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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

mercoledì 13 gennaio 2021

"Tea e Teo - Rime per lavarsi le mani": una video-filastrocca per insegnare ai bambini come lavarsi le mani correttamente


Sono molto lieta di presentarvi Tea e Teo – Rime per lavarsi le mani: un video con una filastrocca per insegnare ai bambini come lavarsi correttamente le mani, secondo una procedura ispirata a quella promossa dall’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Un sentito grazie a Giulia Mazzali, che ha dato vita ai miei orsetti, illustrando la mia filastrocca e montando il video. Speriamo davvero che vi piaccia e che vi sia utile!

Prima di ogni parte della filastrocca c’è un disegno che guida i bambini nel corretto movimento da fare, dopo aver trasformato, come per magia, le loro manine in due teneri orsetti. Sotto il simbolo del movimento c’è anche una didascalia, pensata per gli adulti, così che possano aiutare meglio i bambini nel compiere i gesti corretti. 

Buona visione (poi sotto vi racconto tutto sulla genesi di questo video, che è stata abbastanza travagliata, ma… prima lavatevi le mani!).

 


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Vi ringraziamo! 

 

Quando si è iniziato a parlare di coronavirus e a poco a poco il COVID19 è entrato a far parte delle nostre vite, in me è nata la necessità di proteggere il più possibile la mia famiglia, soprattutto mia figlia Sofia. In realtà, per noi, difenderci dai virus con grande dedizione non era affatto una novità, per varie ragioni personali, una delle quali è che io ho una patologia polmonare cronica e ogni anno anche solo un raffreddore può darmi problemi per mesi e degenerare rapidamente, riducendomi a uno schifo. Bronchiti e polmoniti sono un problema da sempre, per me, che spesso non posso curarle adeguatamente nemmeno in fase iniziale, dato che molti farmaci non fanno effetto su di me o mi generano effetti collaterali peggiori del problema stesso. Pertanto questa è una delle ragioni per cui un’attenzione ai virus c’era già in casa. Delle altre non mi sembra corretto parlare, essendo temi che non coinvolgono me direttamente.

Certo, un conto è combattere cose note, come l’influenza, un conto è trovarsi davanti un nemico sconosciuto e molto più pericoloso… questo mi ha dato molto da pensare ed è così che è nata l’idea iniziale del video che avete appena visto.

Le armi a disposizione non erano (e non sono, anche se sta iniziando a diffondersi il vaccino) infatti molte: mascherina, distanziamento e corretta igiene frequente delle mani.

Così mi sono chiesta: come posso spiegare a una bambina di tre anni a lavarsi le mani correttamente e con più attenzione di prima? E, vi sorprenderà saperlo, ma secondo me ben pochi di voi (anche adulti) si lavano le mani correttamente. Forse, vedendo il video, ve ne sarete resi conto.

Volevo insegnare a Sofia una procedura simile a quella proposta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, divisa per fasi e completa, che la spingesse a dedicare tempo a un’attività che troppo spesso viene fatta distrattamente (e quindi male).

Così è nata l’idea di raccontarle la storia di due orsetti intenti a fare un bagnetto e di insegnarle a imitare con le mani i gesti che questi orsetti facevano giocando.

L’idea funzionava e in poco tempo Sofia ha iniziato a usare situazioni della storia per descrivere i giusti movimenti (per esempio, dicendo: «Guarda, ora si fanno il solletico»). Così ho deciso di sviluppare l’idea e trasformarla in una filastrocca, affinché fosse più musicale.

Poi mi sono fatta un esame di coscienza e mi sono detta: «Forse, sarebbe utile anche ad altri, se condividessi il mio lavoro!».

Ma l’idea di farne un instant book per sfruttare l’onda commerciale del COVID non mi entusiasmava (sono troppo pignola per fare le cose velocemente), così ho deciso che avrei fatto le cose con calma, tanto ci saremmo lavati le mani anche dopo la fine del coronavirus. Non volevo fare qualcosa di cui poi mi sarei sentita poco soddisfatta, qualsiasi cosa avessi fatto. Un libro? Un video? Una locandina? Boh…

Trattandosi di un progetto per bambini, il tutto doveva partire da belle illustrazioni.

