Torna l’appuntamento mensile con il racconto scritto con
le dieci parole nuove da usare apparse
su Penna blu. 300 parole, ma
questa volta è stato più difficile del solito tagliare il testo per farlo stare
nei limiti! Come al solito il testo è nato lasciando un po’ vagare libere le
parole per poi sistematizzare il tutto. Spero vi piaccia… buona lettura!
Una vista davvero acutaUna giovane bussò alla porta del negozio di stoffe, utilizzando una pania ricoperta di campanelli che era stata posta come batacchio. Il suono prodotto fu però molto flebile, così entrò senza aspettare. Subito il proprietario le si avvicinò, cercando di coprire con qualche colpo di tosse il rumore del suo spetezzare quasi cronico, soprattutto quando camminava.«Posso esserle utile, signorina?» chiese il vecchio mercante.«Sì, due aune di coutil, per favore» sussurrò appena la ragazza, con lo sguardo basso.«Oh, lei è fortunata, io vendo il miglior coutil di tutta la zona! E che io finisca subito nella Geenna, se non è vero!» orgoglioso, l’uomo prese delle stoffe e le mise sul piano del tavolo che, per risparmiare, aveva ricavato con dischi di oscillum.Lei sfiorò le varie stoffe per saggiarne la robustezza.«Va bene questo» disse, fermando la mano su uno dei tessuti.«Oh, ne ho ben tre colori, aspetti».«Non occorre, davvero, va bene questo» sospirò.L’uomo però era già intento a frugare nel magazzino, distruggendo ragnatele di argironeta che coprivano alcuni tessuti. Ritornò poi con vari colori di stoffe, cominciando a descriverle, ma la ragazza era distratta da un rumore.«Lì» disse indicando un punto preciso del negozio «c’è un topo che rosicchia qualcosa».«Dove? Qui?» sollevò un mucchio di stoffe e un piccolo sciuride scappò via abbandonando la michetta con la quale stava banchettando.«Ma come ha fatto? Che vista acuta che ha, signorina!».«Già» sospirò e si sforzò di sorridere, poi alzo lo sguardo per la prima volta e il vecchio vide i suoi occhi assenti e amaurotici.«Mi scusi, io… io…» cominciò a farfugliare, imbarazzato.«Non si preoccupi. Ho imparato a vedere con le orecchie da quando la vista mi ha abbandonata e, nonostante questo, ho visto il topo prima di lei».
Che ne dite? Ogni critica, suggerimento, commento… è ben
accetto!
Io resto sempre sorpresa da come usare dieci parole
fisse (e molto particolari) in testi così brevi diventi davvero il motore della
storia. Le immagini si dipingono man mano, per associazioni di idee… sì, mi
piace troppo fare questo esercizio!
Vi va di cimentarvi? In tal caso linkatemi il vostro
post o mettetelo nei commenti, se non ne avete uno. Vi ricordo che nel post dedicato alle dieci parole su Penna blu trovate, oltre alle
definizioni delle parole, l’esercizio di Daniele Imperi.
Al prossimo appuntamento con questa rubrica il 7 febbraio.
Molto bello, in parte ironico e in parte educativo. Brava!
RispondiEliminaGrazie mille! L'intento era quello ma non ero cerca di esserci riuscita!
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