Accenti gravi e acuti: un po’ di regole e un po’ di
memoria
Gli
accenti sono un argomento che mi interessa molto e ne ho parlato spesso nel
blog. Ho anche scritto un post con tutte
le regole per sapere se una parola va accentata o meno, perché gli accenti
sono uno degli errori
più frequenti che noto in giro nel web. Oggi però voglio affrontare un
problema ancora più spinoso perché non basta sapere se una parola è accentata o
no, bisogna sapere quale accento usare, se grave o acuto. E qui la faccenda si
complica alquanto, in realtà. Oggi cercherò di darvi alcuni suggerimenti e di
fare il punto della situazione.
Tutta colpa dei
latini!
Il titolo
del paragrafo è un po’ provocatorio, forse, ma del resto è proprio tutta colpa
dei latini! Sì, perché in latino le vocali erano ben 10, infatti per ognuna delle nostre cinque vocali ne
esistevano due forme: una breve (indicata con una sorta di barchetta posta
sopra la vocale) e una lunga (caratterizzata da una lineetta sopra la vocale).
Le vocali cioè si distinguevano in base alla quantità in latino, mentre in
italiano la distinzione avviene in base al timbro.
Il
passaggio dal latino all’italiano segue lo schema del vocalismo tonico latino volgare (immagine da wikipedia).
Da quanto
detto sopra derivano le vocali toniche e atone italiane.
Le vocali toniche (cioè quelle in
posizione accentata) in italiano sono 7:
- a,
- e (cioè é),
- ε (cioè è),
- i,
- ᴐ (cioè ò),
- o (cioè ó),
- u.
Le vocali
atone (cioè prive di accento) sono invece 5 (quelle che ripetiamo a memoria da sempre: a, e, i, o, u).
Scrittura degli
accenti
Nella lingua scritta, come vi ho detto nel post
sugli accenti, in italiano non è necessario riportare gli accenti sulle
vocali toniche, tranne che nei casi in cui ci sono parole tronche (es. città). Gli accenti sono invece facoltativi nelle parole omografe
(cioè che si scrivono nello stesso modo come prìncipi e princìpi).
Questo in linea generale, per un’analisi più dettagliata vi rimando al post
con tutte le regole.
Una volta ricordate tutte le regole su quando mettere o
no un accento, emerge il problema degli accenti
gravi (\) che danno suoni vocalici più aperti e degli accenti acuti (/) che danno suoni
vocalici più chiusi.
Se avete una buona dimestichezza con il latino e le sue
vocali (brevi e lunghe) non avrete difficoltà a ricordare quale accento usare
in italiano (grave o acuto) seguendo lo schema del vocalismo tonico latino
volgare, ma, se come me non avete mai studiato il latino, questo escamotage può
risultarvi ben poco utile.
Come ricordare allora quale accento usare? Io li ho
imparati a memoria. Nel senso che con l’uso prima o poi vengono naturali. Ora
voglio riportarvi quante più parole mi vengono in mente che richiedano nella
scrittura un accento grave o acuto. Mi limiterò perciò ai casi con e e o
dove ci può essere il dubbio, mentre in italiano le altre vocali hanno sono un
accento grave (à, ì, ù).
Se vi vengono in mente altri esempi, ditemelo, così
posso aggiungerli e rendere l’elenco più esaustivo, anche se ormai i programmi
di videoscrittura segnalano gli accenti errati e quindi non ci dovrebbero mai
essere errori.
Parole che devono
essere scritte con un accento grave
È (ε) = accento grave, vocale
aperta
- È (terza persona singolare del verbo essere al presente indicativo, che non si scrive con l’apostrofo, mi raccomando).
- Bignè
- Cioè
- Mosè
- Tè
- Caffè
- ...
ò (ᴐ) = accento grave, vocale aperta
- Però
- Amerò (e tutte le prime persone singolari dei verbi al futuro semplice)
- Oibò
- Menabò
- Amò (e la maggior parte delle terze persone singolari dei verbi al passato remoto)
- ...
