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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

sabato 28 aprile 2012

"La capitale del vizio" di Fabrizia Scorzoni


Ebbene sì, è tempo per la strillona di tornare a gridare! Questo post è sia un invito alla lettura sia una sorta di recensione. Si tratta di un e-book gratuito, davvero interessante che vi consiglio di leggere!

La capitale del vizio di Fabrizia Scorzoni
Qualche tempo fa vi avevo consigliato di andare a teatro a vedere La capitale del vizio – Superbia, vi ricordate? Bene, se come me non avete potuto assistere allo spettacolo, ora vi consiglio di leggere La capitale del vizio, un e-book gratuito di Fabrizia Scorzoni, che contiene il suo racconto Aspiranti scrittori (uno dei racconti selezionati per andare in scena) e altri suoi sei racconti: uno per ogni vizio capitale (di cui alcuni sono stati rappresentati in altri spettacoli).

Ho letto il primo per curiosità non avendo molto tempo libero in questo periodo, ma poi, qualche giorno fa durante la notte, complice un’eccessiva stanchezza che mi rendeva difficile studiare, ho cominciato a leggere tutto l’e-book e in breve tempo l’ho finito. Devo dire che è stato tempo ben speso. La cosa che più mi ha colpito e che non sempre è evidente negli scrittori è stata la presenza di uno stile comune dei racconti, un tratto, un qualcosa di indefinibile che lega i vari testi e che rende il  modo di scrivere di Fabrizia riconoscibile. Le tematiche si prestavano con facilità a una trattazione banale e invece ogni racconto affronta un vizio in modo originale e basandosi sempre su forti contrasti, rovesciando gli stereotipi. Per esempio, il titolo del racconto per il vizio Avarizia  è Clochard, non vi pare già un contrasto interessante? Niente vecchi ricchi avari stile Canto di Natale di Dickens, ma un senzatetto a parlare di avarizia! E questo avviene un po’ per tutti i testi, ma non vi voglio rovinare il gusto della lettura. Si tratta di 30 pagine di sana letteratura e di profonda riflessione sui mali della società, ma con la delicatezza di una scrittura scorrevole e ben strutturata. Insomma che cosa avete da perdere?

Tanto per stuzzicare ulteriormente il vostro interesse vi riporto l’indice che è tutto un programma.
  • Accidia: La decisione fondamentale
  • Avarizia: Clochard
  • Superbia: Aspiranti scrittori
  • Gola: Peccato mortale
  • Lussuria: Una nuova esperienza
  • Ira: Stalking
  • Invidia: Le ingiustizie della vita

La capitale del vizio – copertina di Ilaria Tuti
Un’altra cosa che rende speciale questo e-book è la copertina che io trovo particolarmente bella e interessante. L’immagine è stata realizzata da Ilaria Tuti, giovane scrittrice e pittrice di grande talento. Potete leggere un suo testo, Noor, tra gli e-book del blog di Abaluth  e, se avete voglia, potete anche votare una sua opera che sta partecipando a un concorso indetto da Fazi Editore sul tema La chimera di Praga.


Ieri ho ricevuto anch’io una bella notizia in campo letterario, quindi spero che presto potrò strillare un po’ anche per me, ma ogni cosa a suo tempo. Intanto vi invito a sostenere l’opera di queste due bravissime artiste!

9 commenti:

  1. Romina, che posso dire? Mi metti veramente in imbarazzo con le tue lodi. Grazie!

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    1. Non devi dire niente! Ho letto il tuo e-book, mi è piaciuto e voglio condividere questa notizia con i miei visitatori. Non voglio certo metterti in imbarazzo, ma se ciò che scrivo ti mette a disagio, fammi sapere: quando qualcosa mi entusiasma, poi non so tener a freno le parole! Grazie a te per il bel libro!

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  2. Ho anche io in ballo un progetto simile, i peccati capitali mi affascinano un sacco...

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    1. Bene! Spero presto di saperne di più! Buona scrittura!

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  3. Risposte
    1. Ahem, battute a parte... visto che era brevissimo mi son letto tutto l'ebook. Anche se a caval donato non si guarda in bocca, da buon criticazzo mi permetto alcune osservazioni.

      ATTENZIONE: questo post è pieno di spoiler! Non leggete prima di aver terminato l'ebook.

