Come è ormai tradizione, ecco a voi il bando del concorso di compleanno del mio
blog (dopo il post per il sesto
compleanno).
Anche se sono parecchio affezionata a questo concorso, che
ormai è arrivato al suo quarto anno (per i curiosi lascio i link ai bandi precedenti
di tre
anni fa, di
due anni fa e dell'anno
scorso) ho deciso di apportare
qualche modifica e, soprattutto, di snellire la struttura (visto che il
video
ripescato dell'anno scorso è uscito pochi giorni fa!).
Vediamo ora il
nuovo bando, dunque, con le sue piccole novità.
Come sempre si
tratta di un concorso e non di un giveaway a estrazione perché, lo
sapete, io voglio che vinca sempre la creatività!
Per partecipare
Se volete partecipare al concorso dovete scrivere un racconto breve a tema libero di massimo
300 parole. Dovete poi postarlo
come commento a questo post. A differenza di tutti gli anni precedenti,
NON dovete postarlo in modo anonimo,
ma con il vostro account ben visibile (se commentate come anonimi, potete anche
solo firmare il racconto in fondo al commento, l'importante è che si sappia di
chi è).
Altra differenza rispetto agli anni precedenti: potete inviare UN SOLO racconto.
Potete cambiarlo, modificarlo o sostituirlo fino alla scadenza del concorso, ma
alla scadenza solo un testo in una versione sarà ammesso alla fase successiva
(il più recente).
Scadenza
Potete partecipare da
oggi fino al 30 settembre.
Vi do più tempo degli scorsi anni, sperando che così
tutti coloro che vogliono partecipare trovino il tempo di farlo, senza fretta.
Il vincitore del
concorso
Quest'anno ho deciso di cambiare la modalità per
decretare il vincitore. Non ci saranno più tre finalisti con i video da votare,
ma sarà tutto molto più semplice.
Alla scadenza
del concorso scriverò un post in cui spiegherò tutto per bene, ma
intanto vi accenno qualcosa. Ogni
partecipante al concorso dovrà votare uno dei racconti partecipanti
inviando il suo voto via mail (tamericiromina@gmail.com). Tutti i partecipanti
avranno l'obbligo di votare UNO E UN
SOLO racconto (non il proprio, ovviamente) pena la squalifica dal
concorso.
Se mi lasciate un contatto mail (scrivendomene una), vi avviserò quando saranno aperte le votazioni.
L'autore che
riceverà più voti sarà il vincitore e come premio il suo racconto
diventerà un video come quelli degli anni scorsi.
Il vincitore
votato dal pubblico
Negli anni passati i voti dei non partecipanti sono
stati pochissimi, quindi quest'anno ho deciso di non inserirli nel conteggio
per decretare il vincitore. Per i non
partecipanti ci sarà un conteggio a parte che porterà all'elezione del racconto scelto dal pubblico (se
i voti ricevuti saranno in totale almeno 20 e quelli del vincitore almeno 5,
realizzerò anche per questo racconto un video).
I premi
Il vincitore
del concorso avrà diritto a veder trasformato il suo racconto in un video.
Riceverà inoltre un buono di 20 euro
da utilizzare per uno
qualsiasi dei miei servizi (valido per sei mesi).
Il vincitore
del premio del pubblico (se avrà raggiunto i numeri previsti sopra) avrà diritto a veder trasformato il suo
racconto in un video. In ogni caso riceverà inoltre un buono di 10 euro da utilizzare per uno
qualsiasi dei miei servizi (valido per sei mesi).
Tutti i
partecipanti avranno diritto a uno sconto (di cui vi parlerò più
avanti) per la realizzazione del video del loro racconto partecipante al concorso.
Vi aspetto numerosi! E vi ringrazio già per la vostra partecipazione!
Allora, tutto
chiaro? Pronti a partecipare? Non preoccupatevi, ogni volta vi
spiegherò cosa fare, quindi per il momento dovete
solo ricordavi di partecipare prima del 30 settembre!
