Oriana Fallaci e “Lettera a un bambino mai nato”: un libro che non si dimentica.
Il libro Lettera a un bambino mai nato
è un testo di cui è difficile parlare. Si tratta di uno dei miei libri
preferiti, ma non ne ho mai parlato sul blog, probabilmente perché ritengo che
non sia facile fare un discorso sensato su una storia che mi ha colpita in modo
così forte.
Oriana Fallaci e
io
Un giorno mi era stato letto uno stralcio di questo libro
e poco dopo ero andata in biblioteca alla sua ricerca, perché sentivo il bisogno di leggerlo e di
conoscere più a fondo quella vicenda.
Non ho mai
letto altri libri di Oriana Fallaci e, anzi, ho preso le distanze da
alcune sue idee in campo politico e sociale il che mi ha portata a non
interessarmi ad altri suoi testi molto famosi, nonostante Lettera a un bambino mai nato sia uno dei libri più belli che io abbia
mai letto.
È strano come a volte i libri ci chiamano. Ne senti parlare per caso e poi sai che
è un libro che in qualche modo lascerà il segno. Così è stato per questo libro
con me.
Drammatico ma non
retorico
La vicenda, come si evince dal titolo, racconta la storia di una donna e del suo bambino
che non è mai nato: la storia
dei dubbi che nascono in chi deve mettere al mondo la vita in un contesto
ostile. Una vicenda commuovente, struggente, forte e dolorosa, ma
raccontata senza malinconico vittimismo o angoscia. È la drammaticità del fatto a parlare, non qualche fiocchetto
stilistico o un paio di frasette d’effetto. Il linguaggio è poetico ma
non retorico, non si può non parteggiare per quella vita che non può nascere, per
quella vita non considerata vita.
L’incipit
Il libro ha molte frasi
che colpiscono, ma la mia memoria non mi supporta con citazioni precise… l’incipit
però credo sia sufficiente a far nascere la voglia di saperne di più.
Stanotte ho saputo che c’eri: una goccia di vita scappata dal nulla. Me ne stavo con gli occhi spalancati nel buio e d’un tratto, in quel buio, s’è acceso un lampo di certezza: sì, c’eri. Esistevi. Mi si è fermato il cuore. [Testo tratto da Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci, incipit]
A me è venuta una gran voglia di rileggerlo, appena ho un
po’ di tempo, perché ho dimenticato troppi dettagli preziosi, perché i libri
come questo crescono con chi li legge e quindi sono certa ha ancora tanto da
darmi (e da darvi).
Un altro
consiglio di lettura
Per assonanza di titolo, una storia completamente
diversa, della quale ho già parlato sul blog e cioè Lettera a un bambino che è nato di Raffaella Clementi (che purtroppo
non ho ancora letto). Una storia che invece parla di una vita che nasce, una vita desiderata, cercata, che viene
al mondo… insomma, titolo simile, tutt’altra storia, ma mi sembrava interessante
ricollegarmi all’altro testo.
Conclusione
So che non ho parlato molto del libro e non sono stata
esaustiva, ma è uno di quei libri di cui davvero faccio fatica a parlare senza
sentire come limitate le mie parole. Insomma, leggete e poi fatemi sapere…
secondo me è una lettura che non lascia indifferenti, ovviamente può piacere o
no, ma questo spero me lo racconterete nei commenti.
"Lettera ad un bambino mai nato" l'ho letto la prima volta da giovane
RispondiEliminal'ho riletto spesso, nei vari passaggi d'età e schiaffi della vita. Lo sento profondamente sedimentato in me.
della Fallaci ho letto praticamente tutto, secondo me è fondamentale leggere "Un uomo" la sua storia (d'amore e morte) con Alekos Panagulis, lo studente che cercò di uccidere il tiranno Papadopoulos e che per questo fu arrestato, torturato e infine condannato a morte.
Questo è il prologo
"... La solita tragedia dell'individuo che non si adegua, che non si rassegna, che pensa con la propria testa, e per questo muore ucciso da tutti. Eccola, e tu mio unico interlocutore possibile, laggiù sottoterra, mentre l'orologio senza lancette segna il cammino della memoria."
Dopo tanto scalpore, finto sostegno da parte delle internazionali di sinistra, corteggiamenti politici, illusioni e delusioni, Alekos muore solo.
Da lì la Fallaci che politicamente non mi piace ma umanamente comprendo.
perchè mi risuona ancora nelle orecchie ( dovrei dire negli occhi ) quel
"Zi! Zi! Zi! Zi!" ( vive! vive! vive! vive! ) della folla al funerale.
Di Raffaella che dire? Parole delicate, sofferenza e speranza. e una vittoria enorme!
Come ho detto, non ho letto altri testi di questa autrice, però devo dire che mi hai incuriosita con questo discorso.
EliminaGrazie per commento!
