Una questione di
costanza?
Questa prova letteraria più che sulla bravura o sulla
creatività si basa di certo sulla costanza, sul darsi degli obiettivi giornalieri e sull’imporsi quotidianamente
delle scadenze: un vero e proprio allenamento nel trasformare la
scrittura in qualcosa di costantemente presente nelle proprie giornate. E ho
pensato a quanto mi piacerebbe! Sì, l’idea di ritagliarmi anche solo un’ora al giorno da dedicare unicamente alla
scrittura sarebbe veramente un sogno, ma, aimè, così non è.
Ma è tutta una
questione di costanza? Viene da chiederselo. Potrei trovare il tempo e
invece non lo faccio perché non sono costante? Non lo so. Sinceramente non
credo. Io mi ritengo una persona
costante nelle cose che faccio: costante nello studio, nella realizzazione dei
progetti, nella frequenza universitaria, nel rispetto delle scadenze...
Insomma, sono una persona precisa e rigorosa (anche troppo, a volte).
Prima il dovere e
poi il dovere e poi…
Scrivere è una
passione, una delle cose che mi rende più felice, però, forse proprio
perché sono costante e dedita a mille cose, la scrittura viene spesso dopo
tutto il resto. Non nel mio cuore, certo, ma nella mia tabella di marcia. Prima
il dovere e poi il piacere, no? Non recita così l’antico e vero
proverbio? Appunto. Prima viene lo studio, poi il lavoro, poi le faccende che
devo sbrigare presso l’associazione o la parrocchia, poi la scrittura, aimè. E
poi non sempre è una scrittura libera e di narrativa: ci sono i post per il
blog, i progetti collettivi, le attività sui forum, i testi urgenti per i
concorsi… e sottraendo e sottraendo
quanto tempo mi resta per la scrittura dei miei romanzi? Risultato
inquietante a dire il vero. Uno dei romanzi che sto scrivendo è fermo da mesi.
Non sono abbastanza costante? Non mi impegno abbastanza?
Non so dare alla scrittura il giusto
posto che merita nella mia vita? Forse è così, ma non riesco lo stesso
a fare altrimenti. Anche ridefinendo le priorità, scrivere rimane una cosa che
io amo fare e che verrà sempre dopo quelle che devo fare (alcune delle quali
faccio anche con tantissima passione, comunque).
Come ci riescono?
Esperienze come il Na.No.Wri.Mo. fanno riflettere e
soprattutto mi fanno chiedere come
riesca certa gente a farcela. Gente che comunque lavora e ha famiglia e
mille altre cose da fare come me. Eppure ci riesce, ritaglia nella sua giornata
un momento per scrivere, per concedersi uno spiraglio di libertà, per scrivere in modo costante.
Delle persone che hanno partecipato al Na.No che conosco solo una ha portato a
termine l’impresa e si tratta di Narratore
del blog Vite di carta. A lui va
tutta la mia ammirazione e anche un
pochino di sana invidia, ammettiamolo. A tutti quelli che hanno tentato
e si sono incagliati nei sassi che la vita sempre pone sul nostro cammino va
comunque un grande applauso per
averci provato, per non aver detto no a priori. Sinceramente resta per
me una missione quasi impossibile.
E quindi?
Scrivere è una questione di costanza, dunque? In parte
sì, bisognerebbe ritagliare nel
proprio tempo libero un momento per scrivere e lasciarlo fisso, farlo
diventare un appuntamento al quale non si può mancare. In parte no, però, perché
non sempre gli altri impegni
consentono di ritagliare questo tempo e non si tratta di costanza ma di
semplice impossibilità. Si può lottare contro tutto e tutti, ma, se
questo tempo non c’è, non lo si può far saltar fuori da nessuna parte. Non è
bello da ammettere, ma è giusto dirlo, è
giusto per consolarmi un po’ e sentirmi meno in colpa (momento di
outing, insomma), ma anche per tutti quelli che, come me, tra i mille impegni della vita centellinano momenti per scrivere rubandoli
alla clessidra infinita del tempo, a fatica, arrancando ogni volta. Sì,
questo discorso è fatto per tutti quelli che non possono essere costanti
nemmeno volendo e che vorrebbero esserlo, per tutti quelli che hanno in diritto
di non sentirsi da meno se proprio non possono scrivere per un lungo periodo. Già non scrivere è difficile e doloroso,
non ha senso caricare il tutto anche con rimorsi e rimpianti per quello
che si sarebbe voluto fare e non si è fatto. A tutti loro (e anche un po’ a me
stessa, in caso decidessi di ascoltarmi) dico: State facendo tutto il possibile.
