Comincia oggi un'altra rubrica
fissa sul mio blog curata da un guest blogger!
Ebbene sì, dopo Un
pozzo di scienza di Marco Lazzara,
oggi inauguro La biblioteca dimenticata di Davide
Rigonat, il blogger che gestisce La casa della nebbia, un blog nato da poco ma che promette
bene e trovate anche nel mio blogroll.
Lascio a lui il
compito di introdurre la sua rubrica e lo ringrazio per questo post e per
quelli futuri.
Cari lettori,
Romina ha incoscientemente deciso di affidarmi questo
spazio per tenervi una nuova rubrica a cadenza mensile. Sono stato a lungo
indeciso su quale indirizzo darle: sarebbe stato meglio parlare di scrittura,
di grammatica o di letteratura in generale? Mi sono però reso conto che Romina
cura già delle rubriche che parlano di questi aspetti e anche molto bene. Ho
deciso quindi di parlarvi di libri, ma non di libri qualsiasi: cercherò di
presentarvi dei capolavori poco conosciuti, se non del tutto dimenticati, che,
secondo il mio modesto parere, sarebbe bene che ogni aspirante autore
conoscesse. Spero piaceranno a voi quanto sono piaciuti a me.
Dafni e Cloe
di Longo Sofista
Per questo primo appuntamento ho deciso di partire da
molto lontano… quasi dall'inizio. Il libro di cui voglio parlarvi oggi è Dafni
e Cloe di Longo Sofista, noto anche come Le Avventure Pastorali di Dafni e Cloe o
Gli Amori Pastorali di Dafni e Cloe.
Longo, cui è stato associato il soprannome di Sofista da
un editore tedesco nel 1601, è stato uno scrittore
vissuto nel III secolo d.C. di cui non si sa quasi nulla, se non che fu
autore del romanzo che oggi vi presento.
Dafni e Cloe è il più
importante esempio di romanzo greco, genere che paradossalmente si
sviluppa pienamente solo in età ellenistica, dopo cioè i due grandi romanzi
latini (L'asino d'Oro di Apuleio e il
Satyricon di Petronio) che tanto
devono alla tradizione greca precedente. I
greci utilizzano infatti la prosa quasi solo per raccontare fatti realmente
avvenuti, per le cronache e per i testi tecnici
(trattati filosofici, medici, ecc.), riservando alla composizione in versi
(poemi epici, ecc.) la narrazione del fantastico e delle grandi opere. Il romanzo
era visto quindi come una cosa futile e quindi meno praticato dai grandi autori.
Notiamo che anche i Romani avevano un atteggiamento simile: essi avevano già
ben sviluppato la prosa (si pensi alle cronache di Cesare, alla Storia di Roma di Tito Livio, alle opere
in prosa di Cicerone e di Seneca, ecc.), eppure bisogna arrivare a Petronio per trovare i primo vero romanzo latino a noi
pervenuto.
Dafni e Cloe segna una svolta
nella storia del romanzo. Esso non solo è il primo romanzo pastorale, ma è anche il primo che riesce a svincolarsi dagli elementi della
tradizione precedente (mutuati in particolare dalla poetica e dalla
narrazione in versi), andando a definire un nuovo genere dotato di dignità e
valenza non subalterna alla poesia.
Per quanto riguarda la trama non voglio svelarvi più di
tanto. Vi dirò solo che il testo, diviso in quattro libri più il proemio iniziale,
narra le vicende di Dafni (alloro, in greco) e Cloe (edera, in greco), due giovani
che, abbandonati dai
rispettivi genitori, vengono trovati e allevati
da due pastori. I due giovani infine si incontrano e si innamorano. Dopo una serie di traversie
(l'invasione dei Metimnesi, due rapimenti, gelosie, rancori…), che hanno
comunque un ruolo secondario,
scopertisi figli di due ricche famiglie riescono infine a convolare a giuste
nozze, celebrate ovviamente in campagna.
Il tema
principale del romanzo è l'amore, o meglio la scoperta dell'amore
sentimentale ed erotico da parte dei due giovani, tanto che lo stesso Longo ci
dice che «[…] quest'opera, infatti,
guarirà chi è malato d'amore, consolerà chi è afflitto, a chi è stato
innamorato rammenterà le esperienze già fatte, inizierà alle arti amorose chi
non le conosce». Il tutto è calato in un contesto idealizzato e irreale, un mondo contadino perfetto e
spensierato dove nessuno si spezza la schiena nel lavoro (Dafni, Cloe e le
rispettive famiglie adottive sono schiavi) e sembrano avere come maggior
preoccupazione la cura di fiori e giardini. Il pascolo degli animali è quasi
una piacevole scampagnata per i ragazzi. Il mondo della polis si innesta in
questo contesto nel III e soprattutto IV libro con l'arrivo degli invasori
prima e del padrone con il suo seguito poi. Le insidie cui vanno incontro i due
giovani (come per esempio le attenzioni di Gnatone per Dafni o i tentativi di
Lampi, invaghitosi di Cloe, per mettere in cattiva luce il rivale) sono risolte
in maniera indolore e portano alla rivelazione finale e alla felice conclusione della vicenda.
