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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

mercoledì 25 aprile 2012

Concordanza a senso


La concordanza senso: qualche risposta e qualche dubbio.

Normalmente è semplice accordare il soggetto al suo predicato, ma ci sono dei casi dubbi. Quando non c’è coincidenza tra significato logico e categoria grammaticale di una parola si possono verificare problemi di accordo sia per quanto riguarda il genere sia per il numero. Il rischio è quello di concordare solo in base al senso e commettere così degli errori.
Tanto per fare un esempio banale e chiaro:
La gente pensa che io sia pignola.
Il soggetto (la gente) è singolare e, anche se ha un significato logico plurale (significa le persone), si concorda con un verbo coniugato alla terza persona singolare.
Questo caso è abbastanza ovvio, ma non sempre c’è tutta questa chiarezza, dunque analizziamo alcuni esempi e cerchiamo di trarre delle regole.


Accordi relativi al genere

Frasi con qualche cosa e/o qualcosa
Il sostantivo cosa potrebbe indurre a continuare la frase accordando tutto con il genere femminile, ma allo stesso tempo la presenza di qualche genera ambiguità e confusione. La frase in generale devo continuare con il genere maschile, quindi:
Qualcosa ci era stato detto.
e non:
Qualcosa ci era stata detta.

Allocutivi di cortesia
 Quando il lei  è usto come forma di cortesia, ma riferito a un uomo bisogna usare il femminile secondo la grammatica o il maschile in base al senso? La Crusca sostiene che bisogna accordare in base al senso, in questo caso. Quindi, se si sta parlando di un uomo:
«La ringrazio, lei è stato davvero gentile a indicarmi la strada».
e non:
 «La ringrazio, lei è stata davvero gentile a indicarmi la strada».
Questa seconda frase è corretta se la forma di cortesia è rivolta a una donna.
  
[Sostantivi di generi diversi
 Quando in una frase il soggetto è composto da più sostantivi, il participio passato deve accordarsi con entrambi ed è dunque femminile se i sostantivi sono entrambi femminili, altrimenti è maschile.
Vediamo un esempio: 
Le cartelle e gli zaini sono stati spostati.
e non: 
Le carelle e gli zaini sono state spostate.
Anche quando il sostantivo femminile è vicino al verbo e può far sembrare più giusta la forma: 
Gli zaini e le cartelle sono state spostate.
L'ordine dei sostantivi non è dunque importante.]

Accordi relativi al genere e al numero

Frasi con il si impersonale
In presenza di forme passive con il si passivante ci possono essere dei dubbi.
Dal parco si riusciva a sentire le voci dei bambini.
In questo caso la forma è impersonale e le voci sono un complemento oggetto.
Dal parco si riuscivano a sentire le voci dei bambini.
In questo caso le voci è soggetto. 
Pertanto entrambe le frasi (per quanto la prima mi sembri errata) sono corrette [e hanno due sfumature di significato leggermente diverse].

Participi passati
Se i participi passati hanno funzione di attributo dato che ogni elemento grammaticale usato per qualificare un nome va accordato con esso si possono avere problemi di accordo. Quando il participio passato serve a realizzare una forma composta di un verbo con l’ausiliare avere, la forma verbale può essere impersonale e invariabile di genere maschile. Per esempio:
Gli esercizi che ho svolto.
e non
Gli esercizi che ho svolti.
[La frase qui considerata errata potrebbe essere accettata, se si volesse spostare l'attenzione sugli esercizi al posto che sull'io (soggetto sottointeso)].
La questione però è dibattuta, Serianni nella sua Grammatica italiana dice che l’uso più tradizionale sembra essere o essere stato quello di accordare il participio col complemento oggetto, sia che questo seguisse il participio, sia che lo precedesse ma la tendenza attuale è quella di lasciare invariato il participio, quale che sia la posizione del complemento oggetto: tuttavia se l’oggetto è rappresentato da un pronome (es.: chi ti ha accompagnata?) i casi di accordo sono ancora abbastanza frequenti.

Accordi relativi al numero

Nomi collettivi
Spesso non ce ne rendiamo conto, ma c’è un mancato accordo soggetto-predicato a livello semantico in presenza dei nomi collettivi. È il caso dell’esempio di apertura del post oppure:
La folla gridava.
e non:
La folla gridavano.
ma attenzione:
Tutti i soggetti di quella confusionaria folla gridavano.