Attenzione però, questa non è una scusa per chi cade vittima del teorema
delle vacanze e passa le sue giornate sperperando tempo, dicendo
che scrivere con costanza è inutile. Certo, se un giorno l’ispirazione manca,
non è il caso di farne un dramma, ma se anche in condizioni ottimali non si
trova il tempo per scrivere, allora forse è solo perché non lo si vuole
trovare, no?
Se hai del tempo per scrivere, fallo con costanza. Credi al tuo sogno, lotta per realizzarlo, dedicargli tempo. È come allenarsi per una gara sportiva, non saltare troppi appuntamenti.
Se non hai tempo, trovalo.
Se non puoi trovarlo, però, sappi che scrivere non è solo costanza e continua a sognare in attesa di tempi migliori.
Conclusione
Che cosa ne dite? Io avverto molto la questione in
questo periodo e forse questo post vi sembrerà solo una lagna per giustificare
la mia situazione scrittoria attuale, ma io sono convinta che molti stiano
vivendo situazioni simili alle mie, rosicchiando solo un po’ di tempo qua e là
ed è a loro che dedico questo post. Loro possono capirmi, ne sono certa. E io
posso capire loro.
A tutti gli altri chiedo di portare pazienza, si sa che
i post del 5 del mese scadono spesso in queste riflessioni assurde, ma anche
vagamente profonde.
E infine, se un trucco esiste per trovare questo tempo,
prego i detentori di questo mistero di svelarmelo! Grazie!
Ciao.
RispondiEliminaPassa da me che c'è una piccola sorpresa. ;)
Ho visto la parola meme nella prima riga del post comparso nel blogroll e mi sono detta che prima di mattina dovevo passare a vedere. Passerò, vedrai! Intanto grazie mille per la sorpresa!
EliminaSecondo me è proprio una questione di costanza e di qualche piccola rinuncia ad altre cose.
RispondiElimina"Prima il dovere e poi il dovere"... sì, in un certo senso è così. Se decidi di scrivere qualcosa con una certa impostazione, semi-professionalità, impegno, etc., alla lunga diventa un dovere anche se nella tua mente continua a essere un piacere e quindi lo posponi e lo disdici in presenza di altri "doveri".
Io da tempo ormai scrivo quasi esclusivamente il sabato pomeriggio e la domenica dopo pranzo. Siccome sono i miei giorni liberi, e siccome ho comunque dei doveri (porta la bambina a scuola il sabato e a messa + catechismo la domenica, fai la spesa durante il week end, etc.) il tempo che dedico alla scrittura, paradossalmente, toglie tempo al film che potrei vedere o alla passeggiata che potrei fare... A qualcosa bisogna rinunciare.
Se avessi delle cose che faccio nel tempo libero, rinuncerei a esse per scrivere. Sicuramente! Al momento però non ho proprio tempo libero. Questo è il problema!
EliminaPerò capisco il tuo ragionamento e lo condivido per i periodi in cui il tempo libero esiste (anche se poco)! Grazie per il commento!
