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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

domenica 8 marzo 2020

“Processi” alle vittime: la serie “Unbelievable” racconta cosa c’è dietro a uno stupro


«Com’eri vestita?».
«Che ci facevi lì a quell’ora da sola?».
«Ma non potevi stare a casa tua?».
«Perché non trovi un uomo che ti protegga?»
«Ma non è che l’hai voluto tu e ora ti lamenti per fare la vittima?».
«Che cosa pretendi di ottenere da quel poverino ora, dopo che ci sei stata?».
«Forse non vuoi sembrare una facile e ti sei inventata questa cosa dello stupro?».
«Non è che alla fine ti è pure piaciuto?».
«L’hai fatto per la carriera e ora vorresti pure dei risarcimenti inventandoti storie?».
«Sei sicura di non averlo voluto?».

Benvenuti nel 1920! Ehm, 2020, ma poco cambia.
Se hai mai pensato una volta nella tua una frase del genere, ti prego, fermati un secondo a leggere queste parole. Sembrerà il solito discorso (e lo è!) ma evidentemente ce n’è ancora un drammatico bisogno. Questa volta il mio post per la festa delle donne è prevalentemente dedicato agli uomini.

La violenza sulle donne è come una piramide: la punta è il femminicidio, ma ci sono tutta un’altra e lunga serie di forme di violenza, alcune delle quali non fanno minimamente notizia. Se pensi che un commento volgare fatto a una ragazza che passa, un fischio, una mano sul sedere non siano niente in confronto a femminicidio e stupro, ti sbagli. Certo, non hanno la stessa gravità, ma non sono niente. Hai idea di come ci si sente dopo che qualcuno ti ha fischiato o fatto un complimento volgare per strada? A volte prevale lo schifo, il disgusto, altre la vergogna, il sentirsi sporche, violate nella nostra libertà di camminare in quella strada, in quel momento. E non bisogna essere delle dive o delle modelle, penso che almeno una volta nella vita sia successo a tutte. E non per questo mi fa meno arrabbiare il pensarlo, anzi, mi fa arrabbiare di più.
Se ascoltate attentamente le storie delle donne, con cuore aperto e sincero (non con il solo scopo di portarvele a letto), forse vi racconteranno cosa hanno subito e pian piano vi accorgerete che la violenza di genere è qualcosa che TUTTE hanno vissuto.
Alcune vi racconteranno di piccole molestie in luoghi pubblici, o di insulti ricevuti per strada, o di colleghi maschi che hanno fatto carriera mentre loro non hanno potuto. Altre, ma dovrete stare molto ad ascoltarle e meritarvi la loro fiducia, vi racconteranno violenze peggiori: di quel parente un po’ viscido che le metteva a disagio da bambina, di quello che magari le ha pure violentate, di quell’ex fidanzato che le ha picchiate o insultate più volte, di tizi incontrati per caso, che le hanno cambiate per sempre. Qualcuna vi mostrerà un livido o una vecchia fotografia, qualcuna resterà in silenzio del tutto, incapace persino di parlarne.
Spesso, quasi sempre, sono persone che non hanno denunciato nulla, che si sono nascoste in un misto di senso di colpa e vergogna che è causato proprio dal dilagare delle domande con cui ho iniziato il mio articolo.
Sarebbe meglio lavorare sulle cose piccole, perché è la base della piramide che va cambiata per poterne cambiare la cima, ma… io oggi ho deciso di parlarvi di qualcosa che è ai primi livelli di quella dannatissima piramide: lo stupro.
Avete mai parlato con una donna che ha subito uno stupro? Se la risposta è sì, probabilmente non vi serve leggere questo articolo: le sue parole (quando ne avrete guadagnato la fiducia) varranno più di qualsiasi testo che potrete mai leggere in vita vostra.
Se la risposta è no o avete la delicatezza di un rinoceronte in una fabbrica di ceramiche e fareste solo danni in un dialogo così delicato, vi consiglio di vedere Unbelievable su Netflix. [ATTENZIONE: il post contiene alcuni piccoli spoiler e persino qualche informazione sul finale che però non dovrebbe rovinarvi la visione. Se siete intolleranti agli spoiler, prima vedete la serie e poi venite a leggere perché ve l’ho consigliata]


