Qualche tempo fa, non so se vi ricordate, ho scritto una notizia
flash su uno dei miei libri preferiti: Il
Piccolo Principe di cui avevo parlato in un post
dedicato al libro e al suo autore, Antoine de Saint-Exupéry. In realtà nella
notizia flash avevo parlato del seguito: Il
ritorno del Piccolo Principe di Jean-Pierre Davidts.
Sì, ero abbastanza indignata, perché non potevo accettare
che qualcuno avesse scritto la continuazione di un libro di un altro scrittore,
però bisogna pur conoscere qualcosa per parlarne, sia per parlarne bene sia per
parlarne male. Quindi eccomi qui a dirvi qualcosa su questo libro che ho letto pochi
giorni fa, dopo un bel periodo di lo
leggo o non lo leggo? Questo è il problema.
Il ritorno del Piccolo
Principe di Jean-Pierre Davidts di per sé non è un brutto libro. È una
storia carina da leggere, ma tutto ciò che fa è riprendere ogni spunto lasciato
da Antoine de Saint-Exupéry nel suo capolavoro per riparlarne in modo neanche
tanto diverso. La struttura del libro stessa appare una mera copia de Il Piccolo Principe e l’unica vera
innovazione stilistica è il fatto che il libro è scritto come una lettera
indirizzata direttamente all’autore (scomparso nel 1944) di questo grandioso personaggio. Il resto ripropone, attraverso parallelismi abbastanza scontati, la
trama originale. Per esempio, l’io narrante de Il Piccolo Principe conosce il bambino
dai capelli color dell’oro in un deserto in seguito all’avaria del suo
aereo, quello de Il ritorno del Piccolo
Principe lo incontra su un’isola in seguito a un naufragio. Il Piccolo
Principe in entrambi i libri viene sulla Terra alla ricerca di una soluzione
per un problema sul suo asteroide e in tutti e due i viaggi, prima di giungere
sulla Terra, vaga per altri pianeti abitati da strambi personaggi. E queste
ripetizioni speculari avvengono praticamente per ogni singolo dettaglio della
storia, ma non voglio rovinarvi troppo il piacere della lettura qualora
decidiate di intraprenderla, quindi mi fermo qui con i paralleli.
Ci sono poi alcune cose che stonano un po’, come il
cambiamento del carattere della Rosa, che da orgogliosa diventa, in un certo
senso, umile e premurosa. E poi la pecora esce dalla scatola, rovinando tutto
il senso di quella scatola con i buchi che di certo ricorderete, se avete letto
il primo testo. Senza contare che il testo non giustifica mai la drammaticità
del finale del capolavoro dell’autore-pilota.
Per il resto, lo ripeto, Il ritorno del Piccolo Principe non è un pessimo libro e ci sono
alcune pagine interessanti, tuttavia era davvero impossibile reggere gli
standard del grandissimo Antoine de Saint-Exupéry. Il libro di Davidts, infatti,
è interessante nella misura in cui riprende quando era lasciato in sospeso nel
primo libro, ma molto spesso porta avanti strade che non dovevano essere
portate avanti e riprende concetti che meritavano di restare misteriosi e
incantevoli. Anche nelle pagine meglio riuscite mancano poi la poesia e la
profondità che hanno reso celebre Il Piccolo
Principe (anche le illustrazioni sono di stile molto diverso).
Non è un brutto libro, ma non avrebbe alcun valore
particolare senza il precedente. Brilla solo di luce riflessa. Non ha rovinato
il libro che adoro, ma non ha nemmeno apportato qualcosa che lo renda migliore.
Ovviamente questo è solo il mio parere, quindi spero che
leggiate questo libro, così sarete voi a farvi la vostra idea che spero poi
condividerete qui con me. Intanto, se avete domande o avete voglia di discutere
sul tema, aspetto i vostri commenti con piacere!
C'era una pecora nel Piccolo Principe?
RispondiEliminaAh, alla fine hai ceduto! Bene, bene. "Non è un pessimo libro" dice tutto. Io non ho mai pensato che questa uscita potesse rovinare l'originale, ma immaginavo che non sarebbe stato all'altezza. O meglio, l'unica strada per un'operazione di questo tipo, secondo me, è proprio prendere una direzione diversa per non rischiare di emulare qualcosa di inarrivabile. Invece, come dici, riprende molto dal Piccolo Principe e questo non fa che esaltare le piccole differenze e ridurre la portata di questo scritto.
