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sabato 28 febbraio 2015

"L'indovino", "Nessuna risposta", "Da sola": racconti in 200 caratteri (trilogia sul destino)

Tre racconti in 200 caratteri


Per questo appuntamento scomodiamo il destino, gli indovini e i dubbi esistenziali! Ahah!



L'indovino
«Che cosa devo fare? Dove devo andare?».
Catia interrogava l'indovino, chiuso nel silenzio dei suoi occhi sabbiosi.
«Lo dico contro il mio interesse, ma il destino non esiste».


Nessuna risposta
Aspettò che il silente indovino le indicasse una via da seguire, poi Catia iniziò a piangere: non c'erano risposte per le sue domande, tacevano gli uomini, tacevano i segni, tacevano cielo e terra.


Da sola
«Il destino non esiste»: un mantra ripetuto camminando con i suoi vecchi dubbi su una strada nuova. Catia ancora non sapevo che fare della sua vita, ma da quel momento avrebbe deciso da sola.


Siate artefici della vostra sorte, combattete per ciò in cui credete, lasciate perdere quando non ne vale la pena… questo è il mio consiglio!



4 commenti:

  1. Non ho mai creduto al destino, ognuno deve fare le sue scelte consapevolmente. Però è anche vero che non tutto può essere deciso e che la fortuna, ogni tanto, aiuta...

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    1. "Il destino non esiste", ogni tanto però ci sono cose fuori dal nostro controllo. Grazie per il commento!

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  2. Mi ricorda quel filosofo inglese che considerava il Destino come una sorta di causalità temporale, o qualcosa del genere. Volendo spezzare una lancia in favore della razionalità e rinnegando ogni pretesa di agnosticismo a riguardo, io credo che il destino sia una chiave di lettura "naturale" quando ci troviamo a osservare quello che sembra l'esito di una catena di eventi di cui siamo a conoscenza (magari perché l'abbiamo vissuta). Parlare di destino al futuro, invece, lo considero campato per aria. In altre parole, capisco il "era destino che..." storico ma non "il tuo destino sarà..." previsionale, esclusi naturalmente gli usi narrativi nella letteratura antica.

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    1. Come diceva Lorenzo De Medici "di doman non v'è certezza".
      Bellissima riflessione!

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