Il sonetto: un componimento tipico
soprattutto della poesia italiana.
A dicembre ho parlato degli haiku, un
componimento poetico giapponese, e mentre scrivevo il programma di febbraio mi
chiedevo perché non avessi mai parlato di componimenti ben più vicini alla
nostra tradizione e in particolare del sonetto.
Non amo molto scrivere poesie in metrica, però il sonetto è una sfida
interessante. Ne ho scritti ben pochi in realtà, ma oggi voglio parlarvi della
struttura di questo componimento tipico della poesia italiana.
Che cos’è un
sonetto?
Il sonetto è
un breve componimento poetico che deriva dal provenzale sonet (suono, melodia) che si riferisce a una canzone accompagnata
da musica.
In genere è composto da quattordici versi endecasillabi divisi in due quartine (fronte) a
rima alternata o incrociata e in due terzine (sirma) a rima varia.
Vi consiglio di dare un’occhiata ai post sugli endecasillabi
e sulle rime,
se avete dubbi in merito.
I primi sonetti risalgono a Jacopo da Lentini (prima metà del ‘200), esponente della
Scuola Poetica Siciliana, a partire da delle modifiche della canzone.
Alcuni esempi di
schemi metrici
I sonetti possono presentare varie strutture al loro
interno per quanto riguarda le rime.
Vediamo alcuni esempi:
- Rime alternate nelle quartine (ABAB ABAB) e tre rime ripetute nelle terzine (CDE CDE).
- Rime alternate nelle quartine (ABAB ABAB) e rime alternate nelle terzine (CDC DCD).
- Rime incrociate nelle quartine (ABBA ABBA) e rime invertite nelle terzine (CDE EDC).
La struttura con 14 versi endecasillabici divisi in due
quartine e due terzine è quella base, esistono poi molte varianti del sonetto, ognuno connotata con sue
caratteristiche proprie. Ci sono anche opere composte da più sonetti che vanno
però letti nel loro complesso e che spesso sono costruiti in modo da avere qualcosa
in comune (per esempio il verso finale di uno è uguale al verso iniziale del
successivo).
Il mio primo
sonetto
Come vi ho detto, considero il sonetto una bella sfida, anzi il primo l’ho
scritto proprio per rispondere a una provocazione: è facile scrivere poesie
e dirsi poeti, ma lo si è davvero solo se si sa scrivere un sonetto. Detto
fatto: io ho scritto un sonetto. Eh, sì, sono cocciuta, lo so.
Non ho scritto molti sonetti finora. Anzi credo di
essermi fermata a due, massimo tre. Ho scritto altri testi in metrica, ma pochi
sonetti. Ho pensato di riportarvi il mio primo sonetto scritto nell’ormai
lontano 2008, se non mi sbaglio. Si tratta ovviamente di un esercizio di stile,
un esperimento di gioventù! Ah!
La sera tra
dolori e speranze
Schema metrico:
sonetto,
con rime ABAB, ABAB, CDE, CDE.
La solitudine tetra e nera,
l’abisso sconfinato delle paure,
giungon inesorabili la sera,
quando la mente e il cuore pure
combattono la battaglia più vera.
Le lacrime come mele mature
cadono in una tacita preghiera,
chiedendo sensazioni più sicure
per uscire da dubbi e incertezze,
per vivere le utopie realmente
oltre ogni limite razionale,
per essere consolati con carezze
e ciò che ci affligge costantemente
cancellare dal triste mondo reale.
Qualche consiglio
Scrivere dei sonetti può sembrare facile, fino a che non
si prova! Poi bisogna tenere in considerazione la lunghezza dei singoli versi e
lo schema delle rime che si vuole seguire e allora ci si accorge che è un po’
più complesso.
- Per abituarsi a scrivere endecasillabi (ma vale per qualsiasi metro scelto) io vi consiglio di tracciare su un foglio una riga verticale a una distanza dal margine che sia pari a circa undici sillabe con i relativi spazi in base alla grandezza della vostra grafia (il metodo migliore è scrivere il primo endecasillabo e poi tracciare la suddetta riga). Ovviamente non è un metodo preciso, però mentre scrivete avrete quanto meno un po’ sotto controllo la lunghezza del verso. Togliere qualche sillaba o aggiungerla non è impossibile, ma almeno il verso sarà già quasi della misura giusta.
- Oltre a questo metodo si può usare un foglio in cui su una riga sono segnati undici quadretti, in cui scrivere direttamente le parole divise in sillabe (a matita perché dovrete cancellare spesso) tenendo conto delle regole per la suddivisione delle sillabe metriche. Io non amo scrivere a mano (il computer è il mio compagno di scrittura) però trovo che la scrittura cartacea sia più funzionale per i testi in metrica, almeno per quel che mi riguarda.