Prima di tutto, grazie per avermi citata mi fa sempre piacere sapere che mi pensi. Ed ora cercherò' di spiegare la parafrasi del titolo del mio libro che, vuole essere un omaggio al grande capolavoro della Fallaci. Nonostante siano passati quasi 40 anni dalla pubblicazione del suo libro, ( lei lo scrive nel 75 come risposta ad un'inchiesta giornalistica) resta un libro meraviglioso. Fatto di poesia e lucido dolore, uno spaccato di vita ma anche di morte, insomma un mattone della nostra letteraratura. È come dice Adelia, non si può non leggere " Un uomo" che il libro per antonomasia. Quando Oriana scrive il suo libro sono anni difficili, di contestazione di lotte femministe per l'affermazione di diritti sacrosanto. Sono anni che scottano, politicamente e socialmente. Il mio libro ha in comune con l'altro solo il fatto che entrambi parlano di maternità: la maternità come scelta da fare o non fare per la Fallaci, la maternità come scelta negata, naturalmente, per me e per persone che hanno i miei stessi problemi, dentro ad una società che è ben diversa da quella di allora, ma dove, ancora, certi diritti restano molto lontani. Il mio e' un epilogo felice, il suo no. Lei è e resta la narratrice delle emozioni crude, vere, sincere, al di la del suo pensiero politico. Graffia il cuore come solo poche sano fare.
RispondiEliminaGrazie Romina per aver parlato di questo difficile, discusso, fantastico libro che aiuta a far comprendere cosa spinge una donna a fare o non fare lacune scelte.
Raffaella
Mi scuso per gli errori, ma i tablet fanno strane cose!
RispondiEliminaRaffaella
Il tuo commento mi fa davvero piacere, Raffaella. Credo sia molto interessante il parallelismo tra questo libro e il tuo che di certo leggerò appena la mia situazione sarà un po' meno complessa...
EliminaDi certo rileggerò anche il libro della Fallaci perché l'ho letto molti anni fa e voglio vedere come cambia la mia visione di quel testo a distanza di così tanto tempo.
Non ci sono vie di mezzo: Oriana o la si odia o la si ama. Il che è davvero uno delle più grandi assurdità di cui siamo capaci. Oriana è stata la più grande scrittrice e giornalista del XX secolo e noi italiani dovremmo solo essere orgogliosi di poter vantare una connazionale di così alto spessore. Un valore il suo amplificato dall’essere donna, visto che tra i suoi più grandi reportage ve ne sono alcuni realizzati in situazioni estremamente difficili per una donna: basti pensare alle sue storiche interviste, solo per citarne alcune, con Yasser Arafat, con Mu’ammar Gheddafi e soprattutto con con l’Ayatollah Khomeini (nel corso della quale Oriana ebbe il coraggio di apostrofarlo come «tiranno» e di togliersi il chador che era stata costretta ad indossare per essere ammessa alla sua presenza). Purtroppo di lei vengono troppo spesso ricordate solo le prese di posizione, come quella femminista (esplicitata con l’iscrizione al Partito Radicale) o come quelle anti-islamiste (esplicitata nei suoi ultimi scritti post 11 settembre. Ma, si sa, in Italia, siamo molto bravi a parlare senza pensare. Siamo riusciti a fare a pezzi tutto il suo lavoro, strumentalizzandolo a seconda delle esigenze del caso. La stessa “lettera ad un bambino mai nato” è spesso interpretata come un manifesto antiabortista, quando bisognerebbe prenderlo come quello che è, vale a dire il grido di dolore di una donna che ha perso il suo bambino. Ci vorranno altri cent’anni affinché l’opera di Oriana potrà essere valutata senza strumentalizzazioni di parte. Destra, sinistra? Maccheccavolo! Oriana ha dipinto un ritratto del secolo appena trascorso come nessun’altro.
RispondiEliminaLa politica non mi interessa e non mi piacciono gli estremi... condivido alcune sue idee e invece non sono d'accordo con altre o sul come le ha espresse. Resta il fatto che ha lasciato un'impronta nella storia della letteratura italiana nonostante le tante polemiche.
EliminaTi ringrazio per l'intervento che spiega un po' meglio la questione, perché io non ne so abbastanza per parlarne in modo sensato.
Grande libro, che come diceva TOM è stato spesso strumentalizzato da una parte e dall' altra. Non sempre sono stato d' accordo con le idee della Fallaci, ma avercene oggi di narratrici e di giornaliste come lei.
RispondiEliminaUn capolavoro a prescindere dalle tante polemiche, sono d'accordo. Grazie del commento.
EliminaCiao Romina, secondo me la Fallaci è una grandissima scrittrice e mi addolora che non rientri ancora nei libri di testo delle superiori...
RispondiEliminaun caro saluto!
Prima o poi la metteranno di sicuro nei libri di testo... purtroppo i tempi di reazione al cambiamento sono spesso lenti. Grazie e ciao!
EliminaL'ho letto che ero piccolina, avrò avuto 12 anni. Un giorno vagavo per casa in cerca di un libro nuovo e ho trovato questo sul comodino della mamma. Forse dovrei riprenderlo in mano...
RispondiEliminaPiù o meno avevo la tua stessa età. Presto credo che lo rileggerò.
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