Per un approfondimento delle tematiche e delle innovazioni linguistiche,
stilistiche e formali introdotte da quest'opera vi rimando alla lettura delle
introduzioni critiche delle varie edizioni (Mondadori, Garzanti, BUR…), oltre
che a qualche ricerca in rete.
Dafni e Cloe di François Gérard odio su tela (1824) |
Questo romanzo
ebbe grandissima fortuna, tanto che riuscì a influenzare moltissimi
artisti di ogni epoca. Alla prima edizione a stampa (Firenze, 1598) ne sono
seguite innumerevoli altre. Il mondo
pastorale e bucolico idealizzato da Longo verrà ripreso quasi pari pari
dall'Arcadia, diventando l'elemento centrale e caratterizzante di tutto
il movimento. Il romanzo longhiano fu apprezzato da scrittori (Goethe, che
sosteneva che esso doveva essere letto almeno una volta l'anno, Tasso,
Poliziono, Cervantes…), musicisti e librettisti (lo stesso Rousseau cominciò a
scrivere un'opera intitolata Dafni e Cloe,
rimasta incompiuta, Ravel…), pittori (Corot, Gérard, Millet, Chagall…) e
scultori (Cortot, Dalau, ecc.).
Questo romanzo, sebbene a prima vista possa essere
distante dal gusto attuale per la forma narrativa e per le scelte
d'ambientazione e di situazione, mantiene una sua spiccata modernità nell'analisi che l'autore fa delle dinamiche
sentimentali dei protagonisti e consente di capire meglio l'opera di
molti artisti successivi. Ve lo consiglio quindi calorosamente. Se qualcuno
avrà voglia di leggerselo, mi scriva pure cosa ne pensa.
Alla prossima puntata!
Hanno parlato di questo articolo:
- I libri di Andre Norton: tra fantasy e fantascienza
- "Il Papa" di Giorgio Saviane - Prima parte
- "Il Papa" di Giorgio Saviane - Seconda parte
- "Palomar" di Italo Calvino: un viaggio verso la saggezza
- "La vera storia di Ah Q" di Lu Xun: un'ironica ed efficace denuncia sociale
- "Il Conte Lucio" di Giuseppe Marcotti: un romanzo storico tra ipocrisia e corruzione nel 1700
- "Jacques il fatalista" di Denis Diderot - Prima parte
- "Jacques il fatalista" di Denis Diderot - Seconda parte
- "Il grande Meaulnes" di Alain Forunier: dall'adolescenza all'età adulta
- "Dersu Uzala" di Arsen'ev: l'esploratore e l'uomo della taiga
- "Casa di bambola" di Henrik Ibsen: drammi sociali nel teatro
- "Il paradiso perduto" di John Milton: poema epico con Satana come eroe
- "Centomila gavette di ghiaccio" di Giulio Bedeschi: il dovere del ricordo
- "L'immoralista" di André Gide: un sordo e indistinto bisogno di vivere
- "La figlia del Reverendo" di George Orwell: cambiare se stessi e non cambiare niente
- "Inferno" di Johan August Strindberg: tra narrativa e autobiografia
- "Amore" di Inoue Yasushi: viaggio nel mondo interiore dei personaggi
- "La biblioteca dimenticata - Un anno e mezzo di recensioni sparse" di Davide Rigonat - ebook gratuito
- "La biblioteca dimenticata - Due anni di recensioni sparse" di Davide Rigonat - ebook gratuito
Davvero una bella rubrica. Attendo con curiosità i prossimi libri segnalati.
RispondiEliminaConcordo con te!
EliminaNon so se sia il più importante esempio di romanzo ellenistico, di sicuro è quello che ebbe più successo. A suo tempo avevo letto l'altro esempio di romanzo in greco, grossomodo coevo dei latini, Il romanzo di Cherea e Calliroe di Caritone di Afrodisia, molto diverso nell'argomento: niente pastori, ma vari lestofanti, pirati, mercenari, mercanti e satrapi. Forse anche streghe. In compenso, le "dinamiche sentimentali" non le prenderei proprio ad esempio! ^^
RispondiEliminaUhm, non so... se Davide ha letto entrambi ci può dire cosa ne pensa in proposito.
