Non scrivo quasi mai post legati a ricorrenze o a giornate della memoria varie. Ogni tanto succede, ma non è sicuramente un tema ricorrente nel mio blog.
In questa Festa della Donna, però, ho deciso di condividere con voi due articoli che ho scritto per il notiziario periodico del mio paese d'origine.
E lo faccio così, senza dilungarmi troppo e senza modifiche (tenete conto che sono pensati per la carta stampata), perché sento che sono argomenti di cui è importante parlare (e non solo oggi!) e quindi penso sia giusto condividerli anche con voi.
Quando il corteggiamento diventa stalking
Il messanger di Facebook pieno di messaggi.
La chat di whatsapp intasata.
SMS.
Chiamate senza risposta.
Sembra tutto normale, ma sai che non lo è. È troppo.
«Ho bisogno di parlarti».
«Rispondimi».
«Non puoi continuare a evitarmi».
«Ti amo».
«Hai bisogno di me».
«Vengo a prenderti. Ti aspetto sotto casa».
…
Sembrano i messaggi di un innamorato e spesso la gente non
può capire la tua inquietudine. Ti diranno che è carino, che è bello che
qualcuno si interessi a te e ti corteggi, che, in fondo, è tanto dolce… ma tu
lo sai che non è così. Gli hai detto di non chiamarti più, di non scriverti,
che non ti interessa, che hai la tua vita, ma lui non accetta un no come risposta. Minaccia di aspettarti
sotto casa, di volerti parlare da solo, esige spiegazioni. Ogni volta che
accendi il telefono, scoppi in lacrime nel vedere conversazioni che porta
avanti da solo, per ore, senza che tu gli risponda. Ti cerca su Facebook, lo
blocchi, legge da un altro profilo, chiede ai tuoi amici. Non puoi più
lasciarti scappare nessuna informazione, perché sai che ti seguirà e ti troverà
e continuerà a non accettare quel no
che gli stai dicendo da settimane. Sei la sua ossessione e lui sta diventando
la tua, per ragioni diverse. E, spesso, se ne parli, sei solo una paranoica,
perché è innamorato e ha il diritto di
provarci, ti diranno. Be', ricorda sempre che tu hai il diritto di dire no e di avere paura. Se senti che la
situazione sta degenerando, se inizi a chiuderti in casa, se hai paura a uscire
o a dire in giro che andrai da qualche parte… sappi che il fatto che lui
condizioni le tue abitudini di vita è già configurabile come stalking. Ti
diranno che non ti ha mai messo le mani addosso, che ti dice solo cose carine,
che è innamorato… non ascoltare nessuno, segui il tuo istinto, perché dopo potrebbe essere tardi. Rivolgiti ai
carabinieri, se serve. È vero che non possono fare molto, ma possono convocarlo
ed emettere un'ordinanza restrittiva. Forse basterà a spaventarlo. Chiama il
1522 per avere sostegno. Avvisa gli amici comuni di non passargli informazioni.
Cerca di tutelarti, perché persone così, purtroppo, sono imprevedibili e spesso
diventano anche violente. Per questo molte donne subiscono in silenzio, fanno
finta di niente e hanno paura di essere giudicate dalla società, perché alla fine non ti ha fatto niente e così gli
rovini la vita. Per quanto si parli
di diritti delle donne e si organizzino giornate contro la violenza di genere,
il più delle volte la colpa viene data sempre alla donna: l'avrai illuso, non fa niente di male, potresti dargli una possibilità…
È un incubo senza fine e tu non sei più libera. Non lasciare
che ti tolga la libertà. Reagisci, ma fai sempre attenzione. Pensa alla tua
vita, al tuo futuro e cerca di tenerti al sicuro (potrebbe reagire male al
fatto che sei andata dai carabinieri, ma questo è un motivo in più per farlo in
sicurezza). Del giudizio della società, fregatene.
Sei più forte delle loro critiche e sei più forte del tuo
stalker, se lo vuoi, puoi tornare libera.
Romina Tamerici
Nascere donna è pericoloso
Qualche tempo fa ho trovato in rete un video norvegese,
disponibile anche in inglese (trovate anche versioni non originali doppiate in
italiano), che voglio condividere con voi, visto che è in tema con l'argomento
di questo numero.
Lo trovate cercando su Google Dear Daddy o sul canale CARE
Nonway (o a questo link: https://youtu.be/dP7OXDWof30).
Purtroppo non ho molto spazio per parlarvene in queste
pagine, ma il video dura solo cinque minuti, quindi spero che andrete a
vederlo. È la lettera di una bimba ancora nel pancione della madre, scritta per
suo padre. Ogni genitore di una bimba dovrebbe vederlo per sapere a quali
rischi va in contro. Ogni genitore di un maschio dovrebbe vederlo per capire che
cosa può fare per farlo crescere come un Uomo con la U maiuscola.
«Caro papà, so che mi
proteggerai da leoni, tigri, pistole, macchine e persino dal sushi senza
nemmeno pensare ai pericoli che potrebbero intaccare la tua vita. Ma caro papà,
io nascerò ragazza, per piacere fai qualsiasi cosa sia in tuo potere per far sì
che questo non sia il pericolo più
grande per me».
