Oggi sono qui per presentarvi un nuovo post di La
biblioteca dimenticata, rubrica fissa sul mio blog curata da
Davide Rigonat, il blogger
che gestisce La casa della
nebbia e l'autore di La nebbia e altri racconti.
L'elenco dei libri di cui si è occupato nei post precedenti è alla fine
di questo post.
Oggi ci parlerà di Amore di Inoue Yasushi.
Come sempre lo ringrazio e gli lascio la parola così che possa
deliziarvi facendovi scoprire questo libro!
Amore di Inoue
Yasushi
Cari amici,
eccoci ad
una nuova puntata de La Biblioteca
Dimenticata: questa volta voglio parlarvi di Amore di Inoue
Yasushi.
Sebbene da
noi non sia un nome molto conosciuto, Inoue è stato uno dei più grandi scrittori giapponesi del secolo scorso.
Famosissimo e vincitore di numerosi e importanti premi in patria, il suo nome
da poco più di un decennio sta timidamente facendo capolino anche nel resto del
mondo.
Nato il 6
maggio 1907 in un villaggio nel nord dell’Hokkaido (per la precisione, ad
Asahikawa), si trasferì presto nella penisola di Izu, nel sud del paese, dove
crebbe sotto le cure della bisnonna
Kano in una casa separata da quella dove abitavano i suoi genitori e di
sua sorella. Inoue passò così gran parte della sua infanzia lontano (anche se
solo di qualche isolato) da tutti i suoi parenti (suo padre, in particolare,
era spesso assente per lavoro), in un clima
di disagio e confusione emotiva di cui parlerà poi in alcuni dei suoi
scritti.
Dopo essersi
laureato in lettere nel 1936 all’Università di Kyoto con una tesi su Paul
Valéry, intraprese la carriera
giornalistica presso il Mainichi Shimbun di Osaka, attività che
proseguirà fino al 1951 con una sola interruzione tra il 1937 e il 1938,
periodo in cui prestò servizio militare in Cina. La sua carriera letteraria cominciò piuttosto tardi e in maniera
improvvisa: nel 1947 scrisse due racconti, La lotta dei tori
(che gli valse il prestigioso premio Akutagawa) e La canna del fucile
(da molti considerato il suo capolavoro). Abbandonò quindi la carriera
giornalistica per dedicarsi a tempo pieno a quella di scrittore, attività che
continuerà sena interruzioni fino alla sua porte, avvenuta a Tokyo il 29
gennaio 1991.
Inoue, nel
corso della sua quarantennale carriera, ha scritto numerosi racconti e romanzi,
diventando famoso soprattutto come autore
di romanzi storici ambientati nel cinquecento giapponese, molti dei
quali servirono da base per varie trasposizioni cinematografiche. Nella sua
vasta produzione si possono però riconoscere almeno altri tre filoni narrativi:
- racconti incentrati sulle dinamiche politiche e sociali del Giappone post-bellico,
- racconti autobiografici o legati all’infanzia,
- racconti contemporanei legati all’amore.
Com’è facile
intuire, Amore si colloca in quest’ultimo filone. Il libro
di cui ho scelto di parlarvi è in realtà una raccolta di tre racconti scritti intorno al 1950 e
successivamente inseriti in un unico volume. Tutti e tre i racconti hanno come filo conduttore l’amore,
analizzato però in maniera molto originale e in situazioni insolite.
Analizziamo ora
brevemente i tre racconti (attenzione: spoiler!).
Giardino
di rocce
Giardino di
rocce si apre con i dubbi di Uomi Jiro che, avendo deciso
di portare la giovane moglie Mitsuko, in
viaggio di nozze a Kyoto per farle vedere i luoghi dove aveva vissuto
da adolescente quando frequentava le scuole superiori, non riesce a decidere dove portarla. Dei cinque giorni che
avevano programmato di trascorrere nell’antica capitale del Giappone non ne
restava che uno solo, essendo stati trattenuti da vari parenti più del previsto.
Improvvisamente però un’idea si fa strada nella sua mente e la decisione è
presa: sarebbero andati a visitare il tempio Ninna-ji, il suo padiglione del tè
e soprattutto il suo giardino di rocce. Qui però il protagonista è preso dai ricordi del passato, quando il
suo amico Totsuka Daisuke lo aveva affrontato e aveva deciso di rinunciare a
Rumi, la ragazza di cui entrambi erano innamorati, ritenendo che Uomi avrebbe
potuto garantire un futuro migliore alla ragazza. Totsuka aveva poi lasciato la
scuola ed era ritornato al suo paese, scomparendo per sempre dalla vita
dell’amico. Questi però amava Rumi in maniera diversa e, alla fine, meno
intensa di Daisuke, tanto che non
solo non la sposò, ma dopo circa tre anni la lasciò. Abbandonati i
ricordi e tornati all’albergo, Uomi si rende conto che il giardino di rocce gli
aveva fatto rivivere gli unici due momenti drammatici della sua esistenza.