Mi piace molto l'immagine dell'allenamento abbinato alla scrittura. Credo che scrivere richieda molto impegno e sicuramante allenandosi, giorno dopo giorno, come si tonificano i muscoli, migliora anche lo stile, l'esercizio aiuta sempre. Ma la costanza non è tutto. Ci sono periodi in cui, personalemnte non scivo niente, perchè non i viene, perchè non trovo niente da dire ed altri in cui mi esplode la penna! E' proprio nei periodi in cui non scrivo che immagazzino cose, faccio incetta di esperienze, stratifico quello che poi mi uscirà fuori sotto forma di scrittura. Non me la prenderei più di tanto se in questo periodo fai cose diverse dallo scrivere, perchè sono cose che stanno lì, dentro ai tuoi cassetti e non appena avrai più tempo, usciranno da sole.
RispondiEliminaRaffaella
Sicuramente ho un elenco infinito di progetti di scrittura che non vedono l'ora di uscire! Sto scrivendo un romanzo, una raccolta e un libro per bambini ("sto" in senso che sono cose in corso, ultimamente sono proprio accantonate!). L'idea di allenamento però mi sembrava efficace, perché la scrittura non è solo esercizio e non è solo talento!
EliminaE' tutta una questione di priorità. Tutto non si può fare, bisogna rassegnarsi. Il tempo libero è poco e ti assicuro sarà sempre meno.
RispondiEliminaIl lavoro mi impegna la maggior parte del giorno: sveglia alle 6 di mattina e poi fino alle 19 non ho un attimo di tregua (a parte brevi capatine come questa sul web dall'ufficio), poi c'è da cucinare, cenare e sistemare il disastro che ne è conseguito. Il che mi porta alle 21 inoltrate. Il lunedì e il giovedì è anche peggio, visto che rientro a casa alle 22 ed è già ora di pensare al giorno dopo. Il weekend è anche peggio: c'è la spesa, la polvere, lavare a terra, lavare, stendere, stirare, rendere visita a genitori e suoceri eccetera eccetera.
Nonostante questo mi stupisco di trovare il tempo che mi serve per il blog. E, come sai, tenere un blog non è solo scrivere robe del tipo "oggi c'è il sole" (anche se conosco diversi blog che propongono contenuti di tale livello): tenere un blog significa anche farsi venire delle idee, preparare del materiale, documentarsi.... se vuoi per esempio recensire un libro o un film, dovrai pure trovare il tempo di leggere quel maledetto libro o quel maledetto film prima, no? Eppoi ci sono i blog che segui, che vorresti magari leggere e commentare in tempo reale... tutte cose che richiedono tempo. Sono riuscito pure a scrivere "Chilam Balam"!! Ma come avrò fatto? Boh?
Come dicevo è tutta una questione di priorità. Se vuoi fare una cosa in un modo o nell'altro ce la farai.
PS.: Hai notato il mio nuovo, fantastico, raddoppiamento sintattico?
La mia giornata attualmente è leggermente incasinata. Il vantaggio di lavorare è che in genere ci sono degli orari, mentre lo studio ha confini sempre poco definiti. Magari all'una o alle due di notte sto ancora studiando, per dire, e poi mi sveglio alle 7. Tenendo conto che prima di andare a dormire devo preparare informazioni per il blog o per altre questioni... diciamo che il tempo libero è molto relativo.
EliminaNon dico che lavorando sia facile, eh. Solo che è un modo diverso di gestire i tempi, credo.
Non ho ancora letto "Chilam Balam" ma prima o poi lo farò, mi sembra molto interessante.
P.S. Di quale raddoppiamento sintattico parli, scusa? Ultimamente non sono molto perspicace...
"Eppoi".
EliminaSi, lo so, siamo sul livello di "Vabbè", che possiamo definire come "raddoppiamenti sintattici persolnalizzati"
Eggià!
Elimina@TheObsidianMirror: "Raddoppiamenti sintattici personalizzati"?! Oh, dovrò parlarne nel post! Di sicuro.
Elimina@Salomon Xeno: Vi state facendo prendere la mano, eh! Ah ah ah!
Maddai!?!?!
EliminaMavvà!
