Avere la coda di paglia: spero
che voi non l'abbiate mai!
Oggi, come da programma, esce un post di Lo dicono tutti. Ok, non è uscito a
mezzanotte, ma non ci sono patti vincolanti su questo, no? Ehm, come dite? Ho
la coda di paglia? Ahahah! No,
assolutamente no, però è proprio questo il tema di oggi.
Quando si dice?
In genere si usa l'espressione
avere la coda di paglia nel senso di sapere di aver combinato qualcosa, non avere
la coscienza tranquilla. Da
ciò derivano alcune conseguenze, che sono le caratteristiche reazioni di chi ha
una coda di paglia:
- avere timore essere scoperti,
- essere sospettosi,
- allarmarsi alla prima allusione sfavorevole,
- discolparsi senza essere stati accusati,
- reagire impulsivamente a critiche e osservazioni.
È un'esclamazione che può essere usata per indicare che una persona sta nascondendo di aver
combinato qualcosa e quindi teme di essere scoperta.
Facciamo un esempio pratico. Guardate in frigorifero e
vi accorgete che è finito il latte e sussurrate: «Uhm, credevo ce ne fosse
ancora». Se chi vive con voi scatta in piedi dicendo: «Guarda che non l'ho mica
finito io, eh!» probabilmente c'entra qualcosa. Allora potete dirgli: «Non ti
ho accusato, ma mi sa che hai la coda
di paglia!». Questo gli farà capire che la sua reazione eccessiva e non
motivata lo fa finire tra i sospettati! Ahah!
Per certi versi, l'espressione di oggi si avvicina ad
un'altra, avere uno scheletro nell'armadio,
di cui magari parleremo un'altra volta, chissà!
Un
controsenso
Per una volta sembra abbastanza facile capire l'origine
dell'espressione (quanto meno il fatto che chi ha una coda di paglia diventa sospettoso),
però ci sono comunque dei dubbi. Come vedremo, ci sono due interpretazioni, una più conosciuta e diffusa e
l'altra poco presente sulle fonti ma preferita dall'Accademia della Crusca…
L’interpretazione
più convincente
Avere la coda di paglia, secondo la maggior parte delle fonti
deriva da un proverbio: chi ha la coda di paglia, ha sempre paura
che gli pigli fuoco. Tale espressione deriva a sua volta da un'antica favola di Esopo che ha
per protagonista una volpe.
Una volpe
un giorno rimase imprigionata in una tagliola,
riuscì a liberarsi e fuggire ma per farlo perse gran parte della sua bella
coda. Vergognandosi di farsi vedere in giro in quello stato si fece una coda di paglia così bella che
nessuno sembrava capire la differenza e sospettare che fosse finta. Un giorno
però un gallo rivelò il segreto e la notizia si diffuse, così i proprietari dei
pollai accesero dei fuochi vicino ai
loro animali, così che la volpe per paura di bruciarsi la coda (sapendo
che la paglia brucia con facilità) fu costretta a rimanere lontana e a non rubare
i loro polli.
Sapendo di fare qualcosa di sbagliato, non voleva che
nessuno notasse le sue colpe (da qui deriverebbe il significato
dell'espressione).
Altre interpretazioni
Anche se l'interpretazione appena presentata è quella
più comune e diffusa, ce n'è un'altra che trovo di grande interesse e che,
secondo l'Accademia della Crusca, sarebbe addirittura preferibile. Essa si può
trovare nel Dizionario dei modi di dire (2001)
in una ricostruzione di Ottavio Lurati che fa riferimento a una pratica medievale in cui per umiliare gli sconfitti o i
condannati li si obbligava a sfilare per la città con una coda di paglia
con il rischio che qualcuno gliela incendiasse
come segno di ulteriore scherno. La coda rappresenterebbe un simbolo di
degrado dallo status di persona a quello
di animale. Diventa dunque un modo per rendere visibile a tutti la colpa, aggravando il senso di umiliazione.