Sperando di incentivarvi ulteriormente, vi lascio qui di
seguito i tre video finalisti dell'anno scorso dal primo al terzo classificato
e il video del racconto ripescato dal pubblico!
AVVERTENZA: Esistono normative sul fenomeno dei giveaway e dei
concorsi sui social a mio avviso poco chiare. Comunque io qui regalo il mio
tempo e qualche sconto. E ho spesso fatto editing e video gratuiti, quindi...
ho solo ideato un concorso per decidere a chi regalare qualcosa, sperando di
stimolare un po' la creatività!
Io dovrei esserci se il diavolo non ci mette la coda.
RispondiEliminaBacio!
Mi chiamavano Luciferina. Con il diavolo ci parlo io, tranquilla! Ti aspetto!
EliminaGrazie Romina, come hai visto, è servito 😂😂😂😂😂
EliminaSì, e ben prima che io rispondessi al tuo commento! Ahah!
EliminaCara Romina, io credo di esserci, ma subito intanto voglio congratularmi per i tuoi 6 anni del blog facendoti tanti auguri.
RispondiEliminaCiao e buona serata con un abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Allora aspetto il tuo racconto! Intanto grazie per gli auguri!
EliminaChe bello Romina ☺️
RispondiEliminaTi aspetto!
EliminaArriva il mio...
RispondiEliminaEvviva!
EliminaQuando c’è l’amore
RispondiEliminaMi svegliai di colpo. Fuori era buio, troppo presto per alzarsi. L’orologio faceva le tre.
Perché ero sveglio?
Avevo la forte sensazione che qualcosa non andasse, non fosse come al solito. Mi misi su un lato, vicino alla mia compagna. Qualcosa mi toccò la gamba. Ma non era una pedata, di quelle che ci capita di scambiarci quando ci muoviamo nel letto. Era qualcosa di più grande, liscio, un po’ scivoloso.
Allungai una mano e non trovai le sue gambe. Non capivo. Sapevo che l’avrei svegliata, ma accesi la luce.
Lei si svegliò.
«Che c’è, stai male?»
«No, è che…» Sollevai il lenzuolo e restai lì, fermo.
«Cosa fai, c’è qualcosa che non va?», chiese.
«Guarda», riuscii appena a mormorare.
Al posto delle gambe aveva una magnifica, verdissima, lucente coda di pesce che finiva in una larga pinna.
Lei si sollevò sui gomiti. «Mi sa che l’incantesimo è finito», disse.
«Scusa?»
«Sì, non te l’ho detto perché pensavo fosse per sempre. Invece evidentemente no. Scusami.»
«Non importa.» Perché risposi non importa me lo chiedo ancora oggi.
Abbassai il lenzuolo. Mi sdraiai supino, fissando il soffitto.
«E adesso?», mormorai.
«Dobbiamo traslocare, tutto qui. Troviamo una casa vicino al mare.»
«Cazzo», commentai.
«Perché? Non ti va di stare al mare?»
Mi voltai di nuovo, la baciai.
«E se finisse il mio?»
«Il tuo cosa?»
«Non te l’ho detto nemmeno io, scusami. Prima di conoscerti ero un orso bruno, di montagna.»
Lei tacque per un po’.
Poi disse: «Casa al lago di Braies?»
«OK» risposi, e spensi la luce.
Quanto c'è l'amore... c'è tutto!
EliminaGrazie mille per la partecipazione e complimenti per essere stato il primo!
che divertente... grazie per avermi strappato un sorriso alle 11 di mattina, Elisa
EliminaBenvenuta sul mio blog, Elisa!
EliminaRomina, congratulazioni per il traguardo dei sei anni.
RispondiEliminaTe lo scrivo qui, c'è un premio per te... da me. :)
Grazie mille. Scusa il ritardo, cerco di passare presto!