Non amo termini come femminicidio,
perché è l'omicidio in sé il problema, non certo il fatto che a morire sia una
donna, però morire perché nate donne,
è un'ingiustizia ancora più grande… e bisogna combattere il dilagare di questa
piaga educando i bambini fin da piccoli al rispetto.
Romina Tamerici
Per quanto riguarda il primo caso, è che si parla di stalking da poco tempo: esempi così ci sono sempre stati, magari anche io avrò insistito -da giovincello- con qualche ragazza. E sicuramente succede anche il contrario.
RispondiEliminaNon è tanto essere tempestati di messaggi, che comunque è pratica normale e accettabile (rientra nel corteggiamento o nel riprovare a riconquistare qualcuno), ma è da tenere sotto controllo solo se la persona è effettivamente pericolosa e può fare cazzate...
Moz-
Il confine tra il corteggiamento (anche insistente) e lo stalking esiste. Per questo ho usato quel titolo per l'articolo. Ti posso assicurare che non è solo questione di essere "tempestati di messaggi", ma del contenuto e del tipo di messaggi. Ricevere decine e decine di messaggi in chat da una persona che sta parlando da sola ed è convinta di stare con te e che tu stia con lei e che cerca di non farti sentire al sicuro e di controllarti genera un clima di tensione che poi peggiora con minacce e cose simili. Il fatto che poi commetta ciò che dichiara o no non è il problema: non è giusto che si debba vivere nella paura. Per quel poco che ti conosco, sono certa che i tuoi corteggiamenti non sono mai sfociati in stalking. Chi non ci è mai passato (da stalker o da stalkerato) difficilmente può capire a che livelli si può arrivare.
EliminaNulla da eccepire su quello che hai scritto.
RispondiEliminaBisogna essere più forti degli stalkers ma non lo si può essere da sole.
Soprattutto ci vuole una legge giusta e una giusta punizione che punisca chi è stalker e non solo corteggiare invadente.
Purtroppo manca molto la sensibilità al problema e la gente tende a minimizzare. Una mia amica alcuni anni fa è andata dai carabinieri per cose simili e si è sentita dire: "Non l'ha mai picchiata? Perché se ci fossero dei lividi sarebbe diverso. Non è che si possa far molto, torni se le mette le mani addosso". In altri casi, so di donne che non sono state prese sul serio, perché "sono solo telefonate e messaggi, niente di pericoloso". Insomma, bisogna sempre aspettare che si arrivi alla tragedia? Non è giusto...
EliminaNo,non è giusto! Non si può aspettare sempre il cadavere femminile che affiora dalle ceneri, dal fiume o da sotto una tomba di pietre.
EliminaEsatto, Pat! Si aspetta sempre che sia troppo tardi...
EliminaIl problema di fondo è che bisogna cambiare la mentalità di tutti, attraverso l'educazione, rendendo finalmente chiaro che le donne sono persone e non sono proprietà di nessuno. Purtroppo c'è ancora tanta strada da fare, ma ho speranza per le prossime generazioni.
RispondiEliminaSecondo me è proprio questo il messaggio più bello di "Dear Daddy": per cambiare le cose bisogna cambiare le cose piccole che poi degenerano.
EliminaLeggere questo post mi ha fatto venire la pelle d'oca. Ci sono passata. Dio mio, se ci sono passata. Ancora, dopo anni, temo i social. Ricordo quando parlai con un mio amico poliziotto. Mi disse: Non gli possiamo fare niente, fai prima ad assoldare qualcuno per pestarlo. Rimasi sconvolta.
RispondiEliminaGrazie per averne parlato. Toccherebbe farlo più spesso...
Esperienze del genere lasciano dentro un profondo senso di sfiducia. Diventa difficile fidarsi di qualcun altro e non vedere sospetti ovunque. In parte ciò è dovuto anche al fatto che la società continua a scaricare la colpa su noi donne ("l'avrai illuso" e simili). Mi dispiace moltissimo per questa tua brutta esperienza e sono felice che tu ne stia parlando al passato. Vorrei parlarne più spesso anch'io, solo che a volte ne ho anche un po' paura.
EliminaBenvenuta sul mio blog e grazie mille per il commento.
Molto interessante questo tuo post che mette in luce uno dei più grandi mali del nostro tempo.
RispondiEliminaLe stime che riguardano i casi di omicidio sono tragicamente gravissimi. Siamo il paese in cui si muore di più, per mano di un congiunto per altro. Il mostro non è più sempre là fuori, ma fra le nostre stesse mura.
La morte ci è diventata familiare, incredibile.
Quando il problema è "in famiglia", subentrano anche altre logiche. È difficile accusare pubblicamente qualcuno che amiamo o abbiamo amato e spesso è anche difficile far capire il problema alla famiglia stessa che tende a tutelare il proprio status quo anche a discapito di uno dei suoi membri. Paradossalmente per qualcuno è meglio sapere che un componente della famiglia viene picchiato o violentato piuttosto che far sapere a tutti che un altro componente della famiglia è un manesco o uno stupratore. Il discorso è sempre quello: spesso si tutelano più i carnefici delle vittime, purtroppo.
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