Se non mi trovate qui... ecco dove cercarmi!

Se non mi trovate qui...

Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

martedì 12 aprile 2016

Anadiplosi, epanadiplosi ed epanalessi

Anadiplosi, epanadiplosi, epanalessi: l'importante è ripetersi.

Oggi, nella rubrica Poesie, ho deciso di occuparmi ancora figure retoriche, ma non solo di una! Parleremo di ben tre figure retoriche diverse che però hanno qualcosa in comune: l'anadiplosi, l'epanadiplosi e l'epanalessi.
Oltre ai nomi difficili, ovviamente.

Siete curiosi? Si parte!


L'anadiplosi
L'anadiplosi è una figura retorica che consiste nella ripetizione dell'ultimo elemento di una proposizione all'inizio della seguente, al fine di rimarcare il legame tra le due.

Il termine viene dal greco antico anadiplosis, che significa duplicazione. Questa figura retorica, infatti, può essere chiamata anche raddoppiamento, mentre anticamente era nota anche come epanastrofe o reduplicatio.

Vediamo un esempio del mio caro Leopardi:
ma la gloria non vedo
non vedo il lauro e 'l ferro ond'eran carchi
Giacomo Leopardi in All'Italia

L'epanadiplosi
L'epanadiplosi è una figura retorica che consiste nella ripetizione di una o più parole all'inizio e alla fine di una frase o di due versi.

Il termine viene dal greco epanadiplosis, che significa raddoppiamento. Questa figura retorica può essere chiamata anche ciclo o  inquadramento.
Fate però attenzione, perché con il termine raddoppiamento in genere si intende l'anadiplosi, mentre qui è solo la traduzione dal greco.

Vediamo un esempio del buon Pascoli:
dov'ero? Le campane
mi dissero dov'ero.
Giovanni Pascoli in Patria

In alcuni casi è possibile che la parte ripetuta non sia proprio all'inizio o alla fine del verso o della frase.

L'epanalessi
L'epanalessi è una figura retorica che consiste nella ripetizione all'inizio, al centro o alla fine di una frase una parola o un'espressione per rafforzarla.

Il termine viene dal greco epanalepsis, che significa ulteriore ripresa. Questa figura retorica può essere chiamata anche geminatio.

Vediamo un esempio dantesco:
ma passavam la selva tuttavia,
la selva, dico, di spiriti spessi.
Dante Alighieri in Divina Commedia

Se la ripetizione avviene subito di seguito, senza altre parole di mezzo, è più corretto parlare di epizeusi.

Un confronto conclusivo
Come avete visto, tutte queste figure retoriche si basano sulla ripetizione di parole o espressioni, quello che fa la differenza è solo la posizione delle parole ripetute.

Quindi avete a disposizione ben cinque figure di ripetizione (sei, se consideriamo anche l'epizeusi che ho citato poco fa), qual è la vostra preferita? Vi capita di usarle? Sappiate che nella lingua parlata sono molto più comuni di quello che immaginate… provate a farci caso. 

2 commenti:

  1. Con la scusa del thriller paratattico, sto provando a fare dei paralleli tra l'uso degli effetti speciali nel video e l'uso delle figure retoriche. Cercando di "tradurre" un lens flare, abbiamo usato proprio alcune di queste figure retoriche :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Molto interessante! Mi sa che devo recuperare questo tuo post, perché temo di non averlo ancora letto.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...