      In generale:

      1. Quel riferimento al concorso genera un po' di confusione perché sembra quasi che questo ebook raccolga i racconti di vari autori, anche se non è così.
      2. L'impaginazione è un po' spartana, e il carattere eccessivamente grande, ma ovviamente, vista la destinazione d'uso, ciò che più conta è il testo.
      3. I racconti sono tutti scorrevoli e si leggono bene.
      4. Troppo spesso trovo che non sia stato centrato il senso del peccato capitale relativo al racconto.
      5. Nel complesso, non mi lamento dei 40 minuti impiegati per la lettura e ringrazio l'autrice per il regalo.

      La decisione fondamentale: mi sono preparato alla lettura temendo di potermi rivedere nel protagonista, ma per fortuna non è stato così (solo in minima parte, diciamo). Trovo che si calchi troppo la mano sulla sua indecisione, che non è sinonimo di accidia.

      Il clochard: bella l'idea di un avaro sui generis, però onestamente c'è più accidia in questo racconto che nel precedente, miscelata a qualcosa che definirei "istinto di sopravvivenza". Per chi ha letto "Se questo è un uomo" di P.Levi, il paragone risulta facile: gli ebrei nei campi si comportavano tutti come questo clochard, ed è tipico di chi ha cosi poco e dipende così tanto da quel poco da tenerselo stretto con le unghie e coi denti. È pur vero che le culture induista e buddhista prevedono l'asteya (non-attaccamento alle cose materiali), producendo dunque individui che vivono in condizione di povertà assoluta senza essere schiavi dei loro pochi possedimenti; però non mi sentirei di definire avarizia l'attaccamento di un barbone ai suoi miseri averi.

      Aspiranti scrittori: questo è molto carino, uno spaccato molto realistico della società raccontato ormai da molti autori (A.Moscatelli e C.Armati, per citarne un paio. Davvero ben riuscito.

      Peccato mortale: la tematica trattata è un po' trita e soprattutto qui il peccato passa in secondo piano rispetto a quella che è la volontà di essere accettati e sentirsi soddisfatti del proprio corpo.

      Una nuova esperienza: i casi sono due, o l'autrice è una veggente oppure ha preso fortemente spunto da questo fatto di cronaca:
      http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/09/10/news/ragazza_muore_durante_gioco_erotico_un_altra_grave-21462972/
      Nel primo caso davvero un bel lavoro d'immaginazione, un racconto molto originale. Per quanto anche qui più che lussuria veda desiderio di provare qualcosa di nuovo e rischioso (poteva essere una corsa d'auto clandestine e il senso del racconto non sarebbe cambiato).

      Stalking: un altro spaccato di vita tristemente comune, anche se qualche anno fa la ministra Carfagna ha introdotto il reato di "stalking" (in cui però non so se rientrerebbe l'uomo del racconto). Aggiungo che è l'unica cosa buona che abbia fatto senza usare il proprio corpo. Scusate l'off-topic.
      All'iracondia però è stata dedicata una minima parte del racconto e, in fondo, come non giustificare la rabbia in quel momento? Persino Gesù si alterava quando vedeva compiere attività commerciali nel tempio, per dire. L'ira come peccato è più tipica di chi perde il controllo per qualunque cosa, anche quelle marginali.

      Le ingiustizie della vita: ottima chiusura, il mio preferito in assoluto. Davvero bello il finale, in cui si scopre l'esistenza di un'invidia incrociata. Inoltre in questo è stato anche centrato abbastanza bene il vizio capitale in questione.

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    2. Beh, Abisso, che dire? Davvero un'attenta analisi e hai fatto un buon punto della situazione. Evidentemente a me il libro è piaciuto più che a te, ma i gusti non si discutono. Hai fatto una buona riflessione anche molto interessante e sono certa che l'autrice, se passerà ancora di qui, sarà lieta di conoscere il tuo parere. Sei riuscito a battere la lunghezza del mio post e hai fatto una recensione molto più completa della mia dunque grazie per aver condiviso qui i tuoi pensieri!

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    3. Ciao Abisso, ti ringrazio per l'attenta lettura e analisi. Anche se in parte non lo ritieni centrato devo dire che hai afferrato in pieno il senso di quello che volevo dire in ogni racconto. Quindi, tutto sommato, obiettivo raggiunto.

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    4. Perfetto! Obiettivo raggiunto e utile scambio di opinioni, proprio come è nello spirito di questo blog!

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