EliminaEccomi! Perchè tu non dica che non ti penso ahhahahahahahaha ma stavo facendo cuocere il cavolo rosso e... dici che è la puzza del cavolo che mi ha ispirato? ahahhaha
RispondiEliminaNebbia
Che stranezza! Nebbia a luglio in un periodo di siccità paurosa. Mai visto niente di simile. Eppure, dal bosco si levava una strana nebbia. Densa, iridata. Veleggiava a mezz’aria. Avanzava lentamente ed era come se danzasse. Un momento! In sottofondo lei sentiva uno strano suono. Parera quasi che qualcuno toccasse le corde di un’arpa. Ma lo aveva mai sentito il suono di un'arpa? Non ne era mica sicura.
Poi… poi la nebbia era profumata. Non odorava di umidità ma sapeva di dolce. Di fiorito.
Senza sapersene spiegare il motivo, si vide davanti agli occhi il frangipane. Sì! Odorava di frangipane, il fiore sacro dell'oriente, quello che collega il mondo terreno e l’aldilà.
Le sue narici fremettero come desiderose di incamerare più profumo possibile. Come se volessero farlo penetrare nel suo intimo più segreto. Un senso di pace la stava pervadendo. Si sentiva bene.
Ma.. un momento! D’improvviso nella nebbia le parve di scorgere dei movimenti rapidi, repentini che zigzagavano occupandola tutta in un gioco allegro.
E fu allora che le vide. O meglio, le percepì. Immagini sfumate e trasparenti, microscopiche figure di ogni colore che volavano leggere.
Fate…. Pensò. O anime serene, e una dolce serenità la pervase in ogni cellula. Sì! Si sentiva in pace.
Patricia
Noi donne siamo sempre multitasking! Brava, Pat! Grazie per aver partecipato anche se è un periodo incasinato, lo so.
EliminaBello anche il senso di pace del finale del racconto!
Sarà che me lo sogno giorno e notte...
EliminaBacio stella. A presto!
Sogni la pace? Beata te, io di notte solo incubi!
Eliminamagari esistessero le fate... ma fa bene pensarlo. Bisogno di magia credo
EliminaVedo che ti stai appassionando alla lettura dei racconti partecipanti e mi fa molto piacere! Parteciperai anche tu? Sarebbe bellissimo!
EliminaTitolo: Nessuna Paura
RispondiElimina“Perché non ci incontriamo dal vivo?”
Osservai il cursore lampeggiare sullo schermo. Cosa avrei dovuto rispondergli? Una mia amica lo conosceva di persona, e frequentavamo pure la stessa scuola, ma per me era solo un altro utente del forum che gestivo. Era simpatico e mi faceva piacere sentirlo, per carità, ma io ero cotta del co-fondatore.
Se avesse avuto cattive intenzioni? Se fosse stato un pervertito? I miei genitori continuavano a mettermi in guardia dal web…
Scossi la testa, vergognandomi di me stessa. Perché dovevo essere così diffidente di un sedicenne? Perché volevo vivere la mia vita virtuale totalmente slegata da quella reale? Perché dovevo ragionare con tutta quella malizia?
“Vediamoci domani nel corridoio, vicino al laboratorio di chimica” gli inviai.
La mattina dopo il terrore mi attanagliava. Ero sicura di aver fatto un errore terribile. Cosa mi era passato per la testa? Però avevo dato la mia parola. Da sola, con profondi respiri e piccoli passi, mi avviai al punto dell’incontro. Mi sentivo come se la mia vita dovesse cambiare completamente, per sempre. Fu allora che vidi quel ragazzo appoggiato al muro, tutto vestito di nero, lo sguardo cupo e le spalle larghe. Mi avvicinai, sentendomi una bambina di fronte a un gigante. Eppure, ero io più anziana!
“Ciao. Sei Gabriele?”
“Oh… sì. Ciao. Sei Maria?”
Non ricordo nemmeno di cosa parlammo, ma fu solo la prima delle ricreazioni passate assieme. Ogni giorno, per mesi, fino a quando non uscimmo per un appuntamento. Avevo avuto ragione, la mia vita era cambiata completamente. Però non avevo più nessuna paura: solo amore.
