Oggi sono qui per presentarvi un nuovo post di La
biblioteca dimenticata, rubrica fissa sul mio blog curata da
Davide Rigonat, il blogger
che gestisce La casa della
nebbia e l'autore di La nebbia e altri racconti.
L'elenco dei libri di cui si è occupato nei post precedenti è alla fine
di questo post.
Oggi ci parlerà di L'immoralista
di André Gide
A lui va un sentito ringraziamento! Ora gli cedo subito la parola…
L'immoralista di
André Gide
Cari
amici,
in
questa nuova puntata de La Biblioteca
Dimenticata ho deciso di parlarvi de L’Immoralista, un romanzo
breve di André Gide.
Della
biografia dell’autore questa volta non vi darò che qualche accenno, anche
perché devo dire che quella presente sull’immancabile wikipedia è molto
dettagliata.
Gide
(Parigi, 1869-1951) nacque da una famiglia agiata e colta che gli impartì una rigida educazione protestante
basata su precisi principi morali e religiosi, cui il suo spirito ribelle mai riuscì a uniformarsi. Anzi, l’intera sua
vita e gran parte delle sue opere, per lo più autobiografiche, risentirono
sempre del contrasto tra queste sue due nature. Gide cercò sempre di seguire i
suoi ideali di libertà, scevra da ogni forma di morale e di costrizione, e ciò
nonostante visse con rimorsi e sensi di colpa rispetto alle sue azioni. È in
quest’ottica che va probabilmente letto il suo rapporto con la cugina Madeleine,
che riuscirà a sposare e che alla fine deciderà di lasciarlo.
Le
sue inclinazioni lo portano però a sperimentare
situazioni allora estreme e a riconoscere e vivere la propria omosessualità e la pratica della
pederastia.
Considerato
scrittore cultore dell’eleganza e della perfezione nello scrivere, intrattenne rapporti con molti autori
dell’epoca, tra i quali voglio ricordare almeno OscaLa Porta Stretta, la
Sinfonia Pastorale, Corydon, Se
il seme non muore e, appunto, L’Immoralista. Questi ultimi
in particolare, anche per le tematiche trattate, furono poi ripresi ed esaltati
dalle avanguardie di inizio 1900, tanto che, a differenza di quanto successo
all’amico Wilde, la fine della sua vita fu caratterizzata da grandi
riconoscimenti e onori, tra cui il premio Nobel nel 1947.
r Wilde, che lui
ammirava profondamente e che gli divenne amico. Pubblicò molte opere, spesso
scandalose e spesso non accolte immediatamente con successo, tra cui possiamo
ricordare
L’Immoralista è un romanzo breve
pubblicato nel 1902, di cui
io ho letto la versione del 1968, tradotta da Maria Gallone. Sviluppato con il metodo della storia nella storia,
il libro, dopo una breve premessa dell’autore in cui mette le mani avanti
spiegando di non aver voluto dimostrare nulla con quello scritto, si apre con
una lettera di raccomandazione
al signor D.R., Presidente del Consiglio, a favore di Michel, il protagonista. Il fratello del Presidente lo
informa della sua situazione e gli riporta il racconto che Michel aveva fatto a
lui e ad altri due
suoi vecchi amici circa ciò che gli era accaduto negli
ultimi anni.
Michel,
brillante e metodico studioso di filologia e storia antica sotto la guida di
suo padre, noto professore universitario (così
come lo era il padre di Gide - NdR), per
compiacere il genitore morente decide di sposare Marceline, una sua cugina
(che assomiglia in maniera notevole a
Madeleine - NdR). Il matrimonio è vissuto da lui senza amore e con un senso di distacco. Ciò nondimeno lui e
la moglie intraprendono un viaggio
verso l’Italia, la Tunisia e l’Algeria (viaggio
che Gide compì davvero e che lo iniziò a molti piaceri sensuali - NdR). Qui
viene colpito dalla tubercolosi,
rischiando perfino di morire. Assistito dalle cure amorevoli della moglie
riesce pian piano a ristabilirsi, ma con la guarigione si sveglia in lui
qualcosa di nuovo, di sopito. Una sorta di sordo
e indistinto bisogno di vivere comincia a divorarlo, portandolo ben
presto a uscire da solo e instaurare una specie di doppia vita all’insaputa della moglie. Si scopre un uomo
nuovo, con interessi nuovi e distanti da ciò che prima lo attirava. Costretto a
prendere la via del ritorno, sull’onda delle sue nuove sensazioni anche il suo
rapporto con la moglie conoscerà una breve parentesi d’amore vero. Stabilitisi
nella sua tenuta in Normandia
(del tutto analoga alla tenuta paterna
dove l’autore aveva trascorso molte estati - NdR), Michel continua la sua
trasformazione, avvicinandosi sempre di più al vizio e alle persone corrotte,
come attirato dal fascino della
decadenza. Durante un breve soggiorno a Parigi, Michel incontra l’amico Menalque (una sorta di alter ego di Wilde, secondo alcuni
– NdR), che gli spiega come egli viva
solamente per la felicità presente, dimentico del passato e senza darsi
pena del giudizio degli altri. In questo egli si rivela una sorta di esempio
per Michel, che vede realizzate nell’amico tutte le sue nuove pulsioni. Intanto
però Marceline, dopo aver perso il figlio che avevano
concepito a Sorrento durante la loro unica notte d’amore, si ammala di tubercolosi. Michel la trascina così in un
viaggio a ritroso che li porterà dalla Normandia all’Italia e, infine, negli
stessi paesi dell’Africa dove tutto era cominciato. In questo periodo egli
resta spesso accanto alla moglie, che pur non amando nel senso più pieno del
termine, non sopporta di veder soffrire. Con l’avvicinarsi dell’Algeria e della
città di Biskra i suoi istinti prendono sempre più il sopravvento e lo
allontanano dalla moglie, finché un giorno, di ritorno dopo aver passato gran
parte della sera con Moktir (uno dei bambini che tanto lo avevano attirato già
durante la sua convalescenza) e la sua amante, trovò Marceline sveglia e
prossima alla fine. Sepolta la moglie, Michel si decide a tornare a Parigi e convocare
i suoi più vecchi e cari amici per raccontare loro la sua storia e per chiedere
loro di aiutarlo a trovare una
motivazione per scuotersi.