A me, nel frattempo, non è venuta voglia di leggerlo.
Certo che c'è una pecora ne "Il Piccolo Principe"! O, meglio, più di una (una è malata, una è in realtà un ariete, una è vecchia e una è dentro una scatola). Il Piccolo Principe è alla ricerca disperata di qualcuno che gli disegni una pecora che possa mangiare i piccoli baobab che rischiano di distruggere il suo asteroide. Della pecora si parla soprattutto nel capitolo II mi pare. Ti consiglio vivamente di rileggere il passo o anche tutto il libro. Del resto io lo conosco quasi a memoria, quindi scusa se faccio la maestrina!
EliminaPer il resto, sì, la curiosità è stata più forte del resto e poi volevo parlarne non per partito preso come avevo fatto la scorsa volta. Grazie per il commento!
Toccare un classico non toglie niente al classico, forse nemmeno lo sfiora. Non credo che un giorno i due libri viaggeranno insieme, l'uno come seguito dell'altro. Concordo con Salomon Xeno sul fatto che la curiosità di leggerlo ancora non mi è arrivata. Mi fido della tua opinione.
RispondiEliminaSì, anche secondo me non viaggeranno mai insieme. Questo libro, infatti, non è in realtà una novità (anche se io ne sono venuta a conoscenza tramite una pubblicità recente su internet), quindi direi che non ha fatto molto successo.
EliminaNon fidarti della mia opinione: i gusti possono essere molto soggettivi. Tuttavia io non posso giudicare questo libro a prescindere dal precedente e davanti al capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry non si può che impallidire!
Io con questo post temo di aver perso per sempre la stima di Jean-Pierre Davidts.
Grazie per la tua cieca e immeritata fiducia nei miei confronti!
Pensavo di non leggerlo e continuo a pensarlo. Ma dico io, si può scrivere sulla scia di un altro libro, per giunta un libro che ha fatto storia? Come dissi allora, hai perso in partenza! Perchè dunque non scrivere altro, magari non ti leggereanno, magari avrai meno pubblicità, ma di certo quello che scrivi è solo tuo. Odio le continuazioni nei film e ancora più nei libri.
RispondiEliminaEcco, l'ho detto
Raffaella
Il problema non è tanto la continuazione in sé di un libro. Il fatto è che quel libro non è suo. Sarebbe come se io ora decidessi di scrivere il seguito de "I promessi sposi". Di certo potrei sfruttare la celebrità dell'opera per destare scalpore, ma potrei solamente deludere le aspettative. Del resto io probabilmente non avrei mai letto un libro di Davidts senza questo fattore che ha destato la mia curiosità, ma credo anche che non ne leggerò degli altri proprio perché ha fatto questa scelta. Grazie per il commento che condivido pienamente!
EliminaPiuttosto che leggere un libro così preferisco fantasticare io sul come andrà a finire.
RispondiEliminati lascio con questo video:
http://www.youtube.com/watch?v=KkhObZjNb58
Sono d'accordo, meglio fantasticare!
EliminaBello il video e poi i bambini dell'Antoniano sono sempre dolcissimi. Grazie!
Io rispondo con questo video che qualche tempo fa ho segnalato su G+ e mi piace molto: http://www.youtube.com/watch?v=ShnaI2RJfzs
grazie mille non conoscevo la canzone. la metto nei preferiti.
EliminaNon so se conosci questo video.
Eliminahttp://www.youtube.com/watch?v=-NX1NAIYdLY&feature=related
La trovo molto bella perché rispetta la trama ed è molto tenera! Ogni tanto me la riascolto!
EliminaE riguardo all'ultimo video che ti ho mandato?
EliminaScusa. Oggi la mia connessione non è molto veloce e quando ho postato il mio commento il tuo secondo non c'era ancora.
EliminaOvviamente non sono d'accordo. Non conosco la persona che ha fatto questo video, comunque potrei confutare le sue tesi anche partendo dal testo stesso. Ovvimente ognuno ha il diritto di esprimere la propria opinione, ma io sono del parere che se per farlo si ricorre all'uso delle parolacce, allora forse si vuole più stupire che convincere.
Grazie comunque per aver portato un punto di vista molto diverso dal mio. Estremamente e assolutamente diverso dal mio.