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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

domenica 25 agosto 2013

Frasi sintatticamente contorte

Frasi sintatticamente contorte: quando l’essere poco lineari diventa un problema.

Uno degli errori più comuni che incontro nei testi che mi capita di dover correggere o editare (e anche nei miei molto spesso) sono le frasi sintatticamente contorte. E non mi riferisco solo a frasi lunghe e piene di subordinate ma a ben altre questioni.
è abbastanza strano che non ne abbia mai parlato sul blog, ma probabilmente è per il fatto che non c'è un modo rapido (e quindi esplicabile in un post) per aiutare a evitare questo errore.
Parlare di un problema senza offrire una soluzione è poco utile, ma cercherò comunque di dare alcuni suggerimenti, a mio avviso, sensati.


Frasi sintatticamente contorte
Per frasi sintatticamente contorte non intendo frasi lunghe o complesse. Chi ha pieno polso della grammatica e della sintassi può senza problemi scrivere frasi interminabili ma senza errori e che scorrono con chiarezza dall'inizio alla fine. Certo, se la vostra sintassi è carente e claudicante, lanciarvi in frasi troppo lunghe può essere preludio di un testo scorretto.
In realtà, inoltre, anche una frase molto breve può essere sintatticamente contorta, anche se, meno elementi si hanno in una frase, meno è probabile disporli in modo scorretto o confuso.

Vediamo ora alcune cose che rendono le frasi sintatticamente contorte.

Più soggetti in una frase
Uno dei modi più semplici per rendere una frase contorta è cambiare più volte soggetto senza dirlo al lettore. Spesso il senso è comunque chiaro a intuito, ma in teoria dovrebbe essere chiaro e basta.

Paolo non ne sapeva nulla, Gianni diceva il contrario, ma non gli era mai importato, Marco però lo guardò con tanta freddezza e si chiese se non fosse ormai stato fuorviato dalle sue brutte parole.
I soggetti sono tanti e assieme ai pronomi si rischia di fare un bel po' di confusione.

A senso si capisce tutto, più o meno, però, per esempio, quel si chiese si rifà concettualmente a Paolo che è il soggetto della parte iniziale e poi è stato messo in secondo piano. La e  (guardò e si chiese) fa grammaticalmente ricondurre anche il secondo verbo al soggetto Marco anche se è palese dal senso che non è così.

Potremmo tentare di riscrivere la frase così:
Paolo non ne sapeva nulla e, anche se Gianni diceva il contrario, non gli era mai importato, fin quando Marco lo guardò con tanta freddezza. A quel punto, Paolo si chiese se anche Marco non fosse ormai stato fuorviato dalle brutte parole di Gianni.  
Ci sono un po' di ripetizioni, ma la struttura (anche grazie ad alcune subordinate e alcuni incisi) è sintatticamente più corretta. Le frasi sono poi diventate due.

Concordanze a senso random
Di concordanze a senso ho già parlato in un post, quindi non mi ripeterò, però sono uno degli errori più comuni nelle frasi sintatticamente contorte. Del resto frasi interminabili con molti soggetti, se poi hanno delle concordanze a senso sono facilmente dispersive.
 Il cuore, che le si era spezzato nel petto come un cristallo finito in mille pezzi, e il sentimento e la ragione offuscata da tante preoccupazioni era il suo solo problema.
 Giusto per perdersi un po'... so che sono frasi sconnesse, ma, fidatevi, io ne leggo parecchie.
Vediamo un po' di sistemarla...

Il cuore le si era spezzato nel petto come un cristallo finito in mille pezzi. Il sentimento e la ragione erano offuscati da tante preoccupazioni. Questi erano i suoi solo problemi.

Usi impropri delle subordinate
Un altro modo per creare frasi sintatticamente contorte è quello di usare in modo improprio le subordinate, per esempio mediante l'uso del che polivalente in modo substandard (ne ho già parlato sul blog) o facendo lunghe catene di subordinate.

Quando guardava fuori dalla finestra, senza sapere esattamente cosa stava guardando, pensava che le giornate ormai sarebbero state tutte uguali, poiché non si aspettava più niente da quel luogo, un tempo così amato, ormai considerato solamente una prigione, da quando aveva scoperto che la felicità risiedeva altrove, lontano, così lontano che a volte stentava a credere che esistesse  davvero un luogo in cui poter essere se stessa, senza più maschere, quelle dannate maschere così pesanti, così opprimenti, che(*) non poteva più liberarsi.

Di fatto la frase non presenta errori significativi (a parte il che polivalente substandard che ho indicato con l'asterisco), però ci sono un po' tante subordinate, no?

Quando guardava fuori dalla finestra, senza sapere esattamente cosa stava guardando, pensava che le giornate ormai sarebbero state tutte uguali. Ormai non si aspettava più niente da quel luogo, un tempo così amato, ormai considerato solamente una prigione, da quando aveva scoperto che la felicità risiedeva altrove. Lontano, così lontano che a volte stentava a credere che esistesse  davvero un luogo in cui poter essere se stessa, senza più maschere, quelle dannate maschere così pesanti, così opprimenti, di cui non poteva più liberarsi.

Cambi di scena
In una frase è buona norma non mettere più di una scena. è una regola che, mi pare, si chiami unità di situazione o unità di luogo (che in realtà sono due cose diverse, ma messe insieme rendono l'idea).
 Non riusciva più a stare a letto, era come se avesse le ossa tutte rotte, si spostò in cucina a prendere un bicchier d'acqua e non le era mai sembrata così lontana, quando ritornò a dormire le pareva fosse passato un secolo e doversi trascinare fino al salotto per rispondere al telefono la stremò del tutto.

