Scrivere recensioni, ormai lo sapete, non è il mio
forte: non sono capace e mi limito a discorsi attorno al libro. Lo farò anche oggi, con l'aggravante che è un
libro di cui è difficile parlare.
Si tratta di [s]offio vocale con vista di
Roberto Ranieri.
Ho conosciuto Roberto alcuni anni fa, l'ho visto una
sola volta dal vivo e ci siamo occasionalmente scambiati qualche mail. Non
posso dunque dire di conoscerlo bene, ma ho sempre provato una grande stima per lui e per il suo modo
di scrivere: è un gigante dal cuore buono e dalla mente sottile, con
una propensione per la genialità
creativa, secondo me. Lo ammiro molto per come non si è mai piegato a scrivere
per il mercato, anche quando sono stati gli editori a chiederglielo,
a dirgli che quello che scrive non va bene per la massa.
E io sono d'accordo con loro su questo, solo che non gli
chiederei mai di adeguarsi.
[s]offio vocale con vista è un
libro di poesia che non è per tutti, ma proprio per questo vale la pena di parlarne.
Sì, ho detto poesia,
spero non siate fuggiti tutti: di solito la poesia fa quest'effetto anche su
molti lettori forti.
Come di consueto comincio la recensione con la quarta di copertina, ma in
questo caso non aspettatevi una sintesi dell'opera:
Quale prefisso, quale coordinata
riscatta i tuoi fonemi
di nome proprio o improprio, se la trappola
della doppia vocale aggancia ancora
nuove insidie, patemi?
Il pregio di questa quarta di copertina è che vi fa
subito capire quello che NON state
per leggere: non sarà un libretto di poesie d'amore o di eteree
descrizioni in versi. Ma che cosa dovete aspettarvi, dunque? Descriverlo è
difficile, lo ammetto.
Il nome di cui si parla in questi versi citati è Sara.
Questa parola diventerà suono, essenza, voce
nel corso del testo. Ma non aspettatevi di vederla, questa Sara, né di
capire chi sia.
Tutte le poesie sono caratterizzate da una grande attenzione alla sonorità delle
parole e anche alla loro grafia. Se dovessi sintetizzare questo libro
in poche parole lo definirei come linguistica
fatta poesia. Tutta la
poesia in genere presta molta attenzione al suono delle parole, ma non avevo
mai letto brani poetici capaci di rendere termini come fricative e fonemi e
segni fonetici parte integrante del testo. Le
parole non servono più dunque a evocare immagini, ma sono esse stesse immagini
per come si scrivono o si leggono, per il viaggio che consentono di fare nella
struttura complessa della lingua.
E tutto ciò che sembra
musica e fluido fiume, riletto con attenzione diventa lavoro certosino d'artista e
marchingegno complesso, difficile da smascherare del tutto.
Per questo credo che non sia un libro per tutti, perché la maggior parte delle persone
potrebbe chiuderlo ai primi versi, bloccata dall'avvento di qualcosa di nuovo
nei confini della poesia. Una minoranza di persone potrà invece lasciarsi incuriosire e ammaliare,
sempre se sarà disposta a mettere da parte la voglia di comprendere tutto e subito.
Una ristrettissima cerchia, forse, potrà capire ogni cosa, ma io certo non sono
tra questi.
Ho apprezzato
tantissimo il lavoro dietro queste opere, la sonorità magica, la ricchezza
lessicale meravigliosa e l'unione tra la linguistica e la poesia (che
tra l'altro sono due cose che adoro!). Ho scoperto che il tessuto testuale
davanti ai miei occhi è composto da una fitta e articolata rete di intrecci e
fili e qualche filo l'ho capito e isolato dal tutto. Di più non mi è possibile
fare, al momento, ma è stata un'esperienza letteraria molto interessante.
Se vi va dunque di cimentarvi in questo viaggio tra le parole, sulle
parole e con le parole,
chiudo con qualche informazione tecnica…
di Roberto Ranieri
Edizione: Luoghi Interiori
ISBN: 978-88-68640385
Link per l'acquisto: [s]offio vocale con vista
Vi dico inoltre che questa raccolta si è classificata al
primo posto nella Sezione Poesia al premio letterario Città di Castello (edizione
2014).
Un grazie a Roberto per questa sfida lanciata al mondo
della poesia moderna e a noi lettori.
Mi sembra dalle tue parole non solo una lettura, ma un'esperienza.
RispondiEliminaHo molti libri in lista, ma la curiosità di leggerlo c'è.
Il libro è molto breve ma denso. È stato nella mia coda di lettura per un bel po', prima che fosse il momento giusto.
EliminaRileggo queste tue note a distanza di tempo, e rinnovo stupore e gratitudine per l'attenzione che gli hai riservato. Avevi ragione, Sara non si vede, è un guscio vuoto, un sintomo ricondotto a scorza fonetica. E la poesia una formidabile terapia a rischio. Un abbraccio
RispondiEliminaBenvenuto sul mio blog, Roberto! La poesia è sempre terapeutica e dannosa insieme, forse. È veleno e cura. Un abbraccio anche a te!
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