Conclusione
Insomma, avere
la coda di paglia non è una cosa bella: meglio prendersi le proprie
responsabilità e dimostrarsi persone migliori.
Conoscevate questa espressione? La usate?
Vi è mai
capitato di avere la coda di paglia? Vi va di raccontarmi nei commenti?
Se avete qualcosa da aggiungere, io vi aspetto qui nei
commenti.
Raccontarti qualcosa? Mai senza il mio avvocato.
RispondiEliminaMa uffi! Ahaha!
EliminaDevo ammettere che mi piacciono entrambe le interpretazioni, non saprei quale scegliere.
RispondiEliminaOh, nemmeno io so scegliere... per questo le ho messe entrambe!
EliminaPovera volpe, in fondo ha coperto un aspetto del suo essere al quale teneva. Con qualcosa di artificiale, certo, però il gallo è stato proprio spietato.
RispondiEliminaIn effetti alcune volte, in un discorso generale sui pochissimi forum o blog nei quali intervengo, penso sia normale credere di essere stati citati (mi capita molto meno nella vita di tutti i giorni), tuttavia nella maggior parte dei casi credo che l'indifferenza sia la migliore delle attitudini, per tanti motivi (primo dei quali, c'è la funzione citazione apposta!).
Poi c'è anche un discorso di autostima, che si costruisce con l'esperienza, ma qui mi addentrerei troppo in un discorso psicologico (e si potrebbe ritornare al racconto della volpe).
P.s. Credevo che tu e la mezzanotte aveste un patto segreto...
Credo che nella fiaba il gallo non lo faccia con cattiveria ma semplicemente per disattenzione (però non ho verificato).
EliminaLa lingua scritta spesso favorisce i malintesi e favorisce il nascere di code di paglia...
P.S. Io e la mezzanotte ce l'abbiamo un patto, però non sono proprio riuscita a scrivere prima questo post. E fino alle 23.59 di oggi nessuno può dirmi di essere in ritardo.
Allora sarebbe interessante verificare, sul gallo. Nel caso preferirei la prima interpretazione, perché certo i vincitori dovrebbero essere più magnanimi nei confronti degli sconfitti.
EliminaP.s. Mi sono dimenticato di mettere il sorriso, ma naturalmente era una battuta, quella sulla mezzanotte (a proposito di malintesi della lingua scritta, ah ah).
Se riesco a trovare un po' di tempo, cerco la versione originale e controllo la questione del gallo. Al momento sono un po' presa.
EliminaP.S. Avevo capito che era una battuta, tranquillo, volevo solo far notare la mia coda di paglia!
Al massimo ci teniamo sia il gallo cattivo, sia il gallo disattento!
EliminaP.s. Per concludere il quadro, io a mezzanotte solitamente dormo già almeno da un paio d'ore (e non ho 62 anni, ma esattamente la metà),
Vediamo, dai... due galli in un pollaio però sono sempre un problema!
EliminaLa conosco bene come espressione, però non sapevo la sua origine (non conoscevo né la favola della volpe né l'usanza medievale). Ho aumentato la mia cultura della lingua italiana, cosa che è sempre utile.
RispondiEliminaDocumentandomi per scrivere i post, scopro sempre tantissime cose. Amando insegnare e condividere il sapere, mi piace molto parlarne con voi e le tue parole mi fanno davvero piacere!
EliminaIo coda di paglia? Da ragazzina, sì, senz'altro. Con il passare dl tempo è passata... anche perchè altriment litigheresti col mondo intero!!!
RispondiEliminaEh, brava, Pat!
EliminaMi ricordo di aver sentito quest'espressione per la prima volta in un cartone animato (non ricordo quale) quand'ero piccola. Non sapevo che cosa volesse dire e mi sono immaginata questo personaggio con la coda letteralmente fatta di paglia. Poi mi hanno spiegato il significato.
