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domenica 12 aprile 2015

Endiadi

Endiadi: due è meglio di uno.

Nel post di oggi vi parlo di una figura retorica non molto conosciuta, forse, ma abbastanza particolare: l'endiadi.


Che cos'è l'endiadi?
Endiadi è un termine che viene dal greco e significa letteralmente uno per mezzo di due. Consiste nell'uso di due parole coordinate per esprimere un concetto. In genere si tratta di due sostantivi usati al posto di un sostantivo accompagnato da un aggettivo o da un complemento di specificazione (che formavano una diade).
Si tratta quindi di una figura retorica che usa due termini coordinati al posto di due termini in rapporto di subordinazione.

La forza espressiva dell'endiadi sta nel creare una connessione fra significati combinando una coppia di parole per esprimere un concetto unitario.

Qualche esempio
Espressioni di uso comune, come fuoco e fiamme oppure chiaro e tondo, sono endiadi ma sicuramente meno profonde di altre. L'esempio più bello viene, secondo me, da A se stesso di Giacomo Leopardi:
Amaro e noia
La vita, altro mai nulla
e fango è il mondo
Si potrebbe scrivere un saggio intero sui possibili significati e le sfumature di senso nascoste da quell'amaro e noia. Avrebbe potuto scrivere noiosa amarezza  o amara noia ed ecco sciolta l'endiadi.

Due tipi di endiadi
Per cercare di riassumere la complessità del tema, io (ma sottolineerei io) direi che possono esserci due tipi di endiadi:
  • quelle che sono di fatto delle ripetizioni di significato mediante due sinonimi riferiti a uno stesso concetto (es.  fuoco e fiamme; ma anche Movesi'è vecchierel canuto e bianco di Petrarca);
  • quelle che effettivamente sostituiscono a una coppia sostantivo-aggettivo o sostantivo-complemento di specificazione una coppia coordinata composta da due sostantivi (es. amaro e noia di Leopardi).

Inutile dire che, secondo me, solo le seconde sono vere e proprie endiadi in quanto rispondono pienamente alla definizione di questa figura retorica, ma anche le prime sono considerate tali, quindi io ve le ho riportate entrambe.

E l'endiatri?
Ebbene sì, oltre all'endiadi esiste anche l'endiatri. È una figura retorica simile all'endiadi ma che prevede l'uso di tre termini al posto di due. Visto che dubito che le dedicherò mai un post, ho pensato di citarla qui.

Conclusione
In questo breve post spero di avervi chiarito le idee sulla figura retorica dell'endiadi. E voi? L'avete mai usata? La conoscevate?





8 commenti:

  1. Forse tendo ad abusarne... e del primo tipo, ovviamente, quello meno "alto" XD
    Mannaggia! Anzi... focca la bindella!

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    1. Mi sa che ne abuso anch'io! Però mi fa piacere vedere che fai tesoro del contenuto dei miei post! Grazie!

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  2. Bellissimo il nome di questa figura retorica! *_*
    Io penso di utilizzarla spesso quando parlo. anche se non saprei portarti un esempio pratico al momento! :°D

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    1. Siamo tutti dei poeti spesso... e senza nemmeno accorgercene!

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  3. Io sono quella che deve stare attenta alle esagerate aggettivazioni, di "endiadite" non sono ammalata. :-)

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    1. Ma hai l'"aggettivite"? Ahaha! Dai, tutto (o quasi) si cura!

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  4. Si puo' dire "endiadi urbana"per riferirsi a due paesaggi di una stessa citta'?

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    1. Benvenuta/o sul mio blog, Franci!
      Il termine "endiadi" si usa solo (che io sappia) per indicare la figura retorica. Forse però puoi utilizzare una endiadi per riferirti ai due paesaggi (o usarne varie per descrivere entrambi, ancora meglio). Spero di esserti stata di aiuto!

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