In questo primo appuntamento della rubrica “Scrivere: le mie W questions” voglio cominciare a rispondere alla domanda "Who?" in riferimento allo scrivere per me. Ho deciso di scomporre questa domanda in vari punti: "chi scrive?", "chi sono?", "per chi scrivo?".
Nel post di oggi mi occuperò della prima domanda e nei prossimi giorni delle successive.
· Chi scrive?
Chi è uno scrittore per me? Come ho già scritto in bella vista nel blog, per me, uno scrittore non è colui che scrive per vivere ma chi vive per scrivere.
Fatico seriamente a considerare scrittori molti personaggi famosi che, magari ricorrendo a un ghost writer, “scrivono” un best seller del quale non sanno nulla se non che c’è il loro nome sopra. Certo, loro percepiscono diritti d’autore a molti zeri ma, per me, non sono veri autori. Secondo la mia modesta opinione, non sono scrittori nemmeno quelli che si adeguano a ciò che vuole il mercato e rinunciano ai loro sogni e alle loro idee in nome del commercio considerando i loro libri come un paio di scarpe o un vestito che devono seguire la moda del momento. Io ho conosciuto tanti veri scrittori, scrittori che sentivano e sentono il bisogno di scrivere prima di tutto per la loro felicità e per un insito bisogno di comunicare. Alcuni li ho incontrati nei libri che ho amato di più, sugli scaffali delle biblioteche e delle librerie, altri ho avuto modo di conoscerli di persona, anche se non avevano ancora pubblicato nulla oppure avevano venduto pochissime copie. Sono persone con cui sin da subito sono riuscita a sentirmi in sintonia perché capiscono istantaneamente cosa significhi essere scrittori in un mondo che va avanti con logiche tutte sue e tenta di emarginare chi vuole essere una mosca bianca.
Fatico seriamente a considerare scrittori molti personaggi famosi che, magari ricorrendo a un ghost writer, “scrivono” un best seller del quale non sanno nulla se non che c’è il loro nome sopra. Certo, loro percepiscono diritti d’autore a molti zeri ma, per me, non sono veri autori. Secondo la mia modesta opinione, non sono scrittori nemmeno quelli che si adeguano a ciò che vuole il mercato e rinunciano ai loro sogni e alle loro idee in nome del commercio considerando i loro libri come un paio di scarpe o un vestito che devono seguire la moda del momento. Io ho conosciuto tanti veri scrittori, scrittori che sentivano e sentono il bisogno di scrivere prima di tutto per la loro felicità e per un insito bisogno di comunicare. Alcuni li ho incontrati nei libri che ho amato di più, sugli scaffali delle biblioteche e delle librerie, altri ho avuto modo di conoscerli di persona, anche se non avevano ancora pubblicato nulla oppure avevano venduto pochissime copie. Sono persone con cui sin da subito sono riuscita a sentirmi in sintonia perché capiscono istantaneamente cosa significhi essere scrittori in un mondo che va avanti con logiche tutte sue e tenta di emarginare chi vuole essere una mosca bianca.
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