EliminaMi sa che nel titolo dovevo scrivere "uno dei più importanti" per non rischiare contestazioni! Ahahah!
Ciao Xeno.
EliminaDel romanzo di Caritone avevo letto solo alcuni estratti al liceo, se non sbaglio. A memoria posso solo dirti che certamente è precedente a quello di Longo (penso anzi sia il primo dei romanzi greci che ci sono pervenuti). La trama è, se vuoi, più movimentata, anche se il succo è lo stesso: i due giovani si incontrano, si innamorano, il loro amore viene contrastato da rivali e eventi vari, alla fine i due convolano a giuste nozze. L'opera di Caritone era però molto più legata ai classici precedenti, di cui riproponeva vari episodi (quello che ricordo io, se non sbaglio, era una trasposizione di un tema omerico). Longo invece è più autonomo nella sua azione e, oltre ad "inventare" il romanzo pastorale, approfondisce di più l'analisi dei personaggi e dell'evoluzione del loro animo (rispetto al sentimento d'amore). Ovvio poi che la concezione dell'amore che abbiamo al giorno d'oggi ha qualche differenza rispetto a quella antica.
Certo è che il romanzo di Longo ha avuto maggior fortuna e maggior influenza rispetto agli altri romanzi greci. E' in questo senso che lo definisco il più importante.
Il "succo" di cui tu parli è rimasto lo stesso per la maggior parte dei romanzi scritti nella storia dell'umanità! Ahahah! Va be', scherzi a parte, mi sembra che tu abbia risposto bene alle perplessità di Salomon Xeno.
EliminaQuesta è l'ennesima riprova che non sono stata affatto "incosciente" nell'affidarti la rubrica.
E così ecco la rubrica misteriosa... direi che parte con il piede giusto! Buona avventura!
RispondiEliminaEbbene sì, sono certa che l'attesa è stata premiata!
EliminaTroppo buoni!
EliminaSegnalazione interessante. Per via dei miei studi la mia cultura classica è pressoché nulla, e vorrei tanto colmare in parte questo vuoto. Potrebbe essere uno spunto utile.
RispondiEliminaIo posso dire lo stesso!
EliminaSe decidi di leggerlo, fammi sapere cosa ne pensi!
EliminaMi piace l'idea di questa nuova rubrica :) Conoscevo "Dafni e Cloe", pur non avendolo mai letto, perché ho studiato i romanzi greci (a grandi linee) al Liceo. Un giorno mi piacerebbe leggerli!
RispondiEliminaIo invece non li avevo mai incontrati! Il bello di ospitare qui dei collaboratori è che imparo tante cose anch'io!
EliminaMi incuriosisce la "spiccata modernità nell'analisi che l'autore fa delle dinamiche sentimentali dei protagonisti" (considerato che le "dinamiche sentimentali" sono concetti in sé senza tempo).
RispondiEliminaBellissima rubrica. Attendo con ansia i prossimi appuntamenti.
Eh, il cuore e i suoi tormenti... sì, un tema senza tempo!
EliminaSono davvero felice che la rubrica di Davide abbia già i suoi fan: se li merita!
Ripeto: troppo buoni!
EliminaPer quanto riguarda la spiccata modernità, intendevo dire che l'autore (rispetto ad altri contemporanei o immediatamente successivi) non si limita a ripercorrere gli schemi tradizionali del sentimento d'amore già codificati nei grandi poemi, ma ci mette un po' del suo, dimostrando di aver ragionato sulla materia. Un approccio che altri non hanno avuto: non perché magari non ne fossero capaci, ma solo perché non era ritenuto necessario (l'arte guardava all'idea, al modello e non necessariamente al reale). Ovviamente bisogna tener conto che le basi culturali e morali sono molto diverse da quelle attuali.
O qui c'è un sacco di gente troppo buona o tu hai scritto un bel post! Rassegnati all'evidenza!
EliminaAnche quando non è avvertita come necessaria, l'innovazione resta nella storia. Una piccola riprova è che noi siamo qui a parlare del libro di Longo Sofista!
Buon lavoro con questa rubrica!
RispondiEliminaHai fatto un'analisi davvero accurata.
Ho fatto decisamente degli ottimi "acquisti" con voi due!
EliminaGrazie Marco!
EliminaAnche la tua è molto interessante e, soprattutto, originale.