Più soggetti posposti al verbo
Quando una serie di soggetti è posposta al verbo, spesso si dimentica di accordare il verbo stesso.
Quindi, per esempio:
Quando furono costruiti, il castello e le sue alte torri si popolarono di vita.
e non:
Quando fu costruito, il castello e le sue alte torri si popolarono di vita.

La terza via
L’idea di questo post mi è venuta tempo fa, quando ho ricevuto una mail in cui una persona chiedeva il mio parere su una frase in cui era coinvolto il problema della concordanza a senso. Il caso, che ora non ricordo, era davvero molto dubbio e benché io avessi una mia opinione non mi sono sentita di fingere di avere la verità in tasca. Il mio consiglio è stato ed è ancora, se siete in dubbio, di modificare la frase e cercare una terza via non equivoca. Per ogni coppia di esempi fatta finora (una frase corretta e una errata) è possibile trovare un’altra frase in cui non ci siano dubbi, per esempio:
Tutte le persone gridavano.
Ho svolto gli esercizi.
Ovviamente è sempre meglio padroneggiare bene le regole e seguirle, ma, in casi atipici, è bene ricordare che esiste sempre una via di fuga, quella che permette di salvare capra e cavoli.

Conclusione
Spesso sorgono dei dubbi in frasi in cui accordo grammaticale e semantico sembrano non coincidere. Le informazioni contenute in questa pagina sono state tratte da un discorso della Crusca, cercando di semplificare il più possibile, senza perdere la complessità del fenomeno. Forse sembra facile, ma i casi dubbi sono molti, vi viene in mente qualche altro esempio? Vi è capitato di dover cambiare una frase per sfuggire all’annoso problema?

[Un ringraziamento particolare a Mauro che con i suoi commenti mi ha aiutata a revisionare alcune parti di questo post che ho indicato tra parentesi quadre].



26 commenti:

  1. Tra "Dal parco si riusciva a sentire le voci dei bambini" e "Dal parco si riuscivano a sentire le voci dei bambini" c'è anche un'altra differenza: "si riusciva" pone l'accento su "si" (ossia sul soggetto, per quanto personale), mentre "si riuscivano" lo pone sulle voci; la variazione di significago è minima, ma vengono sottolineate due cose diverse.
    La stessa cosa potrebbe valere per "Gli esercizi che ho svolto/i" ("svolto", accento su "io"; "svolti", su "esercizi"), ma qui sto andando molto a memoria e non ho i testi per controllare (anche se l'accordanza in effetti, riferendosi a due cose diverse, sposta l'attenzione su due cose diverse, e la citazione che fai da Serianni lascia la possibilità di usare entrambe le forme).

    C'è anche un'altra forma di concordanza: quella tra sostantivi di genere diverso:

    Le torri e il castello sono stati distrutti

    o

    Le torri e il castello sono state distrutte.

    La forma corretta è la prima (e a volte può anche evitare incomprensioni), anche se - soprattutto quando il sostantivo maschile è vicino al verbo (Il castello e le torri sono state distrutte) - può suonare meglio la seconda.

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    1. Grazie per il commento! Come al solito mi era sfuggito qualcosa. Hai ragione sulla sfumatura di significato, in base alla parte della frase accordata con il verbo si dà un'importanza diversa alle varie parti. Interessante è anche la concordanza con sostantivi di genere diverso... me l'ero proprio scordata, eppure è una di quelle che genera più confusione, soprattutto, come giustamente hai ricordato tu, quando il sostantivo femminile è vicino al verbo. Grazie davvero per le puntualizzazioni!

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  2. Io:
    (ossia sul soggetto, per quanto personale)

    Qui voleva essere "per quanto impersonale".

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  3. Mi capita, ma se non ho una soluzione che suona corretta scelgo la via di fuga!

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    1. Allora non sono solo io che uso la "terza via". Ciò mi rassicura!

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  4. Ti ringrazio, mi hai levato diversi dubbi.
    Ciao.

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    1. Grazie! Se devo essere sincera, scrivendo questo post, mi sono chiarita le idee anch'io...

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  5. Post interessante.

