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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

domenica 5 febbraio 2012

"I sogni non si mangiano"

“I sogni non si mangiano”: realismo, illusione, utopia, disincanto…

Questo post non è per voi.
Questo post è dedicato al bambino, alla bambina che siete stati.
A quella piccola creatura dagli occhi grandi, piena di sogni e speranze.
È dedicato a quel bambino che voleva fare l’astronauta e a quella bambina che sognava di fare la ballerina.
È dedicato al piccolo scrittore deriso, alla giovane pittrice incompresa.
A colui che sognava di diventare pompiere oppure estetista.

Avete presente i bambini? Quei bambini che vi corrono in contro sorridendo raccontandovi tutti i loro sogni, con l’entusiasmo e la gioia che solo loro sanno provare, forse per coraggio e forse per incoscienza? Nessuno avrebbe mai il cuore di distruggere il sogno di questi teneri uomini del futuro. Infatti, li si incoraggia, li si lascia sperare, in qualche modo in fondo noi adulti siamo rassegnati e cinici e sappiamo che il mondo alla fine li obbligherà a cambiare idea gradualmente, senza strappi e senza cesure.
Pochi bambini diventano astronauti e poche bambine ballerine.
Alcuni e alcune nemmeno lo vogliono (perdonatemi questi stereotipi totalmente antipedagogici).
Io da piccola volevo fare la veterinaria o aprire un agriturismo, la vocazione all’insegnamento è stata tardiva e quella per la scrittura è sempre esistita più o meno latente in varie fasi. Nessun tutù figurava nei miei sogni dorati, preferisco cantare, ma non ho mai pensato di fare la cantante!

In questo periodo, per motivi personali, ho ripensato molto ai sogni dell’infanzia, all’incoraggiamento che si riceve da piccoli quando tutti sembrano credere così tanto in noi. Nelle varie fasi della vita la domanda resta uguale: «Cosa vuoi fare da grande?». Il problema è che le stesse risposte in fasi diverse vengono considerate ironiche. Ed ecco cosa succede quando si cresce anche solo un po’…
«Che cosa vuoi fare da grande?».
«La scrittrice!».
«Ah… è di lavoro?».
Lo sentite anche voi il cuore che si rompe? Ah! Beh, certo che non lo farò di lavoro, certo che non vivrò di quello, però… troppo difficile da spiegare, meglio cambiare del tutto risposta e dire un lavoro “serio”, sì, molto meglio, molto più sicuro e meno inquietante per le menti dei benpensanti.
Questo non significa che io non sogni più, anzi… semplicemente meglio farlo lontano da occhi indiscreti e meglio avere un paracadute di sicurezza, perché in fondo è maledettamente vero che “i sogni non si mangiano” e che in qualche modo bisogna sopravvivere!

Avete visto che bel post drammatico perfettamente nel mio stile e in clima con questo mio periodo? Beh, allora veniamo all’aforisma.


I sogni non si mangiano, ma senza di essi nulla ha sapore nella vita.
Visto? Alla fine questo potrebbe rivelarsi il mio post più ottimista di sempre! Vorrei avere anche il coraggio di rispondere così alle domande della gente, magari, un giorno, chissà…

Insomma, caro bambino astronauta, cara bambina ballerina, cari bambini tutti finiti in corpi adulti vicini o lontani da questi banali stereotipi… ricordatevi che, qualsiasi cosa voi farete in qualsiasi momento della nostra vita, saranno i sogni a farvi sentire davvero vivi. Rammentate che ci sono tante vocazioni nella vita, che credere nei vostri sogni è un obbligo, che cambiare idea è un vostro diritto e che essere felici lo è ancora di più!

Portate il messaggio al vostro io bambino, cari adulti che avete letto questo post, sia che abbiate realizzato i vostri sogni, sia che ci stiate ancora lavorando!



Hanno parlato di questo articolo:




20 commenti:

  1. Io! Io volevo fare l'astronauta!
    Tra le altre cose.
    Quando mi sono iscritto all'università, a fisica, sognavo di fare una grande scoperta che rendesse possibili i viaggi spaziali. Tre anni dopo ho fatto una scelta che mi avrebbe permesso di salvare il mondo (letteralmente!). Oggi so che non lo salverò io.
    Si può sognare a ogni età, solo che sono sogni dal sapore diverso, con un retrogusto amaro (o dolce, non facciamo i pessimisti).
    Per inciso, sto arrivando a detestare la domanda: «Cosa farai dopo?»

