Oggi comincia il guest post di Marco Lazzara sul rapporto
tra Scienza e Letteratura, che sarà articolato in tre parti.
Egli ha tutti i
titoli per parlare di entrambi i saperi! Si è laureato in Chimica nel 2009 presso
l’Università degli Studi di Torino e da tre anni lavora come docente di Chimica
presso il Centro Studi Test Torino. Scrive racconti (horror, fantascienza e
noir) e a breve uscirà la sua prima raccolta (inutile dire che ve ne parlerò,
vero?) e alcuni suoi testi sono inseriti in antologie (a breve il suo racconto Creazioni sarà nell’antologia I Mondi del Fantasy
III della Limana Umanita).
Ci siamo conosciuti
virtualmente su un forum di scrittura e abbiamo partecipato ad attività di
scrittura collettiva insieme, senza contare i vari editing fatti a colpi di
pignolerie. Segue con dedizione il mio blog e io lo ospito molto volentieri per
questo guest post, anche perché credo molto nell’unione dei vari saperi e la
matematica e la letteratura sono sempre state due mie passioni.
Ma ora non voglio
perdermi in altri indugi, ringrazio tanto Marco e cedo a lui la parola…
Che ruolo ha la Scienza nella
Letteratura e nella scrittura?
Il mondo letterario sembra
impermeabile ai concetti scientifici e il mondo scientifico sembra avvalersi di
un linguaggio suo proprio, quasi da iniziati, ma in realtà non è sempre così: nell’arco
di questi post (ringrazio Romina dello spazio concessomi) vedremo una serie di
esempi in cui la Letteratura si avvale della Scienza e delle sue regole e scopriremo
che è persino possibile trattare di temi scientifici in modo letterario.
Nota: in questi post parlerò principalmente delle cosiddette
scienze dure (scienze del numero,
della materia, della natura) e non delle scienze
soft (scienze psicologiche, sociali, economiche...)
Matematica e Letteratura
[...] Angosciato, chiuse di colpo il libro di testo sul quale aveva studiato e lasciò che la testa gli cadesse sulla scrivania. Non avrebbe mai superato l’esame del giorno seguente: più studiava la geometria, meno ci capiva qualcosa. La matematica in genere gli era sempre riuscita difficile, ma stava scoprendo che gli era addirittura impossibile capire la geometria. Se fosse stato bocciato, aveva chiuso con l’università. [...] Si rizzò all’improvviso, colpito da un’idea: perché non tentare con la magia? [...] Sgombrò con entusiasmo il pavimento spingendo i mobili contro i muri, tracciò col gesso un pentagono sul tappeto e vi entrò. Pronunciò poi gli incantesimi. Il demone era decisamente più orribile di quanto si aspettasse, ma raccolse il coraggio e cominciò a esporre il proprio problema. «Non sono mai stato bravo in geometria…» cominciò.
«L’avevo intuito» disse con gioia sadica il demone. E con un sorriso di fiamma lo ghermì attraverso le linee di gesso dell’inutile esagono che aveva disegnato per errore, invece del pentagono che l’avrebbe protetto.
da Naturalmente di Fredric Brown, presente in Cosmolinea B-2
Questo divertente
racconto mostra molto bene come anche la matematica (o meglio la geometria)
possa diventare il tema portante di un racconto.
La Matematica e i Gialli
Una volta un
ragazzo a cui do ripetizioni di matematica mi chiese come facessero gli autori
a ideare gli esercizi. Gli spiegai allora che vengono creati al contrario: si
parte dal risultato facendo i passaggi a ritroso fino al testo dell’esercizio (in
Chimica c’è una cosa molto simile per progettare percorsi di sintesi che si
chiama retrosintesi).
Come nei gialli, aggiunsi. In genere i gialli
vengono ideati partendo dal finale e scrivendo la storia a ritroso. Ma non
solo: il ragionamento che porta l’investigatore alla scoperta del colpevole è
una deduzione di tipo logico-matematico. Come diceva Sherlock Holmes: Eliminato l’impossibile, tutto ciò che
rimane, per quanto improbabile, dev’essere la verità.