    Innanzitutto segnalo come la prima frase: "la gente pensa che io sia pignola" evidenzia come il pronome personale ("io" in questo caso) non cambia in base al genere alla prima e alla seconda persona. Però il nome del predicato deve comunque essere concordato in base al genere del soggetto ("pignola" in questo caso). Dato che la lingua italiana è molto maschilista ciò non è del tutto scontato anche se dubito che molti abbiano dubbi di questo tipo.

    Nel paragrafo sul "si" impersonale hai spiegato abbastanza bene la questione. Potevi forse aggiungere che "si riusciva" equivale a "noi riuscivamo": sostituzione che fra l'altro rende anche visibilmente evidente che persino la prima frase è corretta. Io tendo a usare poco la prima forma, preferendo la seconda che sembra meno "volgare" per così dire. Ma sono opinioni.
    L'altra frase si può invece rielaborare come "le voci riuscivano a sentire SÉ STESSE".

    In generale non ho mai grossi problemi con questi aspetti, o forse non me ne accorgo (il che sarebbe peraltro gravissimo!).

    L'unica tentazione, talvolta, è quella di concordare il numero (tipo "i racconti che avevo sentiti") e in qualche raro caso il genere ("abbiam lasciata la patria"). Però è una tentazione cosciente, a cui talvolta decido di abbandonarmi in poesia se la musicalità ne guadagna.

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    1. Ciao! Beh, la lingua italiana è eccessivamente maschilista davvero! Questo è un tema ideale per un prossimo post, ma credo che potrei lasciarmi prendere troppo dall'argomento.

      Il "si" impersonale non equivale sempre a "noi", altrimenti non sarebbe impersonale, almeno credo, però ho capito cosa intendevi. Anch'io non uso la prima forma, anzi, quando l'ho trovata documentandomi per questo post, non mi sembrava nemmeno corretta. Quindi le tue saranno anche solo opinioni ma sono condivise da me e condivisibili.

      Gli esempi che ho fatto forse non evidenziano benissimo i casi dubbi, ma ho preferito fornire regole chiare piuttosto che complicare la vita a tutti... in casi estremi poi c'è la terza via! Beato te che non hai dubbi!

      La tua "tentazione" è prevista anche dalla Crusca, diciamo che sono tutte quelle cose che rientrano sotto la voce "licenza poetica" e servono per la musicalità del testo.

      Grazie per il commento!

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    2. Il "si" impersonale, piú che con "noi", è sostituibile con "la gente": "si dice che", "la gente dice che".

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    3. Direi che dipende dal contesto... nel caso di "si dice che" hai sicuramente ragione, ma prendiamo a esempio questo finto estratto dall'inesistente racconto "Acqua e zolfo":

      "Quando eravamo ancora dei ranocchietti, trascorrevamo le nostre lunghe giornate estive presso lo stagno. Si giocava tutto il giorno, tra pappataci, fango e immondizia, inalando scioccamente gli effluvi pestilenziali che si sprigionavano dalla Buca del Quinto Inferno."

      Come vedi in questo caso "si giocava" ha la stessa funzione di "trascorrevamo", sebbene sotto un altra forma. E può certamente essere sostituito da "Giocavamo" ("noi", soggetto sottinteso).

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    4. @Mauro: Io avevo usato il "si" proprio in questo senso.

      @Abisso: Il "si" può anche essere usato per intendere la prima persona plurale (noi) e il tuo esempio è davvero interessante. Come hai giustamente detto tu: "dipende dal contesto".

      Grazie a entrambi per i chiarimenti!

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    5. Di per sé il "si" impersonale è di terza persona singolare... "Si giocava" mi sa di "si" passivante, piú che impersonale, sulla scia del "si vendono"; qualcosa come "Si giocava [a dei giochi] tutto il giorno", ossia "dei giochi erano giocati [da noi] tutto il giorno".

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    6. Poi c'è anche la forma "noi si", tipo "Noi si va al mare"; ma a memoria non è impersonale (e, in effetti, indica la persona), quanto piuttosto un regionalismo toscano.

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    7. Devo ammettere che dovevo essere più chiaro: quello che intendevo dire è che "si" più terza persona singolare del verbo all'imperfetto indicativo, in alcuni casi è impersonale e in altri è semplicemente una forma analoga alla 1° persona plurale (non ha funzione impersonale quindi).

