Il 13 luglio
questo blog ha compiuto 7 anni. Non so se vi ricordate, ma tutti e 6 i
compleanni precedenti sono stati all'insegna dei festeggiamenti e delle
iniziative di compleanno (i posto con l'etichetta Buon
compleanno blog sono ben 37, 38 con quello di oggi). Quest'anno non ho nemmeno sentito il
bisogno di scrivere un post, anzi, a stento mi sono ricordata della ricorrenza.
Solo a tarda sera, mi è venuto un flash e ho scritto un post sulla pagina
Facebook del blog.
I commenti
ricevuti lì sotto e alcune conversazioni
private legate al post mi hanno fatta riflettere un po' e per questo ho
poi deciso di scrivere le parole che state leggendo.
Ormai mi è chiaro da tempo che questo blog non è più quello di una volta e non tornerà mai a
esserlo. Il giorno in cui ho deciso di non fare più programmi mensili e
di lasciare a questo spazio la possibilità di crescere libero io sapevo già che
lo stavo condannando all'incuria.
E non tanto perché non abbia idee o voglia di scrivere, ma, semplicemente,
perché bloggare è una cosa
dannatamente seria se non lo si fa con dedizione e cura, allora si sta
facendo altro. Posso scrivere un post di tanto in tanto e vivere questo spazio
alla leggera (come sto facendo da molto, ormai) ma non posso più definirmi una blogger. Sono una persona che gestisce un blog, forse, ma nulla di
più. E la differenza c'è, si vede e si sente.
Bloggare non
vuol dire solo postare di tanto in tanto, vuol dire fare ricerche,
avere mille idee, vuol dire tempo e cura. Ma vuol dire anche e soprattutto fare rete! [Per
approfondire: La
blogosfera non condivide più - Cosa è successo al blogging?] Quando bloggavo in maniera seria, il 98% del tempo che dedicavo al blog
non era dedicato a scrivere articoli. No, per niente. Era dedicato a
leggere articoli degli altri, a commentare tutto e dappertutto, a gestire
iniziative, a parlare con altri blogger, a fare editing gratuiti e a moderare
forum collegati. C'era un mondo
dietro, un mondo che forse nessuno ha mai visto davvero (se non gli
altri blogger della vecchia guardia). Era una comunità e si trovava il tempo per fare tutto, per leggere
tutto e parlare di tutto con tutti. E non perché c'era tempo davvero (o, forse
solo in parte, sì), ma perché c'era entusiasmo.
Io l'ho perso, l'ho perso quando ho iniziato a pensare di poter scribacchiare
qualcosa di tanto in tanto, anche se non avevo più le energie per stare dietro
a tutto quello che c'era dietro. Ma senza il resto, a che servono questi pochi
articoli, pubblicati per noia, letti da quattro persone che ancora restano qui,
più per affetto che per interesse?
Non so se
l'era del blogging è finita davvero, ma di certo è finita per me. Ed è
finita ben prima che diventassi mamma (lo dico per chi ha già pronta la scusa
facile da darmi). Io che ho postato anche in viaggio di nozze, io che scrivevo
i miei post di notte, pur di non saltare nemmeno un post programmato anche
quando lavoravo praticamente sempre. Io
che ero una blogger e ora non lo sono più. E lo dico con un po' di amarezza perché ho
un gran bel ricordo del periodo (durato anni e anni) in cui bloggavo davvero e
delle tante persone meravigliose
incontrate lungo la strada. Lo dico anche consapevole che ciò che non
cambia muore e che forse un blog deserto e con tre post all'anno è meglio di un
blog chiuso o cancellato, perché non sono una che torna indietro, perché sono una
che guarda sempre avanti e non rimpiange
mai quello che ha fatto, soprattutto se l'ha fatto con convinzione.
Una volta una persona a me molto cara ha detto che io vivo a fasi. L'ho preso un po' come un insulto, come se mi avesse
detto che sono una persona incostante, che cambia interessi con frequenza e
leggerezza. Con il senno di poi, invece, aveva ragione: un tempo scrivere era
tutto per me poi non ho più scritto assolutamente niente per anni; il lavoro
era tutto per me e poi ho scoperto che potevo vivere a un ritmo diverso; il
blog era come una seconda casa, per me, poi l'ho lasciato all'erbacce… eccetera
eccetera. In realtà, anche se è vero
che vivo a fasi, una cosa l'ho
capita: non sempre sono stata io a decidere, spesso ho dovuto adattarmi e
reagire. Non ho mai amato i cambiamenti, ma, a volte, ho imparato che non c'è altra possibilità che cambiare.