Ooohhh, che cosa dolce partecipare con la vostra storia! Anche io ho conosciuto Marco sul web ben prima di incontrarlo di persona e... be', è stato un percorso lungo e travagliato ma il finale è più o meno lo stesso. Grazie per la partecipazione!
EliminaÈ da un pochino di tempo che medito sul fatto che ogni storia merita di essere raccontata... In particolare se è vera. Questa mi sembrava l'opportunità giusta! Grazie dell'occasione e... buon sesto compleanno! :)
EliminaSono perfettamente d'accordo e sono lusingata che tu abbia deciso di farlo in questa occasione!
Eliminache bello! fino al 30 settembre dovrei fare in tempo, mi piacerebbe partecipare
RispondiEliminaMi farebbe davvero piacere se partecipassi, sono sicura che hai moltissimo da raccontare! Ti aspetto!
EliminaComplimenti per l'iniziativa, partecipo volentieri con questo racconto in pillole.
RispondiEliminaL'amore immortale
Giocavo in un prato disseminato di fiori ed erba. Ero un fiore tra loro. Amavo perdermi a guardare il sole tra un filo e l'altro illuminare di scintille il profilo colorato dei petali bagnati di rugiada. Una coccinella, scivolata lungo una foglia un istante prima di cadere a terra, aprì le piccole ali svolazzandomi davanti. Mi ricordava fosse ora di tornare a casa per pranzo.
Un passetto balzante alla volta uscì dal nascondiglio per correre alla fontana e lavar le mani sporche di terra. Un saltello dopo l'altro mi avvicinai all'uscio di casa dove un profumo invitante di frittelle fumanti dava il benvenuto. Bontà di natura, le chiamava mamma.
Le mostrai le mani candide e paffute per ottenere il permesso di cibarmi dei fiori mescolati alla pastella. E in un'istante me ne riempii la bocca sentendo un gustosissimo sapore di giardino. Una vera magia.
- Cosa ne dici più tardi di venire con me a raccogliere ciliegie? Cestino, scarponcini e cappellino. Faremo merenda con quelle appena raccolte restando sotto l'albero, e se saremo tanto brave da lasciarne nel cestino, il resto diventerà marmellata.
Con le mani impregnate di burro e farina impasto metodica con i soliti gesti la palla giallognola dal profumo limonoso. Schiaccio sul bancone l'ultimo grumo non omogeneo, assaporando la perfezione. Una palla rotonda e liscia da cui tagliarne un pezzo, e poi cominciare a stenderla.
Nel silenzio suggestivo della cucina, rivedo mia madre fare gli stessi movimenti e tramandarmi ricette e segreti per festeggiare l'estate.
Mentre la memoria torna al giorno lontano in cui eravamo semplicemente felici, le dita vagano da sole. Apro il barattolo e annuso inebriata il profumo chiuso in vetro. Sento già impastarsi la bocca, nel ricordo immortale della magia in cucina, di quello sguardo soddisfatto che ricorderò per sempre.
Grazie mille per la partecipazione!
EliminaHai creato una bellissima immagine in questo racconto! E poi ho fatto una crostata proprio pochi giorni fa, quindi...
Mhh, chissà che buona! Io ne vado matta!
EliminaComunque complimenti, sei anni sono davvero una bella costanza.
Invece a me non piace tantissimo, ma è la torta preferita di Marco, quindi la preparo volentieri. Hanno detto che era buona, ma io non giudico mai i miei piatti (adoro cucinare!).
EliminaPer i primi cinque anni sono anche stata molto costante nelle pubblicazioni, questo sesto anno l'ho vissuto in modo molto diverso e più blando, però sono ancora qui... grazie per i complimenti!
dai, ci sono anch'io :)
RispondiEliminaun abbraccio
Fabrizia
era un testo un po' più lungo, ne ho fatto una riduzione per stare nelle 300 parole
Le cyberavventure di Pino
Perdere la scommessa con Mario Volpe, in seconda media con lui, era stato un guaio. «Mi devi quattromila euro. Se non me li dai ti appendo per il collo alla quercia nel parco.»
