Salve: per non far sbagliare i nostri personaggi e per
non sbagliare noi.
Recentemente ho scoperto di commettere molto spesso un
errore e quindi ho deciso di documentarmi e parlarne anche a voi. Magari non
sono l'unica a sbagliare, no?
Partiamo con un
esempio…
Tutto è cominciato così:
«Buongiorno, scusi se la disturbo».
«Salve, non si preoccupi, professor
X, mi dica».
Una telefonata dai toni formali, basata su professionalità, rispetto e uso del lei.
Bene, io ancora non lo sapevo ma stavo commettendo un
errore, un errore che avevo già commesso molte volte e che, tuttora, fatico a
non commettere.
L'errore è
nella parola salve. Non è un
errore ortografico, ovviamente, ma di
contesto e d'uso, perché io ho sempre considerato questo saluto come un
saluto formale, invece non lo è.
L'origine della
parola salve e il contesto d'uso
La parola salve
deriva infatti dal verbo latino
salvere,
cioè essere
in buona salute e significa salute a te. Già da questo si
può cogliere che il saluto è informale
(in quanto rivolto a una seconda persona singolare e non a una terza). Spesso
viene usato come forma intermedia tra
le più formali e quelle più colloquiali, perché in italiano manca una
gamma semantica per saluti di questo tipo o anche perché si è in contesti in
cui non si sa quale registro tenere. Sembra un saluto che va bene sempre, ma
così facendo rischia di impedire l'utilizzo di forme più varie e appropriate.
È bene dunque sapere che salve non è un
saluto formale e quindi non andrebbe usato in contesti che richiedono
un ampio grado di formalità, con i superiori o con figure istituzionali.
Io ho sbagliato spesso e spero di farlo sempre meno. Per
chi scrive è importante sapere queste cose anche per non far commettere questi
errori ai suoi personaggi che potrebbero risultare fuori contesto esprimendosi
in modo inadeguato. Quindi, non importa che si tratti di voi o del vostro
personaggio, fate sempre attenzione
al contesto e al grado di formalità.
E voi?
Sono davvero molto felice che mi sia stato fatto
notare questo errore, perché mi piace imparare cose nuove e non commettere più
gli stessi errori. Della questione si è occupata anche l'Accademia
della Crusca, se vi va di approfondire.
Ma ora sono curiosa: voi lo sapevate già o vi è capitato
di incappare nella stessa gaffe?
Questo post è stato segnalato da Ariano Geta del blog omonimo per La blogosfera condivide - aprile 2016 con la seguente motivazione: perché è importante saper usare in modo corretto un saluto spesso rivolto impropriamente.
Hanno parlato di questo articolo:
Credo che più o meno tutti utilizzo Salve! come una via di mezzo tra il formale e l'informale, una specie di compromesso tra Ciao! e Buongiorno!.
RispondiEliminaPersonalmente, se voglio essere formale ma non troppo preferisco esordire con Buondì!, facendo seguire il saluto dal cognome del mio interlocutore. Mi sono sempre trovato bene tranne quella volta che ho incontrato un cliente che di cognome faceva Motta. Mi sono reso conto della gaffe un secondo dopo aver pronunciato l'impronunciabile.
Non so se riuscirei a dire "Buondì" perché mi vengono subito in mente le merendine!
EliminaLa Tua gaffe è praticamente una barzelletta, ma poteva capitare a tutti!
Non lo uso quasi mai, però istintivamente ho azzeccato nel senso che in genere l'ho utilizzato - quelle poche volte - in contesti informali con diverse persone da salutare tutte assieme (per capirci, lo uso solo per un generalizzato "salve a tutti").
RispondiEliminaBravissimo, allora! Mi sa che sono solo io che facevo gaffe! Ahah!
EliminaHo sempre usato Salve come un grado intermedio tra Buongiorno e Ciao. Forse non ho sbagliato di molto.
RispondiEliminaIl tuo commento era finito nello spam, non so perché! Comunque sì, non sbagli di molto!
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