Quando si fa qualcosa, bisogna avere sempre in mente il motivo, per questo oggi comincio la risposta alla domanda “Why?”, perché, giunti ormai quasi alla fine di questa rubrica, è ora di arrivare al nocciolo del discorso. Le domande saranno, come al solito, tre: “perché scrivo?”, “perché amo scrivere?”, “perché faccio animazioni e letture teatrali?”.
· Perché scrivo?
Scrivo perché ne ho bisogno, è la mia valvola di sfogo, il mio modo di respirare e non è un’esagerazione per impressionare. Chi mi conosce sa che, quando non scrivo per molto tempo, ciò avviene solo perché ho troppi altri impegni, ma non certo perché mi manca l’ispirazione, così le idee mi si affollano dentro e i personaggi litigano tra loro aspettando il loro spazio. Altro che Dottor Jekyll e Mister Hyde! Così scrivo per dare alla luce le storie che altrimenti finirebbero con lo schiacciarmi e che invece sulla pagina bianca mi danno tantissime soddisfazioni.
Nel blog Penna Blu ho trovato una bellissima citazione di Asimov che riassume perfettamente quello che io ho sempre pensato: “Scrivo per la stessa ragione per cui respiro… perché altrimenti morirei”. Forse vi sembrerà assurdo, ma io non potrei mai trovare in me il coraggio di negare questa affermazione. Tra scrittori ci si capisce, perché, evidentemente, famosi o esordienti, tutti scriviamo per un solo motivo: ne abbiamo bisogno (altrimenti non saremmo scrittori!).
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