RispondiEliminaP.S. Sono innocente!
Che tesorino!
EliminaP.S. Non vorrai mica insinuare che sono stata io, eh!
Ahahah!
L'interpretazione tratta dalla favola di Esopo mi sembra spiegare meglio il concetto; nell'esempio che hai fatto, il modo di dire si sposa bene con un altro latino: excusatio non pentita accusatio manifesta! Sarebbe quell' "io no, non ho fatto nulla" di chi ha la coda di paglia! Si potrebbe dire anche carbone bagnato?
RispondiEliminaIn questo momento io ho la coda di paglia: i miei figli mi hanno chiesto di non usare internet per via di una lag che si crea mentre loro studiano e io invece lo sto facendo :P
"Mamma, sei collegata?" Mi grida dall'altra stanza uno dei due.
"Io? Noooo!"
(Madre snaturata!)
Il detto latino mi torna... il carbone bagnato non lo conosco, di che si tratta?
EliminaMa quale madre snaturata! Hai fatto benissimo a passare di qui e commentare!
Ha lo stesso significato di avere la coda di paglia; è solo una formula dialettale della Sicilia , soprattutto, ma onestamente non ne conosco le origini! :)
RispondiEliminaBisognerà indagare, allora! Grazie per lo spunto!
EliminaHo la coda di paglia. Il mio ultimo post mette alla berlina frase fatte come quella che svisceri oggi. Mettere alla berlina è un'altra frase fatta. Potrebbe essere la prossima che tratti. Ma il tuo post è una risposta polemica al mio? Ho la coda di paglia?
RispondiEliminaSono frasi che "dicono tutti", in narrativa, da brava editor, le evidenzierei come "frasi abusate da sostituire", però è sempre interessante andare a scoprirne le origini. O starò solo cercando di giustificarmi? Sarà la coda di paglia.
Elimina"Mettere alla berlina" mi attira molto...
Interessante la storia della volpe e il gallo. E' sempre affascinante scoprire le origini di certi proverbi o frasi fatte.
RispondiEliminaPersonalmente per un certo periodo ho avuto la coda di paglia e siccome non è molto bello vivere così ora evito sempre certi comportamenti e sono schietta...gli anni insegnano e la saggezza arriva!
Come dice Wilde: "L'esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l'esame, poi ti spiega la lezione".
EliminaEspressione sempre usata, una di quelle terminologie con cui sono cresciuta. Forse per la favola di Esopo, sebbene non me la ricordassi, ma sicuramente la conoscevo (ce le ho tutte a casa in versione ridotta e da piccola le leggevo in continuo!).
RispondiEliminaMi capita, mi capita... ma a volte solo perché mi preoccupo troppo e in realtà non ho fatto nulla di male, ma penso che altri lo riterrebbero tale. :D Però ho anche imparato a fare la faccia di bronzo ahahah.
"La coda di paglia da senso di colpa autoindotto per motivi insensati dettati da paturnie mentali" potrebbe tranquillamente essere il titolo della mia autobiografia! Ahahah!
EliminaP.S. "Faccia di bronzo"... uhm... ahhah!
Non conoscevo le due interpretazioni, anche se forse la favola di Esopo devo averla incontrata... Però mi piace anche la seconda! Fa molto folclore, anche perché nel medioevo mi viene facile immaginare i colpevoli di crimini "modesti" puniti con l'umiliazione, e potrebbe anche darsi che, almeno in alcune regioni, la tradizione del detto venga proprio da questa pratica! Mi rammenta una scena di un libro, in cui invece l'umiliazione era usata per punire un crimine... be', un peccato di costume, più che un crimine. Però con la coda di paglia c'entra poco, per cui qui chiudo. :)
RispondiEliminaLe scene medievali con la coda di paglia mi sembrano davvero caratteristiche. Probabilmente saranno state usate anche in qualche film.
EliminaDella scena del libro si parlerà in altra sede, allora!