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giovedì 17 gennaio 2019

"Seconda possibilità" di Renato Ghezzi


Chi dice Renato Ghezzi dice hockey.

Ma, aspettate, non aprite Google alla ricerca di un giocatore di hockey famoso di cui non avete memoria. Le sue partite, Renato non le gioca con il bastone ma con la penna e la tastiera, eppure se la cava decisamente bene!

E perché una persona come me che odia lo sport e ne sa ben poco e di certo non ha mai giocato a hockey, dovrebbe parlarne sul suo blog? Giusta osservazione, ma, tranquilli, qui si parla di un libro!


Renato Ghezzi, per chi frequenta il mio blog, non è un nome nuovo, infatti si tratta di un caro amico con cui ho fatto belle letture dal vivo (vi ricordate, per esempio, Destinazione Luna?) ma anche dietro il microfono (quando ho  letto il suo racconto Quando c'è l'amore).

Oggi, però, non vi voglio parlare di qualcosa che abbiamo fatto insieme, ma del suo primo romanzo: Seconda possibilità edito da Le Mezzelane.

Partiamo come sempre dalla quarta di copertina:
Eroe sportivo o perfido traditore del proprio popolo? Chi è Rudolph, il nonno che Richard non ha mai conosciuto? Per scoprirlo dovrà scavare in un passato sepolto da bugie, interessi, omissioni. Tra Stati Uniti, Canada e Germania, Richard ricostruirà la storia del nonno e scoprirà da dove deriva la sua dirompente passione per l’ hockey su ghiaccio.
 
Richard Bower è un ragazzo ventiquattrenne nella Boston del 2009. Appartiene a una famiglia ebraica che vanta le sue antiche radici bostoniane. Giocatore di hockey, a fine college viene scartato dalle grandi squadre ed entra in crisi. Nel tentativo di uscirne, scopre per caso che suo nonno Rudolph in realtà era tedesco, campione di hockey ai tempi della Germania di Hitler. Richard investiga sulle vere radici della sua famiglia, in un viaggio che lo porta in Canada e in Germania. Qui viene a contatto con persone che lo aiutano a ricostruire la storia di nonno Rudolf e far emergere con fatica, tra mille bugie, la verità nascosta da tutti per settant’anni. 
Il romanzo si ispira alla vera storia di Rudi Ball, giocatore di hockey tedesco, l’unico ebreo ad aver giocato per la Germania nelle Olimpiadi invernali del 1936, grazie alla solidarietà dei suoi compagni di squadra.


Questa descrizione, presa dal sito della casa editrice (non so se corrisponda del tutto alla quarta di copertina, perché io ho preso solo la versione ebook per il momento) dice ben più di quello che avrei voluto e voglio dirvi io, in realtà.

Quando ho detto che chi dice Renato Ghezzi dice hockey, alludevo al fatto che questo scrittore ama parlare di hockey e, infatti, dopo due raccolte di racconti autoprodotte (Hockey per negati e  Solo bella gente) si ritrova questo sport anche in questo suo primo romanzo.
Ma il taglio è diverso. E si vede fin da subito.
Mentre nelle due raccolte di racconti l'hockey era il tema dei racconti e lo sfondo di tutte le storie, prevalentemente (o forse pesino totalmente) autobiografiche, in questo romanzo si respira un'aria del tutto diversa. Sì, certo, si parla di hockey, ma non è di certo il tema del libro e non potrei nemmeno definirlo lo sfondo cruciale, perché dentro a questo testo c'è davvero molto e molto di più. Il protagonista gioca a hockey, si parla di partite e ingaggi, ma la tematica del libro è ben lontana da rimanere confinata in questo!

Seconda possibilità tocca tante corde e, se ci riesce, il merito va allo scrittore ma anche al team della casa editrice, che ha creduto in questo lavoro.

Per farvi capire la vastità di corde toccate, voglio dirvi che cosa significa per me il titolo.
Una seconda possibilità nella carriera sportiva.
Una seconda possibilità nella vita affettiva.
Una seconda possibilità per cucire ferite di famiglia.
Una seconda possibilità per riempire una sedia prima lasciata vuota.
Una seconda possibilità per portare la verità alla luce.
Una seconda possibilità per capire le proprie origini.
Una seconda possibilità per diventare una persona migliore e più attenta agli altri.
Una seconda possibilità per capire il vero significato di gioco di squadra.
Ma anche, e forse soprattutto, una seconda possibilità per le nazioni e per i popoli per lasciarsi qualche pesante macigno alle spalle.
Non per dimenticare, ovviamente, né per far finta che nulla sia successo, ma per usare il passato per essere persone migliori e non per bloccarci in pregiudizi che possono solo farci e fare del male.


Il libro alterna parti al presente (quasi, sono ambientate nel 2009) a parti che raccontano il passato della famiglia Bower/Bauer. Alcuni degli spezzoni ambientati ai tempi di Hitler li avevo già sentiti leggere a Renato in alcune presentazioni e si sono confermati da brividi anche letti su carta. Prima di iniziare il libro conoscevo solo brevi stralci di questa parte della storia e non mi aspettavo che invece il libro parlasse in gran parte dei giorni nostri e fosse la storia del nipote di Rudolph. All'inizio ho storto il naso, perché io volevo sapere tutto di ciò che era successo alle Olimpiadi del 1936 e non mi interessava di quel ragazzino di Boston, poi pian piano la macchina narrativa mi ha svelato tutto e l'ha fatto con una maestria che valeva bene l'attesa e mi ha fatto rimpiangere la mia stupida fretta, perché anche la parte ambientata nel 2009 presenta molti spunti di riflessione e le due parti funzionano bene proprio perché stanno insieme.


Bene, come ormai sapete, non so scrivere recensioni, ma spero che darete una possibilità a questo libro. Se lo farete, non gliene servirà una seconda per conquistarvi!



Seconda possibilità
di Renato Ghezzi
Edito da Le Mezzelane
ISBN: 978-8833281773
Link per l'acquisto (cartaceo): 
Link per l'acquisto (digitale): 





7 commenti:

  1. Cara Romina, sai io leggo poco, ma sentendo tanto interesse credo che dovrei iniziare a leggere qualche libro.
    Ciao e buona serata con un abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  2. Cara Romina, da me c’è un premio anche per te, sebbene non nominata, ho voluto dare risalto a blog per me nuovi, sempre se ti va. Buona serata.
    sinforosa

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    1. Oh, caspita, grazie! Vado a vedere!

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    2. Sono lieta di essere una blogger cortese, anche se non nominata! Un abbraccio!
      Per i curiosi, ecco il link:https://sinforosacastoro.blogspot.com/2019/01/award-courtesy-blogger.html

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  3. Beh, non è vero che non sai scrivere recensioni. Sebbene io di hockey ne capisco quanto di uncinetto, (e seguo le due cose con una passione tra loro paragonabile) sei riuscita a incuriosirmi.

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    1. Secondo te io ne capisco qualcosa di hockey? Nel primo libro di Renato ("Hockey per negati") c'era tutta una parte sul lessico relativo all'hockey. Quel poco che so vien da lì (e dalla mia poca memoria!). Mi spiace aver risposto solo ora, sabato avresti potuto assistere alla presentazione del libro al Salone della Cultura, se ti avessi risposto per tempo!

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