La miniserie parla di una serie di stupri gemelli che due bravissime detective cercano di ricondurre a un unico stupratore seriale che conosce bene come lavora la polizia e sa bene come farla franca, occultando prove e materiale genetico.  
Vi consiglio questa serie perché fa capire (in piccola parte) come può essere la vita della vittima dopo uno stupro, come si trovi costretta a cambiare abitudini per sentirsi al sicuro, come rimanga spaventata al punto di non riuscire più a dormire… ma non solo per questo.
Unbelievable mostra anche tutto ciò che c’è dietro: come viene trattata una donna vittima di stupro dalle autorità?, quanto è semplice metterla in crisi con interrogatori senza fine?, quanto è più facile archiviare il caso per vie traverse piuttosto che mettersi a indagare davvero? Del resto lo stupro è considerato un reato minore. Lo so, agghiacciante, ma per la polizia spesso è così (al punto da non compilare nemmeno con cura ogni parte di un verbale). Come si può considerare minore qualcosa che stravolge per sempre la vita di qualcuno?
Il titolo Unbelievable si rifà proprio a una delle ragazze vittime di stupro che viene costretta a ripetere mille volte l’accaduto e che, a causa di discordanze tra le sue testimonianze e soprattutto del suo passato difficile viene spinta a ritrattare la denuncia e dire che si è inventata tutto. Subisce così violenza due volte: da parte dello stupratore e delle autorità, che inoltre la citano in giudizio per falsa testimonianza, distruggendo la sua vita sociale e i suoi già fragili affetti e facendole persino rischiare il carcere! Attorno al suo caso, altre storie di donne, sole e fragili. E lei non è la sola a non essere creduta: anche un’altra di loro, è accusata di aver esagerato e di aver ingigantito la cosa, dato che per salvarsi da uno stupratore che loro credono non ci sia, si è persino buttata dalla finestra. Hanno analizzato lei, il suo profilo, la sua religione (non tradizionale) e… hanno deciso che non era degna di credibilità, che non era attendibile o affidabile. Anche in questo caso, il processo è stato fatto alla vittima e non allo stupratore; la vittima non è stata abbastanza convincente per ricevere aiuto? Nessuno però ha creduto che la ragazza bianca, studentessa modello, cristiana, potesse mentire, nessuno ha messo in dubbio lei. Forse anche grazie a una detective donna, capace di sentire l’indignazione nei confronti di casi del genere e desiderosa di trovare un colpevole a tutti i costi.
Qui il trailer:


Guardate questa serie, scoprire quanto è semplice minimizzare le vittime, renderle poco credibili, mettere le loro testimonianze in discussione, nascondere fascicoli compromettenti… certo è una serie tv non è la realtà, ma è tratta da una storia vera… quindi, se guardandola potrete avere uno sguardo più completo su cosa si mette in modo dopo un stupro, sia per la vittima sia per le autorità, forse un domani potrete risparmiarvi una di quelle stupide domande iniziali. Potrete concentrarvi sul dolore della vittima per provare empatia verso di lei e non aggiungerle ulteriore sofferenza e… potrete capire l’importanza di catturare il colpevole e quanto possa essere difficile farlo.
La sentenza del finale è stata bellissima, liberatoria, forte, così come gli interventi delle vittime al processo che spiegano come la loro vita è cambiata in una sola notte e per sempre. E ricordate che se non fermiamo gli stupratori (così come tutti gli altri violenti di ogni genere) ci sarà sempre qualcuno di loro che penserà: «Così ho capito di poterlo fare di nuovo». E questo non deve succedere.



P.S. Consiglio la serie anche alle donne, ovviamente, perché vedere che c’è chi fa davvero bene il suo lavoro e che si può trovare il modo di ricominciare, potrebbe consentire un domani (oppure oggi stesso) a chi è vittima di violenze di trovare la forza di denunciare senza sentirsi per prima sotto processo. La società non aiuta in alcun modo, mettendo sempre in discussione le vittime, però come dice lo stupratore seriale di Unbelievable «Se non mi avessero fermato, non avrei mai smesso».

4 commenti:

  1. Cara Romina, non posso accettare queste frasi, la donna può vestirsi come vuole, sono i deficienti che non capiscono.
    Ora voglio dire due parole alle donne, grazie di esistere...
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    Risposte
    1. Sono d'accordo con te: sono frasi inaccettabili! Menomale che ci sono ancora uomini come te!
      Buona serata

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  2. Grazie Romina e auguri belli a te.
    sinforosa

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