E così il 22 aprile 2020 ho pubblicato questo straordinario annuncio sulla pagina Facebook del mio blog: 

 


Conosco diversi illustratori, quindi un po’ speravo che semplicemente per la noia della quarantena qualcuno mi desse spago in questa missione, ma… silenzio. Manco un misero commento su Facebook e due miserissimi mi piace, di cui uno di mio marito, tanto per far capire quante speranze avevo di rendere concreto il progetto.

Poi il mio amico Gabriele Tin mi ha scritto dicendomi, dal nulla: «Forse ti ho trovato l'illustratrice, le ho accennato l'idea e sembra interessata. Forse oggi ti scrive per saperne di più».

BINGO!

Ero molto, molto, fiduciosa. E ho fatto davvero bene a esserlo!

Povera ignara Giulia Mazzali, che non mi conosceva nemmeno, ed è finita invischiata in questa avventura, con una pignola di prima categoria come me.

L’ho tirata matta? Ovviamente, costantemente, per mesi, ma… lei è davvero bravissima e senza di lei tutto ciò che avete visto (perché l’avete visto, vero?) non sarebbe stato possibile.

Abbiamo iniziato a lavorare al libro per prima cosa.

«Quale libro?» vi starete chiedendo.

Be’, il libro che non abbiamo pubblicato (non ancora, per lo meno).

Dopo aver contatto due editori di numero che potessero essere interessati al genere divulgazione scientifico-narrativa per bambini, ammesso che esista, e non avendo ricevuto risposte né negative né positive, abbiamo deciso per il momento che per noi era più importante l’urgenza comunicativa (come la chiamo io) della pubblicazione. Volevamo trasmettere il nostro messaggio e aiutare i bambini a proteggersi. Se poi il fato vorrà, il libro uscirà prima o poi (editori in ascolto? Noi siamo qui!) e abbiamo già qualche altra idea!

Così abbiamo deciso di passare a un video. Del resto, una speaker (io) e una grafica (Giulia) erano già nel team, bastava solo rimboccarsi le maniche. Tempo dieci minuti e abbiamo incontrato subito una prima grande seccatura, visto che il libro era pensato per il formato quadrato e ci siamo poi ritrovate nel magico mondo dei 16:9. Ma non abbiamo desistito!


Ed è così che oggi, dopo molti mesi di lavoro, minuziosa attenzione al dettaglio (mia) e straordinaria bravura e pazienza (di Giulia), abbiamo potuto condividere con voi, e speriamo con tantissimi bambini, questo nostro lavoro.

Vi ricordiamo che il video è distribuito gratuitamente con licenza CC BY-ND-NC (Creative Commons – Attribuzione, No opere derivate, Non commerciale), quindi… condividete come se non ci fosse un domani.

Oltre che su Youtube lo trovate anche su Facebook.  


Aspetto con gioia i vostri pareri e ovviamente vi invito a farlo vedere ai vostri bambini, nipoti e alunni!

Per me è un piccolo sogno che si avvera poter aiutare a modo mio e con le mie capacità (e in minima parte) a combattere un nemico minuscolo ma molto grande. Lascio invece a infermieri, medici e scienziati il compito di fare il grosso del lavoro, con un grande ringraziamento continuo per i loro sforzi e il loro impegno. 

Infine un ultimo grazie a Giulia Mazzali per il suo grandioso lavoro e per l’inizio di questa bella amicizia, a Gabriele Tin per essere stato il galeotto della situazione, a Fabrizia Scorzoni, che ha letto le primissime bozze del testo convincendomi a non buttare tutto, e a Sofia che è stata con me in questo progetto sin dall’inizio e fino alla fine, in ogni sua fase, oltre che a esserne stata musa ispiratrice.


4 commenti:

  1. Bravissime! molto bello! Un grosso in bocca al lupo, o meglio in bocca agli orsetti :)

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  2. Bello come è nato il tutto... o meglio, non è bello perché deriva da un'emergenza, ma è bella questa commistione di energie che si sono incontrate.
    Molto carino il video, un bel modo metaforico di spiegare ciò che ormai nemmeno in TV dicono più...
    Sicuramente meglio del tutorial della D'Urso di marzo!

    Moz-

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    Risposte
    1. In TV è passata la moda, ma continua a esserci necessità di lavarsi molto bene le mani (non che normalmente non ci sia, eh, intendiamoci). "Meglio della D'Urso" lo metterò nel CV, non che sia molto, ma è qualcosa, ahah! Grazie mille!

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