La Matematica come metafora della condizione umana
Paolo
Giordano, autore de La Solitudine dei
Numeri Primi, paragona i due protagonisti ai numeri primi gemelli. Questi sono
molto simili perché hanno le stesse proprietà (sono divisibili solo per 1 e per
se stessi), e sono anche vicini, in quanto divisi da un solo numero, ma
separati da una distanza infinita com’è lo spazio tra due numeri, proprio come
accade ai protagonisti del romanzo; questa condizione permea la loro intera
esistenza e su di essa ruota l’intera trama.
La Matematica come metafora di certezze inconfutabili
(I)
Proviamo a vedere se so ancora tutte le cose che sapevo prima. Vediamo: quattro per cinque fa dodici, e quattro per sei fa tredici, e quattro per sette fa... oh cielo!
da Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll
In un
momento di estrema confusione, Alice ricorre alla matematica per dimostrare a
se stessa di essere ancora lei. Lewis Carroll gioca sul fatto di non far
utilizzare ad Alice la base 10, bensì la base 18 (4×5=12), la base 21 (4×6=13)...
Alice fa uso della matematica come di un mezzo per dimostrare le proprie certezze,
ma non lo fa col sistema base più comune, quasi una metafora del mondo fantastico
in cui è capitata e in cui tutto è strano e diverso, matematica compresa. Carroll
era un matematico e ho sempre trovato questo passaggio estremamente arguto.
Il
traduttore della Rizzoli, invece, evidentemente non l’aveva compreso e doveva
essergli parso privo di senso, per cui ha deciso di tagliarlo in toto. I miei complimenti.
La Matematica come metafora di certezze inconfutabili
(II)
«Ricordi di aver scritto nel tuo diario che la libertà è la libertà di dire che due più due fa quattro?»
O’Brien sollevò la mano sinistra, rivolgendone il dorso a Winston, con il pollice nascosto e le altre quattro dita tese. «Quante dita tengo su, Winston?»
«Quattro.»
«E se il Partito dice che non sono quattro, ma sono cinque... be’ quante dita sono?»
[...] « Due e due fanno quattro.»
«Qualche volta, Winston. Qualche volta fanno cinque. Qualche volta fanno tre. Qualche volta fanno quattro e cinque e tre nello stesso tempo.»
da 1984 di George Orwell
In 1984 il mondo è diviso in tre grandi
schieramenti in guerra tra loro. L’Oceania, dove vive Winston, è governata da
un regime totalitario che spia le persone attraverso schermi e cerca di
controllarne il pensiero impoverendo la lingua e riscrivendo la storia. Winston
è l’ultimo ad aver conservato una traccia di pensiero indipendente, ma viene
catturato dalla psicopolizia che inizia su di lui un programma di ricondizionamento
del pensiero.
Quanto fa 2+2?
(lasciamo perdere le basi diverse dal 10!) Una domanda semplice, ma
incredibilmente densa di significato. 4,
risponde Winston. E se il Partito ti dice che fa 5? Farebbe sempre 4, insiste Winston. Al che viene torturato. Lui
risponde che fa 5 per farli smettere, ma loro continuano, perché lui mente,
dice 5 ma continua a pensare che faccia 4.
Non è
importante che 2+2 faccia 4 o 5 o qualcos’altro, l’importante è quello che il
Partito ti dice tu debba pensare e che ti convinca che quella sia la risposta giusta. Ecco un interessante uso della
matematica come di un sapere certo e inconfutabile usato per esprimere un
concetto socio-politico.
Per oggi concludo qui, e vi ringrazio dell’attenzione.
Nel secondo appuntamento (il 16/07) parleremo di Fisica e Astrofisica e del loro ruolo nella
credibilità di un racconto di fantascienza.
Aggiornamento del 27/07/2013
Fantascienza
e Matematica
Nel racconto La Casa Nuova di Robert Heinlein, un architetto costruisce
un’innovativa dimora utilizzando come progetto il tesseract (versione
quadridimensionale del cubo). A causa di un terremoto la struttura si ripiega
su di sé, con effetti imprevedibili: ora parte della casa si trova nella quarta
dimensione. I malcapitati visitatori si perdono al suo interno e trovano
finestre che danno in giù invece che in fuori oppure su paesaggi distanti
chilometri o addirittura anni-luce.
