Su questo blog, in genere, non vi parlo di musica, anche
perché non è di sicuro il mio settore, però oggi faccio un'eccezione per
parlarvi dello straordinario lavoro di Emanuele
Ferrari, un pianista milanese.
Vi ricordate quando vi
ho parlato della scrittura per la musica? Vi avevo accennato a un lavoro
che avevo fatto per un esame universitario. Bene, ai tempi Ferrari era il mio
professore di Musica e Didattica della Musica all'università, ma da lì in poi non ho più smesso di seguire le sue
lezioni-concerto, ogni volta che mi è stato possibile. Non avrei mai
pensato che un compito a casa per un esame mi avrebbe poi portata a conoscere
un mondo bello e denso come quello che ruota attorno all'associazione musicale Sulle
Note, con Antonio Belloni ed Elena Zuccotto e, ovviamente, Emanuele
Ferrari. Avere a che fare con persone di questo calibro e, almeno in piccola
misura, collaborare con loro, per me, è motivo di grande orgoglio e crescita
personale, ma oggi voglio solo parlarvi di lezioni-concerto, un domani chissà…
Il 29 febbraio ho potuto assistere nuovamente a una bellissima lezione-concerto di Emanuele
Ferrari presso il Teatro Litta. Il tema della serata è stato Invenzioni
a due voci di Bach, una serie di brani composti da Bach con
un intento formativo ma non per questo semplici o addirittura banali, anzi! [Vi
rimando alla bella
introduzione di Elena Zuccotto]
Io però sto continuando a parlare di lezioni-concerto e
non è detto che a tutti sia chiaro di che cosa si tratta.
La magia delle lezioni-concerto di Ferrari sta proprio
nel fatto che non si tratta solo di
guardare qualcuno suonare, ma di entrare nel tessuto della musica e
imparare a distinguerne i fili che la compongono. Io non so quasi niente di
musica e, come molte persone, tendo
spesso a vederla come un sottofondo. È facile lasciar vagare la mente
mentre si ascolta un brano suonato al piano o mettere una bella musica
rilassante mentre si lavora al computer, ma quante volte così facendo perdiamo la possibilità di andare più in
profondità? Cosa sussurrano i brani al di là delle loro note, se
prestiamo la giusta attenzione?
Quando si ha a
che fare per la prima volta con una lezione-concerto, non si sa bene cosa
aspettarsi. In realtà il concerto è limitato
a un brano o poco più, molto spesso. Il resto del tempo serve a capirlo a
fondo. Quel limitato è il termine più
improprio del mondo in questo contesto, ma serve a far capire che i brani
suonati sono pochi… non intendetelo in senso negativo o dispregiativo perché
dentro un unico pezzo c'è una vastità tale da perdersi una vita intera al suo
interno!
Dopo l'esecuzione del brano, Ferrari commenta i vari passaggi facendoli sentire separatamente, a
volte separando le note emesse dalla mano destra da quelle suscitate della mano
sinistra oppure rallentando o velocizzando delle parti oppure collegandole a
pagine splendide della narrativa o della poesia. Se ci si lascia distrarre dal termine lezione, il rischio è quello di pensare che tutto potrebbe essere
noioso e che siamo troppo grandi per aver ancora voglia di andare a
scuola, ma, fidatevi, non è affatto così.
La capacità
oratoria di Ferrari è tale che non si smetterebbe mai di ascoltarlo e
ogni volta imparo almeno una parola nuova perché la vastità del suo vocabolario
è immensa. Ha una capacità di ammaliare, convincere e affabulare che ha
dell'incredibile. Tutto sembra tranne che una noiosa lezione (come del resto
non erano mai noiose le sue lezioni all'università).
Quando ci si siede su quella poltroncina e si sente il
brano per la prima volta non si può coglierne la vastità, ma quando lo si risente a fine spettacolo
tutto assume un colore e una profondità completamente diversa.
Ci sono tantissimi pianisti
molto bravi e anche molte persone
capaci di insegnare e spiegare senza annoiare sapendo coinvolgere gli
ascoltatori. Trovare le due cose nella stessa persona è senza dubbio più difficile,
ma Emanuele Ferrari incarna
contemporaneamente l'ideale del pianista e quello del divulgatore. Quando
suona, ogni sua espressione, ogni gesto è arte, ma non un'arte snob in una sua
roccaforte, è un'arte che vuole
essere di tutti e che tutti prova a raggiungere poi mediante le parole.
È come un mago che però non è geloso dei suoi trucchi e anzi li spiega e li
mostra, consapevole comunque che la sua bravura non ne verrà sminuita.
Mi ritengo molto fortunata per aver avuto più volte la
possibilità di entrare nel mondo della musica con una guida così straordinaria
e auguro a tutti prima o poi di poter assistere a una lezione-concerto di
Ferrari.
Intanto, se vi va di restare informati sui suoi
spettacoli (che potete vedere anche su Sky!), da poco c'è la sua pagina Facebook
ufficiale e poi potete iscrivervi al suo canale
YouTube in cui potete trovare contenuti davvero interessanti (altri saranno
caricati a breve!). Io qui vi lascio il trailer
e un'intera lezione-concerto
per farvi capire che il mio entusiasmo è ben motivato.
Siccome pagina
e canale sono molto recenti, diffonderli e condividerli può essere di grande
aiuto, quindi spero troverete un istante per farlo, soprattutto se
amate la musica. Non serve essere esperti (nemmeno io lo sono!) per apprezzare
la magia che si trova in queste lezioni-concerto, in cui la lingua straniera della
musica può diventare alla portata di tutti.
Sottoscrivo! E sì, forse "lezione" può lasciare intendere una pesantezza di fondo o l'atteggiamento eccessivamente professorale (qualunque cosa significhi) di Ferrari, ma la realtà è facilmente mostrata dai video che hai condiviso.
RispondiEliminaI video parlano più delle mie parole, ovviamente!
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