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    1. Forse salverai comunque il mondo... non hai ancora 150 anni, no? Hai ancora tempo per fare qualcosa di grandioso e te lo auguro di tutto cuore... magari un giorno diventerai un Nobel per la fisica (non ti dimenticare di me! Ah!). Tra parentesi anche riuscire a laurearsi è abbastanza un'impresa!
      I sogni cambiano sapore, perché non possono più prescindere del tutto da quella che è la vita reale... si sa, sognare a occhi aperti è più difficile e più concreto!
      La domanda "cosa farai dopo?" sta stancando anche me... ci perseguiterà fino alla vecchiaia?

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  2. Eccomi, Romina.
    Ora che ci penso, non ricordo di aver avuto da bambima sogni particolari. Il mio mondo era un microscopico paese ( ora quasi scompardo ) e ti puoi immaginare quali orizzonti potesse offrire negli anni 50, senza TV , con scarsi mezzi di comunicazione, pochissimi libri e gente che aveva poco tempo da dedicare alla fantasia.
    Ma hai ragione quando dici che i sogni, nei bambini, non vanno calpestati. Se non impediscono di vedere la verità perchè negarli?
    Solvana

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    1. Che bello vederti qui! Grazie mille per essere passata nel mio blog! I sogni erano diversi negli anni '50? Forse sì, ma sono sicura che i bambini sognavano comunque anche senza TV e con poco tempo libero... anche se non doveva essere facile! La tua realtà non è poi tanto diversa da quella della mia zona in quel periodo...
      In ogni caso, viva i sogni dei bambini! Anche di quelli che non hanno potuto farne o che li hanno dovuti tenere sempre troppo nascosti.
      Grazie ancora!

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  3. Presente!
    Un altro astronanuta in erba ! In seguito lo scrittore.
    Poi sono arrivate le delusioni.
    Però nonostante tutto a una parte dei miei sogni non ho rinunciato, alla faccia dei cosidetti "benpensanti".
    Senza sogni non si vive...si sopravvive.

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    1. Ma allora lo stereotipo del bambino astronauta esiste! Siete già in due! Forse non sei diventato astronauta, ma scrittore lo sei e non rinunciare mai a quello in cui credi. I "benpensanti" se ne faranno una ragione. Lasciamoli sopravvivere, se a loro basta così!
      Bellissima la frase finale del tuo commento!

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  4. Anche io volevo fare l'astronauta, almeno dagli 11 anni fino ai 20, ho quindi partecipato al concorso per pilota aeronautico, ma poi è andata male.

    Comunque i miei sogni da bambino erano abbastanza umili, volevo fare nell'ordine: lo stracciarolo, l'arrotino e il pagliaccio.

    Ancora oggi, seriamente, non so cosa farò da "grande".

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    1. E pensare che io, quando ho scritto del bambino astronauta, credevo di aver detto una cosa un po' campata per aria! Invece... viva gli astronauti! Sai che ti avrei visto proprio bene a fare il pilota? Peccato, ma, ricorda, mai dire mai!
      Belli i tuoi umili sogni da bambino... ti confesso che mi sono dovuta documentare sullo stracciarolo, per essere certa delle sue mansioni. Il pagliaccio è davvero un bel lavoro, però, visti i tuoi racconti macabri non l'avrei mai pensato, sai? Comunque sei ancora in tempo per fare ogni cosa (quelle che hai detto e altro ancora!). Credo che in pochi possano vantare di sapere di per certo cosa faranno da "grandi"... soprattutto in questi tempi!

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  5. Veterinaria e insegnante? Quante cose in comune! Beh, a parte la passione per i viaggi... quella proprio non ce l'ho!
    Scrivere è la nostra grande consolazione, altrimenti forse non saremmo qui!
    Grazie di tutto, Lisa!

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  6. Mi piace questo post Romina :)

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  7. E poi sei capitata con "non si capisce più cosa è registrato e cosa no" Roba da psicoanalisi a vita. SILVANA (un giorno spiegheremo a Romina cosa significa)

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  8. Sì, un giorno dovete proprio spiegarmi... per ora mi lascio corrodere dalla curiosità...