I soldi per puntare sul rosso erano quelli della mancia ricevuta dal nonno.
Invece di andare a scuola aveva acceso il computer. A suo fratello che gli diceva di sbrigarsi aveva tirato una ciabatta colpendolo alla nuca.
Valerio Gatto, quello della terza A, si vantava di aver vinto diecimila euro giocando su quel sito.
Troppo distratto per ragionare rispose al primo squillo. «Ciao zia Azzurra.» «Pino? Cosa fai a casa?» «Ho la febbre.» «Ma sei da solo? Vuoi che venga lì?» «Non serve, tra poco torna il papà.»
Pino si maledisse per non aver trovato una bugia migliore. Si maledisse ancora di più vedendo che la pallina dopo alcuni giri vorticosi si era fermata sul 17 nero. Gli sembrò di sentire la voce del fratello: «Non dar retta al Gatto, sul sito AcchiappaCitrulli non vince mai nessuno.»
Per consolarsi entrò nel “Paese dei balocchi”, il social che spopolava al momento.
Restò come di legno. Lucio, compagno di banco e di giochi, aveva postato una sua foto ritoccata con lunghe orecchie d’asino. Tutti quelli che credeva suoi amici avevano messo “mi piace”. Provò a riderne ma gli venne da piangere.
Avrebbe voluto uscire dal Paese dei balocchi ma non riusciva. Continuando a scorrere i post ne vide uno del Volpe che lo ritraeva in bocca a un pescecane; la scritta diceva: “Sei solo un fantoccio da buttare”.
A furia di soffiarselo il naso gli pareva diventato enorme, lunghissimo.
Le chiavi girarono nella toppa. Alzando gli occhi gonfi la vide e gli sembrò una fata. Gettandosi tra le sue braccia bofonchiò tra le lacrime: «Zia Azzurra, aiutami tu.»
Grazie mille per aver partecipato!
EliminaMi piace l'idea che hai sviluppato (e mi spiace che tu abbia dovuto "accorciarla" per me).
Grazie a te Romina! :)
EliminaTitolo: La nonna bambina
RispondiEliminaAmava sostare a destra dell’uscio, quando, nelle tarde ore pomeridiane, il sole stemperava i suoi caldi raggi e la fresca e leggera brezza le regalava un po’ di sollievo. Una piccola sedia in vimini, reggeva il suo esile e minuscolo corpo. L’anziana donna raramente alzava il suo sguardo. Era sempre alle prese col suo lavoro a uncinetto. Un ricamo davvero infinito. Il lungo abito era disegnato degli stessi fiori che pendevano fino a terra dai suoi davanzali. Il Nasturzio nano era quindi dappertutto.
Ogni volta che passavo da questo cliente, lei era seduta lì. E mentre scendevo dall’auto, la nonnina mi donava sempre il suo dolce e tenero sorriso. Ma poi tornava subito al suo concentrato lavoro. I capelli bianchi, un po’ scompigliati, le accarezzavano le guance ancora rosee. Poche erano le rughe che le attraversavano il volto.
I movimenti rapidi e precisi dimostravano la sua viva lucidità; inoltre il voto all’ordine e alla pulizia di se e di tutto ciò che le apparteneva, lo si notava dall’ immenso splendore che la circondava.
Mai delle frasi, mai una parola; solo dei sorrisi… sia quando arrivavo e sia quando ripartivo.
Non conoscevo il suo nome e mi piaceva definirla cosi: la nonna bambina.
Frequentavo spesso l’ufficio di assicurazioni di questo piccolo paesino e ci andavo molto volentieri proprio per merito suo.
Ora è la sua porta che mi guarda e mi regala il suo mesto sorriso. Mi accenna qualcosa ma l’interrompo subito.
No, non dirmi nulla. Lo so già. Il Signore del tempo è passato di qua, l'ha presa per mano e se l'è portata con se…
Grazie per la partecipazione! Come da bando, però, per accettarlo ho bisogno che firmi il racconto (basta anche un nickname), grazie.