Quello che non immagina è che l’atmosfera mistica del giardino ha toccato anche
l’animo di Mitsuko, che deciderà
improvvisamente di lasciarlo.
Anniversario
di matrimonio
Anniversario
di matrimonio ci racconta invece la storia di Karaki Shukichi. Nel
secondo anniversario dalla morte
della moglie Kanako, assediato da parenti ed amici che lo incalzano a
risposarsi e che non celano il fatto di non aver mai approvato la sua prima
unione, Karaki si abbandona ai ricordi
e alle riflessioni. Riconosce che la moglie non era certo bella e anzi era
piuttosto fastidiosa, tanto che egli stesso dubita di averla mai effettivamente amata. Era però di una spilorceria incredibile, persino
superiore alla sua, e considerando che il suo lavoro non gli garantiva delle
grandi entrate, la cosa era provvidenziale. Improvvisamente però ricorda che
proprio due anni prima, per la prima volta, la aveva stretta tra le braccia con
un sentimento e un trasporto che non poteva che essere amore. Grazie ad un
inaspettato colpo di fortuna aveva
vinto il premio annuale di diecimila yen che la usa banca metteva in
palio tra i suoi clienti. Una volta incassati i soldi, lui e la moglie avevano
deciso di metterne via la metà e, con i rimanenti, di fare una vacanza di un giorno e una notte alle terme di
Hakone. In un colpo solo avrebbero così rimediato al mancato viaggio di nozze
di cinque anni prima, avrebbero fatto rodere di rabbia i vicini pettegoli e
avrebbero zittito i parenti che li criticavano per le loro abitudini
eccessivamente parsimoniose e poco sociali. Partirono quindi col treno diretti
verso la località di villeggiatura. In un susseguirsi di situazioni e di
discussioni, i due trovavano sempre
nuovi motivi per non spendere i loro soldi, tanto che alla fine
decisero di tornare a casa la sera stessa, senza aver dormito in albergo,
cenato al ristorante o fatto alcunché se non camminare. Senza aver speso che i
soldi del treno e dell’autobus, i due coniugi, stanchi ma felici, si erano
messi a letto. Kanako era crollata immediatamente e Karaki l’aveva abbracciata con un trasporto e una tenerezza indicibili.
La
morte, l'amore, le onde
La morte,
l’amore, le onde è il più lungo dei tre racconti e ci porta nella cittadina
di K., nel Kishu. Sugi Sennosuke, perseguitato
dalla sfortuna, è riuscito a dilapidare
in pochi anni l’enorme fortuna accumulata dal padre imbarcandosi in
innumerevoli imprese commerciali, tutte regolarmente fallite. Rimasto comunque
moralmente integro, sapendo che a causa del ruolo che era stato costretto a
svolgere in certi affari da lì a poco il suo nome sarebbe stato coinvolto in
uno scandalo che avrebbe disonorato lui e il suo nome, aveva deciso di andare a cercare il posto adatto dove
suicidarsi. Appena arrivò alla cittadina di K. con le sue scogliere
capì che quello era il posto giusto. Prese quindi alloggio in un albergo vista
mare per tre giorni: in questo periodo contava di finire di leggere il Viaggio
in Oriente, resoconto scritto dal monaco Willem van Ruysbroeck sul
viaggio che compì tra il 1296 e il 1301 attraverso l’impero mongolo. Non avendo
né moglie, né figli, né fratelli, per qualche motivo gli era sembrato infatti
che l’unico rimpianto che lasciava a
questo mondo era di non aver terminato, ai tempi dell’università, la lettura di
quel libro. Terminata la lettura si sarebbe suicidato. In quell’albergo
aveva preso alloggio anche la giovane Nami
Tsujimura, anch’essa giunta lì
con l’intento di suicidarsi. L’incontro tra i due (gli unici ospiti
dell’albergo) destabilizzò però la ragazza che, alla fine, non riuscirà a farla
finita. Nonostante Sugi non volesse essere distolto dai suoi affari e non fosse
interessato al destino della donna, le concesse comunque di parlare con lui. Venne
così a sapere che lei voleva
suicidarsi per amore. Il giorno seguente le permise anche di
nascondersi nella sua camera per sfuggire alla sorella e all’uomo che l’aveva
rifiutata, evidentemente giunti fin lì alla sua ricerca. La sera del terzo
giorno, giunto alla fine del libro, Sugi si incamminò verso la scogliera. Al
momento di lanciarsi nel vuoto gli tornò in mente il volto e il corpo di Nami e
gli sembrò che il non averla salutata
per l’ultima volta fosse stato di una scortesia imperdonabile.