EliminaEddai, su, qui si finisce vieppiù nel trollaggio della povera Romina...
Oh, sì. Con questi commenti non dovrò nemmeno sforzarmi per trovare degli esempi! Ah ah ah! Ne parlerò di certo!
Elimina...e cosissia
Elimina@Salomon Xeno: Abbiamo postato il commento insieme e il tuo non l'avevo visto. Ci mancava pure il "trollaggio"!
Elimina@TheObsidianMirror: "Amen".
Raccoglierò tutti questi esempi... preparatevi a venire citati nel post sul raddoppiamento sintattico! [Segue risata diabolica]
Trollaggio è un'italianizzazione di trolling, a sua volta un neologismo inglese.
EliminaPer una vola avevo capito! Ho assistito a una lunga discussione sull'argomento proprio di recente su un forum!
EliminaLa costana ci vuole, ma non solo. Anche capire dove si vuole arrivare. Io ho iniziato a partecipare al NaNoWriMo per abbandonarlo dopo due giorni. Là non è mancata la costanza, ma proprio il senso di ciò che stavo scrivendo.
RispondiEliminaIn effetti non avrebbe senso continuare in Na.No.Wri.Mo. rendendosi conto di non sapere il senso di quello che si sta facendo. In quel caso continuare non avrebbe significato "costanza" bensì "testardaggine".
EliminaNon so se si può parlare di trucchi, ma preparare prima alcune cose (la struttura, i personaggi, etc.) si può scrivere un romanzo in tempi brevi, dove "breve" può significare 3 giorni ma ciascuno ha la sua velocità. L'importante è fissare obiettivi che si è in grado di mantenere. Io ho mollato presto, ma gli obiettivi erano già in partenza inferiori rispetto al traguardo. Se parteciperò l'anno venturo, probabilmente fisserò come traguardo personale 20000 parole o giù di lì.
RispondiEliminaAh! Il teorema delle vacanze che mi perseguita... per fortuna (o purtroppo) le vacanze sono un lontano ricordo!
Penso anch'io che con una buona organizzazione sia possibile scrivere la prima stesura di un libro in tempi brevi, anche pochi giorni.
EliminaGli obiettivi però devono sempre essere realistici, altrimenti generano solo frustrazione.
Le vacanze! Quanto le sto desiderando in questo periodo! Dai, prima o poi, torneranno per entrambi!
La sera tra il 31 ottobre e il primo di novembre ho atteso la mezzanotte in un canale di chat creato da alcuni partecipanti al NaNoWriMo, e non avevo ancora idea di cosa avrei scritto per il concorso. Si respirava un'atmosfera fantastica: persone che amano la scrittura in attesa della scadenza del conto alla rovescia, che trascorrevano il tempo discutendo sulle proprie idee in merito alla trama che avrebbero voluto sviluppare. Dopo tre incipit cestinati ho capito cosa volessi davvero scrivere e mi son buttato a capofitto nella scrittura. Non è stato facile mantenere la media, ma per due settimane son riuscito a buttar giù 1700 parole al giorno. Dovermi fermare è stata una tragedia. Volgari casini di tipo materiale mi hanno sottratto tempo e risorse mentali, cosicchè ho dovuto rinunciare alla sfida appena superate le 21mila parole. E' stato bruttissimo mollare, anche perchè si era creato un gruppo molto affiatato. Ho visto più volte qualcuno scrivere in forum o in chat di essersi impallato su questo o quel punto della storia, e tanti volenterosi scrittori farsi in quattro per dare una mano al collega in difficoltà. Qualcosa di magico e indescrivibile, entusiasmante. Ognuno cercava di incoraggiare gli altri, di motivare il prossimo a non gettare la spugna alla prima difficoltà.