- Per quanto riguarda le rime, io in genere, pensando al tema, cerco di trovare prima le parole che posso usare nelle rime per poi costruire i versi. Ovviamente poi posso cambiare idea però almeno sono certa di non aver scelto parole troppo escludenti. Non ha molto senso scrivere un endecasillabo perfetto che finisca con la parola tavolo, per esempio, perché sarà pressoché impossibile rispettare uno schema di rime.
- È sempre bene aver un buon rimario. Anche quelli online possono essere utili, all’occorrenza.
Ribadisco però di non avere molta esperienza nella metrica,
quindi prendete i miei consigli con le pinze e suggeritene altri nei commenti,
se ne avete, grazie.
Conclusione
Scrivere un sonetto è una sfida interessante, un modo
per mettersi alla prova. Aiuta a riflettere molto sulle parole scelte, la loro
lunghezza e musicalità. Io consiglio a tutti di cimentarsi e sperimentare. Devo
dire che scrivere questo post mi ha fatto venir voglia di riprovare!
E voi cosa ne pensate dei sonetti? Ne avete mai scritti?
Hanno parlato di questo articolo:
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non so se erano proprio dei sonetti, ma anni fa avevo scritto delle poesie in rima. ora però ho abbandonato lo scrivere in rima.
RispondiEliminamagari può capitare che le poesie le abbiano però sono meno strutturate.
La presenza di rime non è sufficiente per parlare di sonetto, ovviamente. Io scrivo spesso in rima filastrocche per bambini, ma sono ovviamente molto diverse! Però bisogna provare un po' di tutto quando si scrive! Grazie per il commento.
EliminaI sonetti, soprattutto quelli del Petrarca e di Dante, sono l'anima della nostra poesia, e ringrazio il mio professore di italiano alle superiori che insisteva tanto per farceli imparare e soprattutto comprendere.
RispondiEliminaScrivere sonetti, beh, sull'esempio di mio nonno (che era poeta per vocazione e ha anche pubblicato qualcosa) ho scritto alcuni sonetti in dialetto, che dalle mie parti è molto simile al romanesco e quindi non proprio musicale...
In linea di massima, visti i risultati, ho stabilito che se voglio rendermi ridicolo coi miei tentativi letterari preferisco limitarmi alla prosa ;-)
L'idea di scrivere in dialetto mi attira da un po', solo che io lo capisco perfettamente ma non lo parlo mai, quindi non so cosa potrei ottenere...
EliminaTu non ti rendi affatto ridicolo con la prosa e ho letto alcuni tuoi haiku molto belli, quindi non precluderti nessuna possibilità!
Molto bello il tuo post!
RispondiEliminaNon credo di aver mai scritto un sonetto, ma qualcosa in rima sì. Ora so cosa fare. ;)
Comunque è stato in qualche modo divertente leggere i tuoi consigli... Perché faccio tutt'altro! XD
Io mi metto lì, con davanti un foglio (carteceo o virtuale, è praticamente lo stesso) e penso: che tema voglio trattare? Cosa voglio dire?
Una volta che nella mia testa c'è la traccia, penso alla prima frase, contando le sillabe con le dita, parlando a mezza voce per sentirne il ritmo. Una volta che la frase mi riesce, la scrivo e vado avanti così. Con le frasi successive, prima di scriverle guardo la rima: cerco parole adeguate sia per rima sia per tema e costruisco il verso in modo da inserirlo. E proseguo così.
Sì, il mio metodo è molto istintuale. Io scrivo a istinto sempre, anche se non poche volte si rivela un problema. ;)
Oh, ma anch'io uso tanto l'istinto quando scrivo, soprattutto le poesie. Diciamo che i suggerimenti che ho riportato mi sono utili solo a volte quando voglio sottostare a regole metriche più rigide. E poi ovviamente non ho alcuna pretesa di dare consigli validi per tutti, posso solo raccontare la mia (poca) esperienza!
EliminaCredo che la tua esperienza non sia poi così poca! Anzi, i tuoi consigli sono veramente validi, dipende solo dallo stile della persona!
EliminaDirei che due sonetti e qualche altro scritto in metrica sono proprio poca esperienza! Comunque grazie.
EliminaPrego, è ciò che penso!
EliminaComunque volevo farti una domanda riguardante gli schemi dei sonetti. Le rime della quartine e le rime delle terzine sono legate in qualche modo? Oppure io potrei anche usare rime alternate nelle prime e rime a specchio nelle seconde?
Le combinazioni esistenti sono tantissime, quindi credo si possa fare!
EliminaP.S. "A specchio" è scritto in corsivo, perché non so se si chiamano proprio così, però rende l'idea.
Ho corretto anche nel post. Si chiamano "rime invertite". Scusate.
