Oggi sono qui per presentarvi un nuovo post di La
biblioteca dimenticata, rubrica fissa sul mio blog curata da
Davide Rigonat, il blogger
che gestisce La casa della
nebbia.
L'elenco dei libri di cui si è occupato nei post precedenti è alla fine
di questo post.
Oggi ci parlerà de Il
grande Meaulnes di Alain-Fournier.
Lo ringrazio e gli cedo subitissimo la
parola!
Il grande Meaulnes di Alain-Fournier
Cari amici,
eccoci qui ad una nuova puntata della Biblioteca Dimenticata. Questa volta
voglio parlarvi di un romanzo molto famoso oltralpe, ma che da noi ultimamente
è stato un po' trascurato. Sto parlando de Il Grande Meaulnes, primo e unico romanzo di Alain-Fournier.
Pubblicato nel 1913 dopo che l'autore ci aveva lavorato sopra per quasi otto anni, ha subito riscosso un notevole successo in patria, un successo vero e duraturo, tanto che non solo è stato inserito al nono posto nella classifica dei 100 migliori libri del secolo (scorso) stilata da Le Monde, ma è stato anche oggetto di ben due trasposizioni cinematografiche (rispettivamente nel 1967 e, più recentemente, nel 2006).
In Italia esso fu apprezzato e pubblicato più volte ed
in particolare negli anni '60 del secolo scorso (fu pubblicato per esempio da
Garzanti nel '65 e dai Fratelli Fabbri nel 1968). Ultimamente è stato oggetto
di varie ristampe (tra le altre, nel 2006 sempre dalla Garzanti e nel 2013 dalla
Feltrinelli) che, spero, lo faranno conoscere anche alle nuove generazioni. Io
personalmente ho letto la versione dei F.lli Fabbri del '68, con traduzione a
cura di Maria Gallone. Segnalo anche che alcuni editori (tra cui Mondadori)
hanno pubblicato il libro con il titolo Il Grande Amico.
Su Alain-Fournier c'è poco da dire, anche perché,
purtroppo, morì molto giovane.
Nato a La Chapelle-d'Angillon il 3 ottobre 1886
(il suo vero nome era Henri Alban Fournier),
morì, vittima della Prima Guerra Mondiale, a solo ventisette anni, il
22 settembre 1914, durante la battaglia di Les Éparges. Si era arruolato poco
più di un mese prima.
Alain-Founier riuscì a completare un solo romanzo, Il Grande Meaulnes appunto, ma in esso egli traspose tutta la sua vita,
così che esso veramente rappresenta in pieno la vera biografia dell'autore
stesso.
Il fulcro di tutta l'opera è il momento di passaggio dall'adolescenza all'età
adulta, con tutta la sua magia e le sue contraddizioni. È intorno a
questa specie di vago sogno, infatti, che tutti i protagonisti si muovono e
sarà proprio con la fine dell'adolescenza che si concluderà la grande
avventura.
La storia, raccontata
in prima persona dal quindicenne François Seurel, comincia con l'arrivo
a casa sua del giovane Augustin
Meaulnes, detto il grande
Meaulnes per essere riuscito a sopravvivere al fratello minore dopo un
bagno fatto in uno stagno malsano. Augustin, diciassettenne misterioso e
orgoglioso, viene messo a pensione dai Seurel e diviene così compagno di classe
e di stanza di François. Fra i due nasce una
grande amicizia, che alimenta nel più giovane la fame di avventura e di
ribellione tipica degli adolescenti. Un giorno però Augustin si
allontana senza permesso e si smarrisce, ritrovandosi in una misteriosa dimora
in cui è in corso una grande festa per festeggiare
il prossimo arrivo del figlio del padrone, Frantz de Galais, con la sua
fidanzata. Durante questa occasione, Augustin incontra una donna bellissima di cui si innamora
perdutamente. Ella si rivela essere la sorella del festeggiato, Yvonne. Dopo un
suo fugace incontro con Frantz, la festa finisce all'improvviso e Meaulnes
torna in qualche modo presso la scuola. Messo François a parte della sua grande
avventura, i due passano l'estate cercando di ritrovare il luogo misterioso,
cercando anche di tracciare una mappa, che però una sera viene loro rubata da
un misterioso zingaro bendato… A questo punto mi fermo, anche perché non voglio
raccontarvi come va a finire la storia. Vi basti solo sapere che i destini di
Augustin, di François, di Yvonne, di Frantz e di Valentine, la sua fidanzata,
si intrecceranno in molti modi, alcuni felici ed altri drammatici, fino a
quando il nostro narratore non si
renderà conto che, alla fine, la grande avventura è finita.
Come dicevo, questo libro costituisce la vera biografia dell'autore. Fournier
era infatti figlio di due istitutori e, dopo aver studiato nella scuola del
padre, si trasferì a Parigi, a Bourges e di nuovo a Parigi per proseguire gli
studi. Qui incontrò e strinse amicizia con personaggi quali Jacques Rivière,
che divenne il suo migliore amico e che sposò la sua sorella minore, Isabelle,
André Gide, Charles Péguy, e Paul Claudel. Sempre a Parigi, nel corso di una
passeggiata sulla Senna, nel 1905 Alain-Fournier ebbe un fugace incontro con Yvonne Quiévrecourt, di cui si innamorò
perdutamente e da cui trasse il personaggio di Yvonne de Galais. Questo amore
si rivelò però impossibile: lo scrittore riuscirà infatti a rivederla solo
molti anni dopo, già sposata e con due figli. Amerà poi anche una certa Annette, femme-fatale da cui
trarrà ispirazione per il personaggio di Valentine, la fidanzata di Frantz de
Galais. La biografia dell'autore di fatto si ferma qua: la morte lo colse poco
dopo sui campi di battaglia.
