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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

sabato 12 marzo 2016

"Book on demand": la stampa su richiesta nelle librerie Mondadori

Book on demand.
Così si chiama la nuova frontiera.
Be', nuova, io l'ho scoperta qualche tempo fa, però trovo solo ora lo spazio giusto per parlarvene.

Dopo essere entrata in una Mondadori di Milano, sono rimasta particolarmente sorpresa nel vedere un grosso macchinario atto a stampare e rilegare in pochissimi minuti un qualsiasi tipo di libro.
Vedere gli ingranaggi muoversi e questo nuovo tipo di editoria (?) mi ha alquanto perplessa e sono sincera, un po' intristita, come se i libri ora si potessero vendere a pagine come il prosciutto all'etto. Mi ha fatto lo stesso cupo effetto che mi fa vedere fotocopiare illegalmente un intero libro, alla faccia di diritti di autore e compagnia bella. So che in questo caso è tutto legale, ma… non so, la prima impressione è stata questa. Ora, a mente meno emotivamente coinvolta, posso tentare di fare un'analisi più sensata e chiara della faccenda, mettendo il mio vecchio cuore da exscribacchina un po' a tacere.


Due possibilità
Per prima cosa è bene specificare che è possibile fare due cose grazie a questo servizio:

  • farsi stampare un qualunque libro presente nel catalogo a disposizione (molto vasto e pieno di cose che probabilmente hanno scarsa o nulla diffusione nelle librerie tradizionali)
  • farsi stampare una o più copie del proprio libro e, volendo, farlo inserire nel catalogo di libri disponibili anche per altri.

Analizziamo ora separatamente le due questioni.

Farsi stampare un libro del catalogo
Dal punto di vista del lettore, sicuramente, questo servizio è molto interessante. La possibilità di trovare titoli magari fuori commercio oppure presenti solo in edizioni rare e/o costose è di certo una cosa buona. In pochi minuti (nel tempo di un caffè, dicono alcuni siti che promuovono l'iniziativa) si può così avere la propria copia e portarsela a casa. Certo, per gli estimatori del libro come oggetto, forse, i tempi non sono ancora maturi, ma i lettori accaniti credo siano stati messi a tacere dalla possibilità di accedere a tanti nuovi titoli.

Dal punto di vista degli editori, non so quanto possa essere gradita questa nuova possibilità che, almeno potenzialmente, potrebbe far diminuire le vendite dei libri pubblicati. Anche se credo che il book on demand  non si applichi a libri già presenti in commercio. Del resto perché una persona dovrebbe farsi stampare un libro già presente fisicamente nella stessa libreria? Dato che l'editoria è però un settore che ha già in suoi problema, anche solo l'offrire altre strade e alternative potrebbe essere visto come una minaccia forse… mi piacerebbe molto davvero sentire il parere degli editori in proposito.   

Farsi stampare un proprio libro
La seconda opzione è però secondo me quella più controversa. Un tempo c'erano solo editori, grandi o piccoli, che potevano pubblicare un libro, altrimenti esistevano tipografie che però si mostravano per ciò che erano e basta, ossia tipografie, senza spacciarsi per altro. A oggi abbiamo un proliferare di forme e possibilità: dai print on demand (POD), ai self publishing, a strambi editori-tipografi… Pubblicare è diventato più facile, nel bene e nel male. Questo ha permesso a capolavori ignorati dagli editori di diventare comunque celebri e purtroppo ha anche consentito la pubblicazione di libretti insulsi. Nel mezzo esiste tutta una fetta di narrativa con più o meno qualità e più o meno difetti. Sicuramente è bello che tutti si possano esprimere e arrivare al pubblico, anche se ogni tanto una selezione potrebbe far bene, soprattutto ai lettori.

Cosa succede se chiunque ora può andare in una Mondadori e dare alle stampe il suo lavoro e metterlo in un catalogo a disposizione di tutti?

Be', dal punto di vista dei lettori è facile capire che ciò incrementa le loro possibilità di scelta che è una cosa positiva ma spesso solo al livello teorico perché è difficile trovare quello che si vuole se la scelta diventa troppo vasta e se i bei libri sono da ricercare con il lanternino come aghi in un pagliaio di carta da macero. Inoltre ritengo che ben pochi lettori consultino il catalogo alla ricerca di qualche esordiente sconosciuto e si lascino conquistare da un titolo al punto di comprarlo senza conoscere nulla dell'autore o senza aver letto qualche recensione.

Quindi, dal punto di vista di uno scrittore, a cosa serve stampare il proprio libro in questo modo? Probabilmente a poco o niente, se non a renderlo disponibile (almeno teoricamente) e a poterlo fare rapidamente e con poco sforzo. A volte soluzione di questo tipo sono scelte da persone che non hanno curato adeguatamente il testo (con editing, correzioni, studi…) e che comunque non vogliono rinunciare alla soddisfazione di vedere la loro opera stampata. Bene, si accontenta l'ego e tutti felici, però non è la strada per il successo, secondo me. Anche se nelle librerie Mondadori sono possibili anche campagne promozionali dei libri stampati con il Book on Demand. E sicuramente qualche bel libro salterà fuori, io sto generalizzando e odio farlo, lo sapete. Ci sono libri autopubblicati che sono meglio di molti sponsorizzati da editori molto famosi… analizzare caso per caso è sicuramente la strada migliore.