EliminaGrazie per la partecipazione :)
RispondiEliminaDi solito è la mia frase questa, ahaha! Grazie e benvenuto sul mio blog!
EliminaAhahaha
RispondiEliminaE' un piacere
e complimeti.
ciao
Gabriele
Grazie. In bocca al lupo per il concorso!
EliminaGrazie,
Eliminasperiamo :)
Dai, ci provo mandandoti questo che ho scritto stamattina nella mia bacheca Facebook e si tratta di realtà.
RispondiEliminaDIARIO DI BORDO N°6746
Protagonisti: i tre gatti di casa
Obiettivo: far alzare l'umana stesa sul letto per dare le crocchette ai gatti.
A partire per primo è Iside, la gatta nera, posizionandosi sulle gambe dell'umana.
Obiettivo fallito: l'umana non mostra alcuna reazione.
Considerazioni: E' ancora giovane, ha un anno e mezzo. Deve fare esperienza.
Subito arriva Chicco che va ad accucciarsi di fronte al viso dell'umana e le si struscia.
Obiettivo fallito: l'umana se ne è accorta, ma resta imperterrita a dormire. Considerazioni: All'umana sembra piacere ciò.
Le speranze sembrano ora affidate a Totoro.
Riuscirà a fare alzare l'umana?
La dormiente sente dei rumori, apre gli occhi e..
"TOTORO!"
Il suddetto gatto minacciosamente sta sulla cassettiera dove l'umana tiene i suoi gioielli e le sue pietre.
L'umana sembra non arrendersi al vile ricatto di Totoro ma la sua fama di gatto ninja, maestro della sparizione e del caos lo precede.
L'umana si alza: obiettivo centrato.
La missione è stata completata con successo.
Urge però addestrare meglio Iside.
Ahahah, divertente storia vera! Grazie per la partecipazione!
EliminaPrego :)
EliminaCiao Romina,
RispondiEliminail regolamento dice: un solo racconto.
E' inderogabile la cosa? :)
ciao
Gabriele
Ciao, sì, è abbastanza inderogabile, mi spiace (fino allo scorso anno invece c'era libertà di presentare più testi). Ho preso questa decisione perché il metodo di votazione quest'anno è diverso e non volevo complicazioni aggiuntive. Però se vuoi puoi sostituire il racconto già presentato con un altro, se ti va.
EliminaGrazie Romina, ma lascio quello già postato. Sarà per la prossima occasione :)))
Eliminaciao
Gabriele
Se il mio blog non chiude prima, tienilo pronto per l'anno prossimo!
EliminaMi sembrava brutto non partecipare.
RispondiEliminaIsole
Fuori dalla stazione ho impostato il percorso sul telefono: non voglio perdermi. Ma la città mi cattura: non deviare è impossibile. Vicoli, ponti, canali, chiese. Scorci che non ti aspetti, giardini segreti dietro a un muretto; statue silenziose ti guardano, ombre si rincorrono. La meta diventa lontana. Il tempo non è infinito. Ritorno tra la folla, tutti scattano foto senza sapere dove sono, un vociare immenso. Avanzo. Ecco, sono perso davvero. Nessun punto di riferimento. Cammino. Le gambe cominciano a far male.
Poi un arco coronato di stelle e un orologio. E' un segno. Il mare! Le onde sono d'argento, il sole frammenti di cristallo, le isole lontane. Ma tutti guardano dall'altra parte o si rimirano in uno schermo.
Il vento sferza le facce, socchiude gli occhi, muove capelli: è un'epifania. Dal ponte riflessi fugaci, le isole a pelo dell'acqua, le cupole verdi, irraggiungibili, come in un sogno.
Grazie mille per la partecipazione! In effetti partecipare è più bello che non farlo, vero? Spero che in tanti la pensino come te, manca poco alla scadenza!
EliminaNon sono molto convinta, ma ve la butto lì. Ci tenevo a partecipare, comunque :)
RispondiEliminaALLA FINE
Alla fine, le parole uscirono dalla sua bocca, inarrestabili come un fiume in piena. Come acqua presero a scorrere libere, quasi dotate di volontà propria.