EliminaMa tranquilla, non serviva! Comunque grazie mille della delucidazione. :)
EliminaHo trovato varie fonti che citano le rime possibili delle quartine e delle terzine separatamente, quindi confermo che si possono combinare in vari modi.
EliminaTra i sette e i cinque anni fa, quando avevo qualche minuscola velleità letteraria (sparita con l'avvento dell'età della ragione, che mi ha fatto comprendere che proprio non ho la "penna"!), ho scritto tante poesie - e tra queste c'era anche qualche sonetto. Devo dire che, all'epoca, mi comportavo esattamente come Maria Todesco :)
RispondiEliminaComunque, il tuo post è chiaro, conciso e interessante, come sempre!
Oh, ma io voglio leggere qualcosa di tuo! Dai, per favore! E poi io sono onesta e ti dirò che ne penso.
EliminaComunque, secondo me, sei troppo severa con te stessa.
Grazie mille, troppo buona, come sempre.
Ahah, fidati, non lo vuoi davvero :P
EliminaSono stati esperimenti di tanti anni fa, quando per un momento ho pensato "Ehi, ma questo potrei scriverlo anche io!".
Risultato: no, non avrei potuto. E non potrei nemmeno ora, nella stragrande maggioranza dei casi :)
Figurati, ti dico solo quello che penso!
Oh, be', se cambi idea, io mi offro volentieri come lettrice sperimentale!
EliminaSecondo me, non bisogna mai precludersi la possibilità di tentare!
Grazie.
Che bello, un post sui sonetti!
RispondiEliminaScrivere un sonetto è una prova di pazienza: uno vorrebbe che le rime seguissero il concetto, e che la struttura dei versi seguisse l'idea del sonetto, ma ci vogliono anni e anni di pazienti tentativi e letture, a partire da Petrarca, ma anche Dante e Cino da Pistoia, modello per i primi due.
Consiglio di scrivere a mano, di contare con le dita e di provare l'ordine delle parole all'interno del verso, perché gli accenti sono importanti quasi quanto le rime. Ne ho scritti tre e mi piacerebbe arrivare a 15, una corona di sonetti.
P.S. tavolo/cavolo per un sonetto culinario :)
Oh, be', sì, ci vuole pazienza. Per la corona di sonetti, oltre al numero, è bene che ci sia anche una struttura comune. In bocca al lupo per l'impresa!
EliminaE gli accenti sono molto importanti, sono d'accordo. Grazie per i suggerimenti.
P.S. Eh, già, non ci avevo pensato! L'importante è usare questa rima nelle terzine, però, altrimenti ne servono altre.
In realtà scrivere in metrica è meno difficile di quanto si creda. Basta prendere il ritmo. Il problema è mettere insieme i versi, soprattutto se c'è la dannata rima di mezzo! Ci ho provato qualche volta, ma ho da tempo deciso che la poesia non fa per me.
RispondiEliminaAh, probabilmente quei sonetti sono andati persi. Non sono neanche sicuro di aver completato tutti e 14 i versi!
Sì, è anche una questione di ritmo!
EliminaEh, no, non ci si ferma a metà delle cose: io adesso voglio leggere un tuo sonetto intero, sappilo!
ciao Romina penso di aver trovato finalmente in te una persona interessante con la quale confrontarmi continuamente! ho letto l'articolo che hai pubblicato e ne son rimasto colpito, dal momento che ultimamente ho deciso di intraprendere la via della poesia dedicandomi soprattutto alla scrittura di sonetti. per ora ne ho pubblicati solo un paio sul mio blog e ti invito a darci un'occhiata. ti faccio i complimenti per il tuo sonetto che riesce ad essere molto evocativo senza essere troppo pomposo. teniamoci in contatto e, col tuo permesso, darò un'occhiata alle altre sezioni del tuo blog che appare assai intrigante!
RispondiEliminaNon sono una grande esperta di sonetti (ne ho scritti davvero pochi) però sono felice che il post ti sia piaciuto. Se ti appassiona la poesia, nella rubrica sulle "Figure retoriche e metrica" forse troverai qualcosa di tuo interesse. Ho dato uno sguardo al tuo blog e ho visto che è aperto da poco, in bocca al lupo!
Eliminain realtà è aperto da poco ma sto caricando le cose che gradualmente sto riscrivendo al computer. proprio perchè non sei esperta e neanche io mi ritengo tale mi piacerebbe avere da te altri elaborati e nel frattempo se hai voglia darmi un parere sui miei anche dal punto di vista tecnico!
Eliminabuona vita !
Scrivere in metrica richiede molto tempo, per questo posto pochi elaborati di quel tipo sul blog, non si sa mai che un giorno possa pubblicarli da qualche parte.
EliminaComunque lascio al tuo blog il tempo di ingranare e poi passerò per qualche commento.
beo ciò
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