Allontanatosi un po’ dal ciglio del dirupo si accorse però che c’era qualcuno
nell’ombra: era proprio Nami che, come lui aveva fatto con lei, non aveva
tentato di fermarlo. La ragazza gli disse che per lei ormai era indifferente
vivere o morire e che lo avrebbe seguito in un caso e nell’altro, invitandolo a
prendere in considerazione anche la possibilità, ormai che lo scandalo era
scoppiato e di dominio pubblico, di rinunciare al suicidio. Ecco allora che, a chiusura del racconto, un
ultimo pensiero si affaccia alla mente di Sugi: E se tentassi di vivere?
In questi
tre racconti, che io ho letto nella traduzione
di Giorgio Amitrano per Adelphi, emerge evidente lo stile pulito e
raffinato di Inoue, che padroneggia perfettamente lo scorrere delle vicende,
l’analisi psicologica dei personaggi, l’azione e le pause. Davvero interessante
è anche la maniera in cui riesce a gestire in maniera esemplare la sovrapposizione dei piani temporali
all’interno della narrazione grazie all’uso dei ricordi e di flashback, in una
struttura all’apparenza molto semplice e di facile lettura. In poche pagine
(appena 106 pagine in formato Adelphi
tascabile per tutti e tre i racconti) Inoue riesce a descrivere con compiutezza
la complessità del mondo interiore
dei propri personaggi e dei loro sentimenti (che ovviamente – non va
dimenticato – giustificano le loro azioni nell’ambito dei valori della cultura
nipponica del periodo) con grande precisione, con una capacità di sintesi non
comune.
Mi sento
quindi di consigliarvi caldamente la lettura di questo libro che, sono sicuro,
vi farà scoprire un autore davvero molto interessante.
Vedere l'amore con
gli occhi di un'altra cultura e da prospettive così originali può sicuramente
essere interessante! Dobbiamo ringraziare Davide per averci presentato questo
gioiellino!
Di seguito i link
a tutti gli altri testi di cui ha parlato Davide:
- "Dafni e Cloe" di Longo Sofista: il più importante romanzo greco
- I libri di Andre Norton: tra fantasy e fantascienza
- "Il Papa" di Giorgio Saviane - Prima parte e Seconda parte
- "Palomar" di Italo Calvino: un viaggio verso la saggezza
- "La vera storia di Ah Q" di Lu Xun: un'ironica ed efficace denuncia sociale
- "Il Conte Lucio" di Giuseppe Marcotti: un romanzo storico tra ipocrisia e corruzione nel 1700
- "Jacques il fatalista" di Denis Diderot - Prima parte e Seconda parte
- "Il grande Meaulnes" di Alain-Fournier: dall'adolescenza all'età adulta
- "Dersu Uzala" di Arsen'ev: l'esploratore e l'uomo della taiga
- "Casa di bambola" di Henrik Ibsen: drammi sociali nel teatro
- "Il paradiso perduto" di John Milton: poema epico con Satana come eroe
- "Centomila gavette di ghiaccio" di Giulio Bedeschi: il dovere del ricordo
- "L'immoralista" di André Gide: un sordo e indistinto bisogno di vivere
- "La figlia del Reverendo" di George Orwell: cambiare se stessi e non cambiare niente
- "Inferno" di Johan August Strindberg: tra narrativa e autobiografia
Note: La foto
usata come sfondo del banner è da attribuire a Luciano Caputo
(vedi CC nel link).
Hanno parlato di questo articolo:
- "La biblioteca dimenticata - Un anno e mezzo di recensioni sparse" di Davide Rigonat - ebook gratuito
- "La biblioteca dimenticata - Due anni di recensioni sparse" di Davide Rigonat - ebook gratuito
Entro spesso nel tuo blog, partecipo e non mi sono mai unito. Rimedio subito. Perdincibaccosaccodibrennopergiove.
RispondiEliminaQuesto non è il tuo primo commento sul mio blog, ma sono felice di rileggerti (anchesenonhocapitobenecosaintendevidire).
Eliminahahaha vero, non si capisce, intendevo dire che ho fatto un clicchone su: " unisciti a questo sito".
EliminaAh! Ora è tutto più chiaro! Grazie!
EliminaConfesso che non ho mai letto autori giapponesi. Mi pare unna pecca grave a quanto leggo sul tuo e su altri blog.
RispondiEliminaMi sa che è una strada che devo intraprendere....
Bellissimo quanto scritto sopra.
Complimenti a Davide!
Ciao Romina!
La cultura giapponese è molto diversa dalla nostra, quindi i loro libri ogni tanto sono difficili per noi, ma sono delle belle sfide! Buona lettura!
EliminaGrazie dei complimenti!
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