Dal punto di vista stilistico, pur considerando che io ho letto
solo la versione tradotta (e un po’ datata) e non l’originale, devo dire che il
romanzo non mi ha particolarmente
colpito, in particolare all’inizio. Ciò nonostante, la storia si lascia
leggere e migliora sicuramente nel finale. Ovviamente questa è solo una mia
impressione: a qualcun altro potrà sicuramente piacere.
Dal punto di vista del
contenuto,
il romanzo attinge a piene mani dalla vita
privata dell’autore e scandaglia il processo di disgregazione morale
dell’uomo, la sua ribellione alle regole e, in ultima analisi, l’affermazione
della sua indipendenza e libertà.
Se
anche alcuni espedienti non mi hanno colpito particolarmente (per esempio
l’incontro con Menalque, pur molto importante nell’economia del libro. Questo
personaggio, che poi tornerà in molti altri romanzi di Gide, qui assume il
ruolo di maestro di vita, di precettore filosofico… in un certo senso ricordo
che mi aveva dato un forte senso di già visto e già sentito, essendo un
espediente cui già altri avevano attinto a piene mani – filosofi in primis), tuttavia il libro
rappresenta sicuramente qualcosa di diverso e di rivoluzionario rispetto al
contesto in cui è stato scritto. Gide, che si condividano o meno le sue tesi, è
stato comunque un pioniere e un
precursore, al pari di Wilde e altri.
Vi
consiglio quindi la lettura di questo libro proprio per il suo valore di novità
e di apripista senza il quale molte opere e molti autori non sarebbero quelle
che invece conosciamo.
Immorale o no,
l'Immoralista sembra un testo interessante, quindi ringrazio ancora una volta Davide
per questo bell'articolo.
Di seguito i link
a tutti gli altri testi di cui ha parlato Davide:
- "Dafni e Cloe" di Longo Sofista: il più importante romanzo greco
- I libri di Andre Norton: tra fantasy e fantascienza
- "Il Papa" di Giorgio Saviane - Prima parte e Seconda parte
- "Palomar" di Italo Calvino: un viaggio verso la saggezza
- "La vera storia di Ah Q" di Lu Xun: un'ironica ed efficace denuncia sociale
- "Il Conte Lucio" di Giuseppe Marcotti: un romanzo storico tra ipocrisia e corruzione nel 1700
- "Jacques il fatalista" di Denis Diderot - Prima parte e Seconda parte
- "Il grande Meaulnes" di Alain-Fournier: dall'adolescenza all'età adulta
- "Dersu Uzala" di Arsen'ev: l'esploratore e l'uomo della taiga
- "Casa di bambola" di Henrik Ibsen: drammi sociali nel teatro
- "Il paradiso perduto" di John Milton: poema epico con Satana come eroe
- "Centomila gavette di ghiaccio" di Giulio Bedeschi: il dovere del ricordo
Hanno parlato di questo articolo:
- "La figlia del Reverendo" di George Orwell: cambiare se stessi e non cambiare niente
- "Inferno" di Johan August Strindberg: tra narrativa e autobiografia
- "Amore" di Inoue Yasushi: viaggio nel mondo interiore dei personaggi
- "La biblioteca dimenticata - Un anno e mezzo di recensioni sparse" di Davide Rigonat - ebook gratuito
- "La biblioteca dimenticata - Due anni di recensioni sparse" di Davide Rigonat - ebook gratuito
Sembra interessante questo testo, soprattutto bisognerebbe verificare questa discesa nel vizio come è affrontata dall'autore. Non lo trovo un argomento facile perché può facilmente risultare 'scontata' (mi è capitato con un libro di Zola per questo mi esprimo così :°D)!
RispondiEliminaTutti i libri che ci presenta Davide sono profondi e pieni di sfaccettature. Sono sempre libri per riflettere, o almeno questa è la mia impressione.
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