Continua oggi il nostro viaggio nella corretta pronuncia
delle parole. Il mese scorso abbiamo visto un caso di due
omografi (pèsca e pésca) mentre questo mese ci
occuperemo di una regola, quella relativa al dittongo ie. Questa
rubrica infatti alternerà casi particolari a regole. L'elenco completo dei post
lo trovate nel post
introduttivo, oppure potete vedere i vari appuntamenti sotto l'etichetta Come si dice?
Il dittongo ie
Prima di parlare della pronuncia del dittongo ie forse è il caso di fare una breve
premessa: che cos'è un dittongo?
Il dittongo è
un gruppo di due vocali consecutive all'interno di una stessa sillaba.
Una delle due vocali è sempre o una i o una u.
- Nei dittonghi ascendenti la i o la u si trovano in prima posizione (e sono dette semiconsonanti). È il caso di ia, ie, io, iu, ua, ue, ui, uo.
- Nei dittonghi discendenti la i o la u si trovano in seconda posizione (e sono dette semivocali). È il caso di ai, ei, oi, ui, au, eu.
Pertanto, il dittongo
ie di cui ci occupiamo oggi è
un dittongo ascendente in cui la i è una semiconsonante.
Chi studia dizione sa bene che le regole sono poche e le
eccezioni troppe, quindi quando si trova una regola che funziona quasi sempre è una grande festa! E
questo è proprio il caso del dittongo ie!
Infatti, esso quando è accentato si
pronuncia quasi sempre con la e aperta
(è).
Es. ièri, piède,
dièci,
fièra,
pièno…
Per me questi non sono accenti naturali, nel senso che quando parlo nella mia quotidianità non pronuncio così
queste parole, però questa regola mi
aiuta a ricordarmene quando mi serve parlare in dizione corretta.
Le eccezioni
Sfortunatamente ogni regola ha le sue eccezioni e nell'insidioso mondo
dell'ortofonia e della dizione questo è ancora più vero.
La regola, infatti, non va rispettata e la pronuncia della e è chiusa in alcuni casi
in cui il dittongo si trova in un suffisso per il quale è prevista una regola diversa! Ebbene sì,
l'esistenza di altre regole porta questa ad avere eccezioni. Vediamo alcuni
casi:
- Il suffisso per le terminazioni etniche -ése si pronuncia con la e chiusa e questo avviene anche in caso di dittongo (es. ateniése, pugliése…).
- Il suffisso per i diminutivi -étto/-étta si pronuncia con la e chiusa e questo avviene anche in caso di dittongo (es. fogliétto, magliétta…).
- Il suffisso -iézza si pronuncia con la e chiusa nonostante ci sia un dittongo (es. ampiézza).
Ci sono poi le cosiddette parole isolate che sono il terrore di ogni studente di
dizione perché l'unico modo per non sbagliarle è studiarle a memoria poiché non
seguono una regola particolare. Per quanto riguarda il dittongo ie è il caso di chiérico
e bigliétto.
Riassumendo…
Ecco qui l'immagine riassuntiva che ho preparato per voi:
Una frase per
memorizzare
Vediamo se siete stati attenti: sapreste metter gli
accenti sulle e che abbiamo imparato
oggi?
Ieri ho chiesto a un chierico ateniese di
darmi il suo biglietto per mettere piede in fiera e mi ha dato un foglietto
bianco di insignificante ampiezza.
Fatto? Se avete dei dubbi, ecco qui:
Ièri ho chièsto a un chiérico
ateniése
di darmi il suo bigliétto per mettere piède in fièra
e mi ha dato un fogliétto bianco di insignificante ampiézza.
Se poi volete proprio sapere tutti gli accenti tonici
giusti:
Ièri ho chièsto a un chiérico
ateniése
di dàrmi il suo bigliétto pér méttere piède in fièra
e mi ha dàto un fogliétto biànco di insignificànte ampiézza.
Ecco qui la versione audio:
Provate a ripetere la frase per memorizzare gli accenti
corretti.
Molti potrebbero sembrarvi innaturali, ma, tranquilli, è
così per tutti quando si cammina nel territorio dell'ortofonia!
Hanno parlato di questo articolo:
Nessun commento:
Posta un commento