é (e) = accento acuto, vocale chiusa
- Perché
- Poiché
- Giacché
- Affinché
- Nonché
- Pressoché
- Ché (abbreviazione di perché)
- Trentatré (e tutti i numeri con tre, mentre tre che non è mai accentato)
- Viceré (e tutti i composti con re, mentre re che non è mai accentato)
- Sé
- Né
- ...
[Grazie al commento di Marco a questo post, inserisco qui una regola che mi sembra efficace, riferita alle parole con é. Quelle scritte in elenco (a parte le ultime che ho aggiunto grazie ai commenti), infatti, sono tutte parole composte in cui il secondo elemento è un monosillabo.]
Non mi viene in mente nessun esempio, forse non esistono
parole tronche con la ó? Se qualcuno
lo sa, mi illumini! Grazie.
La pronuncia
degli accenti
Quanto detto finora risolve il problema degli accenti
gravi e acuti nella scrittura, ma per quanto riguarda la pronuncia? Come
abbiamo visto gli accenti vengono messi solo su particolari tipi di parole, ma ogni parola ha un suo accento tonico
e, se tale accento tonico cade su una e
o su una o, la sua pronuncia può
essere aperta o chiusa in base all’accento.
In italiano, in realtà, sono pochissime le persone che
pronunciano correttamente gli accenti gravi e acuti. Sono leggermente
facilitati in questo i parlanti toscani, ma anche loro non pronunciano
correttamente tutte le parole. L’unico modo per pronunciarle tutte
correttamente è curare la dizione e sforzarsi tantissimo. Se poi, come me,
nella vostra zona le parole vengono pronunciate tutte con un tipo di accento
(cioè sempre grave o sempre acuto) dovete armarvi di pazienza e controllare l’accento
tonico di ogni parola sul dizionario fino a farci l’abitudine. Io vi consiglio
il mio amato Sabatini-Coletti
on-line (qui sotto ho inserito le due definizioni della parola pesca, o meglio, pèsca e pésca).
Nella quotidianità pronunciare correttamente gli accenti
è abbastanza inutile e può anche costarvi qualche critica, perché parlereste in
modo diverso da tutti quelli della vostra zona (perdendo la vostra accentazione
locale), però nella lettura creativa e soprattutto in poesia può essere
importante curare questi aspetti. Io ci sto provando per il prossimo post della
rubrica Video
poesie, ma sono ancora lontana da una corretta pronuncia degli accenti.
Conclusione
Per scrivere gli accenti acuti e gravi in modo corretto,
il modo più semplice è imparare i vari casi, visto che non sono tantissimi.
Per quanto riguarda la pronuncia sono l’ultima persona a
cui chiedere consigli, ma mi sto impegnando! Non cambierò mai il mio modo di
parlare nella quotidianità, ma voglio sforzarmi nelle letture, almeno in quelle
per il blog, quindi presto vedrete voi stessi cosa combinerò!
Hanno parlato di questo articolo:
Hanno parlato di questo articolo:
- Video poesie: "La pioggia nel pineto" di Gabriele D'Annunzio
- "Dizione"
- Errori dai social - Caro Twittero, ti scrivo
- Omografi
Anche in questo caso...mi confondo sempre.
RispondiEliminaIo ho le idee abbastanza chiare, scrivendo. Per la pronuncia, invece, non è così semplice...
EliminaGrazie per il commento!
Parole che finiscano con /o/ non vengono in mente nemmeno a me.
RispondiEliminaPer quanto riguarda /e/, una regola parziale c'è: se noti, tutte le parole che hai scritto sono composte, in cui il secondo elemento è un monosillabo (se ci sono eccezioni, devo ancora trovarle). Restano fuori altre parole (sé, né; al momento non me ne vengono in mente altre), ma è qualcosa.
Per la pronuncia in generale, esiste il DOP (Dizionario d'Ortografia e Pronunzia); puoi trovarlo online qui, ha anche la registrazione della pronuncia.
Forse parole con /o/ non esistono, allora? Può essere...
EliminaMi piace molto la tua regola parziale! La aggiungo anche nel post, se per te va bene! E poi integro i due esempi che hai aggiunto.
