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giovedì 30 agosto 2012

Raymond Carver e "Il mestiere di scrivere"


Raymond Carver e “Il mestiere di scrivere”: una sintesi di quello che ho imparato leggendo questo libro

Raymond Carver non è sicuramente tra gli autori che hanno lasciato un segno nella mia carriera da scrittrice o nella mia personalità, anche perché fino a non molto tempo fa ignoravo la sua esistenza e fino a poche settimane fa non avevo letto niente di suo. E, lo so, ero forse l’unica al mondo.
 Per questo vi avviso che nel post di oggi non parlerò dei libri di Carver e non parlerò di lui come scrittore di racconti e/o poeta, ma mi limiterò al solo suo libro che ho letto, cioè Il mestiere di scrivere. Ci tengo a fare questa precisazione, visto che il libro non mi è piaciuto molto e io intendo giudicare questo libro e non l’intera produzione di Carver e ancor meno Carver stesso.


Un manuale di scrittura?
Ho scelto di leggere questo libro a seguito di molti articoli letti in vari blog che ne parlavano come un testo vitale per chi ama scrivere. Insomma, un must. Paragonato come livello a On writing di Stephen King che ho letto l’anno scorso e amato molto, anche se non ne ho parlato sul blog (magari un’altra volta!). Intendiamoci, il libro in sé e interessante. Se io avessi voluto leggere una strana biografia su Carver, questo libro sarebbe stato quasi perfetto, però io l’ho preso tra le mani sperando di imparare qualcosa sulla scrittura e le mie speranze sono state in gran parte disattese.
Se fossi partita con altre premesse, forse mi sarebbe piaciuto molto di più.

Tutta colpa della prima frase della quarta di copertina
Gran parte della colpa, a mio avviso, va alla prima frase della quarta di copertina:
Esercizi di scrittura creativa, lezioni, istruzioni per la composizione di una short-story, note sull’arte della concisione. [Testo tratto da Il mestiere di scrivere  di Raymond Carver, edito da Einaudi, dalla quarta di copertina]
 Una scrittrice in continua ricerca di consigli per migliorare e logorroica compulsiva, leggendo questa frase si immagina di imparare tantissimo e trovare suggerimenti utili, cosa che, almeno nel mio caso, poi non è successa. Insomma, mi sono sentita un po’ tradita, è come quando ti promettono una mousse al cioccolato e poi ti portano un croissant: per quanto buono possa essere quel croissant non era quello che ti aspettavi!

Gli esercizi di scrittura (?)
Per esempio, gli esercizi di scrittura nell’ultima parte del libro sono più dei consigli di lettura che rimandano a racconti di Carver in cui sono state usate certe tecniche! Insomma, non ci sono suggerimenti pratici originali e interessanti.

Vi riporto qui uno degli esercizi:
Sia essa verbale o non verbale, diretta o indiretta, la comunicazione raramente è facile nei racconti di Carver. Scrivete una storia in cui uno o più personaggi cercano di comunicare. Esempi: Sacchetti; Di cosa parliamo quando parliamo d’amore: DCP. Cattedrale: CAT. Pasticcio di merli: CHU.

[Testo tratto da Il mestiere di scrivere  di Raymond Carver, edito da Einaudi, Esercizio n° 4 della sezione a) Trama e situazione, pag. 153]
Riassumendo, l’esercizio dice che Carver parla di comunicazioni non facili e mi chiede (ci chiede) di scrivere una storia con dei personaggi che comunicano tra loro?! E dove sarebbe il suggerimento? Qual è lo spunto per sperimentare? I personaggi in genere comunicano, no? Boh, sarò io che non capisco…

Lezioni di scrittura (?)
Le lezioni riportate nel testo sono delle trascrizioni di lezioni di Carver e sono incentrate sui testi degli studenti, quindi poco applicabili al di fuori del contesto se non attraverso alcune generalizzazioni. C’è poi un elogio all’arte della concisione più che una serie di note pratiche applicabili e sperimentabili.
Il messaggio poi di Carver è che si può imparare a scrivere, ma che è un’arte che non si può insegnare. Dato che lui si è guadagnato da vivere insegnando mi sembra un po’ un controsenso, anche se lui lo motiva bene nel libro (questo lo devo riconoscere).

Una raccolta di saggi
La struttura del libro, che raccoglie vari scritti di e su Carver, non permette, secondo me, di farsi un’idea d’insieme e ripete varie cose in più passaggi. Inoltre, essendo composto da racconti di vita fatti in momenti diversi perde anche l’ordine cronologico e tutto diviene confuso. Insomma si tratta di una discreta raccolta di saggi, una confusa biografia, uno scarsamente utile manuale di scrittura. Il valore di questo libro dipenda da come lo si guarda e cosa in esso si cerca.  Ovviamente solo dal mio punto di vista. Carver non se la prenderà visto che la mia opinione vale ben poco e lui ha avuto denaro e successo, mentre io…

Le ragioni di questo post e un’anticipazione
Quando ho cominciato a leggere questo libro fantasticavo un post denso di cose da dirvi, ricco di entusiasmo e buoni propositi e invece ecco il risultato! Eppure ho finito di leggere il libro prima dell’uscita del programma del mese, quindi avrei potuto ripiegare su un altro libro. Perché non l’ho fatto? Perché qualcosa ho imparato e cioè che bisogna diffidare delle quarte di copertina e che non tutti i libri che fingono di essere manuali di scrittura poi lo sono e forse perché volevo sapere se invece a voi è piaciuto, perché (non è da escludere) può darsi che sia io a non aver colto la straordinarietà di questo libro. Quindi spero che qualcuno mi aiuti a rivalutarlo oppure confermi le mie teorie.

La parte più bella di questo libro è l’introduzione che Carver ha scritto per Il mestiere dello scrittore  di John Gardner, libro che poi ho deciso di leggere e sto leggendo proprio in questo periodo. Questi due libri hanno un titolo molto simile, ma sono molto diversi, comunque credo che anche di questo libro vi parlerò presto!



Aggiornamento del 3/09/2012
Sul blog Certi racconti sono un tiro mancino di Marco Freccero è apparso un bel post su Carver che offre un punto di vista molto diverso dal mio. Se vi va di dare un'occhiata, il post si chiama Raymond Carver e la pratica del non detto.


Hanno parlato di questo articolo:



26 commenti:

  1. Il titolo e la IV di copertina, così come la bandella sono una scelta dell'editore (quindi il marketing) e, di solito, non dello scrittore. Giustamente Carver dice che non si può insegnare lo stile perchè è legato alla vita di uno scrittore e, di conseguenza, uno scrittore vero e onesto con la sua scrittura può solo scrivere la propria biografia e non un manuale di scrittura. Che cosa insegnasse Carver non lo so, bisognerebbe capire "come" lo insegnava. Di lui ho letto qualche racconto ("Per favore, vuoi stare zitta? per favore") e la raccolta "Di che cosa parliamo quando parliamo d'amore", ma comunque non ne so molto. Mi informerò.

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    1. Io non sono contro le biografie, ci mancherebbe, però non mi piace che una raccolta di saggi (biografici) mi venga spacciata per manuale di scrittura... ecco tutto! Carver insegnava in modo interessante, a mio avviso, per quel che si può leggere nel libro. Si concentrava molto sui testi degli studenti (una cosa davvero encomiabile), solo che così il libro non è molto utile. Insomma, per me, è probabile che sia stato un ottimo insegnante ma uno scarso autore di manuali, comunque dovrò informarmi di più anch'io. Grazie per il commento.

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  2. Ricordo di averlo letto tempo fa ma sinceramente ne ho solo un vago ricordo. Deduco quindi che non mi abbia colpita in modo rilevante. Non credo nei metodi che insegnano a scrivere. Ho partecipato a delle lezioni di scrittura ma mi annoiavo terribilmente. Mentre mi sono molto divertita ad un corso di scrittura in giallo. Ho letto qualche racconto dell'autore e mi sono piaciuti, collocati nel loro contesto. Altro non so.
    Raffaella

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    1. Prima o poi leggerò alcuni suoi racconti, anche solo per vedere la sua tanto decantata capacità di sintesi. Secondo me, tutto può essere insegnato, entro certi limiti, magari prima o poi ne parlerò nel blog, chissà. Grazie.

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  3. Ho a suo tempo letto il manuale di Carver, giungendo alla conclusione che se Dio è grande, certamente il suo profeta è di gran lunga più grande di lui...
    Carver è stato abbracciato e adottato, e poi citato, e poi esaltato, e poi... fino allo sfinimento presso la meravigliosa scuola Holden di Torino, fondata da Alessandro Baricco. Prima ancora immagino che la stessa sorte sia accaduta a Carver e ai suoi testi negli States. Il risultato è che è diventato sostanzialmente impossibile distinguere il lavoro di Carver come scrittore - che pure merita - dalla sua attività come formatore di nuovi autori. Gran parte degli autori contemporanei italiani - e non solo - sono stati letteralmente "formati" sulle forme, i modi e le caratteristiche narrative di Carver. Il manualetto citato è stato "assemblato" cercando di trasformare le lezioni tenute da Carver in un "manuale". Ma Carver non credeva nei manuali e ancora meno nella possibilità di insegnare a scrivere e temo che il suo manuale, che ho da qualche parte in biblioteca rigorosamente letto ma mai riletto, sia utile come il famoso terzo dito pollice. Per non parlare degli involontariamente comici "esercizi", che hanno senso soltanto se compiuti in presenza del docente. A mio personalissimo parere, un altro colpo della famosa banda di "Stile Libero" : )

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    1. Anche secondo me Carver è contrario ai manuali, per questo ritengo ancora più sbagliato assemblare alcuni suoi saggi e interventi e metterli sotto l'etichetta "manuali di scrittura"! Tutto il problema di questo libro infatti deriva dal divario tra il suo scopo dichiarato e il suo contenuto, tutto qui! Non è un brutto libro, solo che non è un manuale di scrittura, secondo me.
      Il tuo commento però è molto articolato e interessante. Grazie di essere passato.

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  4. È soprattutto un libro che illustra la forza della scrittura, il suo impatto su Carver, l'urgenza che aveva di scrivere. E anche come sia rimasto umile con gli esordienti, evitando sia il cinismo che la cattiveria che spesso sono una costante di alcuni autori "arrivati". A me è piaciuto per la sincerità di Carver, mi è sembrato che guardasse a quello che ha scritto, al successo che lo aveva infine premiato, come a un evento inspiegabile. Divertente, ma inspiegabile.

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  5. Dimenticavo: "Cattedrale" è il libro forse migliore per avvicinarsi a Carver.

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    1. Benvenuto nel blog! Sono d'accordo sulle tante doti di Carver di cui hai parlato (l'urgenza di scrivere e l'umiltà verso gli esordienti soprattutto), infatti questo libro ha dei lati positivi, quando non si vuole vederlo come un manuale di scrittura.
      Ho messo "Cattedrale" tra i libri da leggere in futuro, forse lo devo a Carver dopo questo post... grazie per i commenti e per aver portato un punto di vista diverso!

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  6. Ho ignorato l'esistenza di questo signore fino a oggi, perciò al mondo sono rimasta solo io a non aver letto niente di suo!
    Che la scelta di presentare il libro come un manuale di scrittura e non come una biografia sia stata dettata dal fatto che i manuali si vendono meglio?

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    1. E io che credevo di essere l'ultima rimasta! Invece potevo restare in tua gradevole compagnia! Comunque un libro letto insegna sempre qualcosa, anche quando delude le aspettative.

      Credo tu abbia individuato la strategia di marketing! Se devo essere sincera, ha funzionato: io credo che non avrei mai letto una raccolta di saggi autobiografici su Carver, ma non ho esitato a leggere il suo "manuale di scrittura"! Brava! Grazie per il commento!

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  7. Ciao Romina, effettivamente "Il mestiere di scrivere non si può considerare un manuale di scrittura creativa, ma, appunto, una raccolta di lezioni e spunti di Carver. Vorrei che rivalutassi questo scrittore. Sono d'accordo con Marcofreccero quando ti suggerisce di leggere "Cattedrale". Credo che sarà una bella sorpresa. Oppure, prova con la raccolta "Principianti", della quale in particolare ti consiglio i racconti "Una cosa piccola ma buona", "Con tanta di quell'acqua a due passi da casa", "Dì alle donne che usciamo", "Perchè non ballate?". Ho parlato di Carver nel mio blog, ti mando il link: http://preferiscoleggere.blogspot.it/2012/05/carver-oggi-sarebbero-stati-74.html Ciao!

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    1. Finalmente il mio guasto a internet si è risolto e posso rispondere ai commenti!
      Prima ho letto il tuo post e mi sembra che Carver sia un autore che ami particolarmente.

      Come ho detto in un commento precedente, ho in mente di leggere un suo testo, se riesco prima della fine dell'estate altrimenti in futuro e poi ne riparlerò, perché in ogni caso non ho nulla contro Carver e nemmeno contro "Il mestiere di scrivere". L'unico motivo per cui posso criticare questo libro è il fatto di aver deluso le mie aspettative.

      Insomma, Carver avrà un'altra possibilità, vedrai! Grazie del commento "pro-Carver": ci voleva!

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  8. Io nei manuali (non solo di scrittura, ancora non ne ho letto uno) o nelle guide che si trovano su internet, quello che cerco è l'esperienza dell'autore. Al di là dei consigli pratici, sapere come l'autore è riuscito nell'obiettivo che si era proposto, quali strumenti ha utilizzato, quali occasioni ha saputo sfruttare, come si è mosso nel suo settore, quali strategie ha usato, lo trovo molto più interessante. Quindi, magari, se il manuale piuttosto che spiegare "come scrivere", spiega "come Tizio è diventato scrittore" potrebbe essere comunque interessante. Questo a prescindere dal manuale di Carver, che non conosco.

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    1. Per molti versi, hai ragione. Per esempio, "On writing" di King è un manuale di scrittura, a mio avviso. Dà alcuni consigli su come scrivere e poi racconta anche come King è diventato scrittore. Ovviamente è interessante, anche perché molti scrittori affermati sono partiti dal nulla ed è sempre fonte di speranza vedere che dal nulla si può uscire! Ah ah ah!

      In questo caso però si parla quasi esclusivamente della vita di Carver e non significa che per questo il libro non sia interessante, solo che non lo definirei "manuale di scrittura". Se voglio leggere una biografia, lo posso fare e trovarla molto interessante e così se voglio leggere una raccolta di saggi. Il mio dissenso deriva solo dal divario tra quanto promesso dalla quarta di copertina e quanto scritto nel libro. La stessa sensazione l'avrei avuta comprando la biografia di Carver per conoscere la sua vita e trovandoci dentro una raccolta dei suoi racconti!

      Grazie per il commento che ha permesso di vedere il problema sotto un nuovo punto di vista!

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  9. Ecco uno scrittore che mi piace moltissimo e che chi ama la lettura - e la scrittura - non dovrebbe fare a meno di leggere.
    La grandezza di Raymond Carver risiede nella capacità di registrare, nelle sue storie popolate da persone comuni impegnate a mantenere un lavoro che detestano o un matrimonio problematico, ogni dettaglio, da quello apparentemente più insignificante al più tragico, con la stessa intensità e precisione, neutrali e spassionate, usando un linguaggio scarno ma meticoloso che gli consente di rivelare verità improvvise con punte di liricità pari a quelle di un dipinto di Edward Hopper.

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    1. Sottoscrivo in pieno!

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    2. @Cinzia: Wow! Se ne parli così, non puoi che convincermi!

      @Carlo: Direi che Carver ti ha proprio conquistato!

      Vi prometto che prima o poi leggerò un suo libro e ne parlerò, dovete solo avere pazienza, perché ho una lista infinita di libri che voglio leggere!

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    3. Sì, è vero, è uno scrittore che ammiro molto e leggo sempre volentieri.
      Grazie il tuo articolo articolo, Romina, perché mi hai dato lo spunto per un breve post sul mio blog - che stava mettendo la muffa dato che dimentico di averlo per periodi di lunghezza imbarazzante.

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    4. Grazie a te per avermi citata! Appena ho visto il tuo post ho inserito un link nei trackback di questo post!
      Non dimenticarti del tuo blog proprio adesso, eh! Il 17 settembre capirai perché...

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  10. Ti consiglio di leggere "il bello scrivere" di Enrico Rulli.
    Quando ho letto le prime pagine, ho pensato che si trattasse di robaccia e l'ho accantonato. Successivamente l'ho ripreso e divorato, e ti dirò che l'ho trovato un ottimo manuale di scrittura.

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    1. Grazie per il suggerimento. Ho scritto il titolo nel mio elenco di libri da leggere. Prima o poi lo leggerò e devo dire che sono abbastanza curiosa! Grazie.

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  11. Di Carver ho letto solo Cattedrale, il libro che contiene il suo racconto più famoso (Cattedrale, appunto). Come scrittore è eccelso, ma forse un po' vittima della sua stessa fama. Secondo me, se vuoi farti un'idea dello scrittore, ti conviene leggere qualche racconto, per esempio il succitato.
    Ah, è noto che Carver fu spesso in contrasto con il suo editor. C'è una querelle in atto su chi fosse il "vero" Carver e quanto l'editing influì sul mito. Non ho però avuto modo di leggere i racconti nella versione originale, che comunque si trovano in circolazione. Anche per questo sono scettico sul libro che hai recensito - e, per estensione, alle memorie/lezioni di autori famosi.

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    1. Forse potrei proprio leggere almeno il racconto "Cattedrale", visto che ho una coda di lettura spaventosamente lunga e potrebbe passere molto tempo prima di leggere tutta la raccolta!
      Interessante la polemica sull'editing!
      Grazie per il commento.

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  12. Ciao Romina.
    Premetto che, secondo me, chi vuole davvero imparare a scrivere deve stare alla larga da manuali di scrittura, per quanto ben scritti possano essere (il pluricitato "On Writing" compreso). Comunque leggerli male non fa, e può eventualmente dare anche degli spunti. Io penso però che ci sia un unico modo per imparare a scrivere, cioè scrivere. E prima leggere, molto. Divorare. Tutto quello che c'è da sapere lo si trova leggendo chi ci ha preceduto. Citando Newton "vedo più lontano, perchè sto sulle spalle di giganti".
    Condivido la tua opinione su questo testo di Carver: da quel poco che conosco di questo libro, non condivido le idee che lui aveva sulla scrittura.
    Spesso viene poi citato a sproposito, assurgendolo quasi a sacro testo sulla scrivere, cosa che in effetti non è, dato che per esempio porta la visione assolutamente personale dell'autore, cosa che non può certo essere generalizzata.

    Marco Lazzara

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    1. Ho letto molti libri e alcuni manuali di scrittura. Sicuramente ho imparato più dai primi che dai secondi. Non esiste una ricetta per scrivere bene, altrimenti la impareremmo tutti, no?
      Insomma, condivido: servono tanta lettura e tanto esercizio!

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