Potete trovare questo racconto in
Le Meraviglie del Possibile, a cura
di Carlo Fruttero, Einaudi
Hanno parlato di questo articolo:
Hanno parlato di questo articolo:
- Due anni di blog!
- Scienza e Letteratura (2) - Fisica e Astrofisica e Lettertura - guest post di Marco Lazzara
- Scienza e Letteratura (3) - Chimica e Biologia e Letteratura - guest post di Marco Lazzara
- Fantascienza Soft - guest post di Marco Lazzara
- La Religione nella Fantascienza - guest post di Marco Lazzara
- La Religione nel Fantasy - guest post di Marco Lazzara
Post molto interessante e ben fatto!
RispondiEliminaPer una volta, la matematica mi ha quasi interessato. :D
E alcuni concetti spiegati da te, mi hanno reso molto più chiare altre conoscenze. Grazie Marco!
E grazie a Romina per averti lasciato questo spazio. :)
P.S. Le scritte d'introduzione al post sono piccolissimissime... Mi ha fatto male gli occhi leggerle...
Io adoro la matematica! Vedere che ti può interessare è un vero piacere. Bisogna ringraziare Marco, ovviamente, perché il merito è suo.
EliminaP.S. Scusa, ho messo le scritte in piccolo per non distogliere l'attenzione dal post... però ora le ingrandisco, non voglio causare problemi oculistici!
Tranquilla. ;) Comunque credo che il post riesca a guadagnarsi la propria attenzione, senza aver bisogno di aiuti. ;)
EliminaOh, sì, sicuramente, però preferisco evitare di accecare i miei lettori! Ahahah!
EliminaPurtroppo la matematica è la materia meno apprezzata dagli studenti italiani, ed è un peccato perché può riservare delle sorprese inimmaginabili: per esempio l'antimateria è stata teorizzata (prima di venire scoperta) proprio grazie alla semplice risoluzione matematica di un complesso problema di fisica quantistica. La matematica permette persino di concepire nuove idee prima che queste vengano scoperte concretamente.
Elimina"La forza trainante della matematica non è il ragionamento, ma l’immaginazione." (Augustus De Morgan)
Marco Lazzara
Io adoro la matematica, ma devo dirlo sempre sottovoce quando sono in università per non rischiare il "linciaggio"... ahahah!
EliminaGrazie a te, Maria, e lieto di averti quasinteressato alla matematica!
EliminaMarco
I numeri non sono mai innocui. Ti ringrazio per aver citato Winston e l'aspirante evocatore di Brown!
RispondiEliminaDobbiamo iniziare a temere i numeri? Ah!
EliminaNon sono né buoni né malefici, meritano solo il giusto rispetto. Non mi sembra che tu abbia commesso crimini numerici, quindi trovo che possa dormire sonni tranquilli...
Elimina... per ora!
Io adoro i numeri e loro adorano me... per ora! Ahahah! Comunque li ho sempre rispettati.
EliminaGrazie. Mi sarebbe piaciuto parlare anche di Heinlein e del suo racconto "La Casa Nuova" che racconta del tesseract, ma non volevo prendere troppo spazio!
EliminaMarco
Lo sai, vero, che io ti do tutto lo spazio che ti serve? Non farti tali scrupoli in futuro!
EliminaCon "La casa nuova" potevi sforare nella quarta dimensione, credo che Romina avrebbe apprezzato!
EliminaSapete, tempo fa Einaudi (credo) pubblicò una bella antologia cross-genere di racconti legati alla matematica. C'erano Asimov e Brown, ma anche Saramago e altri nomi di un certo peso. Credo che sia ancora reperibile nel formato tascabile, e secondo me è un ottimo punto di partenza per chi ritiene che lettere e numeri siano due mondi a parte.
@Salomon: Era mica "Racconti matematici", vero?
Elimina@Romina Vedremo di recuperare, allora. ;-)
@Salomon Xeno: Verso la quarta dimensione e oltre! Certo che avrei apprezzato. Ora sono curiosa...
Elimina@Marco: Evviva!
Sì, è proprio "Racconti matematici".
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