Grazie mille anche per il DOP, mi sarà utilissimo!
Come al solito, mi sei molto utile per correggere questo tipo di post. Grazie!
Integra pure, non c'è problema.
EliminaGrazie! Per fortuna mi segnali sempre qualcosa che mi sfugge, così posso rendere i miei post più esaustivi.
EliminaMah. Di solito quelli scritti li azzecco. Per il parlato, lasciamo perdere. Anzi, no! Se ci troviamo con una lingua che ha miriadi di eccezioni, è proprio perché è nata parlando (e scrivendo). Non posso che auspicare che si vada verso una progressiva semplificazione. L'esperanto, giusto per fare un paragone, ha un solo modo per accentare e nessuna eccezione. Suona un po' strano, quando si ha che fare con lingue anarchiche o eccessivamente strutturate. Ricordo che in greco c'erano ben tre accenti... e due spiriti!
RispondiEliminaNon ho mai provato a impararli a memoria...
L'italiano secondo me è una delle lingue più belle al mondo proprio per le sue tantissime eccezioni (e per la sua flessibilità)! Comunque io non miro di certo a correggere nel quotidiano la mia pronuncia, anche perché sembrerei una pazza agli occhi dei miei conterranei, però mi piacerebbe imparare a leggere dei versi con una dizione accettabile. Vedremo cosa combinerò!
EliminaNon conosco l'esperanto e neppure il greco, però hai fatto degli esempi interessanti. Grazie.
io vorrei capire per quale motivo - e siamo nel 2012 - Office continui a correggere "po'" in "pò".
RispondiEliminaBenvenuto sul mio blog, Alessandro! Be', Office è una grande fonte di misteri che non credo di poter svelare... Comunque il mio non corregge "po'" in "pò", ma fa il contrario. Forse c'è un errore nell'impostazione delle correzioni automatiche nel tuo computer, che si può tranquillamente sistemare. Oppure dipende da computer a computer, chissà! Il problema però resta. Io sto ancora cercando di far capire ad alcune persone che la forma corretta è "po'" e sai perché fatico così tanto? Perché il T9 nei cellulari consiglia la forma errata! Quindi ti capisco... speriamo che in futuro Office e i telefoni comincino ad amare di più la lingua italiana! Grazie mille per il commento!
EliminaArticolo bello e utile. Anch'io sono infastidita nel vedere come le regole dell'ortografia - soprattutto in materia di accenti e apostrofi - siano trascurate; non parlo, ovviamente, degli errori dovuti a distrazione durante la digitazione.
RispondiEliminaBenvenuta nel blog, Cinzia! Allora possiamo infastidirci in due! Le regole della nostra bella lingua andrebbero seguite di più. Ovviamente un errore di distrazione ogni tanto può capitare a tutti (del resto anch'io che sono una pignola commetto spesso errori).
EliminaPer alcune parole comuni, come perché e poiché può essere utile usare Word, che corregge gli accenti da sinistra a destra, quando li scrive. E così che ho imparato a scrivere perché e poiché in modo corretto :). Ma ogni software ha il suo limite. Su molti telefoni mancano le lettere accentate, perché gli accenti e in generale i caratteri speciali occupano più spazio e possono causare problemi.
RispondiEliminaParole tronche con la ó credo che non esistano, altrimenti avremmo avuto il carattere sulla tastiera, però qualche esempio per indicare dove cade la voce si trova:
" ... né faccia
ogni dì tórte al confessore e pasti."
dalla satira V dell'Ariosto, vv. 200-201.
Word ogni tanto è davvero utilissimo! Capisco che i caratteri speciali diano problemi sui telefonini però, secondo me, tanta volte la colpa è della pigrizia. Comunque fino a che si tratta di SMS poco male. Il problema diventa trovare questi accenti sbagliati nei libri!
EliminaCi sono diverse parole con "ó", anche se non tronche. Me ne sto rendendo conto cercando di pronunciare in modo più corretto gli accenti nella lettura delle poesie.
Grazie per l'esempio e l'interessante commento!