Qui abbiamo un viaggio intero dentro una casa, senza nemmeno un punto. Di certo è meno grave dei casi precedenti, ma i punti esistono, quindi usiamoli.

Non riusciva più a stare a letto: era come se avesse le ossa tutte rotte. Si spostò in cucina a prendere un bicchier d'acqua e non le era mai sembrata così lontana. Quando ritornò a dormire, le pareva fosse passato un secolo. Infine, doversi trascinare fino al salotto per rispondere al telefono la stremò del tutto.

Se sapete usare bene il punto e virgola potete tentare quella strada, ma, in genere, se c'è un cambio di scena un bel punto (e a capo magari, se le scene sono ampie) non guasta.

Passaggi temporali
Come per l'unità di spazio e situazione esiste anche l'unità di tempo. Io qui però mi riferisco soprattutto al tempo della storia. Non si può iniziare una frase nel presente, metterci un flashback e fare un look forward senza mai un punto. Non si tratta solo di frasi sintatticamente complesse, ma spesso anche dispersive e lunghe (e difficilissime da leggere ad alta voce).

Camminava priva di ogni certezza, le sembrava di camminare da sempre, da quando lui se n'era andato, camminare le condensava i ricordi di quei tempi felici che sembravano non dover finire mai, di quei gelati da mangiare sui muretti per le strade, giusto per tirare tardi, ma ancora non sapeva che un mese dopo tutto sarebbe stato stravolto da una nuova tempesta.

Meglio fare tre frasi o almeno spezzare un po' le varie tempistiche.

Camminava priva di ogni certezza, le sembrava di camminare da sempre, da quando lui se n'era andato. Camminare le condensava i ricordi di quei tempi felici che sembravano non dover finire mai, di quei gelati da mangiare sui muretti per le strade, giusto per tirare tardi. Ancora, però, non sapeva che un mese dopo tutto sarebbe stato stravolto da una nuova tempesta.

Il tutto sembra di poco conto, ma vi assicuro che diventa di grande rilevanza se si parla di testi più ampi e le frasi diventano lunghe pagine intere all'interno delle quali succede di tutto... be', a quel punto mi capireste!

Conclusione
In questo post ho parlato solo di alcune cose che possono rendere delle frasi sintatticamente contorte e spesso errate o inappropriate. Lungi da me la pretese di affrontare in modo compiuto o risolutivo un argomento così vasto, ma spero di avervi dato qualche spunto di riflessione.
Poi c'è l'errore opposto, cioè quello delle frasi frammentate, ma, magari, ne parleremo un'altra volta.

E ora a voi la parola.



Hanno parlato di questo articolo: 




13 commenti:

  1. Non sono così sicura della mia padronanza della grammatica, quindi tento sempre di scrivere frasi corte. Anche perché, in molti casi, i miei pensieri sono contorti... quindi se diventano contorte anche le frasi che uso per esprimerli, non si capisce più nulla!

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    1. Anch'io ho pensieri contorti, solo che amo molto le frasi complesse, il che occasionalmente può diventare un problema. Grazie per il commento.

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  2. contorta e complessa? eccomi! Chissà poi perché sul che mi sono sentita in causa :D
    Una cosa che mi frega è che spesso i miei pensieri sono contorti nel senso che a volte è come uno scontro tra più pensieri. Poi magari nello scriverli, mi dimentico di qualcosa all'inizio. A volte poi ho anche difficoltà, quasi degli impedimenti (sarà anche dovuto alla mia dislessia, non lo so). E pensare che poi a me piace scrivere.

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    1. Di certo la dislessia non aiuta, ma tu sei la dimostrazione che si può scrivere, bloggare e non fermarsi mai!
      Essere contorti e complessi può essere un problema, ma l'importante è restare comprensibili e cercare di migliorare sempre.

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  3. Allora hai letto i miei scritti, di' la verità!
    No seriamente ora.
    E' un post prezioso da cui attingere per autoanalizzarsi.
    Buuuono!

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    1. Sinceramente non è pensando a te che ho scritto il post e, prima che si scateni il panico collettivo, non mi riferisco a nessuna persona che segue il blog o a scrittori in genere. Quindi, tranquilli! Lieta che il post sia una buona autoanalisi. Grazie.

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  4. Troppi soggetti sottintesi e troppi che: et voilà, le mie sconnessisime frasi. :)
    Utile il post, ma ogni tanto avrei usato punti e virgole e due punti, oltre i punti fermi. E, forse forse, tre puntini. Ovviamente poi dipende dallo stile...

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    1. Da qualche parte ho parlato del punto e virgola. Comunque sì, c'erano varie alternative. Ho suggerito il punto fermo perché in genere è più facile da gestire, tutto qui. Però anch'io non uso solo quelli, di solito. Grazie per il commento.

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    2. Sì sì, immaginavo fosse per quello! :) E' un mio difetto. I punti li uso, ma se diventano troppi mi viene l'orticaria: mi dà un'idea di freddo distacco.

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    3. Non a caso, infatti, scrivere frasi brevissime chiuse tutte con punti a capo è una delle tecniche per creare suspance o distacco, a seconda dei casi.

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  5. Post molto interessante, utile riflettere dal punto di vista del lettore che non conosce i nostri pensieri.
    Evviva il punto, che mette tutto a posto!!

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