Le sue labbra si erano aperte da sole per parlare, nonostante lei avesse cercato di trattenersi, pensando che dirlo non fosse una buona idea. Era ancora troppo presto per parlarne.
Però qualcosa era cambiato, quando loro sguardi si erano incontrati. In quel momento tutti i freni inibitori erano caduti.
Prima di allora, altre volte aveva pensato di dirlo, ma si era sempre bloccata, dando ascolto alla voce della paura, che urlava troppo forte nella sua mente.
Non ricordava la prima volta che l'aveva pensato. Era un pensiero che era nato di nascosto e lei se n'era accorta solo quando era diventato abbastanza grande da essere visto. Ma era cresciuto nel tempo, piano piano, mettendo radici profonde nel suo cuore.
Forse il seme di quel sentimento era sempre stato lì, dalla prima volta che si erano scambiati un parola, senza ancora conoscere l'uno il nome dell'altra.
Ma ormai non importava quando fosse nato, perché le due parole erano uscite dalle sua labbra ed erano arrivate alle orecchie di lui:
"Ti amo."
Se mi vengono delle correzioni, lo miglioro un po'. Ah, e ho scritto un racconto d'amore solo perché è un argomento che va di moda, ma rimango sempre la solita cinica e disillusa :P
Grazie mille per la partecipazione! Un racconto d'amore da te non me lo aspettavo, ma mi piace!
EliminaHo specificato alla fine appunto perché non volevo che pensassi che ho trovato l'amore della mia vita, o cose del genere! XD
EliminaMa no, ma no. Se l'avessi trovati me l'avresti detto ben prima di scriverlo sul mio blog, spero!
Elimina"Il demone della procrastinazione"
RispondiEliminaL'eroe raschiò il fondo della sua riserva di coraggio e avanzò nell'antro oscuro dove si nascondeva il demone. Non era il primo. Uomini e donne erano corsi ad affrontarlo, dacché il re aveva promesso un premio favoloso. Tuttavia il bando mentiva sulla vera natura dell'agone. Nessuno era riuscito a trovare il mostro e così i migliori del regno fallirono e non se ne seppe più nulla.
Torniamo così al nostro eroe, solo nel buio. Nessuno sapeva chi fosse, né gli importava un granché. Forse era un grande guerriero, forse l'avevano proposto i camerati e non aveva pototo scaricare il fardello. Cionondimeno si fece avanti, fin dentro la caverna da cui molti valorosi erano usciti solo per farsi mozzare la testa.
"S'i' fossi un eroe..." mormorava tra sé, addentrandosi nel profondo, con i pugni stretti e un fortissimo desiderio di fuggire, dalla sua famiglia. Ma rivide i loro occhi stanchi, fiaccati dalla situazione del regno, e avanzò ancora. Pensò al suo lavoro e si chiese se ottenendo la mano della principessa e la metà del regno avrebbe dovuto rinunciare alla sua vita, ma proseguì. Sempre avanti. Si fermò un attimo a riflettere e dovette sforzarsi di non guardare indietro. Era quasi alla fine. Con un ultimo sforzo, sentì di aver raggiunto il fondo.
Era lì di fronte, anche se non lo vedeva.
Poteva ancora girarsi, ma non lo fece. Non gli importava del potere né di una ragazzina viziata. Voleva riportare il sorriso ai suoi cari.
Brandì la spada e fissò dritto davanti a sé.
"Fatti da parte," disse. "Soltanto io esisto."
All'improvviso l'oscurità si dileguò e fu come se la presenza nefasta che ottenebrava gli animi del regno fosse magicamente scomparsa.
Il demone della procrastinazione era stato sconfitto.
(Tratto da una storia vera!)
Grazie della partecipazione!
EliminaUn racconto con questo titolo però doveva essere pubblicato un po' più a ridosso della scadenza, no? Ahah!
ahahahhahah
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