Ieri ho
registrato un breve spot. Non credo che lo potrò mai pubblicare qui
perché mi è stato commissionato per un progetto che probabilmente non verrà messo in rete (una
specie di concorso). Non ve ne parlo per dire: «Ehi, ragazzi, guardate come
sono brava! Mi hanno commissionato uno spot!». No, tutt'altro. Ve ne parlo
perché questa brevissima esperienza mi ha ricordato una cosa importante: è difficile abbandonare un sogno.
È un periodo particolarmente difficile, in cui sto provando ad adattarmi ai
nuovi vincoli che la malattia mi sta dando e, come ogni periodo di
assestamento, è condito di rabbia e
delusione, di un profondo senso di ingiustizia.
Ormai mando i preventivi sapendo che sceglieranno sempre
qualcun altro, qualcuno più competente, qualcuno più in gamba, più conosciuto.
Non riesco più ad avere fiducia in me e non mi aspettavo che invece questa
volta scegliessero proprio me. Stare
davanti al microfono mi ha ricordato quanto mi fa stare bene e mi fa sentire
viva registrare, sentirmi finalmente competente in qualcosa, all'altezza
della situazione. La malattia tende a farti sentire sempre uno schifo, non solo
fisicamente ma anche come persona, un rifiuto, perché ti toglie la capacità di fare ciò che prima sapevi fare bene e
questo ti butta al tappeto.
Come posso pensare di riprendere a fare la speaker? I
miei problemi ai polmoni non sono certo sotto controllo e tutto il resto…
lasciamo perdere. Eppure per quei 20 secondi, nascosta dietro al mio filtro
antipop, ero di nuovo la me di un
tempo, la me che ce la faceva, la me che poteva registrare senza
preoccuparsi di se e quanto i polmoni avrebbero retto lo sforzo, dei colpi di
tosse da togliere, dalla fatica, del dolore anche solo per stare lì in piedi
davanti al microfono. E ho scoperto
di mancarmi più di quanto potessi immaginare.
Recentemente ho avuto anche brutti peggioramenti dei miei
soliti mal di testa e fortissimi dolori agli occhi causati solo dal fatto che
ho preteso da me di stare qualche ora al pc di troppo (tipo 3 di fila). Un
tempo ci stavo anche 18 ore al giorno o più, ora è sempre tutto un contrattare, come se il mio corpo
avesse acquisito troppa forza sindacale. Ma io voglio continuare a fare ciò che
so fare meglio e invece ho la
sensazione che pian piano tutte le mie possibilità si stiano riducendo.
Di recente ho pubblicato un articolo (non qui sul blog)
per il quale ho ricevuto un po' di apprezzamenti e mi sono ricordata che le parole sono sempre state la mia
forza, che devo tornare a gridare le mie battaglie. In effetti non è
una scoperta così recente e il mio
libro sta procedendo più in fretta di quanto pensassi e, chissà, potrei
anche finirlo prima o poi (se non mi mancherà il coraggio di raccontare cose così personali). Intanto però sta già facendo un piccolo miracolo: mi
sta ridando fiducia in me stessa e un po' di autostima vedere che le parole, se
le lascio scorrere, mi escono ancora davvero naturali dalle mani, quasi senza
passare per la testa. E se posso stare poco al pc, vuol dire che scriverò poco
per volta e, se le mani mi fanno male, vuol dire che farò più pause, ma non
credo di essere pronta anche per questa resa. Voglio conservare quella parte di me che è creativa e piena di energie
vitali, voglio stare ancora dietro quel microfono o china su questa tastiera.
Voglio ancora sentirmi me stessa. Sono
stanca di mancarmi. Questo mi ha detto lo spot che ho registrato ieri e
questo ho voluto dire a voi: lottate
per i vostri sogni, anche quando tutto vi sembra impossibile, anche quando
tutto sembra dirvi l'importante è la
salute ed è proprio quella che vi manca.
Bellissima la frase sono stanca di mancarmi!!!Grazie
RispondiEliminaGrazie! Sono felice che il messaggio ti sia piaciuto!
EliminaAugurandoti più salute, ti faccio i complimenti per tutto quello che comunque riesci a fare. Un abbraccio.
RispondiEliminasinforosa
Faccio poco, ma come diceva il maestro Manzi "Fa quel che può, quel che non può non fa". Grazie!
EliminaCara Romina, verrei dirti non arrenderti mai, vedrai che una volta le cose che farai sorprenderanno tutti te compreso.
RispondiEliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Grazie, Tomaso! Amo sorprendermi!
EliminaRomina, un grande post che è un grande monito e insegnamento per chiunque.
RispondiEliminaGrazie per aver condiviso tutto ciò con noi.
Un abbraccio e viva i sogni, che fanno star bene.
Moz-
Pensa che io credevo di scrivere una riflessione banale e invece "un grande monito e insegnamento per chiunque". Be', wow! Troppo buono!
EliminaCoraggio! Un abbraccio forte
RispondiEliminaGrazie di cuore! Un abbraccio a te!
EliminaBelle parole e grande coraggio da parte tua. Ti auguro che i tuoi problemi di salute possano risolversi nel più breve tempo possibile, magari proprio in coincidenza con nuove opportunità per inseguire il tuo sogno da speaker.
RispondiEliminaOra che sono uscita allo scoperto, sono molto più coraggiosa! Il problema delle malattie croniche (e anche un po' degenerative, ahimè) è che non ci sono grosse prospettive di guarigione, ma il sogno di una cura che mi faccia stare meglio c'è sempre!
EliminaNon so bene cosa dire, se non che il post è scritto veramente bene e che quindi dovresti continuare a scrivere.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il tuo sogno da speaker, ti ho sempre detto che sei brava, ma so anche quanto sia difficile... Ti auguro sempre il meglio, sperando che i miei auguri funzionino un po'.
Grazie mille!
EliminaIo non credo di poter dire che sogno ancora di diventare una speaker a tempo pieno, ormai ho capito che è veramente troppo difficile. Mi accontento di qualche progetto di tanto in tanto che mi dia soddisfazione e in cui provare a far fruttare le mie capacità.
CONCORDO. Ed è quello che cerco di dire a tutti, non è mai troppo tardi e, anche se lo fosse non ne saremmo mai pienamente coscienti, quindi viviamoci quello che vogliamo vivere e che ci fa essere vivi. ^_^
RispondiEliminaLa cosa difficile, almeno per quanto mi riguarda, è non andare troppo oltre il proprio limite. Io, per inseguire i sogni, troppo spesso ho valicato limiti che non andavano superati e ne ho pagato le conseguenze.
Eliminai sogni si possono anche abbandonare. ma sono cani, ci seguono fosse solo nella coscienza. ci sono forze che non si possono superare e alle quali non serve neppure abbandonarsi. agiscono per conto loro e ci ignorano. ciò che rimane è la necessità di tenerne conto e, per quanto siano imprevedibili, rimanere fedeli alle proprie necessità, anche a quella di non mancarsi più. (ok, se ci hai capito qualcosa, poi, me lo spieghi) :-)
RispondiEliminaHo abbandonato tanti sogni nella vita, per seguire altre vie, però, hai ragione, in un qualche strato della coscienza sono sempre tutti lì a chiedere "perché?".
EliminaRimanere fedele alle mie necessità non è mai stato il mio forte: metto sempre troppe cose davanti a quello che conta davvero per me... però il tuo pensiero è molto profondo e segna un grande ingresso tra i commentatori di questo blog. Benvenuto!