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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

giovedì 20 marzo 2014

Ossimoro e antitesi

Ossimoro e antitesi: significati contrastanti.

Nel post di oggi vi voglio parlare di due figure retoriche che giocano sui significati contrastanti: l'ossimoro e l'antitesi. Cercheremo così di vedere somiglianze e differenze.


Ossimoro
L'ossimoro è una figura retorica che consiste nell'unione sintattica di due termini contraddittori, in forte contrasto tra loro, in modo tale che si riferiscano a una medesima entità.
L'effetto che si ottiene con queste locuzioni è quello di un paradosso apparente.

La parola ossimoro viene dal greco attraverso la fusione di acuto  e ottuso. Anche la parola ossimoro pertanto è un ossimoro.

Si trovato moltissimi esempi di ossimori nella poesia pascoliana. Qui un esempio tratto da Novembre:
[…] Dormi! bisbigliano, Dormi!
là, voci di tenebra azzurra ...
Mi sembrano canti di culla,
che fanno ch'io torni com'era ...
sentivo mia madre ... poi nulla ...
sul far della sera.

Alcuni ossimori sono entrati nell'uso comune e siamo abituati a sentirli ma se li leggete con attenzione hanno un effetto davvero particolare: copia originale, bomba intelligente, fuoco amico, libertà condizionata, realtà virtuale, scommessa sicura, stima esatta…

Nell'ossimoro, a differenza dell'antitesi, uno dei due termini ha sempre una funzione determinante nei confronti dell'altro. L'accostamento dei due termini è fatto con fini stilistici e non è mai casuale ma una precisa scelta.

Antitesi
L'antitesi è una figura retorica di accostamento di due parole o frasi di significato opposto. Si può pertanto parlare di antitesi di frase o antitesi di parole singole. Il termine deriva dal greco e significa contrapposizione.  Nel linguaggio filosofico originariamente indicava un generale rapporto di opposizione tra due concetti.

Nell'antitesi i concetti contrapposti acquistano rilievo grazie alla vicinanza e a una disposizione spesso simmetrica. Per esempio si può affermare qualcosa e negare anche il suo contrario (per esempio, Era bello e non era brutto) oppure inserire un contrasto tra due fatti opposti che sono entrambi veri (per esempio, Capiva l'amore, ma ne ignorava le logiche).

Quando siamo in presenza di un'antitesi di frase non è affatto difficile distinguerla da un ossimoro, proprio perché si riferisce a una frase e non a due parole.

Più difficile è invece distinguere l'antitesi di parole singole dall'ossimoro, in quanto entrambi si basano su coppie di parole.
Nell'ossimoro i due termini sono contraddittori e riferiti a una stessa entità, formando una sorta di binomio fantastico (se mi passate l'ardito parallelo) in cui i termini per via logica sono distanti e contrastanti. Nell'antitesi invece le parole possono essere di senso:
  • contrario (es. amore/odio)
  • contraddittorio (es. vivente/non-vivente)
  • inverso (es. spingere/tirare)

Se guardate queste coppie che possono essere alla base di un'antitesi, vi renderete conto della differenza con gli ossimori presentati prima. Nelle antitesi le parole appartengono sempre o quasi allo stesso campo semantico e grammaticale.

Conclusione
Scopo di questo post era riportare le informazioni principali su ossimoro e antitesi e cercare di spiegare le loro differenze. Esse ovviamente sono sottili e a volte non è nemmeno possibile distinguere con assoluta certezza tra le due figure retoriche, perché ci sono casi limite un po' sul confine. Tanto più che alcuni considerano l'ossimoro un tipo di antitesi.

Spero comunque che l'argomento sia stato di vostro interesse e, se volete, ora è tempo per le vostre domande. 

26 commenti:

  1. Il Ministero della semplificazione. Ecco un esempio reale di ossimoro!

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    1. Sono più di due parole, però direi di sì! Ridiamoci su, dai! Ahahah!

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  2. Bel post, Romina!
    Non è il primo che leggo, di questa tua rubrica, complimenti ;)

    Moz-

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    1. Mi seguivi in silenzio spaventato dal mio essere una cinica strega? Eh, le presentazioni a volte fanno danni!
      Scherzo, grazie per il commento.

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  3. Un caso di apparente contraddizione assoluta del tipo che ti espongo qui sotto in quale categoria grammaticale lo inquadreresti? Te lo chiedo perché l'ho effettivamente usato in un mio scritto, anche se non esattamente in questi termini che utilizzo solo come esempio.

