Pagine

martedì 28 agosto 2018

"Lui è tornato": un film che ci insegna che tutto può succedere ancora


Non amo le recensioni, ormai lo sapete e, per quel che ne ho memoria, non ho mai scritto qui la recensione di un film. Non che questa sarà una recensione, in realtà, ma… va be', è da un po' che voglio parlarvi di Lui è tornato (Er ist wieder da) e quindi eccomi qui.

Il film è abbastanza famoso (è uscito nel 2015 ed è tratto dal bestseller omonimo di Timur Vermes), comunque per chi non lo sapesse, è la storia di cosa succederebbe se, improvvisamente, in Germania ricomparisse Hitler (il lui del titolo). Sì, avete capito bene, proprio Adolf Hitler. La cosa più interessante di questo film è che molte scene sono improvvisate con gente comune incontrata per strada, quindi racconta davvero la reazione della Germania a un ritorno del suo più celebre dittatore. Il post potrebbe contenere qualche piccolo spoiler (anche se ho cercato di evitare), quindi vi consiglio di vedere prima il film.


Dato che non si tratta di fantascienza, la maggior parte delle persone è convinta che si tratti di uno scherzo e che Hitler sia semplicemente interpretato da un bravissimo attore molto preparato, ma… e se non fosse così? Hitler ritorna nella storia moderna e propone esattamente quello che propose a suo tempo. Semina odio nei confronti di alcuni gruppi sociali, si comporta da dittatore, ma… tutti sembrano dargli spago. Ridono di lui come di un comico, ma dimostrano anche di volerlo seguire, fino alla fine. Fino al rischio di ripetere una triste storia già scritta.

Il film, proprio anche perché ricco di riprese improvvisate, non è tecnicamente perfetto e non ha un montaggio o una fotografia mozzafiato, ma fa dannatamente riflettere. Soprattutto la scena finale sul tetto che, se ci penso a distanza di alcuni mesi dalla visione, ancora mi mette i brividi.


Ma perché vi parlo di questo film? Ve ne parlo perché mi fa paura quello che sta succedendo in Italia e nel mondo. Mi spaventa questa corsa all'odio. Sui social ormai noto sempre più spesso che ognuno cerca di sposare delle battaglie e troppo spesso finisce per criticare chi sceglie una battaglia diversa dalla sua. Vi faccio degli esempi? Ho visto gente insultare persone che facevano post per salvare gatti e cani maltrattati, incolpandoli che ci sono bambini che muoiono di fame. Ho visto persone fare campagne per raccogliere fondi per bambini, dire che gli omosessuali sono la causa di ogni male del mondo. Ho visto gente difendere i diritti di gay e lesbiche e poi chiedere a gran voce la morte della gente sui barconi. Ho visto persone difendere gli stranieri e augurare la pena di morte a chi la pensava diversamente. Insomma, tutti pronti a farsi eroi di qualcuno, paladini di una giustizia personale che però ha confini troppo stretti.

Hitler è tornato nel film e non tornerà nella realtà, ma nuovi potenziali dittatori nascono ogni giorno e, da soli, non sono affatto pericolosi, ma se trovano il giusto terreno d'odio, se riescono a far credere alla folla che possono liberarla da ciò che considerano il male (qualunque esso sia) allora il tutto si fa molto più pericoloso. Il fatto è che è difficile rendersene conto, all'inizio, perché in fondo siamo tutti un po' estremisti su alcune cose e per difendere ciò che crediamo giusto potremmo tranquillamente schiacciare qualcuno lungo il cammino, anche senza volerlo. Dobbiamo fare molta attenzione.

E ricordate, grazie a queste bellissime parole di Primo Levi:

Non iniziò con le camere a gas. Iniziò con i politici che dividevano le persone tra “noi” e “loro”. Iniziò con l’intolleranza e i discorsi d’odio. E quando la gente smise di preoccuparsene, divenne insensibile, obbediente e cieca.

E infine vi lascio con le graffianti parole del sermone del pastore Martin Niemöller che ci insegnano che anche non fare niente di fronte all'ingiustizia è una colpa:

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Spero con questo post di avervi lasciato uno spunto di riflessione, guardate il film o cercate anche solo in rete la scena finale sul tetto. Se siete ancora esseri umani (e lo siete, perché i miei lettori sono super!), vi verranno i brividi, perché non si può restare indifferenti. Perché quello che è stato, potrebbe succedere ancora. E non è mai colpa di un uomo solo. Mai.


4 commenti:

  1. Cara Romina, per fortuna è ritornato solo nel film!!!
    Ciao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già! Direi che ci sono già tanti problemi anche senza un vero ritorno di Hitler!

      Elimina
  2. Hai dannatamente ragione... a me avevano detto che il film mi avrebbe fatto star male, ma in realtà non è stato così traumatico. Purtroppo la cosa veramente traumatica è leggere i post di... (beh, hai capito chi, il politico, non voglio rovinare il tuo blog con il suo cognome) e della gente che gli dà ragione. Quelli sono nella realtà, non è un film, e sinceramente mi terrorizza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma infatti non è il film in sé a far star male, ma il fatto che la realtà in cui viviamo non è poi così diversa, purtroppo...

      Elimina