Dal punto di vista degli editori, il Book on Demand li salverà probabilmente da una montagna di manoscritti che avrebbero poi dovuto scartare. Forse li priverà anche di qualche bella scoperta letteraria, ma di solito uno scrittore emergente prima tenta il contatto con l'editore e poi magari ripiega su altre soluzioni, quindi non è detto.

Io sono ancora un po' confusa sull'argomento e spero tra qualche mese di poter vedere che effetti ciò ha avuto sulla questione. Per il momento mi andava di dire la mia e, soprattutto, di sapere cosa ne pensate voi, quindi… a voi la parola!


13 commenti:

  1. Io non proporrei mai un'opera di esordio a un editore. Trovo più naturale cimentarmi con altre soluzioni, self-publishing in testa. Poi, se quel che ho pubblicato dovesse ottenere un certo riscontro, allora sì che prenderei in considerazione l'idea di avvicinare un editore con la e maiuscola.

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    1. Il self-publishing è una valida alternativa.
      Io penso che il confronto con l'editore sia importante come percorso di crescita. Anche se nel mio caso ha portato solo rifiuti con conseguenti pubblicazioni e POD e successivo abbandono della scrittura, quindi non è che sia andata benissimo, no? Ahah!

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  2. In realtà non mi sconvolge più di tanto questa novità... Penso che i libri in catalogo siano tutti di autori morti da più di settant'anni, no? Quindi, alla fine, è come se io scaricassi il libro da Liber Liber o da Project Gutemberg e lo stampassi (tranne per il fatto che i loro probabilmente sono rilegati meglio). Non farei del male a nessuno, perché i diritti d'autore non ci sono più.
    E per gli autori emergenti alla fine è sempre una forma di self-publishing, solo che il prodotto è fatto di pagine stampate e non di pagine digitali.

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    1. Sai che forse è stato proprio il macchinario in sé a sconvolgermi? Come se significasse la fine di qualcosa, anche se non so spiegare meglio questa sensazione.
      Detto ciò hai ragione tu nel dire che non è cambiato molto rispetto a prima...

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    2. Secondo me è un po' come quando studiando i meccanismi della narrativa (o della musica) si inizia a vederli anche nelle nostre letture e viene meno un po' quella aura magica dietro cui erano ben celati. Forse la vista di quel macchinario ha causato un effetto simile.

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    3. È come scoprire che dietro la meraviglia delle ombre cinesi ci sono solo delle mani...

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  3. Io ne usufruisco, quindi sono sicuramente d'accordo :-D
    Però ci tengo a precisare che uso il servizio del gruppo Espresso (ilmiolibro) che non attribuisce alcun codice isbn al libro, quindi resta solo una stampa, acquistabile ovviamente, ma fuori dai cataloghi ufficiali. In effetti anche in questo servizio c'è la possibilità di acquistare un codice isbn e di avere il proprio titolo nei cataloghi Feltrinelli, ma a me sembra davvero troppo. Mi accontento di avere un servizio di stampa a prezzi economici che ti permette di stampare il tuo libro anche in una sola copia senza l'obbligo di una tiratura minima. Lo trovo utilissimo anche semplicemente come servizio per qualunque genere di tomo che si necessiti di stampare, non necessariamente a fini commeciali o di vanity press, ma anche solo per fare un regalo originale ai propri amici e famigliari ;-)

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    1. Ricordo i tuoi post sui tuoi lavori!
      Be', questo è un uso ragionevole e diverso da quello che potrebbero farne molti scrittori esordienti. Come in ogni caso, il problema sta nell'abuso di uno strumento o nei suoi usi maldestri e sbagliati, non tanto nello strumento in sé.

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  4. Posso chiederti quale Mondadori di Milano? In realtà è un'iniziativa interessante, anche se i libri mi piacciono con la copertina :P La garanzia dell'editore ormai non esiste più. C'è di tutto e di più nelle librerie, e il filtro è minimo.
    Marina

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    1. Benvenuta sul mio blog!
      Si tratta della Mondadori in zona Duomo.
      Penso sia possibile anche farsi mettere una copertina.

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  5. La Mondadori ha installato a Milano un esemplare (assai costoso, peraltro) di Espresso Book Machine di Xerox, una macchina in grado di stampare e rilegare un libro in pochi minuti, con possibilità di scelta del tipo di copertina, grammatura della carta, ecc. ecc. Insomma, una vera e propria "stamperia professionale portatile". EBM esiste ormai da parecchi anni (io l'ho "scoperta" circa 5 anni fa, ma sul sito del produttore si scopre che la prima è stata installata a Washington nel 2006) e da risultati identici, a livello di qualità, di quelli di un editore "tradizionale". Al mondo ce ne sono poche, e questa è la prima in Italia. L'unico "difetto", se vogliamo, è che ancora troppo lenta (si fa per dire, ovviamente) per poter sostituire le stamperie industriali per le produzioni su grossa scala, ma in futuro chissà...

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    1. Per la precisione, EBM utilizza componenti Xerox (per questo dico che, di fatto, è tecnologia Xerox), ma la ditta che l'ha sviluppata e che la vende è un'altra, la On Demand Books, LLC. Ecco Romina, con questo ci mettiamo al sicuro da querele americane e dintorni :)

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    2. Sì, niente querele, per carità! Ahah!
      Grazie per la spiegazione tecnica, io non avrei mai avuto la competenza per farla e mi sembra un'interessante aggiunta!

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