Tre racconti in 200 caratteri
Ecco il post con i tre racconti
in 200 caratteri di questo mese. Anche questa volta tento una trilogia!
Dopo quella
sulla fiducia, quella
sui sorrisi, quella
sui silenzi, quella
sugli anniversari, quella
sulla felicità, quella
sulle scelte, quella
sulla fuga, quella
sugli incontri e quella
sulle festività natalizie… oggi trilogia
sul destino!
Per questo appuntamento scomodiamo il destino, gli
indovini e i dubbi esistenziali! Ahah!
L'indovino
«Che cosa devo fare? Dove devo andare?».Catia interrogava l'indovino, chiuso nel silenzio dei suoi occhi sabbiosi.«Lo dico contro il mio interesse, ma il destino non esiste».
Nessuna risposta
Aspettò che il silente indovino le indicasse una via da seguire, poi Catia iniziò a piangere: non c'erano risposte per le sue domande, tacevano gli uomini, tacevano i segni, tacevano cielo e terra.
Da sola
«Il destino non esiste»: un mantra ripetuto camminando con i suoi vecchi dubbi su una strada nuova. Catia ancora non sapevo che fare della sua vita, ma da quel momento avrebbe deciso da sola.
Siate artefici della vostra sorte, combattete per ciò in
cui credete, lasciate perdere quando non ne vale la pena… questo è il mio
consiglio!
La rubrica con i raccontini brevi torna tra due mesi.
Hanno parlato di questo articolo:
Non ho mai creduto al destino, ognuno deve fare le sue scelte consapevolmente. Però è anche vero che non tutto può essere deciso e che la fortuna, ogni tanto, aiuta...
RispondiElimina"Il destino non esiste", ogni tanto però ci sono cose fuori dal nostro controllo. Grazie per il commento!
EliminaMi ricorda quel filosofo inglese che considerava il Destino come una sorta di causalità temporale, o qualcosa del genere. Volendo spezzare una lancia in favore della razionalità e rinnegando ogni pretesa di agnosticismo a riguardo, io credo che il destino sia una chiave di lettura "naturale" quando ci troviamo a osservare quello che sembra l'esito di una catena di eventi di cui siamo a conoscenza (magari perché l'abbiamo vissuta). Parlare di destino al futuro, invece, lo considero campato per aria. In altre parole, capisco il "era destino che..." storico ma non "il tuo destino sarà..." previsionale, esclusi naturalmente gli usi narrativi nella letteratura antica.
RispondiEliminaCome diceva Lorenzo De Medici "di doman non v'è certezza".
EliminaBellissima riflessione!