Questo post è dedicato a chi pensa che tornerò, che
prima o poi questo spazio tornerà quello che era. È per dire loro che non è così, che non si può rivivere il passato
(anche perché non sono Gatsby). Tutto cambierà e continuerà a cambiare, qui e
là fuori.
E non so se le mie parole hanno un senso, ma sono
sgorgate spontanee e sentivo il bisogno di condividerle con voi, non più come blogger ma come quella che
sono diventata, che sicuramente una blogger non è.
Auguri per qualunque strada tu scelga di qui in avanti!
RispondiEliminaGrazie mille!
EliminaCiao Romina, nessuno può dirti cosa devi fare. La scelta deve essere solo tua.
RispondiEliminaMi spiace per questo momento di crisi, momento lungo, ok, ma che magari col tempo passerà e ti darà nuova carica.
Per ora un bacione grandissimo a te e alla principessina.
Ciaooooo Patri
Ho oltrepassato momenti peggiori e, per assurdo, il blog non era mai stato messo in discussione in quelli. Ora penso semplicemente di aver cambiato priorità e obiettivi. Purtroppo io ho passato spesso momenti molti difficili, ma mi rialzo sempre. Grazie, un abbraccio anche a te!
EliminaSono fasi della vita, mia cara Romina, ora che comincerà per me il periodo della pensione ho iniziato a coltivare la danza, che è sempre stato un sogno e che tale è rimasto fino... fino a che mi sono detta perché no? È così per tutto, come dice bene Patricia mai dire mai, e magari fra un po’, come è successo a molti blogger, riprenderai in mano questo spazio e gli darai nuova linfa vitale. Per ora auguri al tuo blog e avanti con gli interessi che stai coltivando in questo momento. Un abbraccio.
RispondiEliminasinforosa
L'importante è non stare mai fermi! Buona danza, allora!
EliminaLe vite di tutti hanno le fasi: anch'io dicevo che non avrei mai abbandonato il blog e ora sto avendo dei dubbi, se non altro sul modo in cui mandare avanti la mia attività.
RispondiEliminaSono tempi duri per tutti nella blogosfera...
EliminaSono d'accordo quando dici "Bloggare non vuol dire solo postare di tanto in tanto, vuol dire fare ricerche, avere mille idee, vuol dire tempo e cura". Le idee, il tempo e la cura in qualche modo le "troviamo", anche per forza, fintantoché bloggare è un'attività che ci da piacere.
RispondiEliminaMi sembra di capire che nel tuo caso non ti dava più emozione, aspettative, niente.
Ci può stare.
Ma una come te non ce la vedo inattiva, vedrai che troverai presto la nuova "fase" in cui fiondarti ;-)
Sono tutt'altro che inattiva, solo che sto lavorando su altri fronti. Esatto, ho messo tanto in questo spazio e ne ho ricavato poco, soprattutto negli ultimi anni: era tempo di trovare nuovi orizzonti!
EliminaIo non mi sono mai ritenuta una blogger nel senso stretto della parola, non solo perché (magari sbagliando) ho preferito restare nell'ombra ma principalmente perché (per motivi che non sto qui a elencare), pur leggendo e apprezzando moltissimi blog, non ho mai fatto molta interazione. Non solo ho scoperto il tuo blog molto dopo TOM, ma per molto tempo non ti ho mai commentata... eppure, da quando hai diradato i post la tua manzanza si sente: o almeno, io la sento.
RispondiEliminaDetto ciò. Non so bene cosa dire davanti a questo sfogo... Il tuo punto di vista è condivisile, anche perché tu, molto più di altri, negli ultimi anni sei cambiata, da ragazzina che eri (beh... più o meno... o comunque rispetto a me :-;) sei ora moglie e madre e le tue prospettive sono cambiate.
In una situazione come questa è giusto che pensi soprattutto a te stessa, quindi se non ti senti più una blogger è giusto che ridimensioni questo impegno o, se necessario, lo togli di mezzo, proprio come faresti con un ramo secco. Nella vita non bisogna aver paura di cambiare, ma accettare il cambiamento quando arriva. E se lo dico io che sono pigra ^_^
Sono sicura che tutto ciò che il blog ti ha dato rimarrà sempre con te.
Ciao!