RispondiEliminaPurtroppo non ce l'ho fatta, ma queste due settimane di "follia" mi hanno donato qualcosa di prezioso. Innanzitutto, il metodo: ho capito che con la costanza si riesce a produrre davvero tanto. La "tecnica del pomodoro" di cui ho anche parlato in un articolo, è uno strumento utilissimo per ottimizzare tempi e concentrazione. Nel futuro la utilizzerò, magari non per scrivere 1600-1700 parole, ma "solo" un migliaio al giorno.
Il secondo dono del NaNo è costituito dalle 41 pagine del racconto con cui ho partecipato. Mi sono emozionato quando ho sentito di aver tirato fuori la storia adatta al mio modo di scrivere, e adesso il cammino per ultimarla sarà sempre e solo in discesa.
Che dire, il NaNoWriMo è un'esperienza che consiglio a qualunque amante della scrittura. Non si può descrivere a parole: bisogna vivere questa esperienza e lasciarsi coinvolgere dal suo profumo di narrativa e follia.
Non sapevo che il Na.No.Wri.Mo. prevedesse fasi di confronto e dialogo tra i partecipanti! Io adoro cose di questo tipo!
EliminaGli insegnamenti di NaNo mi sembrano molto interessanti. Grazie per averli condivisi. So di certo che prima o poi farò anch'io una "follia" del genere. Magari passerà vario tempo, ma un giorno anch'io mi prenderò un pomodoro per scrivere (era bellissimo quel tuo post!).
Non puoi fare più cose di quelle che puoi fare. Devi scegliere. Non c'è un altro sistema.
RispondiEliminaLa soluzione del problema tutto sommato è semplice (è metterla in pratica che è difficile): fai la tua graduatoria delle priorità (non dei doveri), elimina quello che sai che non riuscirai a fare e non pensarci più.
A volte un po' di sano egoismo è un vero toccasana!
Hai ragione, solo che io proprio non ci riesco per indole. Se devo fare mille cose, le faccio tutte e mille al meglio di quello che posso. Anche a ritmi molto stancanti.
EliminaVado però in ordine di scadenza e dato che scrivere non ha scadenze... spesso finisce in fondo alla lista!
In genere nei mesi estivi scrivo tantissimo.
A febbraio, se tutto andrà come previsto, avrò tre settimane da dedicare quasi interamente alla scrittura. Per ora mi dedico alle scadenze che incombono su di me come avvoltoi spietati.
Costanza!
RispondiEliminaAnch'io vivo secondo il principio che mi è stato inculcato de "prima il dovere e poi il piacere", e così scrivo davvero poco!
Ci penso spesso: dovrei affrontare la scrittura come un dovere improrogabile, una cosa da fare in un determinato orario, senza eccezioni!
In realtà scrivere è un po' un dovere, un dovere che dovrei avere nei confronti di me stessa, visto che scrivere mi fa stare bene.
EliminaSolo che non sempre è così facile ritagliare il tempo per farlo, mentre ci sono altre scadenze che si devono rispettare per forza!
Comunque sì, dovremmo proprio imporci degli orari... a quel punto però forse non sarebbe tutto così magico, non so!
il mio consiglio è: ponetevi un obiettivo giornaliero adatto a quelle che sono le vostre necessità (credo che mille parole siano un traguardo onesto, stabilite un orario nel quale non farete altro fuorchè scrivere e buttatevi a capofitto nella stesura della vostra storia utilizzando preferibilmente un software distraction free (quando non scrivo a macchina uso WriteMonkey, è sensazionale e ha anche i suoni della macchina da scrivere).
RispondiEliminaPurtroppo non c'è alternativa: non si può migliorare scrivendo mezz'ora a settimana.
Sono d'accordo, serve tempo per migliorare. In altri periodi mi ritaglio dei momenti e anche adesso, anche se non ho tempo per scrivere, sono comunque attiva su forum di scrittura dove partecipo a concorsi e poi ci sono i blog. Scrivo e mi documento comunque anche se non ho tempo per lavorare ai miei romanzi.
EliminaTra qualche settimana almeno un'oretta libera al giorno ce l'avrò di nuovo, spero, altrimenti mi sa che impazzisco!