    "Mi sentivo respinto dalla superficie... e allo stesso tempo sarei potuto sprofondare all'infinito al di là di essa".

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    1. Cioè più che categoria grammaticale intendo figura retorica...

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    2. Direi che è un'antitesi di frase in piena regola. Si tratta infatti di due fatti/pensieri opposti, entrambi percepiti come veri. Tu che ne pensi?

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    3. Quindi, se ho capito bene, è del tutto indifferente ai fini dell'analisi del discorso se l'antitesi è reale o frutto di una percezione soggettiva.

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    4. Nella frase che tu citi c'è un pensiero o, forse, una percezione caratterizzata da antitesi. Sì, secondo me, per definire un'antitesi non occorre che si parli di due eventi reali, anche perché, data la loro natura contrastante, immagino sia difficile che il loro verificarsi contemporaneo sia possibile nella realtà.

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  4. Così su due piedi mi viene in mente il titolo dell'ultimo film di Stanley Kubrick, "Eyes wide shut", che tradotto significa "Occhi ampiamente chiusi" (wide è ampio/ampiamente proprio nel senso di ampiezza, apertura, non nel senso di 'molto', quindi mi sembra abbastanza ossimoroso... ossimorico... vabbé, ci siamo capiti ;-)

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    1. Ottimo esempio. Forse nella traduzione italiana si è un po' persa la bellezza dell'ossimoro originale, però resta un ottimo esempio.

      P.S. Si dice "ossimorico" (o meglio, la Treccani dice così!).

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  5. Sì, diciamo che ho capito dài!
    (Certo che a mezzanotte sei ancora lucida - visto l'ora della pubblicazione io-).

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    1. Sono una creatura notturna, non lo sapevi?
      I miei post escono quasi tutti intorno alla mezzanotte. Questo l'ho finito poco prima del necessario, perché ultimamente sono occupatissima. In genere però cerco di archiviare qualcosa in anticipo. In quei casi spesso i post li scrivo anche ben più tardi di mezzanotte per poi postarli giorni dopo, in base al programma.

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  6. Aggiungo un ossimoro che qualcuno potrebbe non condividere: "VITA MATRIMONIALE"

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    1. Questo non è un vero e proprio ossimoro. Che ne dici di '' matrimonio felice''? Questo è un ossimoro e credo racchiuda il significato che volevi dire tu!

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    2. Mi permetto di dissentire. Un aggettivo secondo me toglie forza all'ossimoro. Funziona meglio con "vita" perché lascia aperta la questione se il matrimonio sia "vera vita" oppure no,

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    3. In effetti, se la metti così, possiamo considerare anche il tuo un ossimoro.

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  7. No Romina.
    Credo che la parola matrimonio tu l'intenda nell'accezione [dal luogo comune] che il matrimonio non sia proprio il massimo dopo che diversi anni sian trascorsi. Altrimenti perché accostare "felice". No?

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    1. Credo tu abbia centrato perfettamente il punto.

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    2. @Enzo: Non farci caso, sono solo battute di una donna cinica, servite su un piatto d'argento dal commento di TOM. Ovviamente sia "vita matrimoniale" sia "matrimonio felice" possono essere considerati ossimori solo se usati con ironia o cinismo. Non lo sono quindi strettamente ma a causa dell'interpretazione negativa che si dà al termine "matrimonio" in questi esempi.

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  8. Pardonnez-moi, non avevo inteso il tono ironico. :-/

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    1. Tranquillo, non era affatto chiaro: non avevo nemmeno scritto un "ahahah" finale. Bisogna conoscermi bene per sapere che ironizzo sempre su questi temi!

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  9. Ciao Romina e complimenti per il blog.
    Ti ho nominato nei Boomstick Award del mio, sperando di aver fatto cosa gradita.

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    1. Benvenuta sul mio blog, Giordana! Anche se deduco dal tuo commento che sei già passata di qui. Qualche tempo fa c'era una commentatrice anonima che si firmava "Giordana", forse sei tu? In ogni caso, grazie per il premio! Non so quando e se scriverò un post in merito, ma ti ringrazio per la nomina.

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  10. Bella spiegazione: ignoravo l'origine della parola ossimoro.

    Come esempio, penso alle famose "convergenze parallele" di Moro.

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