Mi commuove sapere che la mia mancanza nella blogosfera si sente! A volte ho l'impressione di essere svanita in modo silenzioso, come un'ombra e che non sia importato poi molto a nessuno (il che mi fa dire: "Vedi, Romina, hai fatto bene, non ti si filava più nessuno!", ahah). Di certo in questi sette anni sono cambiata talmente tanto che non mi riconosco più nemmeno io: non solo è cambiato il mio ruolo (da studentessa, a lavoratrice, da single a madre...) ma anche il mio modo di affrontare le cose e relazionarmi con il mondo. Sono cambiate le mie prospettive e le mie ambizioni. E non posso negare che la malattia ha influito molto su tutti questi fattori.
EliminaForse tu non ti ritieni una blogger ma io adesso ogni volta che leggo un post su TOM mi chiedo chi mai l'avrà scritto tra voi due!
Cara Romina, hai ragione nel dire che mandare avanti un blog è qualcosa di dannatamente serio. E' vero che nessuno ci retribuisce per farlo, a parte quei pochi che vivono della loro attività, ma è comunque un impegno che porta via tempo ed energie. E l'entusiasmo e la cura trapelano eccome, così come trapela la stanchezza. Tutti noi viviamo a fasi, e ogni fase ci dona qualcosa e ci completa come esseri umani. Il blog è un modo di esprimersi e comunicare, e un capitolo, che nessuno ci vieta di chiudere o trasformare in qualche altra cosa all'occorrenza. Un abbraccio.
RispondiEliminaL'entusiasmo nel mio caso ha lasciato spazio alla stanchezza ed è tempo di capire perché e come cambiare le cose. Un abbraccio!
EliminaCiao Romina, per motivi lavorativi in questi ultimi due anni ho dovuto anche io sospendere a fasi il mio blog, quindi figurati se non ti capisco.
RispondiEliminaLa vita è davvero fatta di fasi, quindi può essere che per te ne sia davvero finita una, ma questo lo puoi sapere solo tu ad ogni modo visto che ti ho sempre considerato una sorta di nipotina adottiva sappi che tu e la tua famiglia potrete sempre contare su me e Venusia
Un forte abbraccio.
Ooohhh, Nick, che dolce che sei. Ci manchi tanto! Blog o no ci dobbiamo vedere di nuovo e presto! Del resto non vuoi vedere la figlia della tua "nipotina adottiva"? E poi io devo ancora vedere dal vivo Venusia e dirle quanto è fortunata ad averti trovato! Un abbraccio forte forte!
EliminaP.S. Chiedo scusa a tutti se ho risposto solo ora. Non ho ricevuto le notifiche dei vostri commenti e pensavo che nessuno avesse commentato, essendo il blog ormai un po' deserto. Ora ho aperto per caso e... davvero una bella sorpresa! A voi tutti un grande abbraccio e un grosso grazie!
RispondiEliminaCara Romina
RispondiEliminaNon mi trovo di certo qui per scriverti se sei una brava blogger o meno ,se fai bene a continuare a pensare che il cambiamento faccia parte di qualcosa che ti debba tenere lontana dalla rete e dal "saper far rete" o meno .
Eppure nonostante le sottolineature che fai su questo termine "blogger"... di te mi è sempre arrivato qualcosa di positivo e misterioso...di bello ,forse perché sei soprattutto " persona " prima di inseriti in contesti tecnologici con nomi tecnologici!
Non vuole essere nessuna offesa verso nessuno,vorrei chiarirlo...ma la cosa che di te è emerso in questo post dalla mia lettura e percezione è il tuo ascolto interiore di fare quel che senti per ciò che sei e senti di essere.
Forse il fatto che io mi sia tenuta stretta questo sentire prima di tutto come persona o anima...mi permette di cogliere la "bellezza" di altre anime denudate da un sistema che liberamente le fa sperimentare e liberamente le consapevolizza di altre strade ancora da varcare!
Non mi resta che mandarti un grande abbraccio ed un grazie della possibilità che mi hai donato e per ciò che mi hai permesso di percepire.
L.
Sai una cosa? Hai ragione! Questo mio blog si è sempre chiamato "Romina Tamerici", è sempre stato la mia vetrina sul mondo. Sono stata una scrittrice, una blogger, un'insegnante, una editor, una speaker, un'animatrice... insomma, sono stata tante cose ma, qui, sono sempre stata me stessa. Non ho mai finto di essere altro e non ho mai cercato di restare in categorie che dopo un po' mi andavano strette. Qualche persona che mi conosce bene dice "Romina Tamerici è un brand, ormai". Nel senso che questo spazio è così mio, che ha la mia impronta, il mio marchio, nessuno potrebbe gestirlo nello stesso modo. È cresciuto con me, come una corazza che ogni tanto ho dovuto cambiare in favore di una più grande. Grazie mille per il tuo pensiero.
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