suo quadro come supporto visivo per la lettura e, soprattutto, per essere stato
con la sua opera d'ispirazione per i miei versi.
Spero inoltre di aver regalato a tutti voi meno di due
minuti di poesia capaci di sfiorare
almeno un po' qualche corda dell'anima (complici la voce e le
immagini).
E, soprattutto, vi auguro di poter sempre dispiegare le vostre ali!
Bella poesia, Romina. Mi piace anche il quadro di Van Dam. Stamani mi sono svegliato con una frase d Proust in testa che continua a riecheggiare in me: "Gli unici paradisi sono quelli perduti". Questa poesia in qualche modo la sento collegata.
RispondiEliminaGrazie...
EliminaLa frase di Proust è molto bella e anche a me sembra collegata! Anche se la mia poesia termina nella speranza (l'ultima strofa l'ho aggiunta dopo tante revisioni), di fatto credo si possa apprezzare la felicità solo perdendola, purtroppo, o comunque quando si avverte che è effimera.
Mi piace! E descrive perfettamente la condizione esistenziale di un paio di persone che conosco. Sigh...
RispondiEliminaGrazie. Spero allora che queste persone trovino la forza per ricominciare a volare.
EliminaGrazie per questo regalo, ciao! ;)
RispondiEliminaDi niente! Mi fa sempre piacere inventare qualcosa di nuovo.
EliminaMolto bella e molto tua.
RispondiEliminaCredo non mi si potesse fare complimento più sentito. Grazie.
EliminaMolto bella.
RispondiEliminaquando cielo e mare
erano un tutt'uno d'azzurro
Grazie!
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