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  9. Io volevo fare il medico, l'insegnante, il pilota di aerei da caccia, l'infermiera, la spia, l'esploratrice, la scienziata...
    Alla fine ho capito che tutti questi sogni di bambina confluivano in un unico mestiere: quello di scrittore!
    Chi scrive può rivestire tutti questi ruoli e infatti i miei primi personaggi facevano proprio questi mestieri.
    La realizzazione di quello che davvero voglio fare da grande, però, per me è venuta tardi: dopo i 20 anni.
    Figlia e nipote di professori, ho imparato ad amare questa professione e ciò che comporta, nel bene e nel male. Questo è ciò che voglio fare 'da grande'.
    ...scrivendo libri nel tempo libero!
    Per me la scrittura e l'insegnamento sono due passioni che si legano l'una all'altra. Sarebbe il massimo se potessi insegnare scrittura creativa!
    Ma mi dovrò accontentare di insegnare Italiano. ^^

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    Risposte
    1. Ciao Sofia Stella! Come va la tua salute? Spero meglio. Grazie per il bellissimo commento. Sono d'accordo con te: il mestiere di scrittore permette di rivestire vari ruoli e calarsi in varie situazioni. Anch'io studio per diventare insegnante ma lavorerò nella primaria... anche a me piacerebbe insegnare scrittura creativa (uno dei miei progetti di animazioni per bambini mira a questo, ma l'ho realizzato una sola volta finora). Anch'io continuerò a scrivere finché avrò fiato nei polmoni...
      Insomma, abbiamo parecchie cose in comune! A presto!

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    2. Oh, sì, grazie: sto molto meglio. Adesso riesco a leggere e stare al computer, due attività di cui sento molto la mancanza, quando non posso dedicarmici.
      Io spero di andare a insegnare alle scuole medie inferiori o superiori, se troverò il posto. Ma non dispero! Adesso gli studi che portano verso l'insegnamento non li vuole fare quasi nessuno; vanno tutti a scienze della comunicazione (come se fosse più facile diventare giornalista che insegnante!), quindi prima o poi di linfa nuova ce ne sarà bisogno nelle scuole! :D
      ...e poi a me piacciono molto le lettere e la storia; un po' meno la filosofia, ma per fortuna di esami di filosofia non ne devo dare. :-P

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    3. Sono proprio contenta che tu stia meglio! Vedrai che riuscirai a trovare lavoro come insegnante! Io che studio per diventare maestra alla primaria teoricamente dovrei trovare lavoro visto che è una facoltà a numero chiuso e tale numero è stabilito in base al numero di insegnanti previsti come necessari... il problema è quel "teoricamente"... e poi con la chiusura delle GAE, il futuro è molto incerto... Va beh, mi sono persa in vani discorsi anche questa volta.
      Sono felice che tu ora possa leggere e scrivere tranquillamente e ti auguro con tutto il cuore di realizzare i tuoi sogni!

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    4. Grazie! Purtroppo sul fronte dell'insegnamento la situazione è incerta anche per quanto riguarda la scuola secondaria. Fino a qualche anno fa il percorso era laurea+SSIS (cioè laurea triennale+laurea specialistica+SSIS).
      Ora sembra che vogliano mettere su un sistema chiamato TFA (tirocinio formativo attivo), al quale in teoria si dovrebbe accedere con la laurea triennale e che dovrebbe consistere nei due anni di specialistica + 1 anno di tirocionio.
      Dico 'sembra' perché a quanto pare per il momento questi TFA esistono solo sulla carta.
      Anche questi TFA, in teoria, dovrebbero essere a numero chiuso, in base alla richiesta di insegnanti. Mah, vedremo! ^^

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    5. Mi sembra che giusto qualche mese fa al CNSU litigavano sulle quote riservate ai TFA (ovvero quanti precari assumere, per i posti disponibili, e quante giovani leve), quindi immagino che presto arriveranno i decreti attuativi, sempre che non siano già usciti. Comunque, se può consolare, dovrebbero essere più utili delle SSIS.
      @Romina: I docenti nella tua facoltà sono sicuramente meglio informati perché non-ricordo-quale-professoressa (forse la Kanitzsa) aveva collaborato con la commissione che si occupava di riformare i vari livelli.
      Scusate l'intromissione, mi dileguo... ^^

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    6. @Sofia Stella: Eh, sì, anche sui TFA c'è un bel po' di mistero... chissà perché fanno di tutto per rendere le cose complicate? Staremo a vedere... io il tirocinio lo faccio già adesso che sono al secondo anno... Questi commenti sono la dimostrazione di come i sogni diventino concreti e reali tramite il sudore e la fatica!

      @Salomon Xeno: Io con Kanitzsa ho dato l'esame di Pedagogia generale il primo anno, lei è anche preside di facoltà, quindi è sicuramente informata sulla questione. La tua non era un'intromissione, tecnicamente si definisce "intervento pertinente".

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