Pagine

sabato 13 ottobre 2012

Prima Giornata Mondiale delle Bambine e delle Ragazze: in difesa delle indifese


La Strillona ha segnalato tante cose in questi mesi, ma si è persa una cosa che più di tutte avrebbe voluto gridare ai quattro venti. Ora, dunque, con due giorni di ritardo, rimedio.

L’11 ottobre 2012 è stata la Prima Giornata Mondiale delle Bambine e delle Ragazze. Un’occasione per ricordare quanto ancora c’è da fare per i diritti di queste creature. Gli esseri umani si definiscono gli animali più intelligenti e progrediti del mondo, ma poi non sono in grado nemmeno di difendere i loro cuccioli e, anzi, li sottopongono spesso a terribili violenze.
Non si può restare in silenzio, bisogna parlare di queste cose e reagire con sdegno e fermezza.


Colgo l’occasione di questo post, per ricordare due articoli scritti sul tema che meritano la vostra attenzione, secondo me. Si tratta di:
Vorrei avere anch’io qualcosa di intelligente da dire, ma ogni frase mi sembra retorica di fronte alle ingiustizie di questo mondo. Vorrei poter fare qualcosa di concreto. Vorrei poter cambiare le cose e mi sento impotente, piccola, insignificante e inutile, perché il male sembra sempre troppo forte.

Vi lascio dunque con questa poesia che ho scritto di getto dopo aver letto i due post che vi ho citato, prendendo spunto da alcune cose emerse anche nei commenti.
Insomma, in prosa non saprei cosa dirvi, forse con i versi avrò più fortuna. Anche se sono fermamente convinta che non servano parole ma fatti, non voglio contribuire al silenzio che finge che non succeda mai niente.


Da bambina a bambola
L’innocenza
ti ha resa indifesa,
la fiducia in un mondo ingiusto
ti ha resa vittima.

Ora cammini
guardandoti le spalle,
ora i tuoi occhi
non indagano più il mondo.

Non ti senti più innocente,
ma non hai colpe,
virgulto di vita,
bocciolo aperto con rabbia
prima di poter lentamente sbocciare.

Non hai più fiducia
e ti ritrai davanti a una carezza amorevole
come animale selvatico
che ha più paura che fame
e perciò non si avvicina.

Hai fame d’amore,
ma ora lo temi.
Hai fame di giustizia,
ma non osi chiederla.

Bimba fragile,
dentro di te
covi il dolore
e generi paure.

Le ombre per strada
divengono minacce,
i sorrisi ti sembrano ghigni,
le offerte di aiuto
ti paiono false.

Sei caduta nella rete d’odio
e, dove prima vedevi amore,
ora scorgi pericolo,
dove vedevi aiuto,
temi una trappola.

Hai abbandonato le bambole:
è finito il tempo dei giochi,
ora che tu bambola sei diventata
e gli occhi rimangono vuoti,
i pensieri spenti,
mentre un’istantanea di violenza
popola i tuoi incubi.

Da bambina a bambola,
da cucciolo a preda,
metamorfosi terribile,
segno indelebile.

Dolce creatura,
ritorna alla tua vita,
riprenditi il tuo futuro,
non lasciare che ti facciano
ancora del male.

Ribellati,
trova in te la forza,
anche se non ne hai.
Nessuno combatterà al posto tuo,
ma cerca aiuto,
non restare in silenzio
a chiedere consiglio
agli occhi vitrei delle bambole
che ora così tanto somigliano ai tuoi.




P.S. Ci tengo anche ad aggiungere un post che è stato scritto qualche mese fa su Dissonanze Assonnate. Non riguarda la Giornata Internazionale delle Bambine: è una storia vera di una giustizia che si è fatta aspettare troppo ma alla fine è arrivata. Si tratta del post Aspettavo da 33 anni...

16 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie... il tuo post è stato di grande ispirazione. Avevo paura di non trovare le parole giuste e allora ho scritto di getto, senza pensare troppo.
      Quanto si farà attendere un futuro in cui certe cose non avverranno più?

      P.S. Ho aggiunto un altro link al post.

      Elimina
    2. Spesso scrivere di getto dà ottimi risultati. Devo proprio rispondere alla domanda? Io credo che le frustrazioni degli adulti ricadano sui bambini quindi, se mi guardo intorno...il futuro che speriamo di vedere io non lo vedo.

      Elimina
    3. La mia domanda era una provocazione, infatti. Per quanto possiamo sognare un domani migliore, la società e tutte le sue problematiche sembrano condurci al peggio. Questa però non deve mai diventare una scusa per non sperare e soprattutto per non fare niente per cambiare le cose nascondendosi dietro un "tanto niente cambierà mai".
      Insomma, io non sono assolutamente una persona ottimista, però ho bisogno di credere che ci sia almeno una possibilità che le cose vadano meglio, contro ogni evidenza.
      Grazie per il commento.

      Elimina
    4. Nemmeno io sono pessimista, sono solo leopardiana :)

      Elimina
    5. Eh, già... il nostro caro Leopardi!

      Elimina
  2. Ho condiviso il tuo post su G+.
    Credo che la violenza sui bambini sia la cosa peggiore che un essere umano può fare ai suoi simili.
    Bella poesia. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Nick. Penso anch'io che fare del male a dei bambini sia il crimine peggiore. Si fidano degli adulti ciecamente e non possono difendersi. Si tratta della più terribile delle ingiustizie. Senza contare i traumi che poi quelle piccole creature si portano dentro per la vita.

      Elimina
  3. Le cose spontanee hanno più forza, a volte. Mi è piaciuta la tua poesia, anche se l'argomento non è dei più piacevoli. Io sono possibilista, non ottimista però.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, mi sa che essere possibilisti è già una bella cosa. Grazie per il commento.

      Elimina
  4. complimenti per le tue parole. credo che tu abbia colpito nel segno. In questi casi bisogna lasciare che le parole scorrano. sono come dei fiumi in piena e non possono essere fermate.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie... sì, un vero e proprio fiume senza controllo.

      Elimina
    2. ti volevo chiedere come ti è sembrato il nuovo capitolo di Aulonia?

      Elimina
    3. Se devo essere sincera, non l'ho ancora letto. Appena riesco lo leggo e ti lascio un commento direttamente là. Scusa ma è un periodo un po' pieno.

      Elimina
    4. ma no, non scusarti. vieni pure con calma.

      Elimina
    5. Prima di domani, passo, vedrai!

      Elimina