      Il tuo ultimo esempio rientra nel secondo caso, soltanto che il soggetto è esplicito anziché sottinteso. Può infatti essere sostituito con "Noi andiamo al mare" che è perfettamente corretto.

      Però confermo che l'uso in Toscana è frequente e a questo punto mi chiedo se non sia solo da noi che il "si" ha tale funzione. Se qualcuno ha una fonte autorevole, sarei curioso di saperne di più.

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    8. Questo è quanto ho trovato al momento sulle fonti che ho sottomano:

      Parlare e Scrivere Meglio, di Gabrielli, e La Grammatica della Lingua Italiana, di Sensini, non citano l'uso "[noi] si va" e specificano che il "si" impersonale è terza persona singolare.
      • Il Dizionario Grammaticale, di Pittano, parimenti specifica la terza persona singolare per il "si" impersonale; dove ne parla, fa questa nota: "Un misto di uso personale e impersonale è l'uso toscano, non molto corretto, noi si: noi si parte oggi".

      Al momento per le fonti che ho sottomano posso dirti che né Gabrielli né Sensini parlano di quella tipologia di "si"; nemmeno il Dizionario grammaticale di Pittano lo riporta.

      gabrielli terza persona

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    9. Ignorate la parte:

      «Al momento per le fonti che ho sottomano posso dirti che né Gabrielli né Sensini parlano di quella tipologia di "si"; nemmeno il Dizionario grammaticale di Pittano lo riporta.

      gabrielli terza persona»

      Erano appunto che prendevo via via che consultavo le fonti, e che ho dimenticato di eliminare.

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    10. Che bella discussione! Direi che la questione del "si" vi ha davvero catturati! Il discorso è davvero molto interessante, continuate pure... magari possiamo approfondire questi aspetti in un post dedicato, ma io non mi sento abbastanza preparata sull'argomento per ora. Dunque per il momento ascolto i vostri discorsi e imparo. Grazie mille a entrambi!

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    11. Alla pagina:

      http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=7477&ctg_id=93

      (che vi consiglio di leggervi per intero)

      ho trovato una risposta soddisfacente, che vi riporto.

      "In presenza di un verbo intransitivo o transitivo senza oggetto espresso, il si non ha mai valore passivante, ma soltanto impersonale: si studia (= noi studiamo; qualcuno studia). Possono sorgere dubbi con un verbo transitivo il cui oggetto sia invece espresso, come nel caso della frase alle otto si serve la cena. In questo caso, infatti, la proposizione può essere interpretata sia come alle otto serviamo (o qualcuno serve) la cena, sia come alle otto la cena viene servita. In proposito, Serianni nota che fanno propendere per il si passivante due fatti: «il verbo tende a passare alla 6ª persona in caso di oggetto plurale («si servono le bibite»; ma nell’uso toscano e arcaico anche «si serve le bibite»: …); nei tempi composti il participio ha desinenza femminile se l’oggetto è femminile («si è servita una bibita»; antico o popolare l’uso senza accordo)» [Luca Serianni, Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria, Torino, UTET, 1989, p. 255]."

      Adesso ho anche scoperto che il significato che attribuivo al termine "impersonale" era erroneo e che proprio quell'utilizzo del "si" da me citato è difatti impersonale.

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    12. La Crusca è sempre pronta a dare risposte sulle questioni più dibattute della lingua. Grazie per questa citazione che chiarisce un po' il problema che è stato sollevato nei precedenti commenti!

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    13. Approfondirò la cosa, in altri testi l'argomento è spiegato diversamente.

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    14. Perfetto! Grazie mille! Se scopri qualcosa, facci sapere, siamo curiosi. Grazie!

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  6. Ogni tanto prendo la scalda si servizio, la terza via, se proprio non ne vengo a capo... Meglio una frase banale ma corretta che una scorretta, per quanto suggestiva

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    1. A giudicare dal tuo commento e da quelli che degli altri che ti hanno preceduta direi che questa terza via è piuttosto affollata! Comunque hai ragione, a volte è meglio puntare sulla correttezza, anche se io, quando mi piace una frase, fatico a sacrificarla in nome dell'incertezza.

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  7. post interessante, me lo stampo e lo rileggo a casa.
    Grazie

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