Ecco a voi il mio racconto mensile con le dieci parole nuove da usare apparse su Penna blu. Le parole di settembre
non erano per niente semplici, secondo me, soprattutto alcune, però spero che
il testo vi piaccia. Sono anche riuscita a restare in 300 parole, portando
avanti i miei esercizi di sintesi, e per me questo è già un piccolo successo!
Come al solito le dieci parole sono sottolineate e
scritte in blu.
Senza altri indugi vi lascio al testo.
Cena per due«Non preoccuparti. Sto arrivando. Ti porto la cena ora» disse Antonio, trasportando un piatto pieno di boiacca a base di cowitch.Lo appoggiò sul comodino e poi accese la veilleuse. Avvicinò la sedia al letto e si sedette al capezzale dell’amata moglie.«Oh, Caterina, mi si stringe il cuore a vederti così» sospirò, intingendo il cucchiaio nel cibo scarioso, poi amorevolmente soffiò sul boccone fino a che fu sufficientemente freddo.Da quando lei era malata, Antonio viveva come un cuneo pronto per essere inserito in una mortasa. Si sentiva stretto, stritolato, debole, ma doveva continuare a fingersi forte, per lei.Erano lontani però i giorni in cui giocavano a check per ore, gioendo della reciproca compagnia. E anche quelli in cui parlavano del loro futuro guardando la forma delle nuvole, sdraiati in un prato, nascosti da piccole cataste di clinker avanzati dai lavori al vecchio casolare. Erano remote le belle giornate in riva al fiume, trascorse a pescare avvolgendo piccoli vermiciattoli agli ami da appendere sui setali. E tutti quei ricordi facevano un male terribile. Antonio non sapeva per quanto avrebbe sopportato ancora. E mentre i ricordi si coloravano di tormenti, lui continuava a riempire cucchiai per porgerli all’amata, quasi del tutto immobilizzata dalla malattia.Pian piano le sue membrane epicantiche si sollevarono ricoprendo gran parte degli occhi, ormai gonfi. Caterina cominciò a rifiutare il cibo e così Antonio prese a mangiare gli avanzi della sbobba. Anche i suoi occhi si fecero pian piano pesanti. Si accasciò su di lei. Aveva fatto bene i conti: aveva messo abbastanza novocaina per condurre entrambi lontano da quel presente di sofferenza. Nella sua mente comparivano di nuovo nuvole, prati, giornate in riva al fiume. Un sorriso gli riempì il viso e la morte lo congelò in un’istantanea di pace ritrovata solo soccombendo.
Che cosa ne dite? Sto diventando un po’ macabra
ultimamente, mi sa.
Se vi va di fare l’esercizio, siete tutti benaccetti
ovviamente! Vi ricordo che nel post
dedicato alle dieci parole su Penna blu
trovate, oltre alle definizioni delle parole, l’esercizio di Daniele Imperi.
Un pochino macabra, sicuramente peró la cosa non mi dispiace per niente.
RispondiEliminaNon so perché, ma ultimamente il macabro è entrato tra i miei generi più frequenti! Mah.. diciamo che in questi esercizi seguo molto l'istinto, però sono felice che questa vena macabra non ti abbia messo in fuga! Ah ah ah! Grazie.
EliminaBello e toccante. Ciao.
EliminaGrazie! A presto!
EliminaPur essendo un racconto breve sono comunque riuscita ad empatizzare col protagonista (io raramente leggo racconti proprio perchè il "poco tempo a disposizione coi personaggi" mi rende difficile appassionarmi alle loro vicende). Brava :)
RispondiEliminaBenvenuta sul mio blog, Valentina!
EliminaAnch'io avevo i miei dubbi sulla forza dei racconti così brevi. Dalle 10.000 battute in su mi sono sempre piaciuti, ma scrivere testi in 300 parole non è affatto semplice. Io lo considero un esercizio per imparare a essere un po' sintetica. Ho scritto anche alcuni racconti in 200 caratteri (un limite veramente estremo!).
Sono felice che ti sia piaciuto! Grazie per il commento!