Precursore e
aprifila del racconto di passaggio dall'adolescenza all'età adulta, il
romanzo si articola in tre parti ed è caratterizzato da capitoli spesso molto
brevi e focalizzati su un singolo accadimento. Dal punto di vista temporale, la
narrazione copre un lasso di tempo di
circa 6 anni, anche se, specie tra la seconda e la terza parte, in più
occasioni si ha l'impressione che non ci sia un gran salto temporale. Lo stile
è comunque piacevole e rispecchia il tema del libro: come l'adolescenza, esso è alle volte scostante e misterioso,
talvolta anche apparentemente semplicistico. I protagonisti e il loro
modo di agire (o di non agire) possono apparire, al lettore moderno,
impacciati, timorosi, alle volte irresponsabili, ma, se cerchiamo di leggere le
loro azioni con lo sguardo di un loro coetaneo (e teniamo conto della diversità
dei tempi), ecco che esse diventano pienamente plausibili e logiche. Il fulcro è così chiaro, che
tutto ciò che è contorno passa in secondo piano: esempio per tutti è il mondo degli adulti, che qui appaiono
solo sullo sfondo e non apportano praticamente alcun contributo,
apparendo anzi spesso come figure ingessate, prive di iniziativa e/o di
capacità di agire ed incidere.
Per concludere, vi
consiglio caldamente la lettura di questo libro (peraltro non particolarmente
lungo) che ha influenzato ed è stato apprezzato da schiere di scrittori nel
corso di tutto il secolo.
Concludo
ringraziando ancora una volta Davide per il bellissimo intervento che ci ha
consentito di conoscere questo libro.
Di seguito i link
a tutti gli altri testi di cui ha parlato Davide:
- "Dafni e Cloe" di Longo Sofista: il più importante romanzo greco
- I libri di Andre Norton: tra fantasy e fantascienza
- "Il Papa" di Giorgio Saviane - Prima parte e Seconda parte
- "Palomar" di Italo Calvino: un viaggio verso la saggezza
- "La vera storia di Ah Q" di Lu Xun: un'ironica ed efficace denuncia sociale
- "Il Conte Lucio" di Giuseppe Marcotti: un romanzo storico tra ipocrisia e corruzione nel 1700
- "Jacques il fatalista" di Denis Diderot - Prima parte e Seconda parte
Note: La foto usata come sfondo del banner è da attribuire a Luciano
Caputo (vedi CC nel link).
Hanno parlato di questo articolo:
Hanno parlato di questo articolo:
- "Dersu Uzala" di Arsen'ev: l'esploratore e l'uomo della taiga
- "Casa di bambola" di Henrik Ibsen: drammi sociali nel teatro
- "Il paradiso perduto" di John Milton: poema epico con Satana come eroe
- "Centomila gavette di ghiaccio" di Giulio Bedeschi: il dovere del ricordo
- "L'immoralista" di André Gide: un sordo e indistinto bisogno di vivere
- "La figlia del Reverendo" di George Orwell: cambiare se stessi e non cambiare niente
- "Inferno" di Johan August Strindberg: tra narrativa e autobiografia
- "Amore" di Inoue Yasushi: viaggio nel mondo interiore dei personaggi
- "La biblioteca dimenticata - Un anno e mezzo di recensioni sparse" di Davide Rigonat - ebook gratuito
- "La biblioteca dimenticata - Due anni di recensioni sparse" di Davide Rigonat - ebook gratuito
Tragica fine quella di Fournier, che mi ricorda quella di un giovane giornalista e poeta inglese, di cui purtroppo non ricordo il nome, autore della poesia The Soldier, ucciso nei primi anni della Seconda Guerra Mondiale.
RispondiEliminaGià, lo puoi dire forte! È vero che in guerra c'è sempre qualcuno che deve morire per primo, ma, come si dice... che sfiga!
EliminaE chissà quanti capolavori sono morti con lui... proprio una sorte triste...
EliminaGrazie di questa recensione, Davide, perché hai portato in prima fila un libro che possiedo da anni ma che ho finora relegato in uno scaffale senza quasi aprirlo. Ho saltato la parte del post dove esponi la trama perché penso sia arrivato il momento per me di porre rimedio a questa mia mancanza. Inoltre mi hai permesso di sapere qualcosa del suo autore, di cui ignoravo tutto compreso la tragica fine.
RispondiEliminaIo ho l'edizione Mondadori del 1971, con illustrazioni di Guido Bertello e il titolo "Il grande amico".
Figurati! Spero ti piacerà.
EliminaPerò... vedi l'acume delle nostre case editrici? Nella biblioteca di mio padre c'era questo "Il grande Meaulnes", titolo che già da adolescente mi ispirava un sacco (anche se poi l'ho letto molti anni dopo). Se ci avessi trovato un "Il grande amico", sinceramente mi sa che non me lo sarei filato neanche di striscio. Tempo fa ho anche scritto un post sul mio blog in merito a "L'importanza del titolo"... Mah!
Pensa stanotte che sogno assurdo ho fatto. Prendevo in mano la mia copia de"Il piccolo amico", che però nel mio sogno era stato curato nella versione definitiva dalla moglie (!) di Fournier e sulla copertina il nome della donna (un nome francese che non ricordo) precedeva addirittura quello del marito.
Elimina@Davide: Be', in effetti, molto meglio "Il grande Meaulnes", sono d'accordo!
Elimina@Ivano: Sogno premonitore del fatto che le donne prenderanno presto il potere? Ahahah! Scherzo.