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mercoledì 7 novembre 2012

"Orchidee al plenilunio": esercizio di scrittura - 10 parole nuove da usare - ottobre 2012


 Torna l’ormai immancabile appuntamento mensile con il racconto scritto con le dieci parolenuove da usare apparse su Penna blu. Questa volta meno di 250 parole, ma non fateci troppo l’abitudine, eh! 
Le parole mi hanno spinta in una direzione imprevista anche a me. Ho associato il termine labiata  a una varietà di orchidea piuttosto nota e da lì il resto è venuto da sé.
Buona lettura!


Orchidee al plenilunio
Non riuscivo a guardare il suo viso. Era troppo inquietante vederlo lì, immobile, con gli occhi chiusi, in quel sonno dal quale non si sarebbe svegliato più. Fissavo l’orchidea labiata sul comodino vicino alla bara. Non sapevo perché, ma avevo sempre avuto l’impressione che amasse le sue orchidee più di me. E ciò mi infastidiva come silt appiccicato sulla pelle. Il fumo dell’incenso nel turibolo mi faceva lacrimare gli occhi più del dolore per la perdita di mio marito.
Distolsi lo sguardo e mi avvicinai alla finestra. Fuori, le rosse foglie degli scotani parlavano di un autunno ormai inoltrato. D’istinto cominciai a giocherellare con la mia piccola bufonite, che tenevo legata al collo, ben nascosta da una soggolata. La gente avrebbe potuto insospettirsi, sapendo il mio legame con forze quasi magiche. Quella pietra però mi infondeva coraggio e sentivo di non potermene proprio separare.
Attendevo solo il momento della cianfrinatura della bara e del funerale per liberarmi di quell’inquietante corpo. Volevo andare sul lago, con il mio piccolo battello a bratto, per gettare il piccolo zipolo mucronato con il quale l’avevo ucciso. Un colpo preciso, alla base del collo, assestato alle spalle, mentre era intento a sussurrare parole dolci a quei fiori delicati e non a me. Ero stata brava a far passare tutto per un incidente, presto avrei potuto godermi il plenilunio. Per l’anima di quell’uomo che non aveva saputo amarmi abbastanza, avrei offerto alla luna i petali di quei fiori che per lui erano tutto.

E con questo racconto ho sistemato eventuali pretendenti alla mia mano! Ah ah ah!
Prima o poi scriverò un racconto con dieci parole a lieto fine. Promesso. Chi vivrà vedrà!

Intanto che cosa ne pensate di questo raccontino?

Se vi va di fare l’esercizio, ditemelo così metto il link, eh! O, se non avete un blog, potete lasciare il testo anche in un commento. Vi ricordo che nel postdedicato alle dieci parole su Penna blu trovate, oltre alle definizioni delle parole, l’esercizio di Daniele Imperi, di un genere decisamente diverso dal mio, ma inquietante e ben scritto.

Al prossimo appuntamento con questa rubrica il 7 dicembre.




8 commenti:

  1. Il racconto è ben scritto ma, oddio, ci credi che tolto "turibolo" non conosco una singola parola delle altre? É come leggere un racconto cifrato...

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    1. Lo scopo di questa rubrica è proprio utilizzare dieci parole poco usate. Nel link che ho messo a inizio post trovi le definizioni di tutte le parole.

      Se devo essere sincera, ne conoscevo pochissime anch'io!

      Grazie per il commento.

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  2. Ma sai che è un esercizio incredibile? Anche io a parte turibolo non ne conoscevo una...

    Questo post è di pubblica utilità, sarebbe un ottimo ottimo esercizio a scuola, peraltro divertente!!!

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    1. Il merito è tutto dei post di "Penna blu" che mi offrono parole su cui lavorare!

      Se vuoi cimentarti, sappi che è divertentissimo e ogni volta è molto sorprendente il risultato finale. Io faccio questo esercizio da oltre un anno tutti i mesi e mi appassiona sempre.

      Non escludo prima o poi di proporlo ai miei alunni (anche se alla primaria forse questi termini sono un po' troppo difficili).

      Grazie mille! Addirittura di "pubblica utilità"?! No, dai, non esageriamo. Io rimando solo al post di Daniele con le definizioni.

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  3. Risposte
    1. Aveva in sé troppo fiele e l'ha trasformato in una sorta di potere magico.

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  4. Brava, buon esercizio e sei riuscita a non scriverci un romanzo :D
    E grazie delle continue citazioni :P

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