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giovedì 25 ottobre 2012

Avverbi di troppo


Avverbi di troppo: evidentemente probabilmente utilizzati banalmente ed eccessivamente

Oggi, per la rubrica Errori da evitare, voglio parlarvi degli avverbi di modo. L’idea per questo post mi è venuta facendo un’interessante discussione con i partecipanti della Staffetta all’interno della Palestra di scrittura  sul forum Abaluth. Prima non ci avevo mai pensato e invece ora è una cosa a cui cerco di prestare molta attenzione: l’eccesso degli avverbi di modo. Tutti quei suffissi in -mente mi hanno sempre dato fastidio come effetto ridondante nella scrittura, ma non avevo mai pensato a un problema più di fondo che oggi cercherò di discutere con voi.


Un esempio pratico
Partiamo subito con un esempio:
Marta guardava attentamente la strada mentre guidava prudentemente sulla strada leggermente in salita. Cumuli di neve occupavano quasi completamente la carreggiata e la macchina avanzava difficoltosamente nel piccolo spazio che il solerte spazzaneve aveva celermente pulito per consentire il passaggio.

«Non arriverò mai in cima» sospirò sommessamente.
Ok, ho volutamente esagerato, ma spero di aver reso l’idea. Ora lasciamo Marta alle prese con la neve (che io sto aspettando!) e cerchiamo di capire come possiamo risolvere la situazione a livello stilistico. Perché, spero sarete d’accordo con me, non si può lasciare il testo così!

Una comoda scappatoia?
Gli avverbi di modo sono di fatto una rapida scappatoia per autori pigri. Oh, li uso anch’io, si intende, però cerco di limitarmi.  Con questo post non voglio infatti dire che gli avverbi di modo in -mente devono sparire dai vostri testi, semplicemente si possono limitare evitando così l’effetto fonico che provocano e soprattutto potete dimostrare che avete altri modi per dire le cose. Se ci fate caso, vi sorprenderete nel vedere quanti modi avete per evitare questi avverbi!

Alcune strategie
Vediamo un po’ alcune strategie che mi sono venute in mente per diminuire gli avverbi in -mente.

  • Soppressione senza pietà. A volte gli avverbi di modo servono al solo scopo di rendere ridondanti concetti già espressi. 

A che scopo dire:

Urlò fortemente?

L’urlo non rende forse l’idea della forza? Esatto, si può evitare l’avverbio, oppure si può dirlo in altro modo.

  • Riformulazione. Spesso il contenuto semantico di un avverbio può essere detto utilizzando altre parole.

Per esempio:
Lavorava attentamente.
Si può sostituire con:
Lavorava con attenzione.

  • Attenzione al non verbale. A volte si usa un avverbio per parlare di un’emozione o di uno stato d’animo, ma in letteratura esiste la regola base dello show don’t tell (mostrare e non raccontare), no? Ecco, usiamola per abbattere qualche avverbio.

Gli rispose furentemente.  
Potrebbe diventare:

Il suo volto era contratto in un ghigno rabbioso e una grossa vena gli pulsava in fronte mentre le rispondeva, dimenticandosi del tutto i suoi propositi di restare calmo.

  • Similitudini. Il modo migliore per evitare un avverbio di modo abusato è sostituirlo con una similitudine originale e innovativa. Un vero e proprio salto di qualità sull’asse banalità-originalità!

Camminava rumorosamente.
Può diventare:

Camminava e il rumore dei suoi passi mi ricordava lo zoccolio di una mandria imbizzarrita.
È una tecnica che non si può usare sempre (per non appesantire il testo con troppe immagini), ma a volte può dare quel tocco di particolarità al brano.

Torniamo all’esempio...
Torniamo ora alla nostra cara Marta sulla sua strada innevata e vediamo di salvarla. No, non dalla neve! Dagli avverbi!
Marta guardava con attenzione la strada mentre guidava / sulla strada che saliva su per la collina. Cumuli di neve occupavano quasi tutta la carreggiata e la macchina avanzava arrancando come una vecchia grassa e claudicante nel piccolo spazio che il solerte spazzaneve aveva / liberato per consentire il passaggio.

«Non arriverò mai in cima». Abbassò per un istante lo sguardo e parlò a bassa voce come per paura di ammettere con se stessa i suoi timori.

Vediamo nel dettaglio:
  • Attentamente --> con attenzione (riformulazione)
  • Prudentemente --> / (soppressione senza pietà)
  • Leggermente in salita -->  che saliva su per la collina (riformulazione)
  • Completamente --> tutta (riformulazione)
  • Difficoltosamente --> arrancando come una vecchia grassa e claudicante (similitudine)
  • Celermente --> / (soppressione senza pietà)
  • Sommessamente --> Abbassò per un istante lo sguardo e parlò a bassa voce come per paura di ammettere con se stessa i suoi timori (attenzione al non verbale)

Alcuni avverbi, come vedete, erano inutilmente ridondanti e quindi sono stati soppressi (li ho indicati con un barretta, /), altri sono stati riformulati in modo sintetico e alcuni invece sono stati spiegati meglio con una similitudine o concentrandosi sul non verbale. In alcuni casi è stato necessario modificare anche altre parti della frase e non solo l’avverbio (per esempio nell’ultimo caso non potevo lasciare sospirò se poi volevo aggiungere informazioni sul tono della voce, perché sarebbe stata una ripetizione).

Conclusione
Ovviamente è ovvio che queste non sono le uniche possibilità, ma spero di avervi dato qualche suggerimento utile. Voi come cercate di diminuire gli avverbi di modo nei vostri testi? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate!



Aggiornamento del 30 novembre 2012
Sul blog Penna blu c'è un guest post di Alessandro Cassano (quello del blog Obbrobbrio) dal titolo L'uso degli avverbi nella scrittura. Il suo punto di vista è diverso dal mio, ma molto sensato. Vi consiglio di leggere il suo post.



Hanno parlato di questo articolo:


23 commenti:

  1. Cough! Cough! (colpo di tosse imbarazzato). Ehm, per caso si parlava di uso eccessivo degli avverbi? Fiuu fiuu (labbra che fischiettano un motivetto tremolante cercando di simulare indifferenza).

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    1. Be', nel tuo commento non c'è nessun avverbio in "-mente"! Se prima ne usavi molti, forse hai imparato la lezione! Ah ah ah! Nei tuoi post non mi sono mai sembrati tantissimi, comunque.

      Sull'uso del non verbale nel testo scritto ti vedo invece molto preparato!
      Grazie per il commento.

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  2. Concordo con te. Gli avverbi sono una razza malefica da sterminare prima di vederli germinare. Me ne scappano durante la prima stesura, perché in quel momento mi interessa solo buttar giù la scena o il dialogo e alla forma non penso, ma rileggendo li elimino quasi tutti: cerco verbi più precisi, riformulo la frase o semplicemente (argh!) scopro di non averne bisogno in quel punto, perché il contesto già chiarisce quello che voglio dire.

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    1. Io predico bene, ma poi uso gli avverbi. Non tantissimi, però. Nel blog per esempio non presto un'attenzione assoluta a ogni aspetto (altrimenti pubblicherei un post l'anno, credo, sapendo quanto sono pignola!). Faccio il possibile con il tempo a mia disposizione. In narrativa invece cerco di prestare attenzione anche a tutti i dettagli e perfino agli avverbi da quando mi sono posta il problema!
      La cosa bella è che si può sempre migliorare!
      Grazie per essere passata!

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  3. Simpatico post :)

    Un altro problema degli avverbi è che creano rime involontarie. Basterebbe rileggere bene, o meglio ad alta voce, e ci si accorge di quanto stonino quelle frasi.

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    1. Sì, creano un effetto ridondante, simile a quello di una brutta filastrocca noiosa. La lettura ad alta voce aiuta molto, è vero! Grazie per il commento.

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  4. Grazie. Consiglio gradito.
    Raffaella

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  5. in questo momento non mi ricordo il mio uso sugli avverbi e trovo utile questo post.
    la nostra lingua è bella perché è anche piena di parole e una cosa che mi dispiace è vedere che spesso si usano le stesse parole per dire più cose per esempio quando si usa la parola "carino" (ho un'avversione verso questa parola)

    P.S.: Alla fine ho deciso di posticipare la data di scadenza al 6 novembre. visto che sei stata una lettrice assidua del mio secondo blog mi dispiacerebbe tanto se tu non partecipassi e poi permetterebbe ad altri di pensarci meglio. questo però sarà l'unico posticipo.

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    1. La nostra lingua è ricca ma poi si usano sempre le solite parole. Il vocabolario di base che costituisce quasi la totalità delle nostre conversazioni è composto da circa 2000 parole, se non ricordo male. In ogni caso, pochissime rispetto a quelle presenti nei dizionari!

      P.S. Anche se non avessi posticipato il concorso, avrei partecipato, pensavo di mandarti il testo domani. Comunque un po' di tempo in più non farà male a chi magari non ha ancora deciso se partecipare. Grazie.

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  6. credo che la demonizzazione dell'avverbio in -mente sia un po' figlia delle traduzioni un po' arbitrarie delle millemila guide di stile e di quello sputtanatissimo "on writing" che ha mandato in bad trip un milione di pseudoscrittori.

    Il problema si pone quando vogliamo rispettare lo scioudontell, una regola qualunquista quanto superficiale che ci avrebbe privati di talenti unici come quello del buon Fedor Dostoevskij, che ne "Il villaggio di Stepancikovo" ci descriveva un personaggio "seduto nella classica posa di chi non ha fretta" lasciando al lettore l'onere-piacere di costruirsi un'immagine nella mente.

    Ok, d'accordo sul fatto che evitare di ammorbare le balle del lettore con venticinquemila "lentamente" sia un buon passo avanti. Ma quando penso che "La solitudine dei numeri primi" - vincitore del premio Strega e del Campiello, mica pizza e fichi - contiene più di TRECENTO avverbi in "mente" di cui ben QUARANTAQUATTRO "LENTAMENTE"(!!!) mi chiedo se al lettore o alla critica questo stillicidio cacofonico importi veramente oppure no.

    E' solo musicalità, credetemi.

    Il demone non è l'avverbio in -mente. Il punto - di cui NESSUNO parla - è il modo in cui viene reso il complemento di modo.

    Perchè dico questo? Perchè tanti imbrattacarte hanno adottato il demenziale espediente di sostituire un "attentamente" con "con attenzione". Il risultato? Una scrittura parimenti mediocre. In questo caso appare chiaro che, sebbene abbiamo eliminato l'avverbio - il complemento rimane. Ed è il male.
    Bisogna schiodarsi di dosso la pigrizia che ci porta a spicciare una situazione in due parole, senza tuttavia cadere in lungaggini.

    Esempio: Tizio camminava lentamente sul marciapiede affollato -> Tizio camminava con lo sguardo perso nel vuoto. I passanti, come tanti automi bramosi di recarsi al più presto chissà dove, lo superavano senza risparmiargli spallate o spintoni.

    Scusatemi per la prolissità del commento. Devo rivestire i panni di insegnante di malascrittura prima che i miei tutorati mi scoprano :D

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  7. PS: l'abuso di "come" è talvolta più irritante di quello degli avverbi di modo.

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    1. Un commento davvero interessante. In effetti non avevo mai pensato a questo problema in termini di "complemento di modo". Sono consapevole che alcune forme di riformulazione che ho proposto non risolvono il problema alla radice, però servono a evitare i troppi avverbi di modo, ecco tutto. In un libro ce ne possono essere anche tantissimi. Da brava appassionata di numeri, mi verrebbe voglia di calcolare un rapporto tra il numero di avverbi e il numero totale di parole di un libro. Ma, tranquillo, non lo farò. Intendo solo dire che è anche una questine di "concentrazione". Un testo come quello di Marta, se continuasse così per anche solo un paio di pagine, sarebbe illeggibile, mentre 100 avverbi in un testo di 1000 pagine non danno alcun fastidio.

      Il concetto che esponi è molto interessante. Rifletterò bene su tutta la questione.
      E poi c'è un cosa su cui sono del tutto d'accordo: "Bisogna schiodarsi di dosso la pigrizia che ci porta a spicciare una situazione in due parole, senza tuttavia cadere in lungaggini".

      Grazie mille per il commento.
      E, per la cronaca, sul mio blog non esistono commenti troppo lunghi! Questo è il vantaggio di avere a che fare con una logorroica. Quindi dilungati pure, a me fa piacere!

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  8. Ok, ma fino a un certo punto. Preferisco "gli rispose furentemente" (o "con furore"), nonostante con questa ammissione rischi di attirarmi le ire di qualcuno. Più che altro, come anche diceva Daniele, c'è il problema che tutti questi -mente sono involontariamente ridicoli. Ma gli avverbi servono, bisogna solo capire come servirsene e questo, come anche per quanto riguarda gli aggettivi (ne sai qualcosa) dipende molto dalla sensibilità di chi parla/scrive.

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    1. Non volevo dire che gli avverbi devono sparire! Ci mancherebbe! Infatti ho scritto:
      "Con questo post non voglio infatti dire che gli avverbi di modo in -mente devono sparire dai vostri testi, semplicemente si possono limitare evitando così l’effetto fonico che provocano e soprattutto potete dimostrare che avete altri modi per dire le cose".

      Volevo solo dire che a volte sono troppi (il che implica che in una certa quantità sono accettabili e necessari) e suggerire dei modi per toglierne alcuni.

      Aggettivi di troppo?! Sì, dipende dalla sensibilità di chi scrive. Io tendo a usarne tanti. L'articolo sugli aggettivi mi sa che non posso scriverlo io! Ah ah ah!

      Grazie per il commento.

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  9. Sì, non ce l'avevo con te. Sono un po' insofferente, ultimamente, al partito del mostrare-non-raccontare.

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    1. Oh, lo so che non ce l'avevi con me!
      Quel partito è molto seguito ma ha il vago sapore dello slogan troppo spesso.

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  10. Faccio outing e imparo la lezione!
    Post davvero interessante!

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    1. Grazie! Io imparo spiegando... uso troppi avverbi anch'io, in realtà!

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  11. Mi accodo ad Alessandro C. e Salomon. Sono con loro!
    Però sono pure di parte: il "come" è un mio atroce problema che troppe volte, nonostante le riflessioni e riletture, non riesco a togliere... E sono una "appassionata" di avverbi! A volte me ne escono veramente tanti. E si attirano a vicenda.
    Comunque il tuo post è veramente bello e ben fatto! Anche se non apprezzo molto l'attenzione al non verbale. O meglio, l'apprezzo se credo che sia qualcosa d'importante: un gesto caratteristico del mio personaggio, un sentimento talmente forte che merita di essere dipinto, ecc. Altrimenti, che camminino lentamente, scrivino velocemente, tocchino cautamente, urlino furentemente, eccetera! ;)
    Ahahah, sì, qualcuno mi ucciderà.

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    1. Il tuo punto di vista è interessante e nessuno ti ucciderà, almeno finché ci sarò io a impedirlo!

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    2. Grazie Romina, ma tranquilla, se serve mi difenderò! ;) Comunque ovviamente, per il resto, sono ottimi consigli per non cadere troppo spesso nell'uso degli avverbi. Che non riesco ad evitare in alcun modo, credo di non aver quasi mai scritto anche un semplice commento senza nessun avverbio. -__-

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    3. Be', non è che gli avverbi ora siano il male in terra! Esistono ed è bene usarli, con la giusta